La disputa per la proprietà dei Denver Broncos, parte 3
Già da qualche mese vi stiamo accompagnando in quella che è di fatto una difficilissima transizione dal vecchio proprietario, il defunto Pat Bowlen, al nuovo corso dei Denver Broncos. In questo primo e secondo articolo vi abbiamo raccontato di come ci siano davvero tantissimi fattori in ballo.
Piccolissimo riassunto molto semplicistico: prima della morte sopraggiunta a causa del morbo di Alzheimer di cui soffriva da tempo, Mr. B aveva istituito un trust con l’obiettivo di individuare all’interno della sua prole il suo successore. Il nome individuato non ha trovato il benestare del resto della famiglia ed il tutto è finito in tribunale.
Ebbene, partiamo proprio da qui: il processo che doveva tenersi a inizio 2021, che poi era stato rinviato a luglio, è finito a tarallucci e vino per dirla all’italiana. Tutto l’universo Broncos viveva con quasi spasmodica attesa il verdetto della corte sulla diatriba interna alla famiglia Bowlen ed appena una settimana prima dell’annuncio, la disputa è stata cancellata. Cioè la famiglia ha fatto quadrato, non ha più ritenuto necessario che si giungesse ad una conclusione all’interno di un tribunale, perché alla fine la soluzione è già stata trovata internamente nella franchigia.
Diciamocelo chiaramente: che il tutto si potesse concludere cosi sembrava già scontato da febbraio. Le dimissioni di Joe Ellis e John Elway erano troppo fragorose anche solo per pensare che avrebbe potuto essere un altro Bowlen a succedere a Pat. Era infatti risaputo che l’eventuale conferma dei due sarebbe dovuta andare di pari passo con l’ascesa di Brittany Bowlen.
A far storcere il naso è stata tuttavia la decisione di assumere un nuovo General Manager, quale George Paton, un anno prima di una transizione così importante come quella dell’acquisizione della franchigia da parte di un nuovo magnate. Mi piace tuttavia pensare che questa sia stata una decisione del trust e di Elway stesso per permettere alla nuova proprietà di trovarsi già in casa un signor General Manager che tuttavia non avesse un trascorso troppo importante con la vecchia proprietà, quale avrebbe potuto essere l’ex quarterback vincitore di due anelli.
Torniamo sulla tematica principale: secondo molti insider ed esperti i Denver Broncos sono “ufficialmente” in vendita. Lo virgolettiamo perché non è stato detto chiaramente, ma pare che ormai sia scontato ritenerli tale. Anche le parole del dimissionario CEO Joe Ellis, lascerà la carica ad inizio 2022, di luglio post annuncio ritiro del trial rilasciate a Mike Klis di 9NEWS davano per scontata tale decisione:
“La priorità numero uno del trust è quella di arrivare ad una soluzione tempestiva, responsabile ed ordinata che possa essere di assoluta certezza per la franchigia. I tifosi devono stare tranquilli per la stagione 2021 perché non ci saranno cambiamenti durante la stessa”.
A far pendere l’ago della bilancia a favore della cessione piuttosto che di una successione interna è stato sicuramente l’aumento del valore della franchigia dovuta al nuovo accordo siglato dalla NFL che porterà un aumento di guadagni per tutti i team della lega. Si presume che la franchigia possa essere ceduta per un valore di circa 4 miliardi di dollari. Non vedo difficile che i sette fratelli si possano essere accordati per dividersi la torta facendosi tutti da parte.
Prima di addentrarci sull’aspetto fondamentale, cioè su chi possa effettivamente permettersi di spendere tutto questo patrimonio per mettere le mani sui Denver Broncos, dobbiamo però fare un focus su un processo che è iniziato un paio di settimane fa che non arriverà a conclusione prima di dicembre e che vede ancora la famiglia Bowlen coinvolta. Insomma, per un trial che è stato annullato ecco un altro viaggettino in tribunale per non far mancare nulla a questa complicata transizione.
Il processo vede in causa la PDB Sports, la partnership proprietaria dei Denver Broncos, e la RORF Holdings con sede a Vancouver. La RORF non è altri che la controllata dalla famiglia Kaiser, istituita nel 2005 dal defunto Edgar nonché ex proprietario della franchigia del Colorado e colui che aveva venduto ai tempi la società a Pat Bowlen.
Perché questa Holding è tornata in auge proprio in questo momento? Perché la RORF ha annunciato di ritenersi ancora in possesso di un accordo con diritto di prelazione in caso di cessione dei Denver Broncos e che qualora la franchigia fosse sul punto di essere ceduta questi potrebbero pareggiare l’offerta avendo poi il diritto di acquisirla prima di altri.
Il Bowlen Trust ed i figli di Mr. B hanno deciso di portare in tribunale la questione perché ritengono che tale accordo di prelazione sia decaduto con la morte di Kaiser prima e di Bowlen poi. Tra l’altro la RORF non esisteva ancora al momento della cessione del team, avvenuta nel 1984, e si ritiene che questa prelazione fosse un accordo tra i due magnati e non cedibile a terzi.
Ricordiamo come già a cavallo tra la fine degli anni ‘90 ed inizio ‘00 vi fu una controversia finita in tribunale tra Pat Bowlen ed Edgar Kaiser con quest’ultimo che aveva accusato il proprietario dei Broncos di aver bypassato il suo diritto di prelazione cedendo il 10% della franchigia a John Elway senza consultarlo. In un primo momento il tribunale diede ragione a Kaiser che volendo avrebbe potuto riacquistare quel 10% senza interpellare l’ex quarterback, ma poi Bowlen impugnò il tutto e vinse il ricorso facendo leva sul fatto che non era la società ad essere venduta ma solo una quota minoritaria.
