[NFL] Week 8: Wembley allo scadere (Detroit Lions vs Atlanta Falcons 22-21)

La decima partita della “NFL International Series” vede di fronte Atlanta Falcons, padroni di casa, e Detroit Lions. Sarà perché le due squadre non vantano un grande seguito al di qua dell’oceano, sarà che l’assenza di un fenomeno come Calvin “Megatron” Johnson, ma questa edizione del match NFL a Wembley sembra essere in tono minore.
Meno gente del solito intorno allo stadio, eventi come il tradizionale tailgate ridotti ad un Brunch, complice anche l’orario insolitamente postprandiale che obbliga i tifosi di Detroit ed Atlanta negli Stati Uniti a sintonizzarsi sulla partita alle 9:30 del mattino.
In tribuna ampi spazi vuoti sembrano confermare le impressioni prepartita, ma a cinque minuti dal kickoff il miracolo della NFL si compie ancora una volta, ed i seggiolini di Wembley ospitano ancora una volta oltre ottantaduemila spettatori. Non un sold out, ma assolutamente in linea con le nove precedenti edizioni che hanno visto solo in un’occasione meno di ottantunomila spettatori sugli spalti.
Rinfrancati dalla presenza del “solito” pubblico, abbiamo assistito ad una partita vibrante ed emozionante come invece non capita spesso a Wembley.

julio jones falconsI Falcons sorprendono tutti, e forse anche sé stessi, dominando il primo tempo, durante il quale segnano ventuno punti. Matt Ryan trova prima Freeman e poi Pascoe per due passaggi da touchdown nel primo quarto, e nella seconda frazione di gioco tocca a Steven Jackson sfondare la linea difensiva avversaria per la terza segnatura dalla una yard.
Ed i favoriti Lions dove sono? Matthew Stafford completa solo nove lanci sui venti tentati, raccogliendo la miseria di ottantacinque yard nel primo tempo, al termine del quale lancia anche un bruttissimo intercetto che vanifica il tentativo di mettere punti sul tabellone prima dell’intervallo.
I Falcons dominano in ogni parte del campo, in attacco ed in difesa, mentre i Lions soffrono particolarmente l’assenza di due playmakers come Johnson e Pettigrew, e sembrano davvero incapaci di trovare soluzioni alternative. Il gioco di corsa, poi, funziona talmente bene che il miglior runner alla fine del secondo quarto risulta essere lo steso Stafford con dieci yard guadagnate.
In realtà i Lions un touchdown l’avrebbero segnato, ed anche di quelli che sarebbero rimasti nella storia. Con l’attacco sulle diciassette offensive, Ryan cerca Julio Jones in end zone, ma il pallone viene intercettato da Mathis che, dopo un attimo di incertezza, decide di ritornare l’ovale e lo fa con una splendida serpentina che si conclude solo 100 yards dopo nella end zone dei Falcons.
In quel momento sarebbe stato il 14-7, ma per poter intercettare il pallone Mathis aveva commesso una interferenza difensiva, per cui tutta la sua fatica successiva viene vanificata ed annullata. Per la famosa legge dello sport adattabile al football con l’adagio “touchdown mancato, touchdown subito”, i Falcons si portano sul 21-0 poche azioni dopo, e sinceramente in pochi pensano che questa partita possa sfuggire dalle mani di Altanta.

