[NFL] Week 11: Cincinnati Bengals vs Cleveland Browns 41-20

Vento e pioggia non impediscono ai Cincinnati Bengals di superare nettamente i Cleveland Browns nell’ottantunesima edizione della “battaglia dell’Ohio”, ma soprattutto, di mettere una seria ipoteca sul titolo della AFC North, vista anche la contemporanea sconfitta dei Baltimore Ravens in quel di Chicago.
A sei turni dal termine della regular season, gli uomini di Marvin Lewis, che domenica riposeranno, hanno due partite e mezza di vantaggio sugli altri teams della division, tutti appaiati a quota 4 vittorie e 6 sconfitte.

Vontaze Burfict
Vontaze Burfict

Diciamo subito che la sfida sul terreno del Paul Brown Stadium non è stata onestamente una bella partita: complice anche la situazione atmosferica, entrambi i team hanno faticato tremendamente col passing game e a conti fatti la vera protagonista del match è stata la difesa dei Bengals che si è anche permessa il lusso di segnare un touchdown su ritorno di fumble di Burfict.
Pur privo di un giocatore formidabile come il tackle Atkins, ormai fuori per tutta la stagione per un infortunio al ginocchio, il reparto allenato da coach Mike Zimmer ha dominato soprattutto contro la corsa e in copertura sui lanci mentre è stato meno efficace del solito a livello di pass rush, particolarità che tutto sommato ci sta tenendo conto che la linea di attacco dei Browns è formata da atleti di grande valore come il centro Mack e il tackle Joe Thomas, anche se contro le Tigri ha brillato soprattutto l’altro tackle Schwartz.
E all’interno della difesa dei Bengals, la palma di migliore in campo va al linebacker Burfict il cui stile di gioco alla kamikaze ha pagato contro un attacco con un rushing game assolutamente anemico ed un passing game fatto praticamente solo di passaggi e traiettorie corte. Grande merito va naturalmente al numero 55 anche per l’azione in cui ha fatto perdere a Ogbonnaya l’ovale, che lo stesso Burfict ha poi recuperato e portato in meta.
Molto bene si è comportato anche l’end Dunlap che non dovendosi preoccupare troppo del rushing game, ha potuto concentrarsi solo sulla pass rush e, oltre a mettere a segno un sack, ha tenuto spesso sotto pressione il regista avversario Campbell. Altra nota positiva in casa Bengals, la prestazione dell’inside linebacker Vincent Rey, in campo in sostituzione di Rey Maualuga, altro atleta appiedato da un grave infortunio: il prodotto da Duke ha visto ben dieci palloni lanciati dalla sua parte ed ha concesso sei ricezioni con però una media di poco più di 4 yards guadagnate per completo.

Oltre alla difesa, anche gli special teams dei Bengals hanno messo a referto una meta, arrivata grazie ad un punt bloccato con palla riportata in meta da Dye. E buon per Cincinnati che la difesa e gli special teams abbiano dato il loro contributo in fatto di punti, perché l’attacco visto contro i Browns è da allarme rosso.
Dalton ha sì segnato tre mete, ma ha subito due intercetti e portato a casa la miseria di 93 yards, completando meno del 50% dei lanci tentati. Nella pioggia battente si è completamente perso il fortissimo wide receiver AJ Green che ha terminato la gara con due ricezioni per 7 yards. Il leader in fatto di palle catturate è stato così il runner Bernard il quale, con 4 catch che hanno fruttato 41 yards, è stato di gran lunga il più prolifico fra i terminali offensivi di Dalton, visto che nessun altro, ricevitore o tight end che fosse, è andato oltre le due ricezioni per 27 yards. E il guadagno più lungo su passaggio di Dalton è stato eguagliato… dal ricevitore Sanu, che dopo essere stato servito con un lancio laterale dal proprio quarterback, in un tipico trick play, ha trovato Bernard per un passaggio da 25 yards.

