[NFL] Preview 2015: Chicago Bears

Gli amici di “Quel che passa lo sport” hanno deciso di inaugurare il nuovo e bellissimo sito con le preview delle 32 squadre NFL. Abbiamo chiesto di poterle ripubblicare su Huddle Magazine aggiungendo i voti ad attacco, difesa, coaching staff e offrendo anche a voi la possibilità di votare.

La breve parentesi Trestman ha portato zero apparizioni ai playoff ed una gestione del personale abbastanza rivedibile. Le sole 5 vittorie raggiunte lo scorso anno gli sono quindi costate inevitabilmente il posto (ora è offensive coordinator a Baltimore). Il coaching staff è l’aspetto più interessante dei Bears targati 2015, con John Fox che dovrà fare da collante e portare maggiore serenità all’interno dello spogliatoio.

In questa offseason non poche sono state le scosse apportate al roster, per tentare di ravvivare una franchigia che stava scivolando in fretta verso i bassifondi della lega, senza peraltro dare l’idea di una reazione. Il punto di rottura con le ultime stagioni è stato netto, c’è da capire se sarà efficace sin da subito.

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OFFENSE

Jay Cutler è stato messo in discussione, sia durante la scorsa stagione che all’inizio di questa finestra di mercato. Voci di possibili trade che potessero riguardarlo si sono susseguite sino al draft, i Bears sembravano in corsa anche per Mariota, ma alla fine non se ne è fatto nulla. Non siamo sicuri che questo fosse l’approccio giusto per trattare un giocatore tanto talentuoso quanto umoralmente instabile, ma da fine aprile ad inizio settembre i mesi per provare a cucire un rapporto di fiducia con il nuovo coaching staff sono ben quattro. Dietro a lui d’altronde nessuno può impensierire il suo posto, con Jimmy Clausen, David Fales (che siamo curiosi di vedere all’opera, almeno in preseason) e Shane Carden che possono solo giocarsi 1 o 2 posti a roster nei 53 nelle prossime settimane.

Cutler, arrivato nel 2009 grazie ad una maxi trade, ha sempre mancato il salto di qualità, risultando un QB che va fuori controllo con estrema facilità, ragion per cui l’obiettivo principale è dargli una protezione efficiente da parte della linea. Nell’ultima stagione le cose sono andate leggermente meglio rispetto ai disastri delle annate precedenti, ma il livello generale si mantiene ben al di sotto della sufficienza. Kyle Long è il giocatore attorno al quale dovrebbe girare tutto il resto: la guardia, ex primo giro 2013 da Oregon, ha dimostrato di poter essere un punto fermo, il che non è poco, stando alle difficoltà che stanno incontrando i Bears negli ultimi anni nel trovare offensive lineman solidi.

I tentativi sono stati fatti, ultimo Jermon Bushrod, ma nemmeno lui sinora ha reso per quanto ci si aspettava e per quanto lo stanno pagando. Per sostituire Garza, al momento free agent e probabilmente vicino al ritiro, è arrivato sempre via draft e sempre da Oregon Hroniss Grasu, potenzialmente il centro titolare di questa linea, ma che dovrà guadagnarsi il posto durante il training camp e che potrebbe iniziare come backup nel ruolo di guardia. Completano le novità in linea Vladimir Ducasse, Tayo Fabuluje e Will Montgomery: il primo ormai non può essere molto più di un backup anche se può essere schierato un po’ ovunque nella OL; il secondo, preso in fondo al draft, lavorerà sodo queste settimane per fare la squadra; il terzo infine da onesto mestierante attempato, darà un po’ di respiro nel ruolo del centro, con l’intento che la discesa in campo del rookie Grasu in quel ruolo sia fatta per decisione e non per necessità.

La linea che era l’aspetto più critico non ha ricevuto molte migliorie, si è invece preferito andare a rimescolare i target a disposizione di Cutler, che, va detto, in questi anni non sono mai stati un problema. Brandon Marshall aveva dato segni di squilibrio sin nelle ultime settimane della passata stagione ed anche in ottica rinnovo in arrivo è stato prontamente scambiato ai Jets per un quinto giro. A livello atletico e tecnico ovviamente il suo valore è molto più alto, ma nel mercato intervengono anche aspetti economici, gestionali, di età. Il parco ricevitore è stato però completato senza troppi problemi: per lo slot è arrivato Eddie Royal, che può anche ricoprire il ruolo di WR2, nel caso in cui l’altro nuovo arrivo, Kevin White, dovesse richiedere un po’ di tempo in più per entrare nel mondo dei pro. A livello di potenzialità White (scelto alla settima assoluta) è un diamante grezzo su cui le alte aspettative dovrebbero essere ben riposte. Completa, anzi inizia il terzetto Alshon Jeffery che in fretta si è preso i galloni da star e che tre anni fa era stato scelto proprio nell’ottica di sostituire nel medio lungo periodo Marshall.

