La Serra di Huddle: l’attacco dei Raiders fa davvero sul serio?

I Raiders, che siano a Las Vegas come ora, a Oakland o a Los Angeles come in passato, sono una delle squadre più osservate della Lega. Molto è certamente dovuto alla loro popolarità, che negli anni ha reso enorme la loro fan base, ma altrettanto si può dire delle scelte compiute dalla dirigenza negli ultimi 20 anni, che li ha resi invece una delle squadre peggiori nello sport professionistico americano. La scelta di riprendere Jon Gruden come coach – con anche un forte potere decisionale in termini dirigenziali e costruzione del roster – pagandolo per giunta come un top player, ha di nuovo messo il mirino sulla schiena dei Raiders. Dopo tre annate mediocri con Gruden di nuovo al comando delle operazioni, la squadra del Nevada ha iniziato la stagione imbattuta (3-0) grazie ad una rediviva difesa e un attacco aereo, pare, finalmente ben oliato.

UNA PARTITA A SCACCHI CON GRUDEN

In termini di yard guadagnate (1413), l’attacco dei Raiders è il primo della Lega; questo, nonostante un attacco su corsa decisamente anemico (25esimo per yard guadagnate e 30esimo per DVOA). Derek Carr ha iniziato la stagione alla grande, potremmo dire a livelli (prematuri) di MVP. L’ex giocatore di Fresno State appare molto più controllato nella tasca, che per ora sta rendendo molto bene nonostante le defezioni della off-season (gran parte dei pericoli arrivano dal lato destro, dove gioca il rookie Alex Leatherwood, quindi un periodo di apprendistato e transizione è ampiamente contemplato). Carr ha già fatto vedere svariati lanci interessanti usando semplicemente la precisione, più che la potenza; come detto, sembra aver fatto un deciso passo in avanti in termini di letture del gioco, cosa che gli conferisce calma e controllo di sé durante il gioco. 

Parte del merito va ovviamente ascritta al playcalling offensivo, di cui si occupa Gruden. Qui di seguito possiamo vedere alcune situazioni molto interessanti tratte dalla tre vittorie ottenute da Vegas.

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Riguardando le partite, un aspetto che è emerso più volte è la volontà di combinare tracce tra loro per costringere le difese a fare una scelta in tempi minimi: un ottimo modo per fare ciò è usare le pick plays. Se siete lettori della Serra o di The Playbook, saprete già a cosa mi riferisco, ma repetita iuvant: con pick play intendiamo quelle tracce corse con il solo scopo di intralciare un difensore, creando naturale separazione tra lui e l’attaccante, proprio come avviene sui pick and roll nel basket. 

In entrambi i casi che vi mostro qui sopra, il ricevitore del passaggio è Zay Jones, mentre colui che “blocca” è Hunter Renfrow. Nel primo caso, Jones, dopo essersi messo in movimento pre snap, crea ancora più separazione naturale tagliando verso l’esterno facendo perno sul piede. Il secondo caso, relativo al touchdown della vittoria contro i Ravens, è ancora più estremo. Tenete d’occhio Jones, il giocatore in punta sul lato del trips (tre ricevitori), e il numero 44, Marlon Humphrey, il suo diretto marcatore. La traccia verticale corsa da Jones porta il suo marcatore a scontrarsi con il difensore a uomo su Renfrow; i due giocatore dei Ravens si sono scontrati poiché uno, Humphrey, puntava verso l’alto per seguire Jones, mentre l’altro, dietro di lui, è dovuto rimanere fermo per aspettare la mossa di Renfrow. Il numero 44 perde l’attimo decisivo, lasciandosi scappare il numero 11 dei Raiders, che può segnare indisturbato. 

Una variazione sul tema, che poi è anche un esempio della pazienza di Carr a cui avevamo accennato poco fa, è tratto ancora una volta dall’opening contro Baltimore. Anche in questo caso i Raiders si schierano in trips su un lato e la pick play riguarda la coppia Renfrow-Ruggs. Con le loro tracce, i due occupano la shallow, la parte di campo antistante la linea di scrimmage. Ruggs, liberato dalla pick di Renfrow, sarebbe libero se non fosse per la presenza di Patrick Queen. Il linebacker dei Ravens in questo caso svolge il ruolo di robber nella cover 1 di Baltimore, con il compito di raddoppiare sulle tracce che ritiene pericolose. A questo punto, Carr aspetta a lanciare, preferendo servire Darren Waller: il tight end corre una angle route e, rompendo un paio di tackle, va a segnare. 

