Cercasi nuovo allenatore a Southern California

Clay Helton è stato licenziato da USC dopo appena due partite nella stagione corrente. Sebbene sia veramente complicato definire questa mossa imprevedibile, la tempistica è quantomeno curiosa. Perennemente nell’occhio del ciclone, l’ormai ex-allenatore non è sopravvissuto alla clamorosa sconfitta (42-28, ma il divario poteva essere ancora maggiore) contro Stanford di pochi giorni fa che ha portato l’athletic director Mike Bohn a decidere di allontanare Helton e passare la torcia a Donte Williams, già membro dello staff come allenatore dei cornerback, che piloterà i Trojans fino alla fine della stagione.

Helton conclude quindi la sua esperienza nel sud della California, cominciata nel 2015 in  sostituzione di Steve Sarkisian, con un record di 46 vittorie e 34 sconfitte, tre titoli divisionali, un titolo della Pac-12 e una vittoria al Rose Bowl.

Se prendiamo ad esempio gli ultimi allenatori ingaggiati a seguito di una vera e propria coaching search (l’ultima risale al 2013) da parte di questa prestigiosa università c’è poco da stare sereni. Dopo Pete Carroll e la sua dinastia (tre titoli nazionali dal 2001 al 2009) si sono alternati, con pochissimi successi e diversi scandali, Lane Kiffin (licenziato nel 2013 in aereoporto alle 3 di mattina dopo una sconfitta contro Arizona State) e Steve Sarkisian (licenziato nel 2015 per i noti problemi di abuso di alcol e antidolorifici). Nel mezzo le esperienze ad interim di Ed Orgeron (2013) e Clay Helton (2013 e 2015) poi divenuto l’head coach a tempo pieno.

Adesso USC ha circa tre mesi di tempo per scegliere un allenatore che, nelle speranze di tutti i tifosi Trojans, possa riportare questo programma alla terra promessa.

Che tipo di lavoro è?

USC è una delle università simbolo quando si parla di college football e con la persona giusta al comando potrebbe perennemente essere in corsa per il titolo nazionale al pari di Alabama e Ohio State. E’ la storia che lo dice.

Situata in una posizione geografica ottimale (la California è uno degli stati che produce più talento in assoluto insieme a Florida e Texas), USC ha sofferto negli ultimi dieci anni di una mancanza di investimenti da parte di un’amministrazione che, molto spesso, si è accontentata dei risultati ottenuti da Clay Helton senza andare veramente a “sbloccare” il potenziale, infinito, di un’università del genere. Infatti, solo l’arrivo di Mike Bohn lo scorso anno ha scosso un pò l’ambiente e, grazie a lui, hanno preso vita progetti interessanti come il rinnovamento del Los Angeles Memorial Coliseum e l’ampliamento dello staff a supporto del programma di football, vitale al giorno d’oggi per essere al passo con l’evoluzione dello sport.

Los Angeles non è una città facile dove imporsi: le alternative sportive non mancano e sebbene USC disponga di un numeroso corpo studentesco, se la squadra non è vincente o quantomeno competitiva l’interesse generale (e quindi il coinvolgimento economico) ne risente. Per non parlare della pressione mediatica: il trattamento riservato ai Trojans dalla stampa è pari a quello di una squadra professionistica e questo, inevitabilmente, contribuisce a creare aspettative non sempre realistiche. Ovviamente è molto più difficile ricevere il supporto incondizionato, nella gioia e nel dolore, in una realtà come L.A. piuttosto che a Lincoln, Nebraska, per fare un esempio. In poche parole: se il prodotto in campo non è godibile, lo stadio resta (quasi) vuoto.

Negli anni d’oro di Pete Carroll, quando la sideline pullulava di personaggi famosi (da Snoop Dogg a Will Ferrell) non esisteva ragazzo californiano che non sognasse di indossare il cardinal and gold dei Trojans, e USC poteva tranquillamente scegliere ogni anno i migliori prospetti dello stato senza paura di vederseli soffiare da altre università: the brand was strong. La situazione odierna è molto diversa e la lista dei talenti che hanno scelto di abbandonare lo stato e cercare fortune altrove è veramente impressionante.

