Huddle’n Music: Tori Amos e la fiaba dei Panthers

La squadra dei Carolina Panthers più forte mai vista sui campi della NFL è sicuramente quella della stagione 2015. La ventunesima stagione della franchigia, quinta di Ron Rivera nel ruolo di capo allenatore è una vera e propria fiaba, da vivere a occhi aperti per i tifosi dello stato reso famoso dai fratelli Wright (first in flight recita infatti la targa delle automobili). Eppure la stagione non inizia nel migliore dei modi. Le Pantere tagliano durante l’estate il RB DeAngelo Williams, rushing leader storico della franchigia, e perdono per infortunio in pre-season il miglior WR presente nel roster, Kelvin Benjamin, che salterà l’intero campionato. Nonostante i cattivi auspici, Carolina chiude la regular season con un record di 15-1, diventando soltanto la  settima squadra a vincere quindici partite in una stagione da quando, nel 1978, la NFL è passata a un calendario a 16 gare.  Le altre squadre a raggiungere un tale risultato prima dei Panthers sono i San Francisco 49ers (1984), i Chicago Bears (1985), i Minnesota Vikings (1998), i Pittsburgh Steelers (2004), i New England Patriots (2007, addirittura perfetti in regular season con 16 vittorie su 16) e i Green Bay Packers (2011).

I Panthers iniziano il campionato con 14 vittorie consecutive, prima squadra della NFC a realizzare una tale striscia dalla fusione NFL-AFL del 1970. La cavalcata trionfale della squadra di coach Rivera si infrange ad Atlanta in week 16 dove i Falcons, già sconfitti due settimane prima a Charlotte, interrompono la striscia vincente imponendosi per 20-13 in quella che sarà l’unica sconfitta della regular season. Già tre settimane prima, grazie proprio a una sconfitta di Atlanta, Carolina ha festeggiato il terzo titolo consecutivo della NFC South e si è iscritta per prima all’elenco dei partecipanti ai playoff. La vittoria schiacciante contro Tampa Bay nell’ultima settimana di campionato garantisce ai Panthers il vantaggio del fattore campo fino al Super Bowl per la prima volta nella storia della franchigia.

panthers seahawks

Pubblicità

A fine stagione a Charlotte arrivano anche numerosi riconoscimenti individuali a sottolineare la fantastica prestazione della squadra di casa: 10 giocatori vengono selezionati per il Pro Bowl e ben 8 appaiono nel prestigioso elenco degli All-Pro della Associated Press, ma la ciliegina sulla torta è sicuramente il titolo di MVP della Lega tributato al QB Cam Newton, leader del miglior attacco di quell’anno.

Nel turno divisionale dei playoff al Bank of America Stadium si presentano proprio quei Seattle Seahawks  (10-6) che un anno prima hanno eliminato con un punteggio di 31-17 nel turno divisionale i Panthers al CenturyLink Field. Carolina vola al 31-0 dell’intervallo grazie a due rushing TD di Jonathan Stewart (uno da 83 yard), un pick six di Luke Kuechly (che aveva perso un mese di regular season per una commozione cerebrale) e un TD pass di Newton per il TE Greg Olsen. Nel secondo tempo Carolina si dimentica di rientrare in campo, Russell Wilson sale in cattedra e la partita si chiude con un 31-24 per i Panthers con i Seahawks a un passo da una rimonta epocale.

Sette giorni dopo a Charlotte si presenta il potente attacco degli Arizona Cardinals (13-3) di Carson Palmer, ma i Panthers sembrano aver imparato la lezione della settimana precedente. La squadra gioca 60 minuti quasi perfetti, con Cam Newton che segna ben 4 volte (due su corsa e due su lancio) mentre la difesa forza sei turnover (4 intercetti e 2 fumble) e chiude la pratica con un sonante 49-15. La stampa sportiva americana, che ha faticato a innamorarsi dei Panthers, con molteplici testate che li definiscono in regular season “the worst undefeated team“, finalmente comincia ad apprezzarne le prestazioni e Carolina apre i 14 giorni che porteranno al Super Bowl 50 contro i Broncos di Peyton Manning leggermente favoriti (4 punti).