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Josh Gordon
Josh Gordon

Ma se Atene piange, Sparta non ride, nel senso che anche il passing offense di Cleveland ha balbettato non poco, con il regista Campbell che ha fatto un deciso passo indietro rispetto alla bella prova offerta contro i Ravens. Se si eccettua il bel passaggio a Gordon che poi quest’ultimo ha trasformato in meta, praticamente tutti i lanci completati dall’ex quarterback di Redskins e Raiders hanno percorso meno di dieci yards.
L’impressione durante tutta la gara è stata infatti che Campbell abbia giocato con troppa paura di sbagliare, e nonostante questo sono arrivati ben tre intercetti, anche se solo il secondo interamente da addebitare al quarterback ospite. Da un punto di vista statistico la giornata di Josh Gordon, ricevitore di punta dei Browns, è notevole (5 ricezioni per 125 yards e una meta) ma nel complesso anche il tanto talentuoso quanto incostante receiver da Baylor, non si è elevato dal grigiore generale dell’attacco ospite: il numero 12 ha raccolto appena un terzo dei lanci nella sua direzione e in alcuni tratti è sembrato essere fuori dal match.
Il resto dei ricevitori in maglia bianca ha però fatto pure peggio, visto che Little ha recuperato un solo pallone per 4 yards e Bess ha fatto lo stesso, ma per 3 yards. Insomma Campbell ha giocato male ma il supporting cast, per il quale a dispetto della definizione di “Battle of Ohio” la gara è stata tutt’altro che una battaglia a livello di intensità, non l’ha certo aiutato.
Il rushing game ha vissuto su qualche buona giocata di Ogbonnaya, ma nel complesso non si è comportato meglio del passing game. Tolta una gran portata appunto di Ogbonnaya da 43 yards, l’attacco sulla terra dei Browns ha guadagnato 59 yards in diciotto portate, con un McGahee ancora una volta pressoché inguardabile (le sei portate per tredici yards conquistate domenica portano il totale stagionale dell’ex Bronco a 106 corse per 275 yards alla media non certo stratosferica di 2,6 yards a portata).
In difesa hanno invece brillato soprattutto l’end Rubin ed il linebacker “sempreverde” D’Qwell Jackson, bravissimi a contenere il gioco di corsa avversario, mentre la coppia di cornerback Haden e Skrine è stata decisiva nell’annullare il gruppo dei receiver dei Bengals, guidato naturalmente dal fenomeno A.J.Green.

Jermaine Gresham
Jermaine Gresham

Proprio Haden era il protagonista di un primo quarto che incredibilmente si chiudeva sul 13-0 per Cleveland grazie appunto a due suoi intercetti. Dopo il primo, Cleveland doveva accontentarsi di un field goal, mentre il secondo pick, Haden faceva che riportarlo direttamente in meta per evitare brutti scherzi. Il punteggio dopo quasi quindici minuti diceva 13-0, ma sarebbe potuto tranquillamente essere 21-0 dato che prima del primo field goal Campbell aveva ignorato un Cameron liberissimo e prima del secondo esagerava nell’alzare la traiettoria del pallone non permettendo a Gordon, in netto vantaggio in fatto di centimetri sull’avversario diretto Adam Jones, di tentare la giocata in acrobazia.
Quando però sembrava che Cleveland fosse in controllo del match, arrivava la crepa che causava poi la valanga. Un lancio di Campbell veniva deviato da Michael Johnson ed intercettato da James Harrison. E da quel punto in poi i Bengals straripavano, segnando 31 punti in 15 minuti fra attacco, difesa e special teams.
I Browns iniziavano il secondo tempo sotto di diciotto, ma un paio di buoni passaggi a Gordon li portavano sulle 34 di Cincinnati dove il drive andava in stallo. Dopo un tre e fuori dei Bengals, la partita sembrava però riaprirsi: Campbell trovava Gordon con un passaggio di una trentina di yards e quest’ultimo si involava in meta dopo aver percorso in tutto 74 yards. Sul drive seguente, i Bengals riuscivano a chiudere un solo down ed erano costretti a lasciare nuovamente palla ai Browns poco dopo. Qui però, con la possibilità di riportarsi a -4, arrivava la seconda frittata di Campbell e stavolta era tutta farina del suo sacco, visto che il regista ospite lanciava l’ovale ben sopra la testa di Little e perfettamente fra le braccia della safety Nelson.

A forza di sprecare, i Browns venivano puniti in avvio di ultima frazione, dal passaggio di Dalton a Alex Smith in una serie però interamente basata sulle corse (il riassunto del drive dice infatti 7 giochi per 52 yards con un solo passaggio, appunto quello della meta). Era il touchdown del 38-20 che consegnava virtualmente il prezioso successo ai Bengals consentendo a molti tifosi infreddoliti di prendere la via di casa anzitempo senza perdersi nulla, visto che gli ultimi dodici minuti di gioco vedevano un field goal di Nugent per il 41-20 finale ed una lunghissima sequenza di passaggini corti che ad un certo punto facevano sbottare anche uno spettatore neutrale come l’ex quarterback ed ora commentatore per la CBS Rich Gannon il quale, all’ennesimo lancio corto, perdeva un attimo la pazienza ed esclamava riferendosi a Campbell “è come se non guardasse neppure in profondità. Voglio dire io ho giocato in questo sistema: Norv Turner ama allungare il campo, ama il gioco di passaggi in verticale. E ad un certo punto, se sei Campbell, devi dare ai tuoi ricevitori fisicamente più prestanti come Gordon e Little la possibilità di saltare e tentare la grande giocata”.
Grazie Rich, speriamo che a Cleveland ti ascoltino…

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