Huddle’n Music: i Jets, i Queen e il QB dai capelli biondi

Flash Gordon è un film del 1980, diretto da Mike Hodges, ispirato all’omonimo personaggio dei fumetti fantascientifici ideato nel 1934 da Alex Raymond. Nel cast anche due attrici nostrane: Ornella Muti e Mariangela Melato. La trama è quella classica dei tanti film ispirati ai fumetti, con il prevedibile scontro tra il bene e il male. Il crudele imperatore Ming il Terribile localizza il pianeta Terra e decide di annientarlo per combattere la noia. Ming scatena svariati disastri naturali, tra i quali una tempesta di meteoriti che fa precipitare un aereo privato sul quale viaggiano “Flash” Gordon, e la giornalista Dale Arden. Sopravvissuti miracolosamente allo schianto Flash e Dale si ritrovano alla presenza del dottor Hans Zarkov, ex-NASA, che ha costruito un razzo per scoprire la causa dei fenomeni che stanno devastando la Terra. Zarkov riesce con l’inganno a partire per lo spazio in compagnia di Flash e Dale. Il viaggio porta i tre nel sistema Mongo, dove vengono catturati dai soldati di Ming e condotti alla sua fortezza per essere interrogati. Quando il Generale Klytus, capo della crudele polizia segreta di Ming, chiede al biondo prigioniero di rivelare il suo nome, la risposta è storia del cinema (e del football, ovviamente): “Flash Gordon, quarterback, New York Jets”. (attenzione spoiler!) Ovviamente Gordon, aiutato dalla Arden, riuscirà a liberare i popoli di Mongo dalla tirannia di Ming e a salvare la terra.

flash jets

Il film ha un successo mediocre negli Stati Uniti, dove non è riuscito neanche a pareggiare i 35 milioni dei costi di produzione. Nel Regno Unito invece va un po’ meglio, ricavando oltre tredici milioni di sterline al botteghino. Il film è inizialmente poco apprezzato dalla critica, che salva il solo Max von Sydow (nel ruolo di Ming) e critica aspramente il protagonista Sam Jones, che sparirà gradualmente dal grande schermo di Hollywood. Col passare degli anni, il film è stato rivalutato ed è ora considerato un cult del cinema di fantascienza.

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Ma ciò che ha scolpito il film nella mia memoria, oltre ovviamente alla presentazione di Gordon in stile Monday Night Football, è la colonna sonora del film, scritta da uno dei gruppi più famosi nella storia della musica, i Queen, autori dell’omonimo album. Flash Gordon è uno dei primi film ad alto budget a fare uso di musiche principalmente composte da una rock band.

Considerato che Gordon afferma di essere il QB dei Jets nel 1980, è lecito pensare che il biondo signal caller potesse essere alla guida dell’attacco della Gang Green nel 1982, stagione che ha visto la franchigia di New York riavvicinarsi al Sacro Graal per la prima volta dalla magica campagna del 1969 (ci riuscirà di nuovo solo quasi trent’anni dopo, nel 2010). E manco a farlo apposta, il QB titolare dei Jets nel 1982 è biondo come Flash, si chiama Richard Todd, ed ha giocato al college ad Alabama, proprio come l’illustre predecessore “Broadway” Joe Namath.

La stagione 1982 viene ricordata per uno sciopero dei giocatori durato 57 giorni che causa una riduzione del calendario della regular season da 16 a 9 partite. La NFL vara una formula anomala per determinare le partecipanti ai playoff, selezionando 16 squadre, le migliori 8 squadre di ciascuna Conference, senza tener conto delle classifiche divisionali.

I Jets si qualificano per i Playoff come testa di serie #6 della AFC con un record di 6-3. Agli ordini dell’Head Coach Walt Michaels, i Jets possono contare su 5 giocatori nominati al Pro Bowl, con stelle come il RB Freeman Mc Neil, il WR Wesley Walker ma soprattutto con una linea di difesa ancorata dal DE Mark Gastineau e dal DT Joe Klecko.

