Super Bowl LVI: Cincinnati Bengals
WHY NOT US? Quando ad inizio anno il carismatico Tight End, C.J. Uzomah, al rientro dalla rottura del tendine di Achille, aveva dichiarato ai giornalisti durante il training camp che questo sarebbe stato il motto che avrebbe caratterizzato la stagione dei Bengals, tutti avevano pensato alla classica inverosimile sparata di inizio anno per creare un po’ di hype nell’ambiente. Nessuno credeva all’accesso ai playoff da parte dei Cincinnati Bengals, né i bookmaker né i media, e tanto meno si sarebbe potuta immaginare questa lunga cavalcata che ha portato la franchigia del sud dell’Ohio a giocarsi il Super Bowl LVI 33 anni dopo l’ultima finale persa contro i San Francisco 49ers.
Eppure lo spogliatoio dei Bengals sembrava davvero convinto di avere un gruppo competitivo, forse non ancora così vincente come ha ammesso ultimamente lo stesso Burrow, ma la fiducia è cresciuta di settimana in settimana e alcune vittorie chiave come quella contro i Ravens in week 7, la doppia vittoria contro gli Steelers e quella decisiva con i Chiefs in week 17 hanno aumentato quella sicurezza nei propri mezzi che si è rivelata fondamentale nei playoff.
I PLAYOFF DEI CINCINNATI BENGALS
I Cincinnati Bengals hanno affrontato questi playoff con la serenità tipica dei giovani che non si rendono del tutto conto dell’impresa che stanno compiendo. Il ritorno alla vittoria nei playoff dopo 31 anni contro i Raiders nel turno di Wild Card è stato vissuto come un sollievo da parte di tutti i tifosi, un modo per togliersi la scimmia dalla spalla ed esorcizzare quella che ormai sembrava una maledizione. Con la vittoria al Divisional contro i Titans è arrivata la prima vittoria in trasferta ai playoff nella storia della franchigia ed anche questo risultato è stato vissuto con la leggerezza di chi sa che ha il destino nelle proprie mani. Battere i Chiefs a casa loro nel Championship ed essere incoronati campioni della AFC ha reso questi ragazzini terribili confidenti che ogni traguardo non possa essergli precluso e che davvero debbano credere in una vittoria al Super Bowl che va oltre ogni aspettativa che si potesse avere.
In queste situazioni è facile dire che sono giovani e hanno ampi margini di miglioramento, per cui ci saranno sicuramente altre occasioni, ma chi segue da tempo la NFL sa che certi treni passano raramente per cui bisogna salirci senza pensarci toppo, perché gli esempi di quarterback talentuosi che hanno vinto un solo anello o addirittura nemmeno quello sono troppo numerosi per considerarli delle eccezioni. I Cincinnati Bengals dovranno giocare con la leggerezza di chi sa che il futuro di fronte a loro è radioso, ma con la determinazione di chi deve pensare solo al presente.
LE CHIAVI TATTICHE DIFENSIVE
La difesa ha giocato un ruolo fondamentale nella marcia che ha portato i Bengals al Super Bowl. Un reparto tutt’altro che perfetto, come testimoniato dal primo tempo contro Kansas City, ma che è stato capace di efficaci aggiustamenti a partita in corso come dimostrato dagli intercetti nei momenti decisivi: sull’ultimo gioco contro i Raiders, nell’ultimo drive contro i Titans e al supplementare contro i Chiefs per dare all’attacco la possibilità di andare a segnare il field goal della vittoria.
