[NCAA] Il reale valore della difesa di Alabama

Negli ultimi anni, intorno ai difensori draftati da Alabama, si è diffuso un certo scetticismo riguardo al loro reale valore. Fenomeni al college, dove giocano in una fortissima pro style defense, vengono selezionati con alte draft pick e, puntualmente, faticano ad affermarsi ad alti livelli in NFL. Sembra una maledizione per questi ragazzi, ma davvero diventano dei flop tra i pro? Prendiamo in considerazione i Tides scelti nelle prime 60 posizioni dal 2010 al 2013 e analizziamo attentamente la situazione.

mcclainRolando McClain è, indubbiamente, il fallimento più grande. Scelto con la numero 8 dagli Oakland Raiders nel 2010, era considerato, in assoluto, il miglior linebacker della nazione. Per i primi due anni, in una delle difese più fragili della NFL (20° totale nella stagione 2010 e 29° nel 2011), non sfigurò, risultando di gran lunga il miglior linebacker della squadra. Il tracollo di McClain è avvenuto fuori dal terreno di gioco, a causa del possesso illegale di armi da fuoco, ma la triste parabola che lo ha visto finire in manette per due volte, è purtroppo comune a molti giovani atleti. A soli 23 anni, McClain si è ritirato e, sul campo di football, ha potuto dimostrare solo una piccola parte del suo reale valore.

Tra i grandi flop possiamo annoverare anche i cornerback Kareem Jackson (n.20 del 2010), Dre Kirkpatrick (n.17 del 2012) e Javier Arenas (n.50 del 2010). Tutti e tre arrivavano in NFL con grandi aspettative e nessuno dei tre è riuscito a rispettarle. Jackson è un buon starter, ma avrebbe dovuto essere il franchise corner di Houston; Kirkpatrick è finito a giocare nello special team di Cincinnati, decisamente troppo poco per una diciassettesima scelta assoluta; Arenas, infine, è poco più di una buona riserva. Delusione è anche Terrence Cody (n.57 del 2010), uno dei nose tackle più premiati del college football, che, a causa dei continui problemi fisici, non è mai riuscito a meritarsi una maglia da titolare nei Ravens.

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In un ipotetico limbo possiamo collocare Courtney Upshaw (n.35 del 2012) e Dee Milliner (n.9 del 2013). Il primo è arrivato in NFL come MVP del BCS Game vinto da Alabama, ma, per ora, siamo molto lontani da quei livelli. Complice l’arrivo di Elvis Dumervil la passata stagione, il suo impiego in campo è stato molto limitato, ma contro le corse ha dimostrato di essere un ottimo elemento. Milliner, dopo una partenza tumultuosa in cui ha visto spesso la panchina, si è ripreso arrivando a prendersi il ruolo di starter e guadagnandosi anche gli onori di AFC Defensive player of the Week, all’ultima giornata. Entrambi devono ancora dimostrare, però, di valere pienamente le scelte che sono state spese su di loro.

Pick positive sono, invece, Mark Barron (n.7 del 2012) e Donta Hightower (n.25 del 2012). Barron si sta imponendo come un solidissimo starter a Tampa Bay, confermando le buone prestazioni del suo anno da rookie. È atteso come un futuro Pro Bowler e, per ora, la strada che sta seguendo è quella corretta. Hightower si presentava al draft non solo come uno dei migliori linebacker dell’anno, ma come uno dei migliori, in assoluto, della storia di Alabama e i Patriots lo stanno scoprendo stagione dopo stagione. L’anno scorso è diventato uno starter e ha offerto buonissime prestazioni, non è il pass rusher che ci si aspettava, ma all’interno della 4-3 di New England ha imparato a svolgere compiti diversi, che esegue con sicurezza.

L’unico sull’Olimpo è Marcell Dareus, terza scelta dei Bills nel 2011, Pro Bowler durante l’ultima stagione coi Bills e cardine della difesa di Buffalo. Dopo due anni di adattamento, è esploso grazie anche al cambio di sistema difensivo che gli ha permesso di esprimere la sua prestanza fisica al massimo.

sabanAlla luce di questa analisi, effettivamente, si nota come tanti difensori dei Crimson Tide non abbiano rispettato le attese, ma è importante non fare di tutta l’erba un fascio. Alabama è uno dei migliori programmi della nazione e sforna una quantità enorme di giocatori, in tante posizioni (dal 2009 al 2013 ha prodotto 14 first rounder, più di qualsiasi altro college). Avendo una squadra di livello medio alto, in cui il sistema di gioco corale (offensivo e difensivo) riesce a mascherare le carenze di ognuno, diventa più difficile separare i veri talenti da giocatori più scarsi, proprio perché il forte collettivo tende a coprire i difetti del singolo. Se il livello della squadra fosse medio, sarebbe più facile distinguere i talenti puri, poiché sarebbero le qualità individuali a farli emergere sui loro compagni. Un esempio in tal senso può essere Oklahoma al draft 2010: una squadra di medio livello che ha visto i tre giocatori palesemente più forti del team (Sam Bradford, Gerald McCoy e Trent Williams), essere scelti nelle prime 4 e aver rispettato, per la maggior parte, le aspettative.

Sappiamo tutti che college e NFL sono due livelli completamente diversi, nessun ragazzo sale al piano superiore con la garanzia di essere una superstar e nessun college ha la bacchetta magica nel produrre campioni. Ogni ragazzo ha la sua personalissima parabola, che venga da Alabama o da un altro college, e affermare che i difensori di Alabama si rivelino dei flop è, semplice, banale retorica.

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Gabriele Balzarotti

Appassionato di USA e sport americani fin dall'adolescenza, le leggendarie imprese di Ray Lewis hanno reso la mia anima black and purple. Mente dietro alla "Strada verso il Draft", fucina di schede sui giovani talenti che arrivano in NFL, e conduttore di Podcast verso il Draft.

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