Huddle’n Music: Arizona, i Cardinals vagabondi e Jimmy Eat World

Gli Arizona Cardinals affondano le loro radici in Illinois, nel 1920.

La loro storia risale addirittura al 1898, quando Chris O’Brien fondò una squadra di atletica amatoriale con sede a Chicago, il Morgan Athletic Club.

O’Brien in seguito trasferì l’organizzazione al Normal Park di Chicago e la ribattezzò Racine Normals, adottando poi il colore marrone rossiccio dalle uniformi dell’Università di Chicago. Negli anni Venti i Cardinals entrarono a far parte di un circuito professionale a Chicago. Insieme ai Chicago Bears, furono membri fondatori della National Football League nel 1920; i Bears e i Cardinals svilupparono una rivalità importante durante i primi anni della lega.

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Il 28 novembre 1920 i Chicago Cardinals vinsero la prima sfida contro i rivali storici dei Decatur Staleys, gli allora Chicago Bears, per 7-6.

Una delle più antiche rivalità nella NFL è iniziata con due squadre che giocavano come rivali regionali e mentre i Cardinals non giocano più a Chicago e gli Staleys hanno cambiato nome in Bears e hanno lasciato Decatur, la rivalità tra le squadre è ancora un pezzo importante della cultura NFL. Nel loro primo incontro, i Cardinals rimontarono fino a vincere con il punteggio di 7–6 in una partita senza touchdown offensivi.

Gli Staleys entravano in campo come grandi favoriti (non avevano ancora perso una partita) e sembravano tener le redini fin dall’inizio dell’incontro recuperando un fumble dei Cardinals al calcio d’inizio e riportandolo a touchdown. All’inizio del terzo quarto, tuttavia, i Cardinals riportarono un fumble degli Staleys a touchdown e, a differenza dei rivali, convertirono il calcio per il punto addizionale valevole per la vittoria.

I Chicago Cardinals rimasero in Illinois per 40 anni, vincendo un titolo nazionale sotto coach Norman Barry nel 1925 e aggiungendone un secondo nel 1947 sotto la guida di Jimmy Conzelman; poi il trasferimento della franchigia a St. Louis nel 1960.

Tra Chicago e St. Louis non corre buon sangue: altri Cardinals, quelli di St. Louis nel baseball infatti sono da sempre grandi rivali dei Chicago Cubs. Quindi, come sempre accade, il ricollocamento della squadra in una città antagonista fece soffrire non poco le fazioni Cardinals di Chicago, ma questo è quanto.

28 anni di football nel Missouri con rare apparizioni ai playoff e con ancor più rare gioie sportive footballistiche. E mentre i Cardinals del baseball si accingevano a vincere più di una World Series sotto i colpi di Bobby Gibson, i Cardinals del football, ad eccezione del biennio 1974-75, affondavano nella più totale incompiutezza.

Fino al 1988, anno del terzo cambiamento. Direzione Phoenix. I Cardinals si trasferirono in Arizona nel 1989 aggiunsero la bandiera dell’Arizona sulle maniche della divisa. Nel 1990, la squadra iniziò a indossare pantaloni rossi con le maglie bianche, poiché il nuovo allenatore Joe Bugel voleva emulare lo stile dei Washington Redskins, che all’epoca indossavano pantaloni bordeaux con le maglie bianche (i Redskins in seguito tornarono ad utilizzare il colore oro degli anni ’70).

Anche a Phoenix risultati amari per i Cardinals, ormai i nomadi della National Football League. Dunque un nuovo programma nel 1994, e un nuovo nome: Arizona Cardinals.

Ovviamente, in questo lasso di tempo enorme, di partite importanti nella storia dei Cardinals se ne sono giocate un’infinità. Ma una di quelle che i tifosi ricordano con maggior emozione è quella del 27 dicembre 1998: sfida casalinga del Sun Devil Stadium contro i San Diego Chargers terminata all’ultimo secondo con la vittoria dei Cardinals per 16-13.

