NFL Preview 2021: Houston Texans

L’estate scorsa avevamo lasciato i tifosi dei Texans a riposarsi sotto l’ombrellone dopo le scottature causate dalla brutta sconfitta ai playoff contro i Chiefs e dalla trade Hopkins – Johnson, pensare “il peggio è passato” era più che lecito. Ma se per Tom Hanks il “problema” sull’Apollo 13 era solo uno, l’autunno a Houston è stato parecchio più complicato: l’inizio con 4 sconfitte consecutive ha portato all’esonero di O’Brien da tutte le cariche, il capo allenatore ad interim Crennel ha chiuso la stagione sul 4-12, Watson ha chiesto di essere scambiato per scappare da questa situazione minacciando di saltare la offseason e addirittura tutto il campionato.
Per provare a mettere qualche toppa in questo cappotto ormai logoro, il proprietario McNair ha assunto come nuovo GM il direttore del personale dei Patriots Nick Caserio, con la speranza che mettesse in valigia qualche bacchetta magica di Belichick. Il nuovo general manager ha assunto David Culley come nuovo head coach, esordio per lui a 65 anni, scelta che ha destato non poche perplessità soprattutto se si dava un’occhiata a chi fosse disponibile; vero però che bisognava trovarne uno che “fosse disponibile” ad accettare la situazione in casa Texans.
Su Watson il piano di Caserio era probabilmente quello di scambiarlo prima del Draft, se non fosse che quasi in contemporanea venissero fuori le, purtroppo, tante acccuse al qb di cattiva condotta sessuale verso delle massaggiatrici professioniste; sono passati quasi 5 mesi e nessuno, né Watson né la NFL, ha la minima idea di come finirà questa brutta storia. L’unico che non può permettersi di aspettare è proprio Caserio che ha provato a mettere un’altra toppa utilizzando la prima scelta, 67esima, sul quarterback Davis Mills e firmando il veterano Tyrod Taylor.
Ah, Watt? Nuovo compagno di Hopkins.

OFFENSE

Su di un quarterback scelto al terzo giro si può dire ben poco, bisogna solo sedersi e sperare che possa approfittare delle tante opportunità che gli verranno offerte in questo anno di transizione. Nel caso andasse proprio male ci sarà sempre Taylor, allenato proprio da Culley a Buffalo quando raggiunse i playoff, a cui non verrà richiesta la luna ma solo degli ottimi hand-off e toss.
Questo perché il running game è stato parecchio migliorato con gli innesti di giocatori del calibro di Mark Ingram e Philip Lindsay che andranno a giocarsi il posto con Johnson, miglior rusher dei Texans nella stagione passata.
I nuovi runningback potranno contare praticamente su una linea offensiva nuova, anche se non proprio di primo pelo, alla quale fa capo ancora Tunsil (l’unica “stella” rimasta?) a sinistra con Howard a destra; emergono invece più interrogativi per le posizioni di guardia con Scharping che viene da una stagione abbastanza infelice ma probabilmente confermerà il suo terzo anno da titolare e quindi McCray e Taylor a giocarsi l’altro posto. Al centro non dovrebbero esserci dubbi sulla titolarità di Britt, sperando che l’anno passato a curarsi il ginocchio sia stato utile.
Cooks e Coutee saranno le prime scelte dei lanci di Mills/Taylor/(Watson lo inserisco solo per scaramanzia), il primo ha concluso la stagione con 1150 yard e il secondo si è messo in mostra e non poco nelle ultime partite quando la squadra ha dovuto far fronte alla sospensione di Fuller. A proposito, quest’ultimo ha abbandonato il caldo umido della baia di Houston in favore del caldo mite di Miami, come biasimarlo, mentre invece Anthony Miller è stato preso e può scaldarsi le mani dopo due inverni passati a Chicago. I numeri del rookie Collins fanno ben sperare ma servirà tempo al ragazzo per mettersi in pari.
L’anno del tight end Akins è piaciuto talemente tanto che i Texans hanno deciso di investire al draft su un giocatore tale e quale a lui, Brevin Jordan, con il pensiero che sia in grado di fare le stesse ottime cose con in aggiunta un pizzico di follia giovanile. Se le promesse non saranno mantenute si potrà contare su Rizzo, arrivato da Foxborough, e sul veterano Brown.

