Il Riassunto di Week 13 NCAA

Il fan di college football aspetta tutto l’anno la Rivalry Week, non solo perché coincide con la Thanksgiving Week, che quindi regala partite per tutta la settimana a tutte le ore, ma soprattutto perché è la settimana nella quale si giocano le partite che il vero tifoso di college football NCAA ama. Quelle partite che fanno del college football uno sport unico e a sé stante, che lo rendono non dico “preferibile”, ma sicuramente totalmente diverso dalla più fredda NFL.

Dopo tre giorni di pantagrueliche abbuffate di football, possiamo dire che anche quest’anno l’attesa non è stata invana.

Un weekend selvaggio, che ci ha regalato almeno tre match che già da oggi sono storia. Proviamo a farne un riassunto, pur consci che le sole parole scritte rappresentino un enorme limite all’intento – e per questo il vivo consiglio è di andarsi a vedere quantomeno gli highlight delle gare in questione.

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Non possiamo che partire da The Game. Dalla Big House che esplode insieme a tutta Ann Arbor e a metà stato del Michigan per la vittoria dei Wolverines sugli acerrimi rivali di Ohio State. Jim Harbaugh pone fine ad una striscia di 8 sconfitte consecutive (in 9 anni) per UofM, e lo stesso Harbaugh trova finalmente la vttoria sui Buckeyes che tanto era mancata nei suoi 5 anni di gestione e che sempre gli era stata rimproverata. Si è sempre detto che ad Ann Arbor avrebbero firmato per una stagione con record negativo, pur di battere finalmente Ohio State. Beh, Harbaugh e i suoi ragazzi non solo hanno superato il loro più grande incubo, ma si trovano ora ad una partita dai Playoff, obiettivo quasi insperato alla vigilia della stagione.

La partita è stata un monologo dei Wolverines, che hanno vinto 42-27 correndo sopra alla troppo debole difesa dei Buckeyes, che ha concesso 169 yard e 5 TD – record di ateneo in gara singola – al RB Hassan Haskins, autentico mattatore della serata, a cui si sono aggiunte le 87 yard corse da Blake Corum. Michigan è stata sempre in controllo di risultato e cronometro, mentre ad Ohio State non sono bastate le prove al solito eccezionali dei propri ricevitori, autori di alcune ricezioni da circo. Altro record di ateneo in casa Wolverines è stato rotto da Aidan Hutcinson, che con i 3 sack su Stroud ha raggiunto quota 13 in stagione.

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Finisce così, in un sabato pomeriggio nevischioso, la striscia di 26 vittorie consecutive nelle partite di B1G per Ohio State, che ora attenderà il suo futuro dopo i risultati di domenica prossima – che la porteranno probabilmente ad un New Year’s Six Bowl.

Secondo “Instant Classic” del weekend è l’Iron Bowl. Una partita vinta dalle difese, iniziata con 10 punt di fila, e nella quale Alabama ha segnato il primo punto con 8 minuti e 44 ancora da giocare nel quarto periodo. Auburn, però, orfana di Bo Nix, non è riuscita a capitalizzare il gran lavoro della difesa di Derek Mason – ex HC di Vanderbilt, ora DC ad Auburn – che è stata capace di ingolfare l’attacco di Bama con una tattica molto spregiudicata – blitz praticamente su ogni azione e tanta difesa a uomo. Tattica poi abbandonata per l’ultimo drive di Bama che, sotto 10-3 e con 1 minuto e mezzo o poco più sul cronometro ha percorso 97 yard concludendo con il TD di Ja’Corey Brooks, che è valso il supplementare, e che ha lasciato attonito il Jordan-Hare Stadium.

Non sono bastati, poi, i due “veri” supplementari per decidere il vincitore, che è stato decretato dalla lotteria di 2pt conversion, nella quale i Tide si sono affidati al route running di Jon Metchie III, che ha regalato la vittoria ai suoi e che ha distrutto il sogno lungamente accarezzato dai tifosi Tigers di battere (ancora una volta) Nick Saban in casa.

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Tante sono state le sliding doors della partita, ma quella che resterà a tutti negli occhi e la scellerata scelta, consapevole o meno, di Tank Bigsby di non cadere “in bounds”, ma di farsi trascinare fuori nell’ultimo possesso dei regolamentari di Auburn. Giocata che è così valsa 40 secondi supplementari ad Alabama, tempo poi risultato decisivo per il drive finale dei Crimson Tide con il quale hanno pareggiato la partita.

