C’era una volta… Carson Wentz

C’era una volta un eroe senza macchia e senza paura chiamato Carson Wentz.

Aitante, di bell’aspetto e belle speranze fu scelto come condottiero dell’impero dell’est, per riportare il regno agli antichi splendori e sconfiggere l’orco vorace, di nome Patrio, che non si saziava mai di trionfi e conquiste.
Carson, appena arrivato nel regno dell’amore fraterno, stupì tutti per le sue grandi capacità, al punto di convincere il re a congedare il precedente comandante d’armata, mandandolo all’ impero del freddo nord, per lasciare le redini delle truppe a questo giovane virgulto.
Dopo un primo anno di duro addestramento e sviluppo delle sue capacità di combattimento, Carson venne mandato ad affrontare una serie di prove che misero a dura prova il suo coraggio.

Prima di poter arrivare a fronteggiare l’orco, dopo aver indossato la sua lucente armatura e il verde cimiero, doveva infatti affrontare numerosi altri ostacoli, ma le sfide non lo avevano mai spaventato, per cui si gettò subito nella mischia: partì sconfiggendo la tribù dei Pellirosse, ma venne poi fermato dai Capi indiani. Il ragazzo però aveva stoffa e non si perse d’animo, ricominciando a lottare con ancora più vigore; seguì un duro scontro con i Giganti che lo vide uscire vittorioso dalla tenzone e sfuggì alle Scariche elettriche che gli vennero scagliate contro dalle truppe dell’ovest. Gli Uccellini Cardinali rossi scapparono al solo vederlo arrivare e anche le Pantere, pur ingaggiando un’epica lotta, ebbero la peggio. La tribù dei Pellirosse, mai doma, tentò inutilmente un altro attacco e anche i Cercatori d’Oro vennero sgominati facilmente; i Cavalli selvaggi furono facilmente addomesticati e neppure i Cowboys ebbero sorte migliore, per non parlare degli Orsi che vennero ridotti a dei pupazzi di pezza.  Nonostante gli Uccelli marini riuscirono a respingere i suoi attacchi, tutto sembrava procedere per il meglio e la sua avanzata sembrava davvero inarrestabile, ma una Strega cattiva, Atukia, invidiosa del successo del giovane cavaliere, gli fece un maleficio andando a colpirlo proprio durante una delle sue dimostrazioni di maggior valore e coraggio.
Durante l’ultima battaglia contro gli Arieti, vedendo che il suo esercito non riusciva a sopravanzare, fu Carson Wentz in prima persona a gettarsi in prima linea, noncurante dei terribili colpi sferratigli dalle corna ricurve degli avversari, ma, durante un affondo, Atukia lo afferrò per un ginocchio e coi suoi possenti artigli gli squarciò l’armatura e lo ferì ad una gamba.
La vittoria era stata raggiunta, ma il prode cavaliere pagò il prezzo più alto, dovendo abbandonare il campo di battaglia, per una resa personale davvero difficile da accettare.

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Il re preoccupato si riunì con i suoi consiglieri di corte e, dopo aver consultato gli aruspici, la scelta del sostituto ricadde su un mago un po’ pasticcione: Nick Foles. Se il Fato non voleva che la vittoria si potesse raggiungere con la maestria nelle armi, forse sarebbe stata la magia a consentirglielo.
Effettivamente la mossa si rivelò azzeccata al punto da giungere sempre più vicini allo scontro finale, sconfiggendo sia i Falconi del sud che i Vichinghi del freddo nord. Quell’esercito, che così bene aveva combattuto sotto la guida del cavaliere Carson, riuscì comunque a trovare compattezza anche con il mago Foles, facendo avverare la profezia.
Finalmente era giunto il momento tanto atteso: l’epico scontro con l’orco Patrio. Quando gli si parò davanti rimase stupito dalla bellezza del suo volto, che non sembrava certo quella del mostro famelico che gli era stato descritto, ma notò come tutte le parti del corpo si muovevano in perfetto sincrono agli ordini di un potente stregone che, nonostante le vesti sgualcite, emanava un’aura di onnipotenza.
Il buon Foles capì che sarebbe stata l’occasione della sua vita e per prevalere avrebbe dovuto usare un trucco davvero speciale, per cui, dopo essersi confrontato con i consiglieri di corte, provò un vero e proprio inganno da novello Ulisse, facendo credere a tutte le membra dell’orco che l’attacco sarebbe arrivato da una delle coorti del fianco sinistro, mentre fu lui stesso dal lato destro a sferrare il colpo ferale conquistando l’agognata vittoria.
Il regno dell’amore fraterno aveva finalmente vinto e il mago Foles venne portato in trionfo e fu nominato l’eroe del popolo, rimanendo per sempre nel cuore della gente.

