NFL Preview 2021: Miami Dolphins

2021, Flores atto terzo. Dopo un primo anno vissuto pericolosamente ed un secondo anno trascorso sulle ali di un entusiasmo crescente, frustrato proprio sul filo del traguardo, Brian Flores è chiamato ad una prova ancora più difficile. Non è più tempo di ricostruzione a Miami, le fondamenta ed i muri dei suoi Dolphins sono già state costruite. Magari c’è spazio per qualche correzione in corsa, qualche ritocco qua e là e magari qualche finitura di lusso, e potrebbe succedere e probabilmente succederà, ma il problema è che l’asticella delle aspettative si è alzata parecchio e dopo lo scorso anno nessuno guarda più ai Miami Dolphins come a una potenziale sorpresa. Al contrario, i pronostici vedono i delfini in piena corsa per accaparrarsi un posto playoff, a maggior ragione con un posto in più a disposizione dopo l’allargamento del calendario. E, d’altronde, avendo mancato il traguardo per un soffio lo scorso anno, l’unico modo per migliorarsi è, ovviamente, centrare la post season. Di conseguenza, aumenta la pressione.

Ai Dolphins, però, non sono stati a guardare e l’offseason ha riservato un altro carico di sorprese ai tifosi aqua-arancio. Partenze eccellenti (Kyle Van Noy), trades (Shaq Lawson e Benardrick McKinney), solidi arrivi senza fanfare (Jason McCourty, Malcom Brown), contrattoni rinnegati dopo solo un anno dalla stipula (Ereck Flowers), un draft vissuto “pericolosamente” per molti fan, specie all’inizio e, in sottofondo, Brian Flores che rimodella il suo staff per il terzo anno di fila. Parecchia roba, eh? Facciamo un po’ ordine, per capire come questi nuovi Dolphins si presentano alla stagione NFL 2021.

OFFENSE

Inutile girarci intorno: su Tua Tagovailoa risiedono tutte le speranze dei Dolphins. E questo non è un giudizio sul giocatore, ma una constatazione di uno stato di fatto. Miami ha investito una quinta scelta assoluta sul giovane qb hawaiiano nella speranza di aver finalmente trovato un vero franchise quarterback dopo una ventina d’anni di alti (pochini) e bassi (molti) nel ruolo. Lo scorso anno ha cercato di ammorbidirne il più possibile l’esordio, trattenendolo all’inizio e gettandolo nella mischia dopo il bye e ci sono state le prevedibili rose e le altrettanto prevedibili spine. La presenza di Ryan Fitzpatrick ha condizionato molto il playbook, un fisico non ancora al 100% dopo il tremendo infortunio all’anca non poteva non pesare e le inevitabili incertezze da rookie hanno fatto il resto. Ma il bilancio rimane positivo, Tua si è disimpegnato bene, ha fatto vedere anche belle cose, alcune molto belle e non va dimenticato che, a differenza dei suoi colleghi rookie, lui si è misurato con un livello di competizione più alto, affrontando avversari più forti (Il calendario di Miami era il terzo più duro della NFL) e combattendo per un posto ai playoffs. Ora, nel training camp in corso, a detta di tutti c’è un Tua diverso, più consapevole, più a suo agio con un playbook modificato e soprattutto con un fisico integro e potenziato.

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Puntando su questo, i Dolphins hanno messo in chiaro che la loro priorità in offseason era quella di dare armi a Tua, inserendo in squadra quei playmakers che erano mancati. L’obiettivo è stato ampiamente centrato nel reparto ricevitori, dove le aggiunte di Will Fuller via free agency e Jaylen Waddle via draft hanno aumentato drasticamente il talento e la velocità a disposizione dei Dolphins. Con il rientro di Albert Wilson e Allen Hurns dopo l’anno in opt-out e il ritorno di DeVante Parker, Lynn Bowden e compagnia il reparto è uno di quelli in cui la competizione per i posti a roster sarà più accesa. Ci saranno vittime eccellenti qui, alla fine del camp, e per questo le ipotesi che qualche ricevitore possa anche venire scambiato iniziano a circolare.

