Piccolo spiraglio di luce (Carolina Panthers vs New York Giants 3-25)

Al MetLife Stadium di New York si incontrano due squadre in crisi, l’una, i Giants con un record 1-5, l’altra, i Carolina Panthers, con un 3-3, ma reduci da una striscia di tre sconfitte dopo un inizio di stagione molto promettente.

Cronaca

Primo possesso per Sam Darnold che, soprattutto grazie alle portate di Hubbard, arriva nel territorio dei Giants, ma qui l’avanzata si interrompe e i Panthers devono accontentarsi di un FG da 42 yard di Zane Gonzalez. Poi assistiamo ad una serie di drive improduttivi fino a quando New York, a una yard dalla end zone avversaria, tenta senza successo un quarto e uno e consegna l’ovale ai Panthers. Costretti a partire dalla propria linea di una yard, i Panthers non riescono a muovere la catena e Darnold, con un Intentional Grounding dall’interno della propria end zone regala ai Giants una “safety. Sul 3-2 si chiude il primo periodo, ma all’inizio del secondo Daniel Jones porta avanti un drive che si conclude con un FG da 49 yard di Graham Gano. Dopo uno scambio di punt tra le due squadre, Darnold riesce finalmente ad imbastire un drive di buona qualità ma sulle 14 di New York si fa intercettare da Jams Bradberry un pass destinato a Ian Thomas. Azione sfumata ma almeno non paga dazio perchè il successivo drive di New York produce solo un punt.

Il terzo periodo continua sulla falsariga del primo tempo, con gli attacchi incapaci di avanzare e assistiamo ad una sequela di punt dall’una a e dall’altra parte finchè Daniel Jones, non riesce finalmente a costruire un drive vincente che si chiude con un TD pass per Dante Pettis.
In questo drive assistiamo all’azione più bella della giornata: Jones consegna la palla a Pettis che effettua un pass di 14 yard per lo stesso Jones che fa una spettacolare “one hand catch”. Da qui alla fine New York segna altri due FG con Gano e un TD di Booker, portando lo score sul 25-3, mentre i drive dei Panthers, che nel frattempo hanno rimpiazzato Darnold con P.J. Walker, ma sono già col pensiero alle docce, continuano a produrre solo calci di allontanamento e un paio di “turnover on downs”.

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Commento

I Giants prendono una boccata di ossigeno con una vittoria meritata soprattutto in virtù dei demeriti degli avversari.

Cominciamo dagli sconfitti. I Panthers sono rimasti in partita solo per un tempo, esclusivamente per merito della difesa, che è riuscita in più occasioni a fermare l’attacco di New York nella red zone. L’attacco è riuscito a produrre solo 11 “first down”, la maggior parte dei quali in pieno “garbage time”  e solo 173 yard totali.
Il gioco di corsa ha funzionato solo nel primo drive, poi è praticamente scomparso. Mai come in questa occasione si è sentita la mancanza di Christian McCaffrey. Il rookie Chuba Hubbard, che aveva ben figurato nelle partite precedenti, è stato azzerato dalla difesa di New York, producendo alla fine solo 28 yard in 12 portate.
Venuto a mancare il gioco a terra, il povero Darnold è stato costretto a tentare col gioco aereo, ma anche qui non è stato assecondato dalla sua linea d’attacco, che ha concesso alla difesa della Grande mela, la bellezza di sei sack.
Darnold, prime della sostituzione con P.J.Walker, aveva completato 16 passaggi su 25, quindi con una percentuale del 62% ma per sole 111 yard, in virtù di passaggi nel breve o sulle fasce, un po’ a causa della pressione della difesa avversaria, e un po’ per la cattiva giornata dei suoi ricevitori, che sui passaggi più lunghi sono stati alquanto deficitari: D.J. Moore, il migliore dei ricevitori, ha concluso con 73 yard nelle in sei ricezioni sulle dieci a lui indirizzate. Disastrosa la prestazione di Robbie Anderson, che ha preso solo tre dei nove passaggi a lui indirizzati, per 14 yard.
Dal disastro si è salvata, solo in parte, la difesa che, almeno nel primo tempo, ha limitato i danni quando si è trovata a difendere le ultime dieci yard, concedendo ai Giants soltanto un TD.

La quarta sconfitta consecutiva, soprattutto per il modo in cui è arrivata, non può non destare preoccupazione. La squadra che ad inizio stagione era stata brillante si è fermata in concomitanza con l’infortunio di McCaffrey, ma questo non basta per giustificare il disastro del MetLife. Le precedenti tre sconfitte con Dallas, Philadelphia e Minnesota erano state onorevoli e combattute fino alla fine, ma contri i Giants, non c’è stata praticamente nessuna opposizione

Per i Giants una vittoria importante per il morale, se non per la classifica, ma anche per loro non c’è da stare molto allegri. La nota positiva più importante è venuta da Daniel Jones. Il QB ha offerto una prestazione decisamente buona con un 70% di completi e 203 yard conducendo molto bene il drive che ha portato al TD de 12-3, che ha indirizzato la partita a favore della sua squadra. Anche i Giants hanno dovuto fare a meno di due pedine importanti: il RB Saquon Barkley e il WR Kenny Golladay. L’assenza di Barkley ha condizionato il gioco di corsa, che ha prodotto solo 103 yard ed è risultato carente soprattutto nella red zone.
Bene invece il gioco aereo, per il quale, assente Golladay, Jones ha trovato buoni target per i suoi lanci in Darius Slayton che ha catturato 5 passaggi su 9 per 63 yard, Evan Engram 6 su 8 per 44 yard e soprattutto Dante Pettis, con un 5 su 5 39 yard e un TD.
Sugli scudi la difesa, soprattutto la DL, che ha imbavagliato i corridori e ha fatto rivivere a Sam Darnold gli incubi dei suoi trascorsi Newyorkesi, sponda Jets, ma è difficile dire dove finiscano i meriti della difesa Giants e dove comincino i demeriti dell’attacco Panthers.
In definitiva, anche New York è ancora lontana dall’aver risolto i propri problemi, ma intanto ha cominciato a risalire la china.

Nel prossimo turno Carolina dovrà cercare di riscattare la pessima prova di ieri ad Atlanta, contro una rivale di Division non irresistibile mentre i Giants andranno a Kansas City nel Monday Night.

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Francesco Di Taranto

Nato a Foggia, nel 1953, risiedo a Brescia dal 1987 e in precedenza ho abitato a Bologna, dove mi sono laureato in Ingegneria Elettronica. Ho cominciato a seguire il football dalla notte del Super Bowl 1982 vinto da san Francisco sui Cincinnati Bengals. Terminato il servizio militare, nell'aprile '82 ho cominciato a seguire assiduamente, a Bologna, alle partite dei Doves e dei Warriors. Per alcuni mesi, nel 1984, ho partecipato agli allenamenti di una squadra bolognese in formazione, gli Atoms, che sarebbero poi diventati Phoenix San Lazzaro, che ho poi dovuto lasciare a causa del trasferimento per motivi di lavoro. Da allora non ho più smesso di seguire il football, sia professionistico (NFL e poi USFL, AAF e quest'anno XFL), sia dilettantistico in Italia, ma anche in Germania, grazie ai video in streaming della GFL

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