Vincitori e sconfitti del Draft 2022

In questi giorni saremo bombardati un po’ da tutti i poli di informazione dello sferoide prolato da una marea di articoli pieni di valutazioni dell’operato di tutte le trentadue franchigie della NFL. Ebbene, questo sarà un punto di vista leggermente diverso. Quando ci approcciamo al Draft siamo soliti pensare alle need scoperte della squadra e ci limitiamo a quello, a volte però il pensiero laterale di una scelta di porta a fare valutazioni di tutt’altro stampo. In un suo famosissimo libro, Primo Levi scrive dei sommersi ed i salvati; il suo argomento è estremamente più importante e meno frivolo del nostro, però mi piace prendere questa sua definizione perché rende bene quello che andremo a vedere tra poco: i sommersi sono coloro che, forti di un contratto in essere, escono dal Draft con scelte che potrebbe minarne la situazione mentre i salvati sono quelli che escono decisamente rafforzati da questo Draft.

Vincitori

Eric DeCosta, GM dei Baltimore Ravens

A parer mio il netto vincitore di questa tornata. Giorno dopo giorno sta dimostrando di essere il degno erede del leggendario Ozzie Newsome. Steal vera e propria la presa di Kyle Hamilton alla 14 mentre cedere Marquise Brown per appropriarsi di Tyler Linderbaum un capolavoro. Le scelte di Davis Okabo e Travis Jones sembrano poi essere decisamente interessanti come la scommessa su Daniel Faalele. Eh beh… Certo, nove scelte nei primi quattro giri è tantissima roba, ma bisogna anche essere bravi ad ottenerle.

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Kevin Colbert, GM dei Pittsburgh Steelers

Francamente non riesco a vedere una scelta più felice di Kenny Pickett come nuovo quarterback della franchigia della Pennsylvania. Con una mossa sola Colbert si è messo in casa il beniamino di casa, in quanto proveniente dai Panthers di Pittsburgh, facendo felici i tifosi – si sa quanto piaccia la soluzione interna nella NFL – rubando un talento in una posizione, la 20, non sempre sinonimo di successo e si è parato per i prossimi anni dalle critiche di un possibile fallimento. La pressione che vi sarà su Pickett da oggi fino alla sua esplosione o al suo fallimento sarà tale che permetterà, in qualsiasi caso, a Colbert di uscirne indenne. Se Pickett fallirà non sarà colpa di Colbert ma delle fortissime aspettative che una tifoseria come quella degli Steelers ripone sulle potenzialità del proprio beniamino. Chapeau Kevin.

Matt Ryan, QB degli Indianapolis Colts

Sono stato fortemente tentato di porre i Colts tra gli sconfitti del draft perché quando hai un quarterback di 37 anni e ti piovono quarterback di medio livello a giri bassi del draft non puoi passarli. Poi ho pensato che alla fine tutte le mosse sono state fatte al fine di porre Ryan nelle condizioni di poter fare bene e puntare a vincere già quest’anno. Ryan ne esce assoluto vincitore di questa tornata mentre i Colts, qualora le cose non dovessero andare bene, potrebbero aver sprecato un’occasione. Però Ryan è un potenziale crack, bisognerà vedere se questa nuova avventura a 37 anni gli permetterà di rendere come ai tempi. Sicuramente ad Indy le basi glie le hanno fornite.

Tom Brady, QB dei Tampa Bay Buccaneers

L’eterno Tom torna ed ovviamente le need più impellenti diventano quelle offensive per poter dare in mano al leggendario quarterback tutte le armi necessarie per puntare nuovamente al Super Bowl. Luke Goedeke è potenzialmente il tackle di cui si aveva bisogno, Rachaad White la giusta aggiunta ad un reparto in cui Fournette la farà da padrone ed i due TE Cade Otton e Ko Kieft si completano perfettamente nello stile del ruolo come predilige il gioco di Brady. Che dire…

Matt Rhule, HC dei Carolina Panthers

Dopo aver preso porte in faccia da praticamente qualsiasi franchigia NFL con un quarterback in vendita, ecco che i Panthers si sono affacciati al draft con un need acclarata ed al terzo giro si portano a casa un quarterback che, senza infortunio, sarebbe stato materiale da primo giro. Ovviamente ora dovremo vedere come si riprenderà da questo, ma le tecniche attuali permettono un pronto recupero e se il tutto andrà a buon fine Rhule avrà finalmente un quarterback proveniente dal college su cui poter plasmare il suo credo ed un miglioramento rispetto a ciò che ha avuto fino ad oggi avendo utilizzato “solo” un terzo giro.

