AREA 54: Khyiris Tonga, il 250°

West Valley City, sobborgo di Salt Lake City nello stato dello Utah. Sì, proprio quello degli Utah Jazz dal quale Dennis Rodman scappava a gambe levate per la noia mortale tra una gara di finale NBA e l’altra…

Quasi centotrentamila abitanti. E considerate che West Valley City è la seconda città più popolosa dello stato!

West Valley City ha una forma di governo apartitica e svolge dunque un’azione non influenzata dai partiti politici.  Il che significa che il city manager (segretario comunale) della città è analogo all’amministratore delegato di una società, mentre il sindaco ricopre un ruolo simile al presidente del consiglio di amministrazione, con il consiglio comunale che agisce come il “comitato”. Il sindaco stesso è un membro votante del consiglio comunale. Il consiglio comunale di West Valley si riunisce ogni martedì sera alle 18:30, tranne il quinto martedì, e si ritrova puntualmente al municipio sito in 3600 South Constitution Boulevard. (Sono già annoitato e comincio a comprendere meglio Rodman!)

Pubblicità

Se si cerca di trovare qualche nome famoso o Notable People di quelle parti, spuntano fuori giusto una manciata di atleti che hanno giocato esclusivamente in NFL e in nessun altro sport: un paio di Vikings dimenticati pure dai parenti stretti come Matt Asiata (RB) e Naufahu Tahi (FB), il defensive end ex Seahawks Anton Palepoi e i suoi 45 tackle in NFL, John Madsen (da non confondere assolutamente con Madden!) e le sue 19 ricezioni come tight end dei Raiders, infine l’ex Dolphins Ray Fenga e le sue 3 apparizioni in campo. Oltre a questi incompiuti giocatori di football, tra la gente nota spunta il nome di Susan Powell, una donna scomparsa nel 2009 e avvistata da qualcuno l’ultima volta proprio a West Valley City. Per il resto un gran tedio.

Poi, nel luglio del 1996, a West Valley City è nato Khyiris Tonga.

Inizialmente destinato al programma collegiale degli Utah Utes football dopo il liceo, Tonga è passato alla BYU dopo che l’ex coordinatore difensivo di Utah, Kalani Sitake, è stato nominato capo allenatore dei Cougars. Dopo una forte stagione da junior in cui ha realizzato 45 tackle, Tonga avrebbe dovuto essere un potenziale candidato al draft NFL, ma ha annunciato che sarebbe tornato per la sua stagione da senior a Brigham Young University. Prima di entrare a BYU, Tonga è stato impegnato nel Two Year Mission, in breve delle missioni umanitarie ecclesiastiche a Wichita, nel Kansas.

Ha giocato 47 incontri con BYU, totalizzando 130 tackle (68 solo e 16 for loss), 8.5 sack e 2 fumble forzati. Tonga è stato elogiato dagli analisti di football americano in vista del draft per la sua capacità di divorare spazio come placcatore nel ruolo di nose tackle, ma le aspettative sul suo conto regalavano una prospettiva di selezione non prima del terzo giorno. La causa della chiamata così indietro nelle iterazioni va attribuita alla sua età (25 anni), e alle braccia considerate corte. Persino le dimensioni delle mani risultavano inferiori alla media.

Forse Tonga alcuni di questi aspetti li riconosceva anche. Quindi sul suo braccio sinistro ha deciso di farsi un bel tatuaggio, bello grosso, con la scritta TONGA, in modo tale da far notare a tutti di chi fossero le braccia capaci di fermare gli attacchi avversari ed evitare eventuali incomprensioni. You know…

Così, al draft NFL del 2021, i Chicago Bears incuriositi dal suo profilo hanno deciso di selezionarlo con la scelta numero 250 e piazzarlo in un reparto affollato da talenti e condottieri rimarcabili quali Eddie Goldman o Akiem Hicks. La tradizione dei nose tackle e degli uomini di linea al Soldier Field è lunga e intramontabile. Evergreen si dice. Da Trace Armstrong (1989-94) a Mark Hartenstine (1975-86), Stan Jones (1954-65), Ed Sprinkle (1944-55), la furia omicida di Steve McMichael (1981-93), Dan Hampton (1979-90), Richard Dent aka Sackman (1983-93, 1995), Doug Atkins (1955-66), per concludere con William “The Refrigerator” Perry (1985-93). Tutti nomi entrati nella leggenda.

Poi c’è l’attualità sanguinaria di questa tradizione, come dicevamo Hicks e Goldman. Toccherà proprio a loro forgiare il nuovo arrivato, Tonga.

