AREA 54: Chicago Bears, si riparte!

It’s training camp time!

Ciò significa che la stagione di football riprende a pieni ritmi! Alla Halas Hall c’è voglia, curiosità, trepidazione. I Bears vivono un nuovo inizio attraversando un’estate che di certo non verrà dimenticata per come i fatti si sono susseguiti. L’ipotesi in cui, ad aprile, il draft dei Bears avrebbe potuto prevedere un trade down per collezionare pick future in vista di una stagione al limite col tanking aveva sfiorato i pensieri di molti, compreso quelli di chi scrive. Diciamo che visti i presupposti era lecito pensarlo ma poi, come spesso accade, è successo tutto il contrario di tutto: via la prima scelta di quest’anno e via pure quella dell’anno prossimo, i Bears fanno un trade up sacrosanto per arrivare a Justin Fields, accolto in città come un messia.

Justin Fields è la luce infondo al tunnel, rappresenta tutto quello che Chicago non ha mai avuto in termini di football. Incarna la forma di quella figura mitologica destinata a condurre il popolo degli orsi alla riconquista del Nord prima di raggiungere la terra promessa. E le fantasie volano alte, nonostante il senso dell’esperienza vissuta mantenga ognuno di noi ancorato alla zavorra ben salda a terra.

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Lo spiraglio luminoso acceso dall’arrivo di Fields rirpistina a modo suo gli equilibri nella città del vento che passa dalla buriana più frastornante alla calma sericea dell’acqua di lago. Fields è il riflesso del sole che accarezza le onde e la sua aura rasserena l’ambiente con fare superlativo. E ancora questo raganno non ha fatto niente! Siamo difronte a qualcosa di totalmente inedito dalle parti dell’Illinois e, per quello che possiamo capirne, ci piace.

Calmness.

Calma, pacatezza. Concetto sottolineato e ribadito dal duo Matt Nagy / Ryan Pace nella conferenza stampa di inizio training camp. Si lavora pensando all’oggi, ci si impegna per costruire e per mettere tutti i componenti della rosa nella miglior condizione possibile. I volti del management Bears sono particolarmente distesi, a Nagy sembrano persino sparite le occhiaie. Il linguaggio del corpo di Nagy & Pace è privo di incertezze, i volti non scricchiolano sotto il peso delle domande dei giornalisti come invece accadeva in passato. Le idee sono chiare, il sentiero è tracciato. Ora parlerà il campo.

Spunti interessanti dalle parole di Nagy, li riassumiamo in breve: l’impiego Cole Kmet per la prossima stagione crescerà in maniera esponenziale, gli allenamenti da questo punto in avanti avranno dei ritmi piuttosto alti, la difesa dovrà produrre una tonnellata di takeaway e Sean Desai è l’uomo giusto per ridare al reparto la sua vera essenza. Menzione anche per Khalil Mack, al quale ogni offensive coordinator della lega prepara due/tre game plan per limitarlo; Desai e Nagy lavoreranno alle contromosse per rispondere prontamente alle soluzione di double-triple teams su Mack.

Un altro Khalil, ma questo si chiama Herbert, è finito sotto la lente del capo allenatore (e di quella di Chris Tabor) per quanto riguarda i ritorni con lo special team. Chicago ha perso Cordarellone Patterson, il suo kick-off returner, il migliore del campionato in questo mestiere. Patterson se ne è andato frettolosamente con tutte le ragioni del caso, ma qui siamo convinti che ora si stia mangiando le mani visto l’evolversi della storia. Potremmo parlare di feeling inverso per Allen Robinson II, di certo frustrato per la mancata estensione ma con l’arrivo di Fields e Dalton rigenerato e pronto per mettersi nuovamente in vetrina. Non vi sono dubbi sul fatto che Andy Dalton e Justin Fields possano essere i migliori quarterback a lanciar palloni a Robinson dal suo arrivo in NFL datato 2014!

Per la copertura del ruolo di ritornatore Nagy ha parlato di “competizione aperta” anche se Herbert sembrerebbe essere predestinato a riportare avanti la palla sui calci da terra. Sui punt, invece, è prevedibile il ritorno di Tarik Cohen. Il joystick umano è fuori da week 3 del 2020 (la famosa rimonta di Foles sui Falcons) per la rottura del legamento crociato anteriore; Cohen aveva appena firmato un triennale da 17.5 milioni di dollari con i Bears, contratto sul quale avevamo pesanti riserve, e dovrà dimostrare di poter competere ancora ad alti livelli.

C’è poi una fetta di mercato che si è mossa. Anthony Miller è stato ceduto agli Houston Texans assieme alla scelta del 7° round nel draft 2022 in cambio del 5° pick dei texani nello stesso draft. Anthony Miller, terzo ricevitore dei Bears nelle gerarchie di squadra, era arrivato a Chicago nel 2017 con la selezione del 2° round per la quale i Bears avevano fatto un trade up con i New England Patriots.

Nel recente podcast di Chicago Bears Italia abbiamo riassunto le mosse di Pace nel corso dei draft degli ultimi anni: nel 2016 trade up al primo giro per Leonard Floyd, nel 2017 trade up al primo giro per Trubisky, nel 2018 trade up al secondo giro per Anthony Miller. Nessuno di questi atleti rientra più nelle dinamiche dei Bears, tradotta in inglese potremmo dirla così: quite the impressive stretch of wasted draft capital!

Ryan Pace però cerca di correre ai ripari in quello che, per lui, verrà ricordato come l’anno della redenzione. Dopo l’espulsione nel Wild Card dei playoffs 2020 contro i Saints per aver preso a pugni Chauncey Gardner-Johnson, destino toccato anche a Javon Wims in precedenza, e dopo una notevole regressione dovuta anche ai problemi fisici, il valore di Anthony Miller era calato molto. Bravo Pace dunque, nel portare a casa un quinto giro per il prossimo anno quando non avremo selezioni al primo round. Sforzo apprezzabile e che forse lascia intuire che il general manager dei Bears abbia realmente voglia di costruire qualcosa di valido. Tornando su Tarik Cohen, il duttile running back potrebbe coprire occasionalmente lo slot di WR3 lasciato vacante da Miller nella prossima stagione.

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Infine Chicago firma il tight end veterano Jesse James, ex Steelers (2015-18) e Lions (2019-20): carriera da 88 partite in NFL con 54 partenze da titolare, 150 completi per 1.460 yard totali e 11 touchdown. James era stato selezionato nel draft del 2015 al quinto round dopo i trascorsi collegiali di Penn State. I suoi numeri non sono così eclatanti, ma James rimane un fortissimo bloccatore che può aiutare l’attacco dei Bears quando chiamato in causa.

La nuova stagione è ormai alle porte, Bear Down!

Alex-Cavatton

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