Jawaan Taylor, OT dei Jacksonville Jaguars

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Lui ed il suo compare di merende Walker Little non hanno espresso proprio il miglior football la scorsa stagione mettendo in notevole difficoltà il lato destro della difesa di Trevor Lawrence. Nella fattispecie il più volte Pro Bowler sta entrando ormai in dirittura di arrivo di un rinnovo più o meno importante, il secondo dopo il primo al termine del rookie contract, e la fiducia dimostratagli da Jacksonville non selezionando alternative nel suo ruolo nonostante gli scarsi risultati dello scorso anno sono un importante attestato di stima.

Sconfitti

Justin Fields, QB dei Chicago Bears

È vero, a Chicago non avevano prime scelte ma dopo un primo anno di apprendistato serviva come il pane dare delle pedine di valore al nuovo franchise quarterback. I Bears invece si approcciano al draft in Day 2 optando per selezionare al secondo giro ben due difensori. Non metto in dubbio la qualità di questi e data anche la natura difensiva del nuovo head coach Matt Eberflus non sono nemmeno così sorpreso, però poi se al terzo giro prendi Velus Jones Jr. che francamente pare un doppione bello e buono di Mooney non mi pare un miglioramento.

John Schneider e Pete Carroll, GM e HC dei Seattle Seahawks

Premetto che questa è più una provocazione che una valutazione oggettiva. Probabilmente il draft dei Seahawks sarebbe da promuovere ma non posso che pensare ai tanti anni in cui avevi un quarterback d’élite come Russell Wilson e non hai mai pensato di proteggerlo lasciandolo sempre a dover combattere con una linea offensiva pessima. Quest’anno lo cedi e per Drew Lock prendi non uno ma ben due uomini di linea nei primi tre giri del draft. Ora: ovvio che Lock abbia bisogno di più protezione di Wilson, ovvio che queste scelte sono state fatte in virtù di un futuro e non per l’immediato, però mi pare un controsenso tra il passato ed il presente. Hai avuto tempo per capirlo, non lo hai fatto ai tempi, e lo capisci subito dopo aver perso quel treno. Boh… Vi sarebbe da dire anche qualcosa al riguardo l’essere passati sopra a Malik Willis, ma se non ci si credeva è stato giusto così.

Bill Belichick, HC dei New England Patriots

Io lo scrivo conscio del fatto che tanto quella vecchia faina di Belichick mi smentirà prontamente. Rimane che il draft dei Patriots è molto interlocutorio e probabilmente il peggior di questa turnata. In praticamente ogni turno seleziona dei reach clamorosi. Cole Strange non è un profilo da primo giro, Tyquan Thornton non è un profilo da secondo giorno. Mi smentiranno, ma al momento questo è il mio pensiero.

Ryan Tannehill, QB dei Tennessee Titans

Meh, meh… Sappiamo che i Titans sono Derrick Henry dipendenti e di come il gioco di Tannehill abbia giovato della presenza del running back. L’ex Dolphins comincia ad avere una certa età ed è giusto che a Tennessee comincino a guardarsi intorno per il futuro, ma sorprende la scelta di Malik Willis al terzo giro. È vero, un giocatore del genere se ti piove così basso non puoi non valutarlo e la scelta di prenderlo è assolutamente sensata, la mia paura è che questa metta un po’ troppa pressione ad un quarterback che per rendere al meglio ha bisogno di non avere proprio pressione. Potrebbe essere un’arma a doppio taglio.

Baker Mayfield, QB dei Cleveland Browns

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La caduta indecifrabile di questa classe del draft pone ancora di più l’accento sulla posizione dell’ex franchise quarterback di Cleveland che nonostante la poca fiducia dei team verso la classe QB del 2022 al draft non ha comunque ricevuto proposte per imbastire una trade importante per accaparrarlo nonostante sia una ex prima scelta. Non sarà sicuramente la fine della sua carriera, ma questa è una botta decisamente importante sul proseguo.

I Running Back

Nessuno nel ruolo è stato selezionato nel primo giro del draft 2022 e questo giocoforza pone tutti i running back presenti nella NFL in una posizione di netto svantaggio. Con questa mossa le franchigie hanno dimostrato che il ruolo non è più un plus come poteva esserlo un tempo e che non vale l’investimento economico che una pick al primo giro comporta. In ottica rinnovi o nuovi contratti, questo peserà molto al ribasso sulle valutazioni economico e del totale garantito.

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Eugenio Casadei

Appassionato di calcio (Bologna) e trekking, segue il football assiduamente dal momento in cui vide giocare Peyton Manning con la maglia orange di Denver, divenire tifoso Broncos una naturale conseguenza. Scrive la rubrica settimanale "Indiscrezioni di mercato NFL" in offseason e la "Top Ten" in regular season con grande divertimento e passione.

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