I tight end si ripresentano quasi in blocco, con l’unico stuzzicante arrivo di Hunter Long dal draft, mentre nel backfield l’unico innesto ad un reparto che aveva bisogno di migliorare è stato quello di Malcom Brown, classico power back in arrivo dai Rams. La fiducia in Myles Gaskin è evidentemente alta e in questo momento il posto di titolare è suo a meno di improvvisi rovesci, ma l’impressione è che Grier abbia anche cercato di migliorare il reparto ma, alla fine, i rinforzi desiderati non sono arrivati (vedi Javonte Williams scelto al draft alla pick prima di quella di Miami).

Chiave di volta di tutto però, è la linea offensiva. I Dolphins hanno deciso di scommettere pesante sul miglioramento dei tre rookies dello scorso anno (Austin Jackson, Solomon Kindley e Robert Hunt) affiancando loro un’altra matricola in Liam Eichenberg, tackle scelto al secondo giro da Notre Dame e destinato, pare, a proteggere il lato cieco di Tua (che ricordiamo essere quello destro). L’unico innesto di esperienza era stato DJ Fluker, ma un infortunio lo ha già tolto di torno, lasciando l’onnipresente Jesse Davis come incontrastato backup di quasi tutti i ruoli in linea (a meno che non conquisti un posto da titolare). Alla fine, quindi, la sola vera novità arrivata dalla free agency è quella nel ruolo di centro, dove Ted Karras, rientrato anche lui a Boston, ha lasciato il posto a Matt Skura, ex centro dei Ravens. Un innesto che ha fatto storcere qualche naso ma, se sano, Skura è uno che può giocare. E alle sue spalle torna a farsi notare nientemeno che Michael Dieter, oggetto misterioso scelto al draft del 2019 che adesso, dopo due anni di apprendistato, sembra in grado di giocarsi un posto proprio nel ruolo chiave della linea d’attacco.

DEFENSE

Migliorare il reparto che lo scorso anno si è caricato la squadra sulle spalle, consentendo di sfiorare i playoffs? Difficile a farsi, ma obbligatorio provarci. E il “come”, nella ormai prassi consolidata di Chris Grier, è stata una sorpresa: l’addio a Kyle Van Noy e Shaq Lawson, due delle acquisizioni più importanti e costose dello scorso anno, sacrificate principalmente perché il prezzo dei loro contratti non era considerato adeguato alle prestazioni in campo (per quanto buone fossero state, specialmente nel caso di Van Noy). E proprio il buco lasciato a roster da KVH è stato riempito grazie alla trade di Lawson, che ha portato a Miami Benardrick McKinney, talentuoso linebacker reduce da un periodo di infortuni a Houston ma in grado, se sano, di stabilizzare il centro del campo a fianco del fresco di rinnovo Jerome Baker. Gran parte dei compiti di Van Noy cadrà poi sulle spalle di Andrew Van Ginkel, che al suo terzo anno sembra pronto a fare il salto di qualità dopo le belle cose mostrate nella scorsa stagione.

Ma il vero tallone d’Achille dei Dolphins 2020 era la pass rush, in cui solo Emanuel Ogbah si era dimostrato in grado di contribuire con una certa continuità. E, per colmare il vuoto, nella ormai prassi consolidata di Chris Grier (cit.), si è puntato sul draft e sull’ex-Hurricane Jaelan Phillips, forse il miglior pass rusher puro disponibile quest’anno. Come si sa, i dubbi nel suo caso non sono sul talento ma sul fisico però, se il piano riesce, i Dolphins potrebbero essere in grado di schierare una forza esplosiva dal lato opposto ad Ogbah, e non sarebbe una brutta prospettiva per loro. Anche perché l’interno della linea di difesa ritorna sostanzialmente immutato, con i vari Christian Wilkins, Raekwon Davis e Zach Sieler e l’innesto di Adam Butler al posto di Davon Godchaux (che si sono in pratica scambiati le maglie fra Miami e New England) come unica novità di rilievo.