Alabama se la vedrà ora nel Championship game contro l’imbattibile Georgia, vittoriosa nella propria rivalità contro Georgia Tech per 45-0, e i Tide dovranno riuscire a convincere i commissari di essere una squadra “da Playoff”, cosa che non si è vista nelle ultime due uscite. Con una vittoria al championship Alabama sarebbe automaticamente ai Playoff, ma con una sconfitta lo scenario potrebbe, ancora una volta, cambiare.

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Ciò perché – e così arriviamo al terzo instant classic del weekend – lasciare fuori dalle 4 una Oklahoma State così dirompente non sarà facile. I Cowboys hanno compiuto l’impresa di battere Oklahoma nel Bedlam – la rivalità tra i due principali atenei del Sooner State – e di estromettere i Sooners dal BigXII Championship Game per la prima volta da quando è stato reintrodotto nel 2017. Una partita che è andata a sprazzi: è sembrata in totale controllo dei Cowboys nel primo tempo, precisi e inarrestabili in attacco e solidi in difesa, fino all’inusuale errore di Spencer Sanders nell’ultimo drive del tempo, che ha regalato palla e occasione per il pareggio ai Sooners. Nella ripresa l’inerzia è sembrata da subito volgere le spalle alla squadra d Mike Gundy, che è andata sotto di 9 lunghezze dopo un fumble ricoperto nella proprie endzone per una safety e dopo il touchdown subito dallo special team per la macata ricezione del punt dei Sooners da parte del returner Brennan Presley – autore nel primo tempo di un ritorno di kickoff da 100 yard.

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Il problema per OU è che in tutto il secondo tempo, gli unici punti segnati sono stati questi, ovvero sono arrivati per merito della difesa e dello special team, mentre l’attacco è stato costantemente fermato da penalità – troppe – e dal fronte indomabile dei Cowboys, che ha chiuso con 6 sack su Caleb Williams.

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Oklahoma State è stata brava a riportare l’inerzia dalla propria anche grazie ad un errore dello special team dei Sooners, e a portare a casa l’importantissima W che, come detto, tiene ancora in vita le loro speranze playoff.

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C’è stato anche dell’altro nel weekend di college football, a cui però dedichiamo meno righe.

Partiamo dal Thanksgiving, che si è aperto con la vittoria di Fresno State su San José State e si è chiuso con l’Egg Bowl, vinto meritatamente da Ole Miss in trasferta a Starkville: Matt Corral guida così la squadra di Oxford alla prima regular season da 10 vittorie della propria storia e lo fa proprio battendo gli odiati rivali.

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Nel venerdì anche gli Aztecs di San Diego State hanno raggiunto quota 10 W, battendo Boise State e iscrivendo il proprio nome al Mountain West Championship Game di settimana prossima, dove incontreranno Utah State.

È tornata, inoltre, alla vittoria Texas, che supera a fatica Kansas State e che chiude un’annata da dimenticare con un minimo di positività.

Sempre nel venerdì notte c’era stata anche la vittoria di UCF sui rivali di USF, con lo stretto riusltato di 17-13, la vittoria di Utah su Colorado, quella di Arkansas su Missouri e quella di Iowa State su TCU.

Vince, inoltre, Cincinnati, che consolida la sua posizione nel ranking e trionfa anche Iowa su Nebraska per 28-21, con gli Hawkeyes che grazie alla contemporanea sconfitta di Wisconsin su Minnesota – con i Golden Gophers che riportano a Minneapolis la Paul Bunyan Axe festeggiando al ritmo di Jump Around – agguantano il primo posto nella BigTen West e potranno giocarsi il titolo di conference a Indianapolis contro Michigan.

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A chiudere il venerdì sono state North Carolina – NC State, match che ha visto trionfare i Wolf Pack che hanno così chiuso la stagione da imbattuti in casa, e Washington State – Washington, una surreale Apple Cup “senza allenatori”, chiusasi con un’ancor più surreale invasione dei vittoriosi tifosi dei Cougars del campo dei loro rivali. Anche questo succede nel college football.

