Perchè Gregg Williams allena ancora?

1 ottobre 2020. MetLife Stadium, East Rutherford, New Jersey. Denver Broncos contro New York Jets.
8:34 da giocare nel primo quarto, 1st & 10 sulle 42 yard di Denver, roughing the passer dell’OLB dei Jets Tarell Basham sul QB dei Broncos Brett Rypien.
13:22 da giocare nel secondo quarto, 3rd & 3 sulle 37 yard di Denver, roughing the passer del DE dei Jets Quinnen Williams.

Chi ha praticato sport sa perfettamente come, ad inizio partita, qualche colpetto al limite della legalità (ovviamente sportiva) lo si assesta al “novellino” in modo da imporgli anche un minimo di timore e fargli capire che non sarà una domenica facile. Anche se nella NFL non vi è nulla al limite della legalità, perché con tutti gli arbitri presenti far passare qualche colpo in sordina non è facile. E l’avere Brett Rypien alla prima partita da titolare rende ancora più evidente questo ragionamento, “giustificando” in parte le prime due azioni descritte in apertura. Però con il proseguo della partita il totale di questo tipo di interventi, tra roughing the passer, face mask e unnecessary roughness, arriverà a sei.
Alla fine probabilmente si è trattato solo di una partita storta della difesa dei Jets, ma non ha impedito che in America si scatenasse un notevole battage mediatico per via della figura ingombrante presente sulla sideline dei New York Jets come Defensive Coordinator: Gregg Williams.

Williams, ex interim Head Coach dei Cleveland Browns, dai quali fu licenziato per puntare su Freddie Kitchens per far crescere Baker Mayfield, è arrivato lo scorso anno nella grande mela insieme al nuovo Head Coach Adam Gase e salì alle cronache per quanto successo nel 2009, quando ricopriva il ruolo di DC dei New Orleans Saints.

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Nella stagione 2009 New Orleans raggiunse e vinse il Super Bowl, ma ci arrivò con le accuse di aver deliberatamente cercato di infortunare Brett Favre, quarterback dei Minnesota Vikings nel NFC Championship e Kurt Warner, quarterback degli Arizona Cardinals nel turno precedente, tanto da fargli saltare diversi drive durante la partita.
Sul momento sembravano solo il tentativo di trovare una giustificazione da parte degli sconfitti, ma pochi mesi dopo un giocatore rimasto anonimo accusò i Saints e nella fattispecie Gregg Williams di aver creato un programma di taglie, gestito da lui e dagli stessi giocatori con l’intenzione di infortunare volontariamente i fuoriclasse delle squadre avversarie. Immediatamente fu aperta una indagine della NFL, che nel tempo raccolse prove importanti e che arrivò a conclusione solo nel 2012 con la squalifica a tempo indeterminato di Williams che, chiamato a riferire sull’accaduto, confermò il tutto.

In questo scandalo, che fu ricordato come “Bountygate”, emerse che ai giocatori venivano riconosciute delle vere e proprie “taglie”, come ad esempio 1.000 dollari per ogni giocatore fatto uscire dal campo in barella o 1.500 dollari per ogni giocatore tolto definitivamente dalla partita. Inutile ribadire che questa pratica è ora vietatissima e ogni anno la NFL invia ad ogni franchigia un documento dettagliato al fine di evitare il ripetersi di questo tipo di situazione.

Gregg Williams nel 2012 aveva appena lasciato i Saints per accasarsi ai St. Louis Rams di Jeff Fisher come DC, ma la squalifica a tempo indeterminato chiuse la sua carriera, anzi no…
Dopo solo un anno il Commissioner Roger Goodell decise che l’impegno da parte del coach di mantenere una condotta migliore e senza mettere più taglie fosse sufficiente per porre termine alla sua squalifica e subito i Tennessee Titans lo assunsero come senior assistant dei defensive back.

Avanti veloce, preseason 2017: Odell Beckham Jr., all’epoca wide receiver dei New York Giants, al termine di un incontro contro i Browns coordinati difensivamente da Williams si lamenta pesantemente di essere stato preso di mira ferocemente dalla difesa avversaria. La cosa passa però in sordina perché poi i Browns non avranno modo di affrontare in regular season i Giants di Beckham.

Altro salto temporale, questa volta torniamo al post partita di Broncos vs Jets di quest’anno. Questo è il resoconto del finale della gara, quando ormai era chiusa nel punteggio:

  • 00:59 da giocare nel quarto quarto sul 37-28 per i Broncos, 2nd & 11, i Jets chiamano il secondo timeout.
  • 00:57 da giocare nel quarto quarto sul 37-28 per i Broncos, 3rd & 12, i Jets chiamano il terzo timeout. Con questa scelta la franchigia di NY obbliga Denver a giocare un 4th down con il cronometro che si ferma a 0:13.
  • 00:13 ancora da giocare nel quarto quarto sul 37-28 per i Broncos, 4th & 13, roughing the passer del NT Steve McLendon. 15 yard di penalità, primo down automatico e fine della partita.

Tutto quello che è successo non è passato inosservato ed in America se ne è parlato tantissimo fin dai momenti subito dopo la gara. Piuttosto forti ed eloquenti (ma retwittate da molti, anche interni all’ambiente) sono state le affermazioni dell’ex wide receiver dei Carolina Panthers Steve Smith Sr.

“Wherever he goes, the nonsense follows.”
(Ovunque vada, le sciocchezze lo seguono)

“Until something changes, I see it for what it is. If it smells like a pig, it looks like a pig, and it’s oinking? Then guess what, my friend, it’s a pig”.
(Finchè qualcosa non cambia, io lo vedo per quello che è. Se puzza di maiale, se sembra un maiale e grugnisce? Indovina un po’ amico mio? E’ un maiale!)

E quindi? Dal titolo potevate aspettarvi una risposta, invece il titolo dell’articolo è la domanda stessa che noi poniamo a voi: Bill Parcells, storico head coach e figura iconica della NFL, amava riportare questa massima parlando di allenatori: “Sei quello che il tuo record dice che sei”.

Chi è Gregg Williams? E, con tutto il materiale tecnico e umano che c’è in NFL, perché allena ancora?

Articolo scritto da Eugenio Casadei, Mauro Rizzotto e Giovanni Ganci

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Redazione

Abbiamo iniziato nel 1999 a scrivere di football americano: NFL, NCAA, campionati italiani, coppe europee, tornei continentali, interviste, foto, disegni e chi più ne ha più ne metta.

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Un Commento

  1. Vedo che negli ultimi anni ha sempre lavorato, evidentemente ci sono diversi estimatori dei suoi metodi.

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