La strada verso il Draft: Kenny Pickett

Età: 23 – Ruolo: Quarterback – College: Pittsburgh
Classe: RS Senior – Altezza: 6’3’’ (1.91 m) – Peso: 217 lb (98 kg)

Kenneth Shane, per tutti “Kenny”, Pickett è uno dei quarterback maggiormente interessanti della prossima classe Draft, nonché terzo classificato all’Heisman Trophy di quest’anno.

Nato a Oakhurst, New Jersey, ha giocato per la locale Ocean Township High School, con la quale ha passato per 4’670 yard, 43 touchdown e corso per 873 yard e 17 touchdown. Ma nonostante questi numeri, collezionati nei due anni da starter, il suo recruiting non fu troppo acceso: inizialmente diede il proprio commitment alla vicina Temple University, per poi cambiare idea dopo aver ricevuto l’offerta della più prestigiosa Pitt. La strada che lo ha portato a diventare una vera e propria leggenda dei Pittsburgh Panthers è stata, comunque, piuttosto lunga.

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Nel suo anno da freshman partì come terzo quarterback, dietro allo starter designato Max Browne e al suo backup Ben DiNucci. La stagione dei Panthers non andò esattamente a rose e fiori e, complici gli infortuni ai titolari, Kenny Pickett si trovò a giocare la prima partita della carriera da starter nell’ultima gara della stagione, contribuendo allo storico upset dell’allora #2 Miami. Dal 2018, nonostante il rientro di Ben DiNucci, Pickett si prese il posto da titolare che da lì in poi non lascerà più. 2018, 2019 e 2020 sono state tre stagioni solide da parte del quarterback del New Jersey, senza però mai rubare l’occhio oltremisura. Il suo 5° anno, l’ultimo, è stato quello della consacrazione: per fare un paragone con il biennio 2019/2020, è passato dal 61 al 67% di completi, da 6,9 yard per tentativo a 8,7 e, soprattutto, da 26 touchdown e 18 intercetti (in due anni) ai 42 TD e 9 INT di quest’ultima stagione.

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Sono numeri sterili, che vogliono dire poco o nulla delle caratteristiche del giocatore, ma che rendono piuttosto bene l’idea della svolta che la sua carriera ha avuto nel 2021, chiuso con la soddisfazione personale di essere finalista all’Heisman Trophy, di aver vinto il Johnny Unitas Golden Arm Award (miglior QB upperclassmen), l’ACC Player Of The Year, e di essere stato inserito nel First Team All-American da AFCA e WCFF, e con la gioia di squadra di aver portato a casa un titolo di conference che mancava a Pittsburgh dal 2010, quando ancora i Panthers militavano nella Big East. Inoltre e infine: si è portato a casa il record di ateneo di yard lanciate in carriera (12’303), superando le 11’267 di Alex Van Pelt, e con esso anche il record di touchdown (81), superando il record di 79 detenuto da Dan Marino.

Ma veniamo al profilo e ai perché di una sua possibile scelta al primo giro.

Tra le sue qualità spiccano quelle fisiche e atletiche: fisico statuario che possiede eccellente mobilità – 4.73 nella 40 yard dash e 33.5” di salto in alto sono dati ottimi per un QB – equilibrio, e coordinazione. Per soddisfare il QB modello che ricercano gl scout gli manca solo qualche cm nelle mani…

La “dimensione delle mani” è una “dote” la cui validità viene spesso questionata – anche da noi – ma va comunque detto che Kenny Pickett diventerebbe l’unico starter NFL con una mano sotto i 9 pollici. Cosa voglia dire questo? Boh, probabilmente poco. Alcuni potrebbero dire che per lui sarebbe meglio evitare i climi freddi e piovosi, ma forse scordano che abbia giocato per 5 anni all’Heinz Field di Pittsburgh. Non valuto la caratteristica, ma andava riportata, fatene poi l’uso che volete. Ciò che salta all’occhio dai suoi film è la grande precisione con la quale colpisce i bersagli sul medio-corto raggio e l’eccellente timing di rilascio del pallone: sempre ben coordinato con i movimenti dei propri WR, quest’anno è riuscito a centrarli senza dover attendere che si liberassero, ma lanciando un attimo prima che ciò avvenisse, non dando tempo alla difesa di sistemarsi. Questo è forse l’aspetto più bello del suo gioco che non tutti i quarterback hanno e che potrebbe valergli una buona carriera anche al livello superiore.