E dietro? Beh, la notizia migliore è di sicuro la felice soluzione del contenzioso con Xavien Howard. La permanenza del ProBowler e recordman di intercetti 2020 a Miami consente ai Dolphins di presentarsi sostanzialmente immutati rispetto allo scorso anno, con X da un lato e Byron Jones dall’altro a riformare il tandem di cornerback più pagato della NFL. Nel resto del reparto, invece, c’è stato qualche aggiustamento, con la partenza (un po’ a sorpresa, ma la NFL è un freddo business cit.) della free safety Bobby McCain verso Washington e la sua sotituzione a roster con il veteranissimo Jason McCourty e con l’atteso rookie Jevon Holland, che verosimilmente si giocheranno il suo posto, anche se McCourty può giocare quasi ovunque. E anche lo spot di nickel cornerback è stato solidificato con l’arrivo dell’esperto Justin Coleman, vero specialista del ruolo, a sfidare Nik Needham in un ruolo diventato sempre più importante nella NFL dei giorni nostri.

SPECIAL TEAM

Lo scorso anno lo special team dei Dolphins è stato un degno contributore alle fortune della squadra. Il kicker Jason Sanders, ricordiamo, ha avuto la sua migliore stagione di sempre, che lo ha portato al meritato rinnovo e prolungamento di contratto. Ma tutto il reparto, tutto sommato, si è quasi sempre ben comportato, ed infatti le variazioni non sono state molte, con pezzi chiave come Mack Hollins e Jakeem Grant che, fino a questo momento, sono ancora a Miami. La più grossa novità è il cambio di punter, con Michael Palardy a sostituire Matt Haack, accasatosi ai Bills. Gli inizi di training camp, per ciò che vale, raccontano di un Palardy in gran spolvero, capace di piazzare calci a destra e a manca con apprezzabile profondità, precisione e soprattutto continuità (che è poi quella che mancava ad Haack). Per il resto del reparto, come sempre, bisognerà attendere la fine del training camp per fare l’appello.

COACHING STAFF

Terzo anno, terzo offensive coordinator. Questo è senza dubbio quello che salta più all’occhio guardando alla composizione dello staff di Brian Flores. In realtà i cambiamenti nello staff sono stati molti altri, da entrambi i coach di linea al quarterback coach a una vasta schiera di assistenti secondari, e non è semplice interpretare questa cosa, giudicando Brian Flores. Se il coach è sempre più saldo sul ponte di comando, e la sua reputazione cresce man mano che migliorano i risultati ottenuti, la sua difficoltà a dare stabilità al suo staff è una cosa che può essere vista sia come un bene (la ricerca continua di migliorarsi) che come un male (l’incapacità di trovare le soluzioni giuste). Difesa e Special Team sembrano avere trovato una loro stabilità, con Josh Boyer e Danny Crossman confermatissimi dopo la bella scorsa annata; in attacco, invece, il nuovo tandem di co-coordinatori George Godsey-Eric Studesville si presenta con la promessa di rimettere le mani ad un playbook che, lo scorso anno, Chan Gailey aveva tagliato troppo su misura per Fitzmagic e che invece deve per forza di cose adattarsi alle caratteristiche di Tua, cercando di sfruttarne e massimizzarne le indubbie qualità. L’inizio della preparazione sta facendo vedere una notevole differenza nell’approccio e negli schemi, quindi non ci si può che augurare che la strada intrapresa sia quella giusta. Ne va anche (un po’) della credibilità di Brian Flores.

Record previsto: 10-7

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I nostri voti

Offense
Defense
Coaching Staff

In attacco molte buone intenzioni ma da verificare alla prova dei fatti, soprattutto il nuovo doppio OC, mentre in difesa la struttura era già buona, con i nuovi innesti dovrebbe migliorare, basterà per arrivare al top? Flores è una garanzia, ma il nuovo staff è tutto da scoprire.

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Mauro Rizzotto

Più vecchio di quello che sembra, continua a sentirsi più giovane di quello che è. Fra una partita della sua Juve e una dei suoi Miami Dolphins sceglie la seconda. Fra una partita dei Dolphins e la famiglia... sceglie sempre la seconda. Vabbè, quasi sempre. Sennò il tempo per scrivere su Huddle dove lo trova?

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