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jacke cardinals

Chris Jacke era probabilmente abituato alla pressione. Nella sua prima stagione con i Cardinals, il kicker veterano (9 anni allora in NFL) ha calciato un field goal da 52 yard nel finale di stagione 1998. Con soli tre secondi alla fine, Jacke ha battuto il suo terzo calcio vincente consecutivo e ha mandato la sua squadra ai playoff per la prima volta dal 1982! L’euforia è dilagata mentre i fan si sono precipitati in campo per celebrare la prima stagione vincente della franchigia dal lontano 1984. Da quando si erano trasferiti a Phoenix nel 1988, i Cardinals avevano terminato a .500 solo una volta.

Uno momento storico per i Cardinals, il 1998, l’anno del ritorno tra le grandi.

Negli stessi anni, e con più precisione nel 1993, nella città di Mesa, Arizona, nascono i Jimmy Eat World.

Jim Adkins e Zach Lind sono grandi amici sin dai tempo dell’asilo. Jim canta, mentre Zach suona la chitarra; a loro si aggiungeranno poi il chitarrista Tom Linton ed il bassista Mitch Porter. La storia della band ha dell’unico: contrariamente a ciò che si possa immaginare il nome non prende forma da Jim Adkins, bensì da uno dei fratelli minori di Tom Linton, Jimmy. Da piccoli, come spesso accade nelle famiglie numerose, i fratelli Tom, Ed e Jim Linton litigavano tra di loro. Jimmy era il più tosto e prepotente dei tre e dunque la spuntava sempre lui. Un giorno, Ed prese dei pastelli e disegnò un ritratto di Jimmy che divorava il mondo e affianco scrisse la frase sgrammaticata “Jimmy eat world”.

Inizialmente il gruppo aveva delle forti influenze punk; ma stimolati dalle sonorità dei Sunny Day Real Estate e dei Fugazi, i Jimmy Eat World incominciano a sperimentare una sottoforma di hardcore punk poi chiamata emocore.

Spinti dall’ondata generata dagli album Jimmy Eat World (1994, primo epinomio album in studio del gruppo americano) e Static Prevails (1996), i ragazzi della band vengono orientati al movimento Indie: un genere decisamente più commerciabile secondo le idee delle case discografiche.

Nel 1998 il gruppo lavora alla produzione del disco Clarity, che uscirà poi nel 1999 e al quale partecipa anche Mark Trombino, batterista dei Drive Like Jehu e produttore musicale che aveva già collaborato con Adkins nell’uscita di Static Prevails.

Il pubblico si allarga e i tour aumentano sebbene il cambio ai vertici della Capitol Records abbia causato non pochi problemi legati al gusto dei nuovi dirigenti discografici che hanno l’ultima parola sulle produzioni dei Jimmy Eat World. La Capitol si sciolgierà di lì a breve portando un nuovo inizio al gruppo che proseguirà prima a livello indipendente e poi sotto la Dream Records.

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Dai tour con 500/1000 spettatori, nel giro di qualche anno i Jimmy Eat World hanno scalato le vette delle classifiche diventando uno dei gruppi più caratteristici del panorama musicale e uno dei loro pezzi dal successo planetario è The Middle.

Una canzone che è rimasta stampata nella storia dei vecchi e buoni giorni di musica. Questa canzone ha fatto comprendere a molti che non bisognerebbe lasciarsi coinvolgere dalle opinioni degli altri sul proprio conto. Il brano può apparire scontato o banale, ma c’è una rivelazione divina nel suo motivo: segui la tua vera volontà e l’universo ti guiderà proteggendoti.

Try everything you can
And don’t you worry what they tell themselves

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Alex Cavatton

@AlexCavatton sport addicted dal 1986. Amministratore di Chicago Bears Italia. Penna di Huddle Magazine dal 2018. Fondatore di 108 baseball su Cutting Edge Radio. Autore dei progetti editoriali: Chicago Sunday, Winners Out, RaptorsMania, Siamo di Sesto San Giovanni, Prima dello snap. Disponibili su Amazon

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