Coach Carousel NCAA: il punto della situazione

Questo sarebbe il classico articolo da pubblicare sul finire della stagione NCAA, quando si hanno in mano vittorie, sconfitte, pregi e difetti di ogni coaching staff e possiamo dire chi effettivamente meriterebbe la riconferma, chi rischia di perdere il posto e chi invece è oramai spacciato.

E invece ci ritroviamo “costretti” a fare un punto della situazione-allenatori oggi, a praticamente metà stagione, perché i fatti, come spesso accade, vanno molto più veloce di quello che si pensa ed il coaching carousel sta girando come non mai. Vi abbiamo documentato in modo esaustivo le vicende relative alle sideline di due programmi importanti come USC ed LSU, vicende assolutamente non chiuse che ci daranno di che discutere per ancora diverso tempo. A queste, nelle ultime due settimane, si sono aggiunte altre tre università, Washington State, Texas Tech  e TCU, che hanno deciso di cambiare la guida tecnica ognuna per un motivo differente, spesso andando oltre al semplice bilancio vittorie/sconfitte.

Andiamo nel dettaglio.

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WASHINGTON STATE UNIVERSITY

Washington State ha licenziato il proprio allenatore, Nick Rolovich, il 19 ottobre scorso dopo che questi, insieme a parte del suo staff, si era rifiutato di sottoporsi al vaccino contro il COVID-19. Lo Stato di Washington è fra quelli che hanno imposto l’obbligo di vaccinazione a tutti i propri dipendenti, inclusi, ovviamente gli allenatori delle squadre universitarie pubbliche che, non solo sono più in vista, ma anche i più pagati di tutti. A nulla è servito il goffo tentativo dell’ormai ex-allenatore di Wazzu di ricevere l’esenzione per motivi religiosi. Rolovich, oltre ad un contratto da 3 milioni di dollari fino al 2025, lascia una squadra che stava facendo bene questa stagione (4 vittorie, di cui 3 consecutive, e 3 sconfitte) ma soprattutto un gruppo di ragazzi che sembrava molto affezionato a lui, come dimostrano i diversi messaggi pubblici di ringraziamento da parte di molti dei giocatori di Wazzu.

In questo articolo di Kyle Bonagura (ESPN) ci sono i retroscena su questa situazione. Rolovich non ne esce benissimo.

Adesso Washington State è nuovamente alla ricerca di un allenatore a poco meno di due anni dall’addio di Mike Leach. Ma che tipo di lavoro è? Sebbene Wazzu abbia una discreta tradizione per quanto riguarda lo sferoide prolato, reclutare non è facile: attrarre talento a Pullman è sempre stata un’ardua impresa per tutti, ma, come ha dimostrato Leach e in parte “Rolo”, il giusto personaggio può fare presa nell’ambiente vista anche la grande passione dei tifosi e il supporto della comunità.

Jake Dickert, il defensive coordinator, ha preso in mano il ruolo di head coach ad interim e ha alcune chance di poter rimanere in maniera definitiva, specialmente se i Cougars continueranno a fare bene. Sotto la guida di Mike Leach, Wazzu ha avuto successo e stabilità: attenzione dunque ai discepoli del Pirata, come Graham Harrell (OC-USC) o Alex Grinch (DC-Oklahoma) o comunque a possibili candidati provenienti dalla grande famiglia dell’Air Raid Offense come Jay Norvell (HC- Nevada). Altri nomi con radici e legami nel Nord-Ovest: Jim McElwain (HC-Central Michigan); Jeff Choate (Co/DC – Texas); Joe Salave’a (DL coach – Oregon).

TEXAS TECH UNIVERSITY

Texas Tech ha licenziato Matt Wells il 26 ottobre scorso dopo averlo ingaggiato poco meno di tre anni fa, soffiandolo a Utah State, per sostituire Kliff Kingsbury. Il tentativo da parte di Kirby Hocutt (athletic director) di uscire dalla famiglia Red Raider è andato a finire male con lo stesso Wells che non è mai stato completamente accettato dall’ambiente. Per fare bene in un programma come quello di Texas Tech c’è bisogno di conoscere molto bene il Texas e avere lì i contatti e le connessioni giuste, una cosa che, a quanto pare, è mancata fortemente a Wells ed al suo staff.

Texas Tech ha avuto un discreto successo nelle ultime decadi: 18 Bowl raggiunti in 21 stagioni (dal 1993 al 2013) con in mezzo la grandissima parentesi di Mike Leach il cui discusso licenziamento probabilmente provoca ancora l’urticaria ai tifosi dei Red Raiders.

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Per il nuovo allenatore sono subito usciti due nomi: Jeff Traylor (HC-UTSA) e Sonny Dykes (HC-SMU). Non a caso entrambi texani ed entrambi molto ben visti dagli allenatori di high school nello stato della stella solitaria, conditio sine qua non per avere successo in Texas. Se Traylor è il nome nuovo e i suoi Roadrunners sono una delle storie più belle di questa stagione, Dykes ha Texas Tech nel sangue: oltre ad aver fatto parte del meraviglioso primo staff di Leach a Lubbock dal 2000 al 2006 (le cui vicende meriterebbero un articolo ad hoc), è figlio di Spike Dykes che he allenato i Red Raiders dal 1986 al 1999. Altri possibili candidati: Brent Venables (DC- Clemson); Jeff Lebby (OC-Ole Miss); Jeff Grimes (OC-Baylor).