Di seguito un elenco dei QB usciti dalla California solo negli ultimi due anni:

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  • Bryce Young, Mater Dei HS, Alabama
  • CJ Stroud, Rancho Cucamonga HS, Ohio State
  • T Daniels, Mater Dei HS, Georgia (trasferitosi da USC)
  • Matt Corral, Long Beach Poly HS, Ole Miss
  • DJ Uiagalelei, St. John Bosco HS, Clemson

Inoltre le sfortune dei Trojans hanno aperto le porte del recruting in California ai rivali di conference che, adesso, appaiano di un altro livello rispetto a USC. Senza andare a scomodare Alabama e Ohio State, vere potenze nel recruiting in ogni stato, prendiamo ad esempio Oregon.

I Ducks, sotto Mario Cristobal, sono il programma che più ha approfittato delle défaillance dei Trojans mettendo in cima alla lista delle priorità il recruiting nel Golden State e portandosi a casa diversi prospetti come Kayvon Thibodeaux (Oaks Christian HS) e Justin Flowe (Upland HS) convinti dalla prospettiva di competere ai massimi livelli restando, comunque, vicino allo stato natale.

Di recente The Athletic ha condotto un sondaggio anonimo con le opinioni allenatori e personaggi di spicco nel mondo delle HS californiane ed è emerso prepotentemente come Oregon sia una delle università che attualmente va per la maggiore tra i prospetti. Questo è evidente anche dai ranking di 247sports: dalla classe del 2021 i Ducks si sono portati a casa sei dei Top 50 prospetti in California, tre da quella del 2020 e sei, di nuovo, da quella del 2019. Numeri quasi da costruirci una squadra sopra.

Un tempo quel posto era riservato a USC e ristabilire l’egemonia nel proprio stato sarà uno dei primi obiettivi che il prossimo allenatore dei Trojans dovrà porsi.

Possibili candidati

In questo momento parlare di possibili candidati è più un esercizio di stile che altro, manca ancora troppo tempo per poter prendere con serietà i rumor che, inevitabilmente usciranno in questi giorni. Fatta questa doverosa promessa proveremo a sparare qualche nome che potrebbe essere di interesse per USC.

Donte Williams (Interim Head Coach – USC): Pete Carroll a parte, gli allenatori ingaggiati da USC negli ultimi 15 anni provenivano tutti dalla “famiglia”: Kiffin, Sarkisian e Orgeron erano tutti nello staff di Carroll nei primi anni 2000 mentre Helton era membro dello staff sia di Kiffin che di Sarkisian. Per questo non possiamo escludere che Donte Williams diventi l’head coach a tempo pieno alla fine di questa stagione. Williams è un recruiter instancabile, conosce benissimo la California e moltissimi allenatori della High School e sembra piacere molto anche ai giocatori. E’ stato portato via a Oregon da Helton quest’estate proprio per arginare i danni che i Ducks stavano facendo ai Trojans nel recruiting. Questa ipotesi è da ritenere poco probabile ad oggi, ma che succederebbe se USC finisse l’anno con la vittoria della Pac-12 e uno dei maggiori Bowl?

Luke Fickell (Head Coach – Cincinnati): ad oggi potrebbe essere lui il favorito. Mike Bohn, l’AD di USC, è colui che lo ha ingaggiato a Cincinnati nel 2017 prima di passare ai Trojans la scorsa stagione. Fickell è 33-6 con i Bearcats che sotto la sua guida hanno raggiunto la posizione #8 nel ranking finale dello scorso anno dando filo da torcere a Georgia nel Peach Bowl e si sono guadagnati l’invito a ad entrare nella “nuova” Big 12. Ha già  esperienza in un programma top essendo stato per circa più di un decennio nello staff di Ohio State e porterebbe in dote tanta solidità e metodo. Resta da vedere il fit culturale con una realtà particolare come Los Angeles, ma abbiamo già visto in altri casi che gli AD spesso ingaggiano allenatori con i quali hanno già una certa familiarità:

James Franklin (Head Coach – Penn State): quello di Franklin è un nome che è stato spesso associato ai Trojans. Ha portato Vanderbilt a vette mai raggiunte (prima e dopo di lui) e ha costruito un programma di successo a Penn State dopo il periodo buio della sanzioni nell’era post-Paterno. E’ considerato uno dei migliori recruiter della nazione e potrebbe veramente esplodere definitivamente in uno stato ricco di talento come la California. Ha un salario di circa 6 milioni e un buy-out di 4, ma non dovrebbe essere un problema per USC.

