La strada verso il Draft: Jameson Williams

Età: 21 – Ruolo: Wide receiver – College: Alabama
Classe: Junior – Altezza: 6’ 1’’ (1.86 m) – Peso: 179 lb (81 kg)

Jameson Williams è il ricevitore dal potenziale più alto della prossima classe Draft. E, non fosse stato per il legamento crociato saltato nel primo tempo del National Championship Game contro Georgia di gennaio, sarebbe molto probabilmente considerato unanimemente come WR1 della classe.

Nativo di St. Louis Missouri, giocò per la locale Cardinal Ritter College Prep High School dove a suon di ricezioni e ritorni da kickoff si guadagnò il titolo di All-American nella stagione da senior. All’high school non brillò solo sul gridiron, ma anche, se non soprattutto, sulla pista, dove riuscì a battere il record statale sui 300 ostacoli (disciplina peculiare, presente solo a livello di scuola superiore) detenuto allora da Ezekiel Elliott.

Il recruiting su di lui fu molto intenso e alla fine, un po’ a sorpresa, il ragazzo optò per Ohio State, trasferendosi dal Southeast al Midwest e andando nell’università che probabilmente gli offriva le minori garanzie di snap giocabili. E infatti l’esperienza a Columbus non fu grandiosa dal punto di vista sportivo – per quanto Jameson abbia ricordato durante l’intervista alla Combine di come abbia vissuto bene il periodo e del grande legame costruito con gli altri membri della WR room, come Chris Olave e Garrett Wilson. L’iscrizione al transfer portal non tardò ad arrivare e, nel 2021 fu Alabama ad assicurarsi le prestazioni di Jameson, Crimson Tide che furono già nel 2019 molto vicini a reclutarlo, venendo poi superati appunto dai Buckeyes.

La stagione 2021 di Jameson Williams ad Alabama è stata straordinaria. Elenchiamo i numeri per dovere di cronaca: 79 ricezioni per 1’572 yard e 15 touchdown in 15 presenze, tutte da starter. Ma forse il dato più incredibile è il rapporto tra yard e ricezioni, il quale dà 19,9 yard/rec, ovvero al di sopra di quanto fatto in stagione singola dai vari Jaylen Waddle, Ja’Marre Chase e DeVonta Smith, e perché no, aggiungiamoci anche Jerry Jeudy ed Henry Ruggs.

Jameson Williams è una vera macchina da yard after catch, caratteristica nella quale è senza dubbio il migliore WR della calsse. Consegnatagli la palla si ha sempre la possibilità che qualcosa possa accadere, e che possa con il puro talento e l’elusività, risucire a convertire un passaggio sul medio-corto raggio in un touchdown. 11 dei 15 touchdown segnati in stagione sono arrivati in giocate da 30 o più yard.

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Chiaramente l’atletismo e la velocità pura sono le sue doti principali, essere estremamente rapido nei cambi di direzione e nell’accelerare e frenare rende, inoltre, le sue tracce e il suo rilascio molto difficili da seguire per i defensive back.

Le mani sono più che buone, così come il catch radius, ovvero l’area attorno alla propria figura nella quale riesce a mttere le proprie mani sul pallone, in caso di lancio leggermente off target.

Altra caratteristica molto positiva è la sua capacità, alla stregua di DeVonta Smith, di giocare “più grosso” di quanto sia, ovvero di non far notare sul campo la sua massa muscolare decisamente meno sviluppata della media: non solo riesce a resistere a contatti che parrebbero doverlo mettere in ginocchio, ma riesce anche ad essere un bloccatore piuttosto violento sulle corse o sugli screen pass. Da questo punto di vista l’esperienza da “gunner” – lo special teamer incaricato di correre velocemente verso il kick/punt returner per livellarlo – lo ha senz’altro formato.

Se dovessimo paragonarlo ad un recente WR visto al Draft, è molto semplice nominare Jerry Jeudy, sarà per la capigliatura, per il fisico, o per l’ateneo di provenienza, ma è un fatto che i due profili si somiglino molto. Come Jeudy, anche Jameson Williams non è stato al college e sembra non poter essere in NFL, un vero e proprio x-receiver, ma sembra molto più a suo agio da z o sullo slot. Ciò non inficia in alcun modo il valore del giocatore, ma ne riduce un minimo la considerazione.

I difetti non sono moltissimi, e anche qua si può fare copia e incolla di quanto si diceva su Jeudy – taglia, fisicità, difficoltà contro la press-man – ma la realtà è che su di lui incombe una pesante red flag che è proprio quella citata in apertura, ovvero il suo infortunio al ginocchio. È vero che nel 2022 da un ACL ci si riprende quasi sempre e quasi sempre riacquisendo tutte le proprie capacità atletiche dell’epoca ante infortunio e che, ancora, quasi sempre non c’è pericolo di recidività. Ma ci sono già tre “quasi” nella frase e, non avendolo visto né alla Combine né al Pro Day, anche fidandosi del parere di fisioterapisti e medici che dicono che “il recupero sta procedendo bene”, è normale che le sue quotazioni scendano un po’ e lo trascinino fuori da quella top15 che probabilmente avrebbe agguantato senza l’infortunio.

Il route running, volendo proprio guardare il prospetto al microscopio, pur essendo discreto, è migliorabile: inizia le sue tracce sempre con grande precisione, ma è un po’ indisciplinato nel portarle a termine, specialmente quando sa di non essere la “prima lettura” del suo QB. Tra tutti gli aspetti che si valutano di un WR il route running è uno dei più importanti, ma è anche quello su cui è possibile lavorare maggiormente.

Detto questo, qualcuno al primo giro pronto a puntare su di lui ci sarà, perché il potenziale è troppo alto per preferirgli 32 giocatori. Chargers, Saints e Packers potrebbero puntare sul ragazzo e, dovesse scivolare un po’ più in basso, ci sarebbe Patrick Mahomes molto lieto di accoglierlo all’Arrowhead.

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