Nel secondo tempo assistiamo a tutta un’altra partita. Non sappiamo esattamente se sia più merito dei Lions che, finalmente, si danno la classica svegliata, oppure se siano i Falcons a collassare lasciando il pallino del gioco in mano agli avversari, fatto sta che i ruoli sembrano invertiti, con Atlanta praticamente incapace di muovere il pallone e Detroit che finalmente riesce a mettere in moto il proprio attacco aereo.
Non troppo in fretta, comunque, perché i Lions iniziano accontentandosi di un field goal di Prater, che nel primo tempo aveva dovuto rinunciare a provare un field goal da 54 yard, a testimonianza della grande fiducia che il coaching staff di Detroit nutre nei propri kicker (ma Tavecchio era proprio così scarso da non poterlo richiamare?).
Poco male, perché dopo un three-and-out di Ryans, Stafford si inventa letteralmente una bomba per Golden Tate che esegue la sua traccia, poi si ferma, poi riparte e va a ricevere un touchdown da 59 yard che porta i Lions sul 10-21.
Sul finire del terzo quarto i Falcons si impegnano di brutto per perdere la palla e ci riescono. Prima Roddy White commette un fumble, ma i padroni di casa vengono salvati dalla palla che esce dal campo. Sull’azione successiva, però, Ryan vede non si sa cosa e lancia un passaggio perfetto nelle mani di Vaughn, che non ha giocatori dei Falcons nel raggio di dieci yards intorno a lui. Vaughn ringrazia e va quasi a segnare. Julio Jones lo rimonta e lo placca sulle sette. La difesa di Atlanta tiene bene ed è ancora Prater a piazzare la palla tra i pali per il 21-13.

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Golden tate LionsRyan prova ancora a provocare un disastro, perdendo palla a causa di un sack, ma Matthews salva ancora la baracca recuperando il pallone, permettendo ai Falcons di effettuare un punt che costringe i Lions a partire dalle proprie 31.
Nessun problema particolare per Stafford, però. Il nuovo recordman per TD pass dei Lions porta i suoi a ridosso della end zone avversaria, da dove pesca poi in end zone Riddick. La rimonta è quasi completata, ma c’è bisogno di una trasformazione da due che Stafford e Tate falliscono.
I Falcons devono “solamente” conquistare un paio di primi down, obbligando i Lions a consumare tutti i timeout e cercando di far passare più tempo possibile, ed inizialmente sembrano riuscire ad eseguire bene questo piano, ma appena passato il two-minutes warning qualcosa si inceppa ed i Lions rientrano in possesso del pallone. A questo punto entra in scena la famigerata prevent defense che, come ormai ampiamente provato, l’unica cosa che riesce a prevenire è la vittoria della squadra che la utilizza.
Stafford trova abbastanza agevolmente i propri ricevitori e si avvicina in zona field goal, beneficiando anche di un inspiegabile timeout chiamato da Atlanta a venticinque secondi dal termine prima di un terzo down.
A quattro secondi dal termine Detroit si trova sulle 25 avversarie in svantaggio di due punti, e Matt Prater si appresta a calciare il field goal della vittoria. Lo snap è un po’ ballerino, l’holder mette giù male la palla e Prater sbaglia. La panchina di Atlanta esulta, e la “maledizione di Tavecchio” sembra abbattersi nuovamente sui Lions, ma c’è una flag sul terreno di gioco.
Si tratta di un delay of game a carico di Detroit. Essendo avvenuta a gioco fermo, la penalità non è declinabile né vengono tolti i canonici dieci secondi dal cronometro per cui, pur avendo commesso la penalità, Detroit viene arretrata di cinque yard ed ha una nuova occasione di vincere la partita.
Questa volta lo snap è perfetto e Prater non sbaglia, regalando una insperata vittoria a Detroit per 22-21 nel più incredibile dei modi.

Al di là dei meriti dei Lions e del “pazzo” finale, i Falcons hanno davvero poco da recriminare. Un primo tempo quasi perfetto ha fatto da contraltare ad una seconda frazione di gioco in cui la conduzione della partita, sia in campo che in sideline, è stata assolutamente deficitaria ed ha portato alla rimonta quasi inevitabile di Detroit.
Si chiude così il sipario anche per questa edizione numero dieci delle partite londinesi, in attesa dell’incontro tra Cowboys e Jaguars del 9 novembre prossimo che chiuderà il ciclo di trasferte europee. Alcune voci parlano di ben cinque partite in previsione per il 2015 e, visto il continuo successo, non ci sarebbe troppo da stupirsi. Da appassionati europei non possiamo che sperare che sia vero.

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Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

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