Jeffery lanciato verso l'olimpo
Jeffery lanciato verso l’olimpo

Nel sottobosco Marquess Wilson s’è visto un po’ chiuso dalla firma di Royal, mentre Marc Mariani resta per ora a roster come ritornatore, anche se i suoi anni migliori in questa arte sembrano essere quelli regalati ai Titans.

Non mancavano nemmeno i RB, eppure in questa offseason ne sono stati aggiunti ben tre. Partiamo da chi è restato e che ovviamente continuerà ad essere l’arma totale di questo attacco: Matt Forte può fare tutto e farlo bene, l’unico obiettivo del coaching staff è quello di preservarlo. Anche per questo motivo l’anno scorso era stato preso Ka’Deem Carey. Sia come complemento che come backup il giocatore ex Arizona Wildcats non deve aver convinto molto, visto che in questi mesi sono arrivati Jeremy Langford (via draft, al quarto giro, da Michigan State) e Jacquizz Rodgers dalla free agency. Quest’ultimo oltre che essere perfetto come nano da giardino, verrà molto utile sia nei kick off return che nei terzi down di passaggio, avendo anche mostrato una ferma intenzione di diminuire di peso e diventare molto più rapido e veloce, il che però potrebbe penalizzarlo nell’altro aspetto in cui aveva ben figurato nei suoi anni ai Falcons: nel 2014 infatti ha concesso una sola pressione sul proprio QB nelle 78 volte in cui è stato schierato come protettore aggiunto, una qualità molto interessante in ottica Bears. Un role player intrigante ancora giovane (25 anni) che però andrà a pestare i piedi a Carey?

Completa (per il momento) il terzetto dei nuovi RB Daniel Thomas, che potrebbe essere tagliato tra il momento in cui scrivo e quello in cui pubblico.

Tra i TE Martellus Bennett, sempre più vicino alle 1000 yard ricevute in singola stagione, non vedrà cambiato il suo ruolo tatticamente centrale all’interno di questo attacco, mentre dietro tutti noi tifiamo affinché Bear Pascoe, dopo alcuni anni ai Giants ed una fugace apparizione ad Atlanta, finalmente possa giocare nella squadra del suo destino: Bear ai Bears.

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DEFENSE

Guardare la difesa degli ultimi anni dei Bears, non solo per un tifoso ma anche per un semplice appassionato di football, è stato un colpo al cuore: c’è chi è nato con i “monsters of the midway”, non dico gli originali del 1940, ma quelli degli anni 80; c’è chi è cresciuto negli anni 2000 con Urlacher e Lovie Smith, che hanno portato la Cover2 su altri livelli. In un modo o nell’altro vederli sbeffeggiati domenica dopo domenica come accaduto ultimamente era francamente inaccettabile.

Bostic in uno dei rari momenti di gloria
Bostic in uno dei rari momenti di gloria

Quest’anno è cambiato molto, se non tutto, a partire da una filosofia e da uno schema difensivo totalmente differente: la 3-4 guidata da Fangio è il punto di rottura più evidente rispetto al recente passato. Bisognerà capire se gli uomini a disposizione saranno adatti a questo nuovo approccio, ma così non si poteva continuare.

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Dopo che avrai letto tutto il preview guarda i voti che abbiamo assegnato ad offense, defense e coaching staff ed esprimi la tua valutazione sui Chicago Bears 2015.

[review]

I voti di Gabriele Balzarotti

Offense - 65%
Defense - 60%
Coaching Staff - 70%

65%

Quella che vedete a destra è la media matematica dei due reparti più coaching staff. Dopo aver letto tutto l'articolo votate anche voi, da 1 a 10 decimali inclusi, per dirci qual'è il valore dei Bears 2015 oppure lasciate un commento.

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“Datemi un divano e vi racconterò il mondo (sportivo)” o ancor meglio “un corpo immerso in un evento sportivo riceve una forza uguale e contraria che lo spinge a dire necessariamente la sua opinione a riguardo”.

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