Huddle’n Music: Dwight Clark, Joe Montana, Huey e “The Catch”

Il 10 gennaio del 1982 (quarant’anni fa !?), al vecchio Candlestick Park di San Francisco è stata giocata una delle partite più belle ed entusiasmanti nella storia della NFL: l’NFC Championship Game tra i Dallas Cowboys di Tom Landry e i padroni di casa, i San Francisco 49ers allenati da Bill Walsh. Un match epocale, talmente famoso e intenso da essere stato votato spessissimo come partita di playoff più bella nella storia della Lega.

La partita ha segnato un momento importantissimo nella storia del pigskin lungo 11 pollici, in quanto viene considerata come lo spartiacque tra lo strapotere di Dallas, nove volte in finale di NFC dal merger NFL-AFL (cinque vittorie) e il successivo dominio di San Francisco, sei volte in finale nel decennio successivo al match che vi raccontiamo (quattro vittorie).

Dallas arriva al Candlestick a giocarsi il titolo della NFC per il secondo anno consecutivo, forte del 5° titolo della NFC East in sei anni, con un record in regular season di 12-4. Il roster fortissimo include nomi noti agli appassionati come il QB Danny White, il RB Tony Dorsett e il WR Drew Pearson, mentre in difesa la DL ancorata da Ed “Too Tall” Jones e Randy White (entrambi 1st team AP) incute ancora timore.

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Dallas è testa di serie numero due nella NFC anche in virtù di una sconfitta proprio contro i 49ers, 45-14 in week 6  e si è sbarazzata facilmente dei Buccaneers nel primo turno dei playoff.

San Francisco ospita il Championship Game in virtù di un record migliore in regular season, 13-3, e ha sconfitto i Giants nel turno divisionale senza affanni. Guidati dal QB Joe Montana (scelto al terzo giro nel draft del 1979 da Notre Dame), da una solida OL guidata dalla G Randy Cross (1st team AP) ma soprattutto in difesa dal fenomenale rookie S Ronnie Lott.

La partita si gioca in un pomeriggio abbastanza freddo, con una temperatura al kickoff di 6 gradi e Dallas favorita di tre punti, anche perchè, non dimentichiamolo, i Cowboys avevano fino ad allora sconfitto i Niners due volte su due nei precedenti scontri nell’atto conclusivo della NFC.

La partita è intensissima con le due squadre che si alternano tre volte a testa alla guida nel punteggio, con un divario massimo di sei punti, raggiunto nel quarto conclusivo da Dallas che va avanti per 27 a 21. Un intercetto del CB Emerson Walls nel drive successivo alla segnatura e Dallas inizia a sentire profumo di Super Bowl, ma la difesa dei Niners regge e costringe gli avversari al punt. monta rientra in campo con 4:54 da giocare, 3 timeout e la palla sulle 11 yard. In maniera lenta ma metodica, con un drive tipico della West Coast Offense di coach Walsh, San  Francisco arriva alle 12 yard di Dallas. Dopo un lancio incompleto in end zone e una corsa di 6 yard del RB Lenvil Elliot, il tabellone indica 58 secondi da giocare, 1 timeout rimasto e un 3° down e 4 (qualcuno dice 3) yard da guadagnare con un possibile primo down ottenibile sulle 2 yard.

La chiamata dalla sideline, “Change Left Slot – Sprint Right Option”, vede i Niners in formazione split backs, con il WR Freddie Solomon nello slot a destra e il WR Dwight Clark largo rispetto a Solomon, sempre a destra. Lo schema è disegnato con clark che dovrebbe eseguire una pick per liberare Solomon che esegue una quick out, idealmente in zona primo down.

Allo snap Montana esce in rollout a destra, appunto a cercare Solomon, ma ben tre difensori penetrano nel backfield offensivo e sembrano costringere il QB a uscire dal campo o a subire un sack.

Il resto è storia, Montana con una calma immensa (non a caso uno dei suoi soprannomi più quotati è “Joe Cool” – il Joe Falchetto di Peanuts)  congela per un attimo i tre uomini di Dallas in blitz con un pump fake e poi subito prima di essere scagliato a terra lancia un lob nell’angolo posteriore destro della end zone. Dwight Clark, marcato stretto da Walls, irrompe nei televisori e nella memoria storica di tutti gli appassionati di football e si arrampica in aria per ridiscendere col touchdown del pareggio. Malgrado l’altezza della ricezione, Montana affermerà di non essersi reso conto di quanto alta avesse lanciato la palla, costringendo Clark ad afferrare il pallone solo con la punta della dita. Successivamente, Joe spiegherà di non aver mai visto la parte conclusiva dell’azione, poiché “Too Tall” Jones lo aveva lanciato a terra, ma di “aver visto Dwight toccare coi piedi il terreno e sentito la folla gridare”. Lo stesso Bill Walsh racconterà di non aver visto la ricezione e di aver cominciato a pensare allo schema da chiamare per l’azione successiva di quarto down.

