Chiefs, il Super Bowl perso è solo un dettaglio

Se è vero che tutto quello che non ti uccide ti rende più forte, le difese NFL si preparano a tremare davanti alla sete di rivalsa che gli uomini in bianco-rosso bramano dalle parti di Kansas City.

I Chiefs sono una nuova dinastia vincente del football americano, la loro ascesa è stata lunga ma ora è ben stabilizzata sebbene l’ultimo Super Bowl li abbia visti cedere il passo a Tom Brady & Co. A Kansas City hanno il lusso di poter parlare di una finalissima persa come se questa fosse solo un dettaglio. Ci pensate? Sembra follia, invece è realtà. Questo gruppo, sulle spalle di Patrick Mahomes, ha prospettiva infinita e familiarità con gloria e successo. Oltretutto gioca un football divertente, coinvolgente, dinamico, acrobatico. Quel genere di intrattenimento per il quale saremo sempre felici di spendere i nostri soldi.

Nonostante la sconfitta nella Super Bowl, il ruolino di marcia degli ultimi tre anni parla di una finale di conference persa, di un Super Bowl vinto e di uno perso. Sulla base di questi dati, sulla durata del contratto di Patrick Mahomes e sulla fascia d’età degli elementi principali dei Chiefs, guardando avanti non si può far altro che dormire sereni.

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C’è solo un pensiero che “tormenta” le notti di Andy Reid rischiando di togliere il sonno al capo allenatore dei Chiefs: la linea offensiva.

La stessa linea offensiva che, con la compicità delle defezioni nella finale contro Tampa, ha tradito Mahomes e l’attacco più forte dela lega. Mahomes è stato costretto a scappare come un ladro per tutta la partita del 7 febbraio 2021, non riuscendo a convertire nemmeno una meta sotto gli occhi increduli del mondo. Tre calci per 9 punti, più uno nel sedere rifilatogli da Todd Bowels, capace di orchestrare una difesa asfissiante contro il fenomeno in maglia #15.

Tom Brady ha fatto il resto completando l’opera con la solita serenità del caso. Sempre alquanto arguto nel mettere la propria squadra nella condizione di non perdere! E per i Chiefs questa batosta rimane un punto fermo dal quale attingere per il futuro.

In quell’occasione singolare Andy Reid ha visto emergere tutti i limiti del suo attacco. Un attacco che nonostante le difficoltà del momento non perdeva il suo estro e la sua creatività funambolica; ma una giornata storta capita a tutti e se il tuo quarterback è costretto a darserla a gambe per evitare di finire la carriera a soli 25 anni, non lo si può colpevolizzare più di quel tanto. Quella notte Mahomes ha perso costantemente il contatto visivo con i suoi ricevitori perchè troppo impegnato a evitare sack e colpi brutali al corpo che, dopo il divisional round contro i Browns, non era certo nelle condizioni ottimali. Quelle corse arretrate, condite da continui cambi di direzione, hanno ubriacato l’ambiente e messo scompiglio nell’orinato gameplan dei Chiefs. Purtroppo, le colpe di 2 sack, zero touchdown, 1 fumble e 3 intercetti vanno attribuite per la maggiore ai problemi della linea offensiva incapace di reggere l’urto famelico della difesa di Tampa. In questa sede non si vuole giustificare Mahomes perchè poi, in fin dei conti, il gioco lo guida lui. Tuttavia con una maggiore protezione da parte della OLine saremmo probabilmente qui a raccontarci una storia differente. Magari non nell’esito finale ma di sicuro nella sostanza.

Dunque la linea offensiva dei Chiefs finisce per forza di cose sotto la lente. Un interessante caso di studio su quanto siano importanti la coesione e la chimica sul campo per questa unità. Sappiamo che la stabilità sulla linea è un punto di partenza fondamentale, ma Kansas City è stata costretta a rivedere completamente la sua OLine in questa offseason e con ogni probabilità inizierà con cinque giocatori completamente nuovi nel giorno di apertura di questa stagione rispetto a un anno fa. 