La pre-season non la discuto nemmeno, i numeri non mi interessano perchè come dico sempre “il football inizia quando finisce la pre-season”. Però, in mezzo all’entusiasmo contagioso di vedere Justin Fields prendere per mano il suo pubblico e farlo impazzire, ho notato l’impegno e l’attitudine di Khyiris Tonga. Qualcosa che mi ha fatto pensare, che mi ha lasciato degli spunti di riflessione su come questo difensore possa incastrarsi perfettamente nelle dinamiche difensive dei Bears ed eventualmente portarne avanti la storia.

Mr. 250 dunque, Khyiris Tonga. È difficile per i fan essere entusiasti delle scelte del settimo round quando si tratta del draft NFL. È l’ultimo round e produce quasi sempre rinforzi, special teamer o eventuali washout. Eppure, ogni tanto, il round può produrre giocatori sorprendentemente bravi. I Chicago Bears l’hanno scoperto con Charles Leno Jr. nel 2014 (tralasciamo il suo finale da me super criticato, lo storico di Leno ai Bears è positivo nel suo complesso). Quindi è importante prendere sul serio anche quelle scelte così basse. Potrebbe succedere di nuovo con Khyiris Tonga?

Pubblicità

Quando la squadra ha selezionato il difensore di BYU, i tifosi dei Bears non hanno registrato molto sul suo conto se non il suono musicale del cognome Tonga che rimanda alla Conga di Gloria Estefan. I nose tackle in generale non sono tra i giocatori più appariscenti e il fatto che il ragazzo avrebbe compiuto 25 anni a luglio probabilmente non ha aiutato. Eppure il team sentiva di avere trovato qualcuno che era considerevolmente migliore di quanto indicato dalle sue bozze, e in effetti alcuni esperti lo assecondavano in questa idea.

Ciò che più ha affascinato i Bears riguardo a Tonga, è il fatto che questo nose tackle non fosse esattamente il tipico nose tackle.

La maggior parte di mestieranti in quella posizione sono visti puramente come stopper. Un corpo gigante che può divorare blocchi e rendere difficile la corsa tra le guardie e il centro. Mentre Tonga ha dimostrato di poterlo essere, ha mostrato anche una sorprendente capacità di accelerazione interiore. In sostanza è molto più veloce di quanto dovrebbe essere un ragazzo di 325 libbre (145 kg). Ad esempio in occasione della sfida contro i Buffalo Bills, Tonga ha mostrato tutta la sua abilità, in particolar modo con delle back-to-back plays nel 4° quarto.

In qualche occasione Tonga fa un buon lavoro alzandosi al centro della linea e lo abbiamo notato scivolare alla sua sinistra intasando la corsia. In quel caso il running back non ha un posto dove andare mentre altri difensori dei Bears volano rapidamente verso di lui, lasciandolo senza alcun guadagno. Un evento che non è risultato unico per Khyiris Tonga, il quale ha fatto le stesse cose anche la settimana prima contro Miami. Questo offre un’ulteriore indicazione che i Bears potrebbero avere qualcosa di molto interessante per le mani. Non solo delle letture difensive pulite e condite da ottimo tempismo e pronta reattività, ma anche fame. Tanta, tanta fame. La voglia innata di chiudere la porta in faccia che contraddistingue i grandi difensori di questo campionato.

Anche se Tonga non sarà un titolare con Eddie Goldman nella squadra, il suo nome riflette quanto siano profondi i Bears sulla linea difensiva. La copertura per il nose tackle è stata un problema per i Bears l’anno scorso, poiché Goldman ha rinunciato a giocare a causa del COVID-19. Chiaramente, il GM Ryan Pace e gli allenatori non avevano in programma di restare scoperti nell’eventualità che ciò accadesse di nuovo. Allora dentro con Tonga a copertura e rinforzo del ruolo.

È incoraggiante vedere un rookie giocare già così bene. Khyiris Tonga ha molto da migliorare, ma è ovvio che ha un potenziale che vale la pena di essere esplorato. L’allenatore della linea difensiva, Chris Rumph, ha già fatto un bel lavoro con lui. La NFL è un grande passo avanti nella competizione professionistica, il passo più complesso. Tonga ha passato la maggior parte del suo tempo alla BYU a mangiarsi centri fisicamente più piccoli di lui, ma nella massima categoria non sarà certo così. Deve imparare a gestire gli avversari più grossi e che sono anche più forti a livello di fisicità. È qui che un regime di allenamento NFL e un veterano come Rumph possono aiutarlo a crescere.

Per ora siamo più che ottimisti sul conto di questo atleta e se dovessi scommettere il miei 2 cent su qualcuno li punterei su di lui. Per il resto, per ammazzare la noia…

Come on, shake your body baby,
Do the TONGA
I know you can’t control yourself any longer
Come on, shake your body baby,
Do the TONGA!

alex cavatton firma area 54

Pubblicità
Merchandising Merchandising

Articoli collegati

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.