Huddle’n Music: gli Eagles, il Super Bowl LII e The Wonder Years

Il 2017 NFL è stato un anno particolare da leggere. Quantomeno in NFC dove gli Eagles sono emersi, insieme ai Vikings, come la squadra più forte della conference.

Coach Doug Pederson, al suo secondo anno da capo allenatore di Philadelphia, è riuscito ad alternare una staffetta di quarterback alquanto inedita: Carson Wentz e Nick Foles. Una sorta di one-two punch che ha mandato KO gran parte degli avversari affrontati in stagione mantenendo issata la vela maestra e senza mai perdere il controllo della situazione nonostante i problemi fisici che hanno indotto Wentz alla resa.

Nel 2017 Wentz ha siglato una delle sue annate migliori, o forse semplicemente la migliore della sua carriera: 13 partenze con ben 11 vittorie, solo 2 sconfitte contro i Chiefs nella seconda di campionato e l’altra più avanti contro i Seahawks in Week 13. La terza sconfitta della stagione è giunta all’ultima di campionato in una pura formalità da calendario contro Dallas, un triste 6-0 per i texani di Prescott che segnano un TD nell’ultimo quarto e sbagliano lextra point. Nella stessa partita per Philly si erano alternati Nick Foles e Nate Sudfeld, quest’ultimo al suo esordio assoluto in National Football League.

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Gli Eagles che si qualificano alla post-season non dispongono di una vera e propria superstar, ma hanno messo insieme un gruppo robusto e abbastanza solido per giocarsela fino infondo a testa alta. Un gruppo che lavora in modo compatto e che con Nick Foles vanta esperienza al ponte di comando; che con l’inserimento di Jay Ajayi arrivato a metà stagione da Miami, offre supporto a LaGarrette Blount sul running game e che allo stesso tempo sfrutta la duttilità di Nelson Agholor che corre e riceve senza dar punti  di riferimento alle difese. C’è Zach Ertz ormai è diventato uno dei tight end più affidabili della lega e, sempre in quell’attacco gestito magistralmente dalla mente offensiva di Frank Reich, c’è la sete di rivalsa di Alshon Jeffery, fuggito da una Chicago vecchia e derelitta per cercar gloria in Pennsylvania. Questione di tempo, la gloria arriverà…

Fletcher Cox guida la difesa con destrezza, mentre gente come Rodney McLeod, Malcom Jenkins e Nigel Bradham assumono un ruolo di faticatori che lavorano a testa bassa solo ed esclusivamente per il bene della squadra. All’orecchio i loro nomi suonano come se fossero quelli di comuni gregari, ma in campo i loro colpi si fanno sentire eccome!

Davanti a Phila nei playoff crollano Atlanta e Minnesota, rispettivamente nel divisional e nel championship, e gli Eagles cavalcano l’onda della magia creatasi intorno all’aura di Nick Foles. Eroe improvviso nella città dell’amore fraterno, che non provava emozioni simili da quasi vent’anni, dai tempi di Allen Iverson e delle finali NBA contro i Lakers.

Si arriva così al Super Bowl LII e davanti a Philadelphia si erge l’ostacolo più grande di tutti, quello di Tom Brady e della sua maestosità. Il 4 febbraio 2018 va in scena una partita decisamente combattuta e spesso e volentieri gli schemi difensivi saltano mentre gli attacchi di Eagles e Patriots giocano a farla da padroni.

Brady vola con oltre 500 yard nella partita più attesa dell’anno e si comporta da vero protagonista, 3 touchdown, zero intercetti, un rate da 115.4. Mostruoso. Dall’altra parte Nick Foles gli tiene testa a suo modo rispondendo lanciando 3 touchdown, ricevendone 1(!), ma macinando meno yard; solo che mentre il gioco di Bill Belichick si affida quasi unicamente al braccio del suo campione, quello di Pederson smista grandi responsabilità al reparto dei running back. LaGarrette Blount, ex di turno, corre per 90 yard con una meta, e Jay Ajayi aggiunge altre 57 yard. Intanto il campo si apre e Jeffery, Ertz e Agholor viaggiano a vele spiegate.

Philadelphia prende il controllo della sfida nei primi due quarti e di fatto non molla mai le redini dell’incontro. Sul finale basta giocare un pò più conservativi, senza cali di tensione, e non far prendere il largo ai Pats per garantirsi la vittoria e con essa il primo Super Bowl della franchigia delle aquile!