Mario Cristobal (Head Coach – Oregon): come detto prima, Oregon è un problema per USC e portare via Cristobal da Eugene sarebbe decisamente un passo avanti nel risolverlo. Cristobal, come Franklin, appartiene a quella categoria di allenatori più incentrati sul recruiting rispetto all’ Xs and Os, ma è anche riconosciuto come uno dei migliori “sviluppatori” di offensive linemen della nazione. Ha giocato a Miami dove ha vinto due titoli nazionali a cavallo fra gli anni ’80 e ’90 ed è stato per diversi anni nello staff di Saban ad Alabama, esperienze che lo hanno portato a costruire una squadra fisica e da playoff a Oregon con una cultura ben delineata. Ma perché Cristobal dovrebbe lasciare Oregon ora che sembra aver trovato posto tra i migliori programmi della nazione per andare a ricostruire USC? Sarei molto sorpreso se ciò accadesse.

Tony Elliott (Offensive Coordinator – Clemson): Elliott è uno dei nomi più caldi da ormai un paio di stagioni. Lui stesso ha rifiutato diverse occasioni di diventare head coach in situazioni che avrebbero convinto quasi tutti. Originario della California ha passato tutta la vita professionale in South Carolina ma pare piacere, e molto, a diversi booster dei Trojans. Onestamente per lui dire di no a USC sarebbe praticamente impossibile, ma credo che per i Trojans l’obbiettivo iniziale sia quello di mirare un pò più in alto.

Urban Meyer (Head Coach – Jacksonville Jaguars): non poteva mancare Meyer in questa lista. Da quando si è ritirato il suo nome è uscito per praticamente ogni università importante in cerca di allenatore con Texas che, pare, abbia fatto di tutto per portarlo ad Austin. Meyer ha scelto di ripartire dalla NFL e  non ci sarebbe alcuna ragione per considerarlo un possibile candidato per USC ma, come recentemente riportato da Jason La Canfora di CBS, il primo impatto con il mondo professionistico non sembra essere stato dei migliori. Ha già dimostrato di essere molto sensibile al tema del “territorio fertile” per il recruiting quando, potendo scegliere tra Notre Dame e Florida, preferì i Gators che poi portò a due titoli nazionali. Prima di lui altri allenatori al picco della propria carriera collegiale hanno provato la carta NFL pentendosene dopo pochissimo come Nick Saban e Steve Spurrier, non sarebbe quindi nemmeno una cosa inedita. Certo, difficile, ma non inedita.

Eric Bieniemy (Offensive Coordinator – Kansas City Chiefs): Bieniemy non è ancora riuscito a convincere una franchigia NFL ad affidarsi a lui nonostante sia sulla cresta dell’onda da diversi anni ormai, potrebbe quindi vedere realizzato il suo sogno di diventare head coach in una delle squadre più prestigiose del college football? Adam Schefter ha riportato che esiste un reciproco interesse tra lui e USC e potrebbe essere un nome da tenere d’occhio nei prossimi mesi. L’odierno OC dei Chiefs ha già avuto un’esperienza collegiale come RB coach di UCLA e RB coach/OC a Colorado, sua alma mater. La scelta sarebbe interessante e sicuramente genererebbe una discreta quantità di hype intorno ai Trojans ma il problema sono le tempistiche: se Kansas City dovesse arrivare in fondo ai playoff (cosa molto probabile), Bieniemy non sarebbe disponibile per USC fino a gennaio/febbraio 2022 ed è, ovviamente, troppo tardi. Quindi, a meno che non si liberi prima (e sarebbe clamoroso) difficilmente il matrimonio si farà.

Un paio di nomi bonus che sentirete: Joe Brady (Offensive Coordinator – Carolina Panthers) ha un pedigree interessante ma pare che uno dei motivi per il quale ha accettato di buon grado il passaggio da LSU alla NFL sia stato la poca propensione al recruiting e questo credo sia un deal-breaker per USC. Per Matt Campbell (Head Coach- Iowa State) il fit è sospetto quanto per Fickell con la differenza che il primo non ha familiarità con l’athletic director. Se lasciasse Ames lo vedrei molto bene in NFL.

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Guido Semplici

College Football - Co-Host di Scusate il CFB, mi trovate anche su Podcast Verso il Draft e su Twitter.

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