49ers cowboys clark joe montana

Le emozioni non sono finite perchè dopo che l’extra point ha sancito il nuovo vantaggio 49ers per 28-27, Dallas ha ancora tempo per cercare il FG dell’ennesimo controsorpasso. Lo squib kick del K Ray Wersching fa partire i Cowboys dalle proprie 25 e White trova subito Pearson con un lancio da 31 che porta i suoi nella metà campo avversaria. Pearson, che dal 1975 è odiato nel mio amato stato del Minnesota come neanche Bin Laden (ma questa è un altra storia, che magari racconteremo un’altra volta) viene fermato in questa azione dal placcaggio disperato dell’ultimo uomo della difesa di San Francisco. Nell’azione successiva la difesa riesce ad arrivare al QB e uno strip sack viene ricoperto dai Niners che chiudono la partita inginocchiandosi due volte.

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La vittoria contro Cincinnati nel Super Bowl XVI giocato due settimane dopo a Detroit aprirà la strada ai ben quattro anelli che la franchigia della California porterà a casa nel decennio successivo.

La maggior parte dei frontmen apprezza la presenza di coristi potenti, ma nel 1986, Huey Lewis schierò probabilmente il lineup più potente di coristi mai messo insieme: dei giocatori dei San Francisco 49ers.  Sebbene Huey sia nato a New York, in realtà è cresciuto nella Bay Area, dove è tornato dopo gli studi universitari. Il suo gruppo, gli Huey Lewis and the News, si sono imposti all’attenzione del mondo musicale proprio mentre Joe Montana e i Niners si impossessavano della NFL.

Dwight Clark e Montana conoscono Huey a una cerimonia dei Bay Area Music Awards e l’amicizia che nasce si rafforza negli anni fino ad arrivare ai giorni nostri. La band viaggerà più volte sull’aereo privato insieme ai 49ers, inclusa una volta per andare ad assistere al Super Bowl. Un giorno Clark fece una proposta a Huey: “fammi cantare in una delle tue canzoni e noi ti faremo prendere qualche snap con la squadra”. Huey non se lo fece dire due volte e reclutò altri membri della squadra che appariranno in due canzoni dell’album più volte di platino Fore! del 1986: “Hip to Be Square” e “I know What I like”. Ricky Ellison, Ronnie Lott, Clark e Montana fungono da coristi per le due canzoni, con Clark che mostra un notevole talento canoro, mentre la leggenda vuole che durante le registrazioni il microfono di Montana sia stato spento.

huey lewis

A suggellare il legame forte tra band e squadra, alcuni membri della squadra salgono sul palco con Huey e la band il 31 dicembre 1986 durante un concerto all’Oakland Coliseum.

Clark e Huey resteranno grandi amici con il musicista che parteciperà ai funerali privati del giocatore deceduto prematuramente nel 2018 mentre Montana apparirà nel video del singolo uscito nel 2020 “Her Love is Killing Me”.

La band, attiva dal 1979, ha pubblicato 13 album, di cui 9 in studio, ottenendo numerosi successi durante gli anni ottanta e i primi anni novanta con brani come The Power of Love (canzone che raggiunge la posizione numero 1 in classifica per svariate settimane, resa ancor più famosa dal film Ritorno al Futuro), I Want a New DrugDoin’ it all (for my baby)Do you believe in love? Hip to be squareStuck with youSmall WorldIf this is it e Jacob’s Ladder.

huey lewis & the news

La scelta musicale per questo episodio non poteva che cadere sull’unica canzone che può vantare ben 2 Hall of Famer tra i backing vocalists: Hip to be square, secondo singolo estratto da Fore! nel 1986. La canzone, inizialmente scritta in terza persona, racconta del periodo all’inizio degli anni ottanta che ha visto molta gente degli anni ’60 ritornare a una vita “normale”, tagliarsi i capelli, andare in palestra e più in generale rientrare nella società borghese, pur senza abbandonare i propri gusti da bohemien. Eccovi allora il video originale della canzone. Enjoy!!

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Francesco Porciello

Co-host di Purple Valhalla, il podcast italiano dei Minnesota Vikings e tifoso di tutte le squadre (college e pro) della terra dei 10,000 laghi. Da quasi quarant'anni a soffrire in attesa dell'anello... Skol!!!

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