cam newton panthers

Il 7 febbraio al Levi’s Stadium di Santa Clara va in scena l’atto finale della stagione 2015 e i Panthers vengono sconfitti per la seconda volta nella loro storia nel Super Bowl (la prima contro Brady e i Patriots dodici anni prima). Newton, frustrato per 60 minuti dalla superba difesa dei Broncos (migliore in stagione), gioca una pessima partita, chiude senza TD e subisce 1 INT e perde 2 volte la palla grazie a Von Miller che incornicia una prestazione stellare con il titolo di MVP della partita. Il finale di 24-10 per certi versi va stretto ai Broncos con Carolina che non riesce mai a entrare in partita. Ho studiato a lungo la musica della regione della Carolina per trovare un pezzo idoneo a incorniciare l’anno d’oro dei Panthers e appena mi sono imbattuto sull’artista che vado a presntare non ho avuto dubbi, anche perche si tratta di una delle voci femminili che apprezzo maggiormente.

Il 22 agosto del 1963 nasce a Newton, North Carolina (appena 63 km a nord di Raleigh), Myra Ellen Amos, detta Tori. Figlia di un pastore metodista e allieva prodigio di uno dei più prestigiosi conservatori degli Stati Uniti, la ragazza dai capelli rossi si è ribellata al suo destino di musicista classica ed è diventata una rockstar.  Il suo immenso talento è rimasto intatto anche nel passaggio ad una musica più immediata, con una serie di splendide ballad piano/voce che ci riportano a Kate Bush e forse anche a Carole King. La sua musica scarna, minimalista e senza fronzoli, racconta spesso del suo difficile rapporto con gli uomini, almeno fino al matrimonio con il suo sound engineer, Mark Hawley.

La sua sfrontatezza e quell’alone di sensualità che da sempre contraddistinguono sia i suoi video che le sue prestazioni live alimentano da sempre il suo culto, quasi morboso, che le è valso l’appellativo di “Goddess of Rock“.  Tra i suoi album estremamnete innovativi che scrivono una pagina indelebile nel panorama musicale e che venderanno oltre 12 milioni di copie a cavallo tra la fine del ‘900 e dell’inizio del duemila ricordiamo  Little Earthquakes (1992, 38 settimane di presenza nella classifica di Billboard), Under the Pink (1994), Boys for Pele (1996), From the Choirgirl Hotel (1998), To Venus and Back (1999) e Scarlet’s Walk (2002). Ad oggi Tori ha prodotto 16 album in studio, 2 live e 12 partecipazioni a colonne sonore varie, a testamento del suo grande talento.

Sebbene le sue hit più famose, molto conosciute anche in italia siano Cornflake Girl (1994) e Professional Widow (1996), per celebrare degnamente la cavalcata dal finale amaro dei Carolina Panthers nella stagione 2015 non potevo che scegliere una delle mie canzoni preferite di Tori: A Sort of Fairytale (2002). La canzone racconta appunto di una donna, Scarlet, che conosce a Los Angeles colui che crede possa essere l’uomo della sua vita. Insieme a lui compie un lungo viaggio sulla Pacific Coast highway, attraverso il deserto nell’ovest degli States, ma durante il viaggio le maschere cadono e la coppia si rende conto che le fantasie che ciascuno aveva dell’altro non corrispondono alla realtà,  avevano appunto vissuto “una specie di fiaba”.

Pubblicità

E allora eccola qui la dea rossa, Tori Amos, con lo splendido video ufficiale di A Sort of Fairytale.

Merchandising Merchandising

Francesco Porciello

Co-host di Purple Valhalla, il podcast italiano dei Minnesota Vikings e tifoso di tutte le squadre (college e pro) della terra dei 10,000 laghi. Da quasi quarant'anni a soffrire in attesa dell'anello... Skol!!!

Articoli collegati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.