Bears: in una notte da dimenticare splende la luce di una piccola stella

Week 1 non tradisce le aspettative: gli analisti più esperti della NFL davano la vittoria ai Rams e così è stato. Non serviva la scienza, e nemmeno essere esperti per intuire che a Los Angeles i padroni avrebbero dominato l’opening contro i Bears.

Bears che aprono bene con un David Montgomery scintillante, ma Dalton sciupa in end-zone e sembra vedersi meglio allo specchio, come quella figura che non è adatta a vincere. Poi Stafford pugnala la secondaria di Chicago in modo vendicativo, tirando fuori tutta la sua bravura e tutto quel rancore che ha dovuto tenersi dentro in dodici anni di Lions.

Dalton e Stafford partivano da due situazioni similari. Due binari paralleli, Detroit e Cincinnati. Due squadre che, ad eccezione di Megatron e del migliore A.J. Green, non hanno mai consentito ai loro quarterback di poter competere a un certo livello. A questi due QB, fino ad oggi, è stato persino negato il sol pensiero della gloria sul campo. E nel 2021 ripartono entrambi da contesti come quelli di Rams e Bears, che viaggiano sul livello medio-alto della lega (inteso come la parte alta che sta a metà classifica). Tra Dalton e Stafford però, ci sono tre spanne di differenza a favore del QB Rams oltre al fatto che il sistema offensivo di McVay è di gran lunga più efficace di quello del signor Matt Nagy. Stafford conosce il suo ordinamento, Dalton è in vacanza premio come fosse sdraiato comodamente sui 10M di dollari che i McCaskey gli hanno regalato con immensa generosità. Nagy si accorge subito che Dalton gli causerà più dolori che gioie e dunque libera la sua creatività. Dentro Justin Fields per avvicendarsi con Andy Dalton. Risultato: in “20 secondi” Fields crea e produce più di quanto Dalton non faccia nei restanti 59 minuti e mezzo rimanenti.

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Qui si entra nella prima fase di analisi del tema di Justin Fields.

Il rookie da Ohio State si fa trovare pronto, reattivo, e più importante di tutto affamato! J.P. Holtz gli spiana la strada con un paio di pancake block da manuale e Fields segna il suo primo touchdown in maglia Bears. In una notte da dimenticare splende comunque la luce di una piccola stella, il numero 1 navy and orange illumina il cuore dei tifosi e risponde presente all’appello.

Non si poteva mandare in campo una matricola alla prima in NFL contro il difensore più devastante dell’ultima decade di football. Non si poteva pensare nemmeno di farlo correre contro un Ramsey in questa forma così strepitosa. Non è un caso che quest’anno Donald e Ramsey abbiano ricevuto il punteggio di 99 in Madden… elite assoluta.

Allo stesso tempo però, Nagy non poteva privarsi di una chance così golosa. Non son certo del fatto che la panchina di Matt Nagy possa saltare nelle prime giornate qualora i Bears non portino a casa dei successi. Tutto dipende dalla mentalità antica della famiglia proprietaria degli Orsi. Questa proprietà ha visto il suo allenatore condurre i Bears ai playoffs per due volte negli ultimi tre anni, di conseguenza vuole vedere solo il risultato finale ostinandosi a non voler considerare tutte le disfunzionalità scaturite dalla gestione del capo allenatore.

Insomma, Nagy non ha mai registrato un record negativo, i Bears vendono biglietti e merchandising, incassano tanti soldi, quindi fila tutto liscio (per loro).

Ma Nagy nella sua testa è consapevole del fatto che la città ha invocato più volte la sua testa e se ora, come prevedibile, i risultati con Dalton non arriverano, Justin Fields verrà gettato nella mischia. Fargli vedere il campo alla prima ha, come tutto, dei pro e dei contro. Il primo è quello negativo e affligge Dalton con un colpo di coda e una mozione di sfiducia, ma tanto chi se ne frega… Dalton è qui per fare il passaggio di testimone, non certo per vincere il Super Bowl. Però in campo c’è Dalton e se questo non prende ritmo i Bears perdono. La stagione dei Chicago Bears inizia quando Justin Fields scende in campo. L’altra faccia della medaglia, quella con il volto di Fields, dice che il giovane è pronto per affrontare ogni genere di sfida. Non ha paura e non teme le pressioni che una piazza difficile e pretenziosa come quella di Chicago gli mette sulle spalle.

Nell’ambiente Bears, dopo la sconfitta del Sunday Night Football contro i Rams, l’unico elemento a potersi considerare felice era Fields. Il suo lo ha fatto con grande dimestichezza e lanciando dei segnali importanti in vista delle prossime settimane. Il ragazzo però odia perdere, non importa se la sconfitta gli si possa attribuire o meno. Lui vuole vincere e quindi non potrà dirsi felice.

La prima settimana di campionato ha dato parecchi spunti al mondo Bears; estraniandosi per un momento dalla questione Dalton-Fields, abbiamo notato che la possente difesa di un tempo è l’ombra di ciò che era stata nel 2018 e forse nemmeno Sean Desai ha il potere per farla risplendere. La secondaria di Chicago non è all’altezza di competere nella NFL mentre il temuto (un tempo) front seven visto contro i Rams non fa paura nemmeno a dei bambini. Eddie Jackson ha mancato un paio di tackle tremendi, portando i suoi placcaggi a farfalle e facendosi imbarazzare dai wideout di Los Angeles. Gli stessi ricevitori californiani si sono visti davanti delle praterie libere con gita finale in end-zone. Robert Quinn e Khalil Mack (quasi metà salary cap di Chicago in due) hanno combinato mezzo sack e 2 tackle. Gli altri membri della difesa sono un contorno scarico, come quando vai al ristorante e ti portano al tavolo un’insalata triste e scondita. L’unica nota positiva era, è, e resterà Roquan Smith.

A livello offensivo Monty ha corso bene, extra yard dopo il contatto sempre in attivo. Buona la rotazione e lo smistamento dei palloni a tutto il pacchetto dei ricevitori, ma i tight end sono (sempre) troppo poco coinvolti e nella NFL contemporanea chi gioca senza TE perde! I Rams hanno studiato un piano anti-Robinson, piano ben eseguito con qualche colpo di troppo sul WR1 Bears, spesso toccato duramente prima della ricezione e impossibilitato al completamento del gioco. Flag, quelle sconosciute… Ma poco sarebbe cambiato, quindi testa ai Bengals perchè domenica prossima i Bears non devono fallire.

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La NFC North è partita con un deprimente 0-4: assieme ai Bears perdono Lions, Vikings e Packers. Dunque palla al centro e si riparte!

Serve pazienza amici Bears, ancora tanta pazienza!

alex cavatton firma area 54

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