Il cavaliere Carson festeggiò anch’esso l’impresa, sapendo di esserne stato comunque uno degli artefici, ma dentro di sé rimase l’amarezza di non aver potuto portare a termine quello che con lui era stato iniziato.
Un’ombra oscura iniziò ad appannare il suo animo, cominciando a diffidare di tutti e vedendo nemici ovunque, nonostante il re gli avesse ridato la guida delle armate non appena guarito. Arrivò a suggerire al sovrano di lasciare che il mago Foles andasse via in cerca di nuove imprese, perché vedeva in lui un cospiratore benvoluto dal popolo; il re acconsentì pur di rasserenare il suo giovane campione, ma il condottiero Carson Wentz entrò in una spirale vorticosa che lo trascinò sempre più a fondo, non riuscendo più ad esprimere il suo originale valore e a perdere anche la fiducia delle sue armate, arrivando ad accusarle di avergli preferito il mago Foles. Carson aveva ormai la mente annebbiata dall’insicurezza, tormentato dalla ricerca di un ignoto nemico a cui addossare la colpa della sua sventura; si affidò allora a due dei suoi più fidati scudieri e li mandò in un santuario ai confini del mondo conosciuto per interrogare l’oracolo e scoprire chi fosse questo fantomatico nemico che gli aveva fatto qualche maleficio.

Al loro ritorno entrambi riferirono che l’oracolo aveva mostrato loro il volto dell’uomo che lo stava ottenebrando e quando il cavaliere Carson chiese di rivelargli chi fosse, i due scudieri risposero che le fattezze apparse corrispondevano proprio a lui.
Carson rimase esterrefatto e si chiuse in se stesso non volendo vedere nessuno, finché non prese la decisione di chiedere al re di lasciarlo partire per cercare di ritrovarsi e poter tornare ad essere quell’eroe senza macchia e senza paura che tutti avevano ammirato. Il re a malincuore accettò per l’affetto che aveva sempre avuto per lui, pur sapendo che il suo regno avrebbe dovuto attraversare un periodo di grande difficoltà senza una guida salda per le sue armate.

Carson Wentz partì con la sua armatura in spalla per iniziare un percorso ancora più lungo e difficile di quello che avrebbe dovuto affrontare attraverso regni e pericoli, ovvero il viaggio dentro il proprio animo per sconfiggere il suo nemico più terribile: se stesso.

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Giorgio Prunotto

Appassionato da 30 anni di football americano e dei Cincinnati Bengals, stregato dal design del loro casco, dalle magie di Boomer Esiason e dalla Ickey Shuffle.

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10 Commenti

  1. Una stagione di NFL raccontata a mò di fiaba…

    Avventura che ho avuto il piacere di leggere (almeno fino alla sconfitta dell’orco… Io tifavo per Shrek)

    E cmq i Vaccari (Cowboys) ci potevano pure stare

    1. Grazie mille per la lettura. Come sempre alcune cose, vedi Vaccari o ad esempio volevo mettere il simbolo dell’aquila sul suo vessillo ma mi sono dimenticato e riguardandole a posteriori le cambierei.
      Per il resto, ho già la mente proiettata a nuove idee per cui, salvo clamorose richieste dai lettori credo resterà un unicum. Figurati che pensavo fosse così strano che non sapevo nemmeno se mandarlo al direttore.

  2. Una stagione di NFL raccontata a mò di fiaba…

    Avventura che ho avuto il piacere di leggere (almeno fino alla sconfitta dell’orco… Io tifavo per Shrek)

    E cmq i Vaccari (Cowboys) ci potevano pure stare

    Attendo la prossima fiaba….

  3. Grazie mille per la lettura. Come sempre alcune cose, vedi Vaccari o ad esempio volevo mettere il simbolo dell’aquila sul suo vessillo ma mi sono dimenticato e riguardandole a posteriori le cambierei.
    Per il resto, ho già la mente proiettata a nuove idee per cui, salvo clamorose richieste dai lettori credo resterà un unicum. Figurati che pensavo fosse così strano che non sapevo nemmeno se mandarlo al direttore.

  4. Salve, divertente il Suo pezzo. Posso sapere chi è Atukia?
    Grazie e complimenti.

    1. Grazie mille, mi fa piacere ti sia piaciuto.
      Domanda più che legittima: Atukia è il nome della sfortuna in greco antico. In una fiaba mi sembrava ci stesse bene (reminiscenze classiche) e il nome mi suonava bene.
      Se posso chiederti (diamoci del tu se non ti spiace): come ti sei avvicinata al football americano?
      Visto che purtroppo tra le fanciulle non è così diffuso credo che una condivisione della tua esperienza (se ti va) potrebbe aiutare altre lettrici a fare sentire di più la loro voce e aiutare il movimento.
      Grazie in ogni caso e non sentirti in obbligo di rispondere mi raccomando

  5. Eh già, era così semplice!
    Cmq non avevo 10 anni quando mio padre registrò il primo Sb trasmesso in Italia, quello di Mike Buongiorno, così il giorno dopo lo vedemmo insieme e ne rimasi molto colpita. Poi negli anni, tra alti e bassi, continuai a seguire le vicende nfl fino a quello che credetti un colpo di fulmine per i Pat e trovai insopportabile Eli, soprattutto nell’anno della mancata perfect season! Poi, improvvisamente, scoprii, recentemente, che in realtà ero una fan dei Buc!
    Così, se posso chiedere, come stiamo con Aaron e Deshaun?
    Grazie per tutte le informazioni che ci date.

    1. Grazie a te. I discorsi su Rodgers e Watson sono lunghi e trovi su Huddle Magazine alcuni articoli molto interessanti di Mattia Righetti che ti consiglio. Ne abbiamo parlato anche a lungo due/tre puntate fa a Scusate il Disturbo.
      In ogni caso ti aspettiamo sulla chat Telegram di Huddle Magazine che è perfetta per chiacchierate come questa: raggiungici quanto prima. A presto.

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