Murray buon rientro, Dalton sfigura (Arizona Cardinals vs Chicago Bears 33-22)

Kyler Murray e il suo top wideout DeAndre Hopkins (fuori fino a ieri per per un problema al ginocchio) hanno entrambi fatto il loro ritorno dopo tre giornate di assenza e la coppia ha subito trovato grande intesa con una connessione a touchdown da 20 yard all’inizio del primo quarto. Viste le condizioni meteo e la pioggia battente il dinamico quarterback dei Cards ha saggiamente continuato ad alzare la palla con parsimonia, ma lo ha fatto con grande efficienza, e alla fine ha dominato i Bears.

Il pomeriggio di Murray (11/15 123 yard e 2 TD, più 59 yard su corsa con altri 2 TD, 0 intercetti) si chiude in modo spettacolare con un passaggio da 23 yard a James Conner. E proprio il running back dei Cardinals crea gioco e sviluppa trame difficili da contenere: 75 yard in 20 portate, oltre alle 36 su ricezione e 1 touchdown per Conner, il quale mostra grande forza mentale e mette sul campo il suo carattere per completare in tutto e per tutto il successo di Arizona.

Kliff Kingsbury si garantisce così un record positivo per la stagione, oggi sul 10-2, per la prima volta in carriera. Ci sono voluti tre anni di duro lavoro ed un piano di rilancio importante alle spalle del giovane capo allenatore, ma i Cardinals hanno creato i presupposti per andare lontano. In questo senso la nota di merito andrebbe spesa anche nei confronti di Steve Keim, il general manager di Arizona, vero architetto dietro le quinte e colui che ha selezionato Murray al draft con la prima assoluta del 2019.

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Ora che Murray ha dimostrato di essere tornato in piena salute firmando il suo sesto incontro multi-touchdown della stagione e giocando da vera prima scelta, il QB guarderà avanti alla resa dei conti della quattordicesima settimana quando lunedì sera ospiterà i Los Angeles Rams in casa.

Non è che ci sia da esaltarsi in modo particolare per aver ottenuto un successo contro questi Chicago Bears, ma il campo del Soldier Field era pesante e il team della città del vento avrebbe potuto creare qualche difficoltà poichè giocando spensierato e senza nulla da perdere diventava imprevedibile. Quantomeno a livello di idee.

Idee che poi, come sempre, mancano a Matt Nagy. Quindi il coach  dei Bears decide di far correre David Montgomery in modo compulsivo e per sua fortuna il RB non lo tradisce: Monty segna 1 touchdown e corre per 90 yard, aggiungendone 51 in ricezione. Andy Dalton si aggrappa alla potenza delle gambe di Montgomery e si fa trascinare per sessanta minuti. La ragione dei 22 punti di Chicago è da riassumere nello sforzo del suo running back che ritrova il ritmo e la forma migliore, ma purtroppo quando ormai non serve più. 

Andy Dalton sfigura davanti al pubblico amico, prova indecente nella quale l’unico dato che svetta tra quelli raccontati dai suoi numeri è quel 4 sulla casella degli intercetti. L’intercetto ci sta, ce ne possono stare anche un paio se vogliamo, ma il modo in cui Dalton ha regalato palla agli avversari ostenta arroganza diventando indice di totale disinteresse nei confronti di lavoro e passione. Qualcosa che a Chicago non passerà mai inosservato.

Il QB sostituisce Justin Fields, assente per la seconda settimana consecutiva. Non c’era ragione di forzare il rientro di Fields sebbene il ragazzo abbia ripreso gli allenamenti in settimana e appare vispo e sorridente in sideline. Ma al netto della prestazione di ieri di Dalton, con le corse di Fields in mezzo alla pioggia e con più attenzione nell’eseguire quei quattro schemi ridicoli che la premiata ditta Nagy-Lazor disegna col pastello a cera, forse davvero Chicago avrebbe potuto ambire a qualcosa di più. Anche perchè la difesa combatte e se pur limitata nel talento e dalla superiorità di alcuni singoli che vestono la maglia dei Cardinals, lo spirito non manca e la voglia di mettere pressione a Murray c’è. Poi ci sono anche le disattenzioni e tutto quello che ovviamente consente ad Arizona di imbucarne 33, però la difesa vista ieri non è la responsabile della disfatta numero otto in questo logorante 2021. Dalton, con i suoi intercetti, ha più volte messo palla in mano all’attacco avversario nella zona calda del terreno difeso dai Bears e Murray non è che stia lì a farsi pregare più di tanto per convertire punti facili…

Il capello rosso di Andy tenta di redimersi, ma rimediare ad un simile disastro non è affatto semplice. Quindi la sconfitta è giusta e pesa sulle sue spalle. Pesa come quei 10 milioni all’anno, ieri ben distribuiti 2,5 ad intercetto, sulle casse dei Bears e permettetemi uno sfogo in questo senso: se pensavate che veramente Dalton avrebbe dovuto essere il QB 1 di Chicago, la partita di ieri vi conferma che sbagliavate alla grande. Ad inizio stagione, ben prima della selezione di Fields al draft, con la firma di Andy avevo parlato di una resa incondizionata delle armi da parte dei Bears in un articolo su Dalton. Al tempo (metà marzo) parlavo di un  “already losing season”  che poi non ha tardato ad arrivare. Perdere va bene, ma c’è modo e modo. Ad esempio quando disponi di un Darnell Mooney così elettrizzato, ed elettrizzante, che nelle ultime due uscite ha superato sempre le 100 yard in ricezione perchè lasciarlo fuori dai giochi? Perchè piove? Sarà…

Alla fine tiriamo le somme sulla stagione di Dalton fin qui e la sola nota positiva è quella che i Detroit Lions hanno finalmente vinto una partita in campionato e non lo hanno fatto contro di noi!

Per tanto, a conti fatti, 10 milioni di dollari per risparmiarsi una figura di merda non sono spesi poi così male…

(Non me ne vogliano gli amici Vikings, sapete che vi voglio bene, ma perdere coi Lions nun se pò!)

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Tra i più faziosi a Chicago c’è chi la sconfitta di ieri non se la vive propriamente male, per due semplici ragioni: la prima è quell’ulteriore passettino in avanti per la cacciata di Nagy (e forse del GM Pace), la seconda è che tutto sommato favorire i Cardinals nel tenere la testa della NFC implica il fatto che i Packers non possano rimontarli per garantirsi la Bye Week ai playoff e a Chicago questa nota ha il suo valore (per quanto irrisorio).

Fields tornerà domenica prossima, proprio per affrontare i Green Bay Packers al Lambeau Field. Non ci sono possibilità che i Bears possano strappare il risultato sul campo più complesso da affrontare in stagione, ma l’idea di poter sgambettare Rodgers e soci solletica le menti più ottimiste/folli.

Ormai c’è poco da dire, Chicago attende la fine del campionato per capire le sorti e gli sviluppi del suo futuro. Nemmeno il Natale si fa attendere con così tanta apprensione, ma la fatidica data del 9 gennaio è sempre più vicina. Data nella quale i Bears e i Vikings si affronteranno per chiudere le loro stagioni regolari e le due fanbase italiane (con anche gli amici di Huddle Magazine) si sono date appuntamento per un raduno dalle parti di Milano dove, risultati a parte, si magna e si beve insieme per festeggiare in ogni caso la bellezza del nostro sport!

alex cavatton firma area 54

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