Cincinnati tenderà a non blitzare ma a cercare di portare pressione su Stafford con il solo front four, puntando a fermare le corse centrali grazie al solito Reader, che è eccezionale in quel fondamentale, per accentuare ancora di più la tendenza dei Rams a lanciare. Il vero enigma per coach Anarumo sarà come limitare Cooper Kupp che ha la capacità di leggere le difese e attaccare gli spazi che gli vengono concessi; dovrà essere brava la coppia di safety, Bates e Bell, ad evitare i big play che sono così fondamentali nel playbook di Los Angeles. Giocatori chiave: il defensive end Trey Hendrickson (#91), il linebacker Logan Wilson (#55), la safety Jessie Bates III (#30)
LE CHIAVI TATTICHE OFFENSIVE
Il potenziale offensivo dei Bengals è impressionante, guidato da un asse QB-RB-WRs davvero unico per rapporto talento/gioventù. Joe Burrow ha trascinato tutta la franchigia a traguardi impensabili ad inizio campionato. Paradossalmente nei playoff, pur giocando bene, non ha avuto le statistiche straordinarie di fine regular season, ma è sempre riuscito a fare la giocata giusta quando più serviva.
Naturalmente Ja’Marr Chase è stato uno dei suoi bersagli preferiti, come l’altro ricevitore Tee Higgins del resto, che è riuscito a punire le difese quando andavano a raddoppiare il probabile vincitore del Rookie of the year. Il wide receiver più esperto è Tyler Boyd, che ha soli 27 anni, ma che è stato protagonista nei momenti in cui la palla pesava di più, andando a guadagnare preziose ricezioni per chiudere i terzi down.
Dovrebbe recuperare in tempo anche il tight end C.J. Uzomah, infortunatosi contro i Chiefs al ginocchio, e la sua presenza sarà fondamentale non solo per le sue abilità di gioco, ma per il carisma del personaggio, che è un riferimento per tutto lo spogliatoio.
Il vero scontro impari sembra quello tra la mediocre offensive line dei Bengals e la stratosferica defensive line dei Rams, guidata da quel fenomeno che è Aaron Donald. Già in questi playoff l’ottima defensive line dei Titans aveva costretto Burrow a subire 9 sack nella sfida del Divisional, ma non gli aveva impedito di portare a casa la vittoria, per cui dovrà essere bravo Sean McVay, abituato in molte occasioni a portare pressione con 5 giocatori, a non farsi ingolosire troppo da questo evidente mismatch, lasciando scoperto il centro del campo che le abili letture e i lanci veloci di Burrow potrebbero usare come efficace contromossa per allentare la pressione degli avversari. In estrema sintesi la filosofia offensiva dei Bengals, dovrà essere, a mio avviso, il principio base del judo, ovvero piegarsi per sbilanciare il proprio avversario, perché come diceva il suo fondatore Jigoro Kano: “La flessibilità può neutralizzare la forza bruta”. Pertanto se Burrow riuscirà ad evitare turnover nonostante la pressione che subirà e il gioco di corsa di Mixon riusciranno a non rendere monodimensionale l’attacco dei Bengals, davvero Zach Taylor potrà credere nella vittoria.
Giocatori chiave: il quarterback Joe Burrow (#9), il wide receiver Ja’Marr Chase (#1)
CONCLUSIONI
Il quesito iniziale era: “Perché non possono essere i Cincinnati Bengals ad aggiudicarsi il titolo?”. La logica apparentemente potrebbe rispondere che non possono esserlo perché giocano contro i Los Angeles Rams che sono più forti, più esperti, possono giocare nel proprio stadio e hanno il favore del pronostico, ma il football è un gioco in cui la componente motivazionale è fondamentale, pertanto, per quel che mi riguarda, la risposta al quesito è: IS IT US! Tutto dipende dai Bengals stessi.
Questo è l’anno della tigre, nel calendario cinese, ed è davvero successo di tutto sia in stagione regolare che nei playoff. I Cincinnati Bengals erano pronosticati terz’ultimi ad inizio campionato dai bookmaker, ma il numero 9 neroarancio ha bruciato tutte le tappe di rientro da un terribile infortunio e si è caricato tutta la franchigia sulle spalle, portandola ben oltre i propri limiti e convincendo tutti che, in un anno in cui tutte le squadre avevano delle debolezze, poteva davvero essere l’occasione buona per compiere l’impresa.
Forse un giorno verrà girato un film su questa squadra e la sua strabiliante stagione da sfavorita, ma ora non resta che aspettare quello che i tifosi dei Cincinnati Bengals aspettano da una vita: l’happy ending.