Dopo aver battuto la testa di serie #2, i Cincinnati Bengals in scioltezza per 44 a 17 al Riverfront Stadium, il 15 gennaio 1983 i Jets si presentano al Coliseum per affrontare la testa di serie #1, i Los Angeles Raiders, appena arrivati in città da Oakland dopo aver vinto il lungo processo intentato dal proprietario Al Davis nei confronti della Lega (da cercare e guardare il documentario dell’ottima serie di ESPN “30 for 30” dal titolo “Al Davis vs the NFL” sui continui scontri tra Davis e l’allora Commissioner della NFL, Pete Rozelle).

Sebbene la rivalità storica per i Jets, anche per una questione divisionale, sia sicuramente quella con Miami, il secondo posto è sicuramente occupato dai Raiders. Jets e Raiders sono due delle squadre originali della AFL e si scontrano sui campi di gioco dal 1960. Nel 1967 Ike Lassiter dei Raiders aveva rotto uno zigomo di Joe Namath e Broadway Joe si era vendicato l’anno successivo lanciando tre TD pass nell’AFL Championship giocato allo Shea Stadium contro i Raiders prima di vincere il Super Bowl III qualche giorno dopo. Lo stesso anno, durante la regular season, i Raiders avevano vinto il famoso Heidi game contro i Jets per 43 a 32 segnando 14 punti negli ultimi 65 secondi di gioco. Al Davis accusava spesso i Jets di nascondere microspie nello spogliatoio degli ospiti a Shea mentre Michaels, che era stato un assistente nello staff di L.A. prima di essere licenziato proprio da Davis, criticava il suo vecchio boss per quel vizietto mai perso del tutto di mettere pressione agli arbitri durante le partite casalinghe per ottenere chiamate a favore. Proprio durante l’intervallo della partita che raccontiamo oggi l’allenatore dei Jets viene chiamato al telefono da un barista di New York che si spaccia per il proprietario dei Jets ed esorta la squadra a giocare meglio nel secondo tempo. Nelle interviste del dopo-partita Michaels accusa Davis di aver organizzato la telefonata per innervosire i Jets, teoria che resterà valida fino alla confessione del barista, arrivata qualche giorno dopo, che racconterà di aver agito autonomamente allo scopo di caricare la squadra.

jets

La partita, giocata davanti a 90,000 spettatori,  manco a dirlo, è molto fisica e nervosa, con 10 turnover totali (5 fumble e 5 intercetti). Con i Jets avanti 10-0 nel secondo quarto, dopo falli personali di ciascuna squadra Lyle Alzado aggredisce l’OT dei Jets Chris Ward, gli strappa il casco da dosso e glielo tira contro. La tattica sembra funzionare poichè al rientro dagli spogliatoi L.A. segna 14 punti consecutivi nel terzo quarto e si porta avanti, 14-10. Ma un TD su corsa del RB di riserva Scott Dierking nell’ultima frazione di gioco e tanta difesa regalano ai Jets il biglietto per l’AFC Championship Game contro Miami 8 giorni dopo. Miami vincerà dopo una grande battaglia difensiva per 14-0 per poi perdere il Super Bowl XVII 27-17 contro i Redskins al Rose Bowl la settimana successiva (eh sì, una volta il campionato finiva a gennaio e non c’erano weekend di pausa durante i Playoff).

freddie mercury

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Fu Dino De Laurentiis, il produttore di Flash ad affidare a Freddie, Brian, John e Roger la musica del film, dando ai quattro completo controllo della colonna sonora. Dei Queen c’è poco da dire, senza incorrere nel rato di lesa maestà. Ricordiamo solo che il gruppo di Freddie Mercury parteciperà alla colonna sonora di un altro film girato negli anni ’80, Highlander, che come Flash Gordon non ha un gran successo al botteghino USA e probabilmente rimane nella memoria dei cinefili proprio per la musica del gruppo britannico. E allora eccola, in tutto il suo splendore, la “Regina” del rock, che interpreta Flash, titletrack tratta dalla colonna sonora del film. Enjoy!

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Francesco Porciello

Co-host di Purple Valhalla, il podcast italiano dei Minnesota Vikings e tifoso di tutte le squadre (college e pro) della terra dei 10,000 laghi. Da quasi quarant'anni a soffrire in attesa dell'anello... Skol!!!

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