[NFL] Week 10: Una super difesa trascina gli Eagles, Panthers travolti (Carolina Panthers vs Philadelphia Eagles 21-45)

Semplicemente non c’è stata partita. Il Monday Night del decimo turno è durato più o meno una ventina di minuti di gioco effettivo: quelli necessari agli straripanti Philadelphia Eagles per mettere a segno 24 punti che hanno seppellito gli inguardabili Carolina Panthers. Il resto è stato poi un monologo dei verdi della Pennsylvania il cui vantaggio finale è stato di “appena” 24 punti (45-21), un divario che non rispecchia la differenza di valori vista in campo.

Mark Sanchez EaglesPur non perfetti, gli Eagles hanno dominato in tutte e tre le fasi del gioco e va dato atto soprattutto alla difesa, che giocava per la prima volta senza il leader DeMeco Ryans, fuori per la stagione a causa della rottura del tendine di Achille del piede destro, di aver disputato un match stratosferico. Dei 21 punti dei Panthers, quattordici sono arrivati con le Aquile già avanti 45-7 e comunque il tabellino della difesa in verde parla di nove sack, tre intercetti, due fumble recuperati, una segnatura e una media concessa a portata di appena 3,2 yards. Non male davvero per un reparto che era già il migliore della NFL per fumble forzati e per le segnature difensive.
Onestamente tutti i componenti della difesa di casa sono da elogiare, ma Barwin (autore di 4 sack) è stato assolutamente devastante e si è divertito a mettere a terra a turno un po’ tutta la linea offensiva dei Panthers. Anche altri componenti del front seven degli Eagles, da Curry a Cole ad un eccellente Cox, hanno partecipato alla festa a spese del povero Newton. E anche quando l’ex regista di Auburn è riuscito a far partire il braccione, non è stata certo una cuccagna, perché Allen, Cary Williams ed un Fletcher che, finalmente sano, sta dimostrando tutto il suo valore, hanno montato una guardia arcigna sui wideout ospiti.

L’attacco del team di Kelly non è stato invece altrettanto spumeggiante: ha sì giocato un buon match ma molto a sprazzi, e con una “assenza” di rilievo. Sicuramente c’è da tener conto del fatto che per il regista Mark Sanchez era la prima volta da titolare dalla fine di dicembre del 2012, e comunque l’ex Jets non ha certo demeritato, portando a casa ben 332 yards con due mete e soprattutto senza intercetti, fattore da sottolineare per un quarterback che spessissimo è stato duramente criticato per la montagna di errori (leggi palle recapitate agli avversari) commessi in carriera. Fra i ricevitori si è rivisto un Matthews in forma smagliante: il rookie da Vanderbilt ha contribuito alla causa degli Eagles con sette ricezioni per 138 yards e due mete, spesso saltando gli avversari come birilli grazie alla sua velocità. E in questo caso si può dire buon sangue non mente visto che Matthews è cugino di un certo Jerry Rice…

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Oltre al rookie, grande giornata anche per un veteranissimo come il tight end Celek che ha terminato con 116 yards ottenute grazie a cinque palloni catturati. Quasi assente invece Maclin autore di appena tre ricezioni per 38 yards.
Il punto veramente dolente però per l’attacco delle Aquile è stato un McCoy impalpabile. Vero, la difesa dei Panthers era soprattutto concentrata sul fermare lui e Sproles, però “Shady” è stato un ombra per tutta la gara: mai uno dei tagli che l’hanno reso famoso, mai un’accelerazione degna di questo nome, mai efficace come receiver e blocchi sui pass spesso approssimativi. Insomma se gli Eagles vorranno avere speranze di arrivare fino al gran ballo avranno bisogno di un McCoy molto diverso da quello fiacco visto lunedì.

Cam Newton PanthersCarolina è stata invece in balia dell’avversario per tutta la gara e il suo attacco ha fatto segnare un preoccupante non pervenuto con un Newton in evidente difficoltà, soprattutto da un punto di vista fisico. Abbastanza ridicola a questo proposito, è stata la risposta a metà partita dell’head coach Rivera alla giornalista che gli chiedeva notizie sullo stato di salute del suo quarterback sofferente per quasi tutto l’arco della gara. “Abbiamo sciupato delle occasioni” ha detto Rivera “però io non ho visto questi problemi fisici”. Lui no, ma i quasi 70.000 del Lincoln Financial Field ed i milioni davanti al televisore sicuramente sì, per un Newton che faceva fatica a “decollare” una volta fuori dalla tasca ed anche all’interno di essa aveva una mobilità alquanto limitata.
I problemi del regista dei Panthers sono molteplici: costole, caviglie, piedi, ed i nove sack subiti lunedì non hanno certo giovato alla sua salute. A questo proposito lascia ancora più sorpresi la decisione di Rivera di tenerlo in campo fino alla fine di un match già chiuso a metà del terzo quarto. Newton, il cui quarterback rating in stagione è andato declinando con costanza partita dopo partita, ha sicuramente le sue colpe per i molti lanci sbagliati, però anche il supporting cast non lo ha assolutamente aiutato.

