Uno sguardo al 2021: Tampa Bay Buccaneers

Il 2021 dei Buccaneers si era concluso con la vittoria del Super Bowl a distanza di vent’anni dall’altra vittoria storica con Gruden sulla sideline. Tom Brady è stato il mattatore di questa fantastica cavalcata guidando un team che è stato possibile allestire solo grazie al suo carisma capace anche di alzare il livello di una offensive line potenzialmente mediocre elevata a linea d’élite.

COME DOVEVA ANDARE…

L’obiettivo dei Buccaneers era arrivare fino in fondo ancora una volta, provare a vincere il Super Bowl back-to-back come solo pochissime squadre sono riuscite nella storia. Per fare questo sono stati confermati in toto lo staff tecnico e praticamente l’intero roster, cosa praticamente incredibile quando un team arriva fino alla vittoria ad un Super Bowl. Molti giocatori a quel punto avrebbero puntato contratti milionari, qui a Tampa Bay no. Lu sule? Lu mare? Lu jentu? No, Tom Brady. Questo è il carisma di un quarterback che rinunciando ai milioni annuali che potrebbe prendere permette al proprio team di mantenere alto il livello del team concedendo stipendi a giocatori importanti che in altri franchise, complici i salari faraonici dei playcaller, non troverebbero. Ovviamente vi è anche un fattore non di poco conto: quando giochi con o per Brady sai che puoi vincere. Sempre, in qualsiasi momento. Anche quando sembra che sia impossibile. Ndamukong Suh, Rob Gronkowski, Antonio Brown, Chris Godwin, Shaquil Barrett, Lavonte David son tutti giocatori che avrebbero potuto andare a guadagnare milioni altrove ed invece sono rimasti in Florida. Per capire la rarità della cosa basta dire che i Buccaneers sono stati il secondo team nella storia della NFL ad aver vinto un Super Bowl e ad aver rifirmato tutti e ventidue i titolari di quella partita. Il gruppo dunque è unito, rodato. È vero, c’è un anno in più sulle spalle ma il livello è pur sempre altissimo per puntare ad un altro Lombardi Trophy.

…E COME È ANDATA

Leggermente al di sotto delle aspettative ma non possiamo chiamare fallimento il non aver raggiunto nuovamente il Super Bowl, quest’anno nella NFC c’era un team che aveva alzato l’asticella sopra tutti, i Rams, che infatti sono poi arrivati a mettersi il famoso anello al dito. La stagione era partita benissimo con una serie di sei vittorie ed una sconfitta in casa dei Rams, poi un paio di sconfitte bruttine contro i Saints e Football Team. Dalla partita successiva riparte la corsa ai playoff dalla vittoria contro i Giants con un unico passo falso ancora nello scontro divisionale contro i Saints per 0-9 nella partita in cui vengono al pettine tutti problemi che si sono creati nel team da inizio stagione. Infatti una serie incredibile di infortuni vanno a martoriare l’attacco guidato da Tom Brady con Godwin, Gronkowski, Fournette, Jones e Wirfs che cadono uno dopo l’altro costringendo l’eterno quarterback a fare nozze con i fichi secchi. Lui lo farebbe anche ma nel football la chimica ha la sua importanza e l’intesa con i backup dei suoi compagni di merende si è rivelata purtroppo non di livello per arrivare fino alla fine. Nel football bisogna essere anche fortunati, questo purtroppo non è stato il caso dei Buccaneers.

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COSA HA FUNZIONATO…

Tom Brady: come da previsione, per quanto molti possano odiarlo per meriti e vittorie sportive, l’ex Patriots ha detto la sua nonostante le primavere siano ben oltre il numero quaranta. Un giocatore di livello eccelso che non sembra soffrire dell’avanzare dell’età e che come Benjamin Buffon ringiovanisce invecchiando. Anche quest’anno ha dettato un numero imprecisato di record per il ruolo. Le problematiche che ha avuto a fine stagione, francamente, non credo siano minimamente imputabili a lui.

La difesa: se i Buccaneers soprattutto nell’ultima parte della stagione sono restati a galla portando a casa vittorie importante è soprattutto merito di una difesa di altissimo livello che si attesta tranquillamente nella top 10 del ranking dei reparti, con un picco della top 3 sulle corse. Dopotutto già nel 2020, quando hanno vinto il Suoer Bowl, il team era cresciuto quando la difesa era salita in cattedra. Delizia di questo team. Todd Bowles era il defensive coordinator più pagato della lega ed ha dimostrato di meritarlo eccome.

…E COSA NON HA FUNZIONATO

Poche cose, ma fondamentali. La gestione a livello atletico purtroppo è assai rivedibile. È vero che molto spesso gli infortuni nella lega sono infortuni poco legati al tipo di allenamento ma a cause accidentali, contrasti o altro, ma il numero subito è troppo importante per dare la colpa solo alla sfortuna. Anche a livello difensivo le defezioni di Sherman ma soprattutto di un leader come David non sono state assenze da poco. Antonio Brown è stata la classica croce e delizia come lui ormai ci ha insegnato a conoscerlo. La sua scenata al termine della stagione con l’abbandono del team poco prima dell’intervallo nella partita contro i Jets con tanto di divisa buttata ed uscita trionfante dal campo non ha che potuto portare strascichi all’interno della franchigia anche per quello accaduto dopo con le accuse reciproche di aver fatto giocare o meno Brown sotto infortunio. All’interno dello spogliatoio queste cose si sanno, non trapelano, ma tutto questo non può non aver provocato un tumulto che si è poi riversato sul campo insieme a tutte le difficoltà, soprattutto offensive, che abbiamo riportato prima.

E ADESSO?

Sapere ora come andrà la prossima stagione dei Buccaneers pare veramente difficile. Nel momento del ritiro di Brady tutto ciò sembrava nebuloso, poi l’iconico quarterback torna e ridiventi uno dei favoritissimi alla vittoria finale del Super Bowl. A pochi giorni da questo annuncio ecco che arriva il ritiro di Bruce Arians che come un padre con il figlio lascia un team in forma al figliol prodigo Todd Bowles prima che, magari al prossimo anno complice il possibile ritiro di Brady, questo diventi un team mediocre alla ricerca di una quadra ed un quarterback. Situazione che l’ormai ex defensive coordinator ha vissuto sulla sua pelle come head coach dei New York Jets.  Tuttavia l’arrivo di Bowles sulla sideline, per quanto non sia nuovo a Tampa, non può che creare più di qualche dubbio su come sarà il futuro. Ovviamente l’obiettivo, con Brady dietro la linea, non può che essere di vincere il più possibile con occhio ben puntato verso il gran ballo finale.

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Eugenio Casadei

Appassionato di calcio (Bologna) e trekking, segue il football assiduamente dal momento in cui vide giocare Peyton Manning con la maglia orange di Denver, divenire tifoso Broncos una naturale conseguenza. Scrive la rubrica settimanale "Indiscrezioni di mercato NFL" in offseason e la "Top Ten" in regular season con grande divertimento e passione.

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