Finisce 41-33 per gli Eagles, Nick Foles vince il premio di MVP del Super Bowl ma in molti pensiamo che un buon 50% di quel riconoscimento è dovuto alla grandissima prestazione dei running back Eagles, forse i veri protagonisti della finale. Foles batte Brady e non sarà la prima volta, difatti Tommy in qualche maniera ha sempre sofferto l’estro di Foles che, a sua volta, quando si trova davanti a The G.O.A.T. sembra trovare la sua più profonda ispirazione.

eagles foles

South Street, a Philadelphia, è stata il centro della scena punk cittadina sin dalla seconda metà degli anni Settanta; il movimento è perdurato e anche negli anni Ottanta i bar e i locali di musica per strada presentavano spettacoli in puro stile hardcore punk. Tra le prime band importanti nella scena punk di Philadelphia c’erano The Dead Milkmen , un gruppo che suonava una variante spesso sarcastica e divertente dell’hardcore punk. Sebbene si sia formata a Los Angeles, anche il gruppo hardcore punk dei Fear ha avuto notevoli legami con Philadelphia durante il periodo di massimo splendore: il frontman dei Fear, Lee Ving, era originario di Phila e nella canzone del 1983 intitolata “I Don’t Care About You”, c’è un’importante citazione alla South Street del punk.

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Proseguendo gi generazione in generazione, si dice che negli anni 2010 Philadelphia abbia avuto la migliore scena punk del paese; progresso dovuto in gran parte allo sviluppo della cultura emo e pop punk della città. Diversi quartieri cittadini sono diventati un paradiso per molte band pop punk ed emo che provenivano anche da altre parti della Pennsylvania, dal New Jersey, dal Delaware, e persino di Boston e Detroit. Boston ha sempre avuto un’importante legame con il punk negli Stati Uniti, tra i più radicati di sempre, ma a cavallo del 2010 Philadelphia ha creato una sua controtendenza.

Alcune band accreditate per aver mantenuto viva la scena punk a Philadelphia sono i Modern Baseball, Cayetana, ma soprattutto The Wonder Years.

the wonder years

The Wonder Years si sono formati nel 2005 a Lansdale, in Pennsylvania. La band è attualmente composta da Dan “Soupy” Campbell (voce solista), Casey Cavaliere (chitarra solista, cori), Matt Brasch (chitarra, voce), Josh Martin (basso, voce), Nick Steinborn (tastiere, chitarra, cori) e Mike Kennedy (batteria, percussioni). Questi ragazzi hanno pubblicato sei album completi, due EP e diversi splits/compilations. Il gruppo è sotto contratto con la Hopeless Records: un marchio, una garanzia (senza speranza!). Il loro nome deriva da un articolo che il cantante Dan “Soupy” Campbell ha letto in passato e che è stato scritto da uno dei suoi educatori ai tempi del doposcuola, intitolato “The Wonder Years”.

Lo stile di The Wonder Years ricorda in modo lampante quello di gruppi collegiali, spesso poco più che adolescenti, che si ritrovano nel garage di un componente della banda a far casino con degli strumenti musicali sebbene il loro sound sia abbastanza pulito rispetto ai canoni del punk. Invece questi ragazzi sono un filo più avanti con gli anni, ma nel brano Came Out Swinging rivivono una sorta di crisi esistenziale molto comune nella vita delle generazioni più giovani. Una fase di vita nella quale si vive una rabbia interiore che, però, non ntrova spiegazione, nè fondamenta.

L’aspetto motivazionale del “reagire” tocca il punto giusto nela mente del fruitore e in molti si son detti sollevati dopo aver ascoltato questo brano. Un pezzo abbastanza sottovalutato, come del resto sono stati sottovalutati i suoi compositori.

Quelli di The Wonder Years sono anni pieni di quesiti, ma che portano sempre sensazioni di stupore e meraviglia. Aspetti che in ambito di football, possiamo in qualche modo ricondurre agli Eagles che nel 2017 sono maturati abbastanza per trovare il loro “wonder year”.

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Alex Cavatton

@AlexCavatton sport addicted dal 1986. Amministratore di Chicago Bears Italia. Penna di Huddle Magazine dal 2018. Fondatore di 108 baseball su Cutting Edge Radio. Autore dei progetti editoriali: Chicago Sunday, Winners Out, RaptorsMania, Siamo di Sesto San Giovanni, Prima dello snap. Disponibili su Amazon

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