La linea è stata addirittura imbarazzante, a parte la buona gara della guardia Norwell, ed i receiver hanno fatto a gara a chi droppava più palloni. L’unico a salvarsi è stato il solito, solidissimo tight end Olsen nettamente il migliore dell’attacco con 6 ricezioni per 119 yards. Il rookie Benjamin ha statistiche notevoli, tre ricezioni, 70 yards e due mete, ma la stragrande maggioranza sono arrivate quando ormai, parafrasando Dan Peterson, non solo la mamma aveva buttato la pasta, ma l’aveva già scolata e condita.
Il rushing game non ha fatto molto meglio: la coppia DeAngelo Williams e Stewart ha infatti ammassato 24 portate per 67 yards… e la media non è difficile da calcolare. Un pochino meglio ha fatto Whittaker autore di sei corse per 29 yards, ma anche qui venute con gli Eagles già con la testa altrove. In difesa la coppia di tackle Short e Lotulelei ha tenuto in piedi la baracca, come ha fatto un Kuechly non al meglio ma comunque positivo in tutte e due le fasi di gioco. I due end Horton e soprattutto Johnson non sono praticamente mai riusciti a mettere pressione su Sanchez e nel secondario ad una buona prova del trio Norman, Cason e White hanno fatto da contraltare le prestazioni negative di Harper, DeCoud e del linebacker Davis.

Spesso nelle ultime settimane, mi è capitato di commentare partite che iniziavano con una squadra in grande spolvero che poi però si smarriva nel prosieguo del match. Ebbene, nella sfida del Lincoln Financial Field, che sarebbe stata una serata nerissima per i Panthers lo si era capito dopo tre giochi offensivi: al secondo DeAngelo Williams perdeva l’ovale in seguito al placcaggio di Matthews e la difesa degli Eagles recuperava il pallone. Poi alla prima azione del drive offensivo successivo, Newton si faceva intercettare da Cary Williams. Philadelphia capitalizzava su entrambi i turnover segnando un field goal con Parkey ed una bella meta su corsa da 8 yards di Sproles che violava indisturbato la meta avversaria con una corsa a sinistra dopo che tutta la difesa dei Panthers, Kuechly incluso, beveva la finta di portata verso destra.

Jordan Matthews EaglesDopo i disastri iniziali, finalmente l’attacco in bianco sembrava iniziare a macinare gioco: qualche buona corsa di Stewart ed un paio di bei lanci di Newton facevano da prologo ad una delle più spettacolari giocate degli ospiti: un tracciante in direzione del tight end Olsen che veniva fermato dopo un guadagno di 38 yards. Stewart si incaricava poi di varcare la linea di meta con una corsa da una yarda, e nel drive dopo la difesa di Carolina costringeva Sanchez e soci ad un “tre e fuori”. Ma l’attacco dei ragazzi di Rivera non faceva di meglio, ed anzi sul ritorno di punt, Sproles bruciava tutto lo special teams dei Panthers e faceva 17-7.

Il secondo quarto era poi da museo degli orrori: due drive di Carolina naufragavano per altrettanti sack ed un terzo veniva fermato sulle 26 degli Eagles. A quel punto i Panthers erano già sotto 24-7 ed il coaching staff ospite optava per giocarsi il quarto e uno alla mano: il lancio di Newton a Cotchery però cadeva incompleto ridando la palla ai padroni di casa. Anche l’attacco degli uomini di Kelly non faceva però faville e i Panthers avevano ancora due possessi prima della fine del primo tempo, ma le cose andavano pure peggio: sul primo Newton sbagliava completamente la traiettoria del lancio all’ex di turno Avant e veniva intercettato da Fletcher che riportava in meta la palla del 31-7. Poi nell’ultima serie, Newton veniva “saccato” in due azioni consecutive da Barwin e terminava lanciando un Hail Mary pass allo scadere che veniva nuovamente intercettato, stavolta da Allen.

Il terzo quarto si apriva con un punt di Philadelphia, quindi i Panthers finivano di seppellirsi: fumble di Newton sull’ennesimo sack di Barwin, ricoperto da Curry e due azioni dopo McCoy segnava quasi camminando con una corsa da una yarda. Il facile TD del runner numero 25 era però stato propiziato da un gran lancio di Sanchez all’ottimo Celek per 29 yards. A quel punto in realtà mancavano ancora un quarto e mezzo, ma sul 38-7, con un Newton acciaccato nel fisico e nel morale, la gara era già abbondantemente decisa.
I tifosi degli Eagles avevano però ancora il tempo per gioire della seconda meta di giornata di Matthews imbeccato ottimamente da Sanchez, quindi i padroni di casa alzavano decisamente il piede dall’acceleratore e finalmente c’era un po’ di gloria anche per i Panthers che andavano a segno in due drive successivi grazie ai lanci di Newton a Benjamin che iscriveva il suo nome sul tabellino dei marcatori grazie a due ricezioni da 21 e 40 yards.

Il facile successo permette agli uomini di Kelly di restare in vetta alla NFC East davanti a Dallas mentre, incredibilmente nonostante il record di tre vittorie, sei sconfitte ed un pareggio, i Panthers restano in piena corsa per vincere una NFC South quest’anno veramente in grandissima crisi.

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