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Altro aspetto importante è la sua ottima capacità di lettura: Pittsburgh gioca un attacco pro-style che richiede al proprio quarterback letture a tutto campo – destra-sinistra o corto-lungo – che Kenny ha imparato col tempo ad eseguire ed a velocizzare. Sono sempre meno i quarterback in uscita dal college che hanno già esperienza con questo tipo di attacco, e sicuramente è un aspetto da considerare nella sua analisi. Non è da sottovalutare anche la sua capacità di correre in scramble e di lanciare off-platform: ha il talento e la forza nel braccio che gli consentono lanci di questo tipo.

Ecco, il braccio: per qualcuno era un punto interrogativo, ma la realtà è che, pur non avendo un “cannone”, come Malik Willis o Matt Corral, ha la potenza necessaria per effettuare qualsiasi tipo di lancio, quindi, almeno personalmente, non catalogherei il “braccio” come un difetto. Un difetto piuttosto vistoso dai suoi film è l’essere eccessivamente nervoso nella tasca: non è raro vederlo scappare lateralmente – solitamente a destra – abbandonando una tasca pulita che sarebbe stato meglio sfruttare in modo diverso. Il fatto che si fidi più delle sue gambe che dei suoi O Linemen è un aspetto del suo gioco da limare.

L’aspetto “esperienza” è sempre, poi, un fattore a doppio effetto: se da un lato è un “pro” perché consegna alla NFL un prodotto ben più preparato al “mondo dei grandi”, dall’altro è logicamente un “contro” per mere ragioni anagrafiche. Certo, l’ultimo quarterback quasi-ventiquattrenne ad essere scelto al primo giro di un draft NFL fu nientemeno che Joe Burrow, quindi ca vas sans dire… E il paragone con Burrow non finisce qui: anche Kenny, come Joey, oltre ad essere biondo e ad avere le mani piccole, è un one-year wonder: un ragazzo che dopo una lunga carrera collegiale tra luci ed ombre è letteralmente esploso nell’ultimo anno, quadruplicando la propria produzione. Ci si può fidare di prospett così? La scelta va ai GM. A differenza di Burrow, però una cosa che i film di Kenny Pickett non mostrano sono i “tight-window throws” – lanci che centrano un bersaglio in una finestra molto piccola. Non sono totalmente assenti, ma ce ne sono molti meno di quelli che ci si attenderebbe leggendo le sue cifre, il che non vuol dire che non siano nelle sue corde, ma che la fiducia nel tentare questo tipo di soluzioni sia piuttosto scarsa.

E infine un paio di considerazioni sulla meccanica di lancio, che non sono proprio da prendersi come aspetti “positivi” o “negativi” del prospetto. Ha, infatti, una meccanica piuttosto peculiare, fluida nel movimento del braccio pur senza essere eccessivamente rapida, e molto inusuale nel posizionamento delle gambe, sempre molto larghe e con la gamba anteriore che non si flette quando il pallone e il peso del corpo vengono portati in avanti, ma resta molto rigida. Il che, nella “meccanica ideale” di lancio è sconsigliato, ma sembra non influenzare la bontà della sua spirale e la sua precisione.

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Per quanto abbia alcuni interrogativi sul suo conto, considerando la consueta scalata che i QB effettuano nelle Draft Board il giorno del Draft, ci sono possibilità più che concrete che il nome di Kenny Pickett esca al primo giro, anche nella prima metà dello stesso. Squadre alla ricerca di quarterback ce ne sono sempre: potrebbero giocarsi un primo giro Seattle, Carolina, Atlanta, New Orleans, Detroit o, proprio, Pittsburgh, che potrebbe mantenere nella città dell’acciaio una delle sue leggende. In generale, tra i prospetti di questa classe è quello più pronto e, probabilmente con meno “upside”, è quindi un prospetto preferibile per quelle squadre che debbano per forza trovare un day-1-QB, come Pittsburgh, appunto.

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