TEXAS CHRISTIAN UNIVERSITY

La notizia più inaspettata tra quelle elencate in questo articolo è sicuramente la separazione tra TCU e Gary Patterson dopo 21 (!!) anni di rapporto. Patterson, che ha anche una statua in bronzo al centro del campus universitario, ha preso questo programma dalle ceneri del primo riallineamento delle conference (gli Horned Frogs erano stati esclusi dalla prima versione della Big 12, sono dovuti passare dalla WAC, alla C-USA, alla Mountain West prima di tornare a “casa”) e lo ha portato alla ribalta nazionale: dal 2008 ad oggi TCU ha finito nella Top 10 per ben 6 volte. Lascia con un record di 181 vittorie e 79 sconfitte.

Considerato una delle menti difensive più importanti di tutta la storia del college football, la sua difesa base 4-2-5 è stata di importanza monumentale per contrattaccare la nascita e la successiva esplosione della spread offense e, ad oggi, resta la difesa più utilizzata a questo livello. Nonostante Patterson sia un allenatore molto introverso, perlomeno pubblicamente, TCU ha avuto stabilmente successo nel recruiting finendo spesso e volentieri terza, dietro a Sooners e Longhorns, nel ranking di conference. Questo ha portato gli Horned Frogs ad avere diverse squadre molto talentuose nel tempo, come quest’anno ad esempio, quando pensavamo che TCU potesse essere il proverbiale dark horse nella corsa alla Big 12 ed invece non sono riusciti ad imporsi in Big 12, perdendo partite con avversari meno talentuosi. Questo, insieme alla voglia di dare una rinfrescata a tutto il programma, ha portato TCU a interrompere il legame con Patterson e, bisogna essere onesti, non deve essere stato facile. Quando si tratta di allenatori così importanti e storici, per certi versi, spesso si tende a non aver il coraggio di dirsi addio: onore a TCU e a Patterson per aver compreso il momento.

Se guardiamo al futuro prossimo, che tipo di lavoro è quello che aspetta il nuovo head coach? Nella nuova Big 12 priva di Texas e Oklahoma, TCU sarà ben posizionata per prendere il controllo della conference poiché sia per zona geografica (la zona di Dallas-Fort Worth è zeppa di high school molto importanti) che per risorse economiche, gli Horned Frogs hanno un discreto vantaggio nei confronti dei propri concorrenti.

Anche per questa vacancy è uscito il nome di Sonny Dykes (HC-SMU) ed ha senso perchè, oltre a quanto illustrato in precedenza, Dykes già conosce e recluta nella zona di Dallas da anni. Billy Napier (HC – Louisiana) meriterebbe una chiamata anche se è stato, in passato, molto restio a lasciare i Ragin’ Cajuns. Altri nomi interessanti per gli Horned Frogs: Mike Elko (DC- Texas A&M), Jamey Chadwell (HC- Coastal Carolina).

HOT SEAT: chi altro rischia?

In questo momento rischiano tantissimo Justin Fuente (HC- Virginia Tech) e Scott Frost (HC-Nebraska), le sconfitte continuano ad arrivare e per entrambi saranno decisive le prossime settimane anche se il loro futuro sembra ormai segnato. Se per Fuente possiamo parlare di rapporti tesi e logori con l’ambiente da ormai qualche stagione, Frost ha ancora qualche sostenitore interno (probabilmente solo per il suo trascorso da giocatore) ma è chiaro che c’è bisogno di qualche vittoria convincente per sperare in una permanenza. Herm Edwards (HC- Arizona State) è passato da una situazione tranquilla ad una completamente opposta nel giro di pochissime settimane. L’investigazione da parte della NCAA per alcune malefatte relative al recruiting non ha certamente aiutato ed ora che i Sun Devils hanno avuto qualche battuta d’arresto di troppo sul campo, il nome dell’head coach è fortemente in discussione. Un altro che ha avuto una parabola simile è Chip Kelly (HC- UCLA): dopo un ottimo inizio di stagione, i suoi Bruins hanno cominciato a sottoperformare evidenziando la disparità tra stipendio dell’allenatore, altissimo, e i risultati effettivi, mediocri. Da tenere bene a mente: l’Athletic Director di UCLA non è lo stesso che lo ha ingaggiato (Martin Jarmond è diventato AD di UCLA nel maggio 2020) e questo potrebbe influire nella dose di pazienza che l’università avrà con Kelly. Migliora la situazione di Manny Diaz (HC – Miami) dopo essere stato sull’orlo del licenziamento qualche settimana fa: i Canes hanno vinto le ultime due partite contro avversari rankati (NC State e Pitt) e questo pare abbia dato un minimo di speranza al figlio dell’ex sindaco di Miami, che resta comunque in discussione. Un vero e proprio uragano mediatico si è abbattuto su Dan Mullen (HC – Florida) dopo la brutta, ma contemplata, sconfitta contro UGA. L’allenatore dei Gators ha rilasciato alcune dichiarazioni molto discutibili relative al recruiting e alla sua importanza ed è sembrato un po’ distante dalla realtà e dalla situazione della sua squadra. Da monitorare, ogni settimana sempre più di quella precedente.

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Guido Semplici

College Football - Co-Host di Scusate il CFB, mi trovate anche su Podcast Verso il Draft e su Twitter.

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