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Il ritmo  del sabato è stato scandito dalle tre partite già narrate, ma tra le altre va ricordato il successo di Baylor su Texas Tech per 27-24, con i Red Raiders che hanno fallito il calcio del pareggio a tempo scaduto, regalando così, anche per mano di Oklahoma State, ai Bears la possibilità di giocarsi il titolo di conference settimana prossima.

Nel Sunshine State Showdown vince Florida, alla prima partita del dopo-Dan Mullen, per 24-21 su Florida State, nonostante i 3 intercetti lanciati da Emory Jones. Stesso discorso per Virginia Tech, che supera Virginia 29-24 in una partita davvero entusiasmante con un finale selvaggio. E anche qui: invasione di campo dei tifosi ospiti.

https://twitter.com/WSUCougarFB/status/1465040856969203712?s=20

Svanisce, purtroppo, il sogno di “stagione perfetta” di UTSA, che subisce un pesante 45-23 da North Texas.

Riprende fiato Oregon che batte Oregon State nella rivalità senza nome che fu “Civil War” e si prende di forza la possibilità di vendicarsi di Utah nel Championship Game.

https://twitter.com/oregonfootball/status/1465040606002962432?s=20

Senza storia le altre due rivalità della B1G: il Land of Lincoln trophy viene agevolmente portato a casa da Illinois grazie al 47-14 su Northwestern, mentre l’Old Oaken Bucket va a Purdue, dopo il 44-7 con il quale i Boilermakers si sono liberati di Indiana.

Michigan State, infine, batte Penn State 30-27 nella neve di East Lansing, grazie al solito miglio corso da Kenneth Walker le cui quotazioni Heisman tornano a salire.

https://twitter.com/BigTenNetwork/status/1464697522987802627?s=20

Il duello nel deserto vede anche quest’anno vincere Arizona State, e lo stesso avviene nel South Carolina dove chiunque si aspettasse una partita più equilibrata del solito è stato smentito da Clemson, che con un moto d’orgoglio finale ha raddrizzato un minimo una stagione che pareva vederli colare a picco.

Pittsburgh batte Syracuse e si aggiudica la possibilità di sfidare Wake Forest nel ACC Championship, Kentucky batte facilmente Louisville e lo stesso fa Notre Dame con Stanford, con gli Irish che restano alla finestra per i playoff, nel caso davanti dovesse un succedere l’impronosticabile.

A chiudere il weekend BYU ha battuto USC e UCLA ha battuto California.

Ma noi chiudiamo con un caloroso saluto e ringraziamento ad Ed Orgeron, che chiude in bellezza battendo in casa Texas A&M 27-24, con 169 yard e 2TD ricevuti da Jaray Jenkins, uno dei quali a 20 secondi dalla fine è valso la partita per i gialloviola. Mancheranno i suoi “Geaux Tigers”, ma era giusto se ne andasse vincendo e portando la tua LSU ad un bowl, per quanto secondario.

La regular season è finita, ma predendo in prestito le parole di Jim Harbaugh nella conferenza post Ohio State: “This is just the beginning”.

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2 Commenti

  1. Non avevo mai seguito attentamente il college football e faccio mea culpa, in quanto ho scoperto un mondo decisamente appagante ed avvincente, per certi versi migliore dell’ nfl, un mondo dove la palla a spicchi incontra le tradizioni, quelle più rurali e tipiche dei luoghi di appartenenza, un mondo fatto di colori e passione.
    Non ho una squadra preferita, anche se vedere il “The Game” di sabato, la marea gialla e blu di Michigan ha fatto breccia nel mio cuore, assieme ai Crimson Tide.
    Essendo parecchio curioso, ma soprattutto affamato di notizie, sono andato a documentarmi sul perché della rivalità tra Michigan ed Ohio, ma non solo quella, cerco sempre di documentarmi sulle università di cui seguo gli highlights su YouTube.
    Un grazie anche a voi, vi leggo spessissimo anche se commento poco o nulla.

  2. Io ho sempre piu seguito il college basket, negli anni d’oro dei Duke Bluedevils (quando le partite si potevano ancora vedere in chiaro), ma devo dire che il college football ha il suo fascino. Dagli highlights di michigan vs Ohio mi sono venuti i brividi per il tifo..sembrava di stare la ..atmosfera veramente unica. Veramente belle realtà che l’america ci offre

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