Discorso totalmente diverso nel caso si giungesse dunque ad una cessione definitiva visto che non si tratterebbe più di piccola parte di società ma dell’interno ammontare del valore del team. Cosa per cui il tribunale si era già detto a favore di Kaiser.
L’attuale ownership dei Denver Broncos non è assolutamente preoccupata dalla potenza economica della RORF Holdings che non avrebbe alcuna forza economica per poter sostenere questa ingente acquisizione, ricordiamoci che nel ‘84 Kaiser vendette i Broncos a Bowlen per “soli” 78 milioni, ma il discorso cambierebbe in caso di validità del diritto di prelazione perché la holding con sede a Vancouver potrebbe fare da tramite con un altro magnate accordandosi privatamente con questo e coprendo il costo che altri imprenditori verserebbero direttamente alla famiglia Bowlen. A livello economico non cambierebbe nulla, i Bowlen riceverebbero comunque l’importo desiderato, ma cambierebbe “il bene del team” in quanto si presuppone che il Trust voglia cedere il team a chi possa fare il bene della franchigia e non al primo che capiti come potrebbe fare la RORF solo per motivi economici.
Insomma: ci aspettano altri due mesi di passione.
Addentriamoci in discorsi più spicci: chi può permettersi di comprare i Denver Broncos? La risposta è: pochi. Chissà perché…
Innanzitutto una precisazione: dei quattro miliardi che potrebbero essere necessari per acquistare la franchigia, ben un quarto di questi dovrebbe andare in un fondo debiti mentre “solo” il restante andrebbe in acquisizione di azioni. Questo è doveroso precisarlo perché lo tratteremo poco più sotto, quando parleremo di fondi LP.
Il nome principale che puntualmente balza agli onori di cronaca non può che essere il fondatore di Amazon Jeff Bezos che di certo non avrebbe problemi a coprire quel taglio di assegno. C’è tuttavia da dire che a mio parere non credo sarà mai della partita. Bezos ha già avuto modo di poter entrare nella NFL con l’acquisizione del Washington Football Team, lui possiede il Washington Post, e presumibilmente lo si vede molto vicino ad un ipotetico acquisto dei Seattle Seahawks (che potrebbero essere i prossimi sul mercato) dato che nella stessa città c’è il quartier generale di Amazon piuttosto che dei Broncos vista la sua assenza di interessi economici in Colorado.
Altro nome, più che altro perché è un magnate locale, è quello di Robert F. Smith, un altro che puntualmente spunta fuori e che è un magnate di titoli azionari il cui patrimonio si aggira sui 7 miliardi. C’è tuttavia qualche dubbio sulla sua effettivamente sostenibilità economica per una acquisizione del genere. E’ un profilo che piacere moltissimo alla lega in quanto diverrebbe il primo proprietario afroamericano di una franchigia NFL.
E qui arriviamo ai fondi LP che abbiamo trattato qualche riga prima. Le limited partnership sono società che nella giurisdizione italiana sarebbero al pari delle Società in accomandata semplice. Voi ci vedreste un tale società a gestire una franchigia NFL? Io personalmente no e sotto questo punto di vista anche la NFL pare essere totalmente contraria alle acquisizioni con tali modalità. Il motivo è presto detto: in caso di problemi economici e di debiti, i membri risponderebbero di questi solo in maniera limitata e dunque si creerebbe un buco che la lega si promette di tenere sempre chiuso richiedendo quel fondo debiti di cui si parlava sopra.
La riprova dell’avversione della NFL a questa modalità di acquisizione è stata già vista durante la cessione di Carolina Panthers nel 2018 da parte di David Tepper dopo che la lega si era rifiutata di accordare la cessione a partecipate. Altre volte invece nella NFL è successo che fondi LP acquistassero una franchigia, vedi l’acquisto da parte di Dan Snyder dei Washington Redskins che non sarebbe potuto avvenire senza l’aiuto di questi fondi ed infatti vediamo la “gestione” nel tempo di questa franchigia. Anche nel 2002 Arthur Blank fece utilizzo a dei soci LP ma la sua solidità economica era tale da non preoccupare la lega.
La NBA ha aperto da poco le porte a queste tipologie di società permettendo ad una Limited partnership di acquisire i Sacramento Kings, ma solo perché c’era una fortissima difficoltà a reperire compratori. Si presuppone che questa problematica non giungerà alla NFL e pertanto si continuerà sul proprietario unico e con patrimonio importante alle spalle.
Per questo motivo tutti i vari rumors che vedono in prima fila Peyton Manning o John Elway a capitanare cordate al fine di acquisire i Broncos lasciano il tempo che trovano. A meno che Manning ed Elway non siano semplicemente ambasciatori di un singolo proprietario, per esempio Manning che fa da facciata e dichiarazioni in favore di un Bezos dietro le quinte, le voci in merito ad una loro acquisizione del franchise sono pura fantasia di giornali e nostalgici.
Teoricamente manca poco. Il Trust si è detto favorevole all’inizio una asta per la cessione della franchigia, questo tuttavia non prima del termine della stagione sportiva. Tra Gennaio e Marzo 2022 i Denver Broncos dovrebbero avere una nuova e ricchissima proprietà. Non ci resta che attendere.