È probabile che Mike Remmers sarà l’unico titolare del 2020 a scendere in campo in week 1 per i Chiefs nel 2021. Bisognerebbe tra l’altro considerare che Remmers non è entrato in formazione fino a quando Mitchell Schwartz non si è infortunato all’inizio della scorsa  annata e che lo stesso Remmers doveva essere il backup per il ruolo di right tackle.

I nomi sulla carta lanciano segnali incoraggianti a prescindere dai cambiamenti: Laurent Duvernay-Tardif tornerà dopo aver trascorso una stagione in prima linea nel campo medico combattendo contro il COVID-19. Escluso il 2020, Duvernay-Tardif è stato il titolare della squadra come guardia destra negli ultimi cinque anni.  L’ingaggio di Joe Thuney porta esperienza l’esperienza di 2 Super Bowl vinti a New England, anche se il suo 2020 non è stato esattamente dei migliori.

Kyle Long rimane una mossa sperimentale, ma un fallimento preannunciato. Di certo Long possiede leadership e carisma in abbondanza, virtù che all’interno di uno spogliatoio sono sempre necessarie. Ma da tifoso Bears fidatevi se vi dico che i suoi giorni da giocatore non possono più garantire alcuna certezza perchè il fisico di quell’omone che a Chicago abbiamo tanto amato, oggi, non regge più.

Orlando Brown Jr. vanta due convocazioni al Pro Bowl in tre stagioni disputate a Baltimora e la sua firma è un buon colpo di assestamento per la linea di KC. Lucas Niang, terzo pick dei Chiefs nel draft 2020 (n°96 nelle selezioni) ha studiato per un anno intero e potrebbe trovare un pochino di spazio, mentre il rookie da Oklahoma, Creed Humphrey, è la dimostrazione pratica che la società non è rimasta indifferente ai problemi della linea. Infatti i Chiefs hanno rinforzato l’organico in tal senso selezionando un centro con il loro secondo pick del 2021. Trey Smith, giunto anch’esso alla fine dello scorso draft, è una sorta di colpo di coda nel processo di rimpolpamento della linea.

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Una cosa è certa, nessuno di questi giocatori ha giocato insieme prima d’ora. È una combinazione completamente nuova di uomini di linea di partenza e quanto ciò influenzi l’abilità complessiva di ciascun giocatore rimane un’incognita. Ad ogni modo, credo di poter dire che le fondamenta siano profonde quanto basta per poter sostenere l’attacco di coach Reid.

Un aspetto che però complica le cose, è la tendenza del quarterback Patrick Mahomes a giocare con un certo stile: spesso Mahomes indietreggia qualche passo in più rispetto al tipico punto in cui i QBs si fermano per guadagnarsi l’extra time e lo spazio “vitale” per lanciare. In quel modo, Mahomes ha trovato il ritmo per poter tracciare quelle big play che lo hanno caratterizzato e reso famoso.

I titolari (di lunga data) della scorsa stagione, come Schwartz ed Eric Fisher, sono abituati a queste sfumature nello stile di gioco di Mahomes e le hanno quasi sempre assecondate con dimestichezza. Ma non essendoci più Fisher e Schwartz il nuovo gruppo di offensive linemen dovrà capire al volo le intenzioni del QB e mostrare tutta l’adattabilità del caso per favorirne le giocate.

Andy Heck, l’alenatore della liena offensiva di Kansas City (da nove annia questa parte) avrà un bel lavoro di taglia e cuci da fare ma la sua esperienza trentennale di allenatore nella NFL lascia tutte le garanzie possibili. In definitiva, tra le mura dell’Arrowhead Stadium non ci sono particolari preoccupazioni nei confronti dei problemi legati alla linea.

Conoscere le proprie debolezze rende più forti e a Kansas City, tutto questo, è ben chiaro.

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Alex Cavatton

@AlexCavatton sport addicted dal 1986. Amministratore di Chicago Bears Italia. Penna di Huddle Magazine dal 2018. Fondatore di 108 baseball su Cutting Edge Radio. Autore dei progetti editoriali: Chicago Sunday, Winners Out, RaptorsMania, Siamo di Sesto San Giovanni, Prima dello snap. Disponibili su Amazon

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