IL CONTRIBUTO DI TUTTI

L’attacco aereo dei Raiders sta oggettivamente godendo del contributo di tutti. L’uomo dal rendimento più costante è senza dubbio Hunter Renfrow, lo slot receiver che guida la squadra in ricezioni  sui terzi down valevoli per un primo down (5, meglio di lui solo Deebo Samuel, Brandon Cooks e Keenan Allen). Renfrow sta lentamente, ma nemmeno poi così tanto, scalando la classifica dei migliori route runner della Lega; come se non bastasse, in queste prime settimane l’ex giocatore di Clemson ha già avuto modo di mettere in mostra una traccia, fatta di una combinazione di varie tracce, chiamata “Renfrow special”. Si tratta di un movimento che qualche settimane fa aveva già fatto la sua comparsa sui social; erano i giorni del training camp, e l’account social dei Raiders pubblicava su Twitter un video che mostrava Renfrow correre una traccia particolare, mandando al bar il cornerback Damon Arnette. Dopo poco, il suddetto tweet è stato cancellato, segno che forse il responsabile social dei Raiders si era lasciato sfuggire qualcosa di troppo: ormai, però, il movimento di Renfrow è realtà.

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L’uomo in più quest’anno dovrebbe essere, almeno nelle intenzioni e nelle speranze del coaching staff, Henry Ruggs, scelto al primo giro al draft 2020 per dare una dimensione verticale all’attacco dei Raiders, seguendo il trend generale degli attacchi NFL. I suoi numeri (11 ricezioni per 237 yard e un touchdown) raccontano di un giocatore che, per ora, è il terzo ricevitore della squadra (quarto se includiamo anche il running back Kenyan Drake), pur essendo comunque molto più coinvolto e presente rispetto a quanto fatto vedere nella scorsa stagione: un dato su tutti, i 9 primi down guadagnati, contro i 13 dello scorso anno, però su una stagione intera. Quando il GM Mike Mayock ha scelto Ruggs, lo ha fatto pensando a queste azioni: 

Pittsburgh è disposta in cover 1, con la safety alta che rimane sul lato di quello che dovrebbe essere il ricevitore più pericoloso degli avversari, ovvero Waller. La skinny post di Ruggs, però, brucia sia il diretto marcatore che la safety, che non riesce a riprendere la sua posizione al centro del campo e viene sverniciata dal giocatore dei Raiders. 

Qui, invece, il lancio di Carr è un po’ troppo corto, ma Ruggs fa una cosa che non dovrebbe essere nel suo skillset, andandosi a conquistare un pallone contestato e venendo giù con lo stesso (e un primo down). 

In generale, il rapporto tra Carr e Ruggs è ancora in via di definizione, ma i lavori procedono in maniera promettente (di seguito trovate un paio di passaggi incompleti diretti al numero 11 usando lo yankee concept, una combinazione di dig, una traccia intermedia a tagliare il campo, e una post, spesso l’obiettivo del passaggio). 

Alla coppia Renfrow-Ruggs vanno aggiunti Darren Waller, che sta rapidamente scalando la classifica dei migliori tight end della Lega, con la sua combo di velocità e stazza, e Bryan Edwards. Il wide receiver da South Carolina guida la Lega nella valutazione di Pro Football Focus relativa alle ricezioni contestate (la sua è 93.1 davanti a Terry McLaurin e DJ Moore). 

Le tre vittorie ottenute in altrettante partite devono entusiasmare i tifosi dei Raiders, non fosse altro che è la prima volta dal 2002 che ciò si verifica. Al di là dei numeri, l’attacco sembra essere in palla, il rendimento di Carr va a braccetto con esso. In tre anni, l’investimento di Gruden e la nomina a GM di Mike Mayock non hanno esattamente pagato molti dividendi. Vedremo se questo inizio sarà un fuoco di paglia, l’ennesimo negli ultimi vent’anni per i Silver & Black, o dietro vi è davvero una crescita.  

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