DEFENSE

Se Atene piange, Sparta non ride. Da troppi anni a questa parte il reparto difensivo è il punto debole dei Texans e la separazione, consensuale, con Watt non può aver sicuramente migliorato il trend.
Come ha fatto per l’attacco, Caserio ha deciso di rifocillare la difesa pescando nel mercato dei veterani facendo comunque in modo che Cunningham, leader dei placcaggi, mantenga il suo ruolo da titolare da middle nel nuovo front 4-3; al suo fianco troveranno posto Christian Kirksey e Kevin Pierre-Lewis. Il nuovo coordinatore Lovie Smith si trova quindi parecchie castagne da togliere dal fuoco, purtroppo i Texans hanno primeggiato esclusivamente nelle classifiche “negative”: l’ultima volta in cui i giocatori potevano vantarsi di forzare i turnover, la squadra aveva ancora il nome “Oilers”.
Peggiore è la situazione se si guardano le statistiche contro le corse ed è proprio per questo che Smith ha deciso di rivoluzionare lo schema base trasformando gli “ex” outside Mercilus, Greenard e Martin in end: ovviamente nessuno di loro ha le carte in regola per poter alzare la voce da titolare ma con il tempo e con l’aiuto dei nuovi arrivati Jenkins, Walker e Lawson, l’inserimento potrà avvenire senza troppi patemi, si spera. 34 sack sono davvero pochi, ormai per i quarterback che varcano le porte dell’NRG Stadium provano la stessa tensione di una visita alla NASA.
Nella secondaria, purtroppo o per fortuna, non ci saranno grandi stravolgimenti: il “miglior” cornerback Roby deve ancora scontare una partita dopo essere stato sospeso per 6, Hargreaves è stato una piacevole sorpresa, niente di eccezionale ovviamente, ma si è guadagnato un altro anno di rinnovo. Le safety capeggiate sempre dall’ottimo Reid, sfortunatamente habitué dell’infermeria, sono probabilmente il reparto che da più certezze in difesa.

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COACHING STAFF

Culley, 65 anni, è la persona che in tutta la storia della NFL ha ricoperto “più tardi” il ruolo da capo allenatore. Ha lavorato per 27 anni come assistente senza essere mai proposto come coordinatore o capo. Culley ha trascorso le ultime due stagioni come assistente capo allenatore/pass coordinator/allenatore dei ricevitori con i Baltimore Ravens (team non proprio esaltante nel gioco aereo). Tutto l’ambiente è però rimasto molto colpitodal carattere di Culley e dal suo atteggiamento positivo, basilare per la stagione che stanno per affrontare .
“Quando ascolti le persone che parlano di David Culley, ci sono frasi che si ripetono continuamente”, ha detto Caserio alla conferenza stampa di presentazione “frasi riguardanti che persona speciale sia, quanta energia positiva emani, un ottimo esempio di un individuo che si comporta in un modo tale da tirare fuori il meglio dagli altri, un eccezionale comunicatore,”

Record previsto: 3-14

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I nostri voti

Offense
Defense
Coaching Staff

Se l'anno scorso i Texans sono "riusciti" a vincere 4 partite potendo contare su di un ottimo Watson, faccio fatica ad immaginare che riescano a fare meglio quest'inverno senza di lui. Ad oggi per la situazione in cui naviga l'ambiente e per il valore del roster, è probabilmente la squadra peggiore della NFL: peggiore da essere la prima a fare il record di 0-17? Non penso, ma non mi allontanerei troppo dalle annate più brutte della loro breve storia, 2005 e 2013. Come per tutte le squadre che si trovano a dover ricostruire tutto, la situazione è addirittura più svantaggiosa a causa di un quarterback d'élite che non vale neanche come pedina di scambio, viene richiesta ai tifosi una dose maggiore di pazienza (sfortuna vuole che sia stata aggiunta proprio quest'anno la 17esima partita): facciamo un bel passo in avanti, a gennaio 2022, dove magari e finalmente potremo dire "adesso il peggio è davvero passato"...forse.

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Massimiliano Poli

Nato a Montecchio (RE) il 5 gennaio 1993, studente di Giurisprudenza presso la facoltà di Modena, appassionato di football americano, NFL, NCAA, ex giocatore e cittadino sotto ogni cielo.

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