Quinn Meinerz, il ragazzo con la pancia che ha stregato la NFL

Con la scelta numero 98 del terzo giro del draft 2021, annunciata dalla NFL Chiefs Football Administrative Officer Dawn Aponte, i Denver Broncos hanno selezionato Quinn Meinerz, Guardia da Wisconsin – Whitewater.

E’ iniziata esattamente cosi la carriera NFL di un giocatore personaggio che si è letteralmente costruito da solo. Non sappiamo come andrà il proseguo della sua carriera a questi livelli, ma la sua storia merita assolutamente di essere raccontata.
Cresciuto ad Hartford in Wisconsin, ha praticato atletica leggera, wrestling e soprattutto football americano nella Hartford Union High School. Fin dal periodo del liceo ha iniziato a mettere in mostra le sue doti nel ruolo ma non si è “venduto bene”. Molti giocatori, già da quei livelli, con l’arrivo dei social network iniziavano a farsi vedere attraverso la pubblicazione di video o quant’altro, Meinerz no. Non era il suo modo di esporsi. Lui dava tutto in campo e curava ogni aspetto al di fuori del campo, ma non era assolutamente un personaggio mediatico.

L’head coach della Wisconsin – Whitewater Kevin Bullis nel vederlo rimase meravigliato dal fatto che nessuno college di livello superiore lo avesse cercato e subito gli propose una borsa di studio per il suo. Meinerz lo scelse sopra la St. Cloud State e la Wisconsin – La Crosse, giusto per enfatizzare al meglio come il suo stint al liceo sia passato totalmente in sordina.
La UWW è una università pubblica ubicata nella cittadina rurale di Whitewater che ha una popolazione di circa 14mila persone. Non certo un bacino di utenza rilevante. I propri Warhawks, cosi si chiama il team di football americano dell’ateneo, partecipano ad un torneo intercollegiale del Wisconsin che fa parte della Division III, non certo un biglietto da visito probante per entrare nel mondo del football americano professionistico. Tutt’altro. Solitamente da questi angoli ripartono le carriera di giocatori passati in sordina che andranno poi a militare in seconda battuta in una università più quotata per avere più visibilità, ma non è questo il caso di Quinn.

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Nel 2018 uno degli scout dei Denver Broncos, Scott DiStefano, si era recato al campo di allenamento dei Warhawks, come d’altronde qualsiasi altro scout della NFL, per visionare l’OL Nate Trewyn. A fine allenamento tuttavia aveva messo gli occhi su un giocatore che aveva bullizzato malamente qualsiasi uomo della linea difensiva. Non era assolutamente un esempio di atleta perfetto. Già allora si allenava con la divisa incastrata sotto la protezione lasciando intravedere una pancia che sembrava di marmo. Fu proprio quella la domanda dello scout al capo allenatore Bullis il quale si limitò a confermare come che se la avesse colpita avrebbe suonato esattamente come un melone. Era Quinn Meinerz.
Fin dal primo giorno è stato un elemento di spicco per la sua università. Non era il tipico ragazzo con qualità sottopeso o da sgrezzare, lui fisicamente era già “perfetto”. In ogni partita, ad ogni snap, il suo obiettivo era sempre lo stesso: mettere a terra l’uomo di linea, puntare il linebacker e poi dirigersi verso la safety. Tre uomini contro uno, vinceva quasi sempre lui. In due anni il suo livello è cresciuto esponenzialmente e molti team della lega avevano iniziato a mettere sotto la propria lente questo giocatore, che tuttavia non veniva assolutamente pronosticato più in alto di un settimo massimo sesto giro del draft.

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Come sempre entra in gioco anche il destino e come sappiamo nel 2020 la vita di tutti noi è cambiata per via della pandemia da Covid-19. Nel caso di Meinerz è cambiata perché a livello di Division III i campionati sono stati totalmente annullati ed a quel punto le opzioni rimaste al giocatore erano due:  cambiare ateneo accettando offerte da università più blasonate o tentare subito un salto, per quanto rischioso, per la NFL.
La scelta è ricaduta sulla seconda. Si, perché Meinerz è assolutamente sicuro dei suoi mezzi. Non è arrogante, lo stesso head coach Bullis ha sempre tenuto a precisarlo, ma semplicemente sa cosa può fare e lo fa con una maestria tale che gli permette di migliorarsi sempre di più giorno dopo giorno perché ha un’etica del lavoro come pochi. La stessa Guardia in una intervista ha riferito di come lui sia stato uno studente universitario atipico, particolarmente noioso. Quando gli chiedevano quanto bevesse o se uscisse nei fine settimana, lui rispondeva che ogni piccola percentuale del suo tempo era importante per poter crescere e diventare più forte di tanti altri che hanno più qualità di lui ma che non hanno la sua etica del lavoro. Al fine di migliorare le sue prestazioni, nel tempo libero, ha studiato educazione fisica per capire come allenarsi al meglio, ha fatto continui esami del sangue al fine di trovare le carenze e risolverle grazie ad integratori. Il dormire nove ore al giorno è fondamentale. Un meticoloso da paura.

I suoi allenamenti, tuttavia, sono qualcosa di totalmente anti convenzionale. Durante la pandemia si è recato in Canada, in Ontario, dove in una tenuta di pesca di un prozio si è allenato duramente. Molti pensavano, visto il fisico ed il tipo di persona, che una volta ripresi i campionati Meinerz si sarebbe presentato in evidente sovrappeso. Invece Quinn si è presentato si con una ventina di chili in più ma tutti di massa magra. Durante questo suo soggiorno in Canada si è allenato sollevando ed operando con serbatoi di propano, taniche di acqua o comunque qualsiasi cosa che gli potesse permettere di portare a casa il risultato. Inutile dire che i pesi di questi fosse molto più alti di quelli che solitamente utilizzava nelle palestre.

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Con il campionato autunnale del college annullato non sarebbe stato facile comunque fare questo benedetto salto nella NFL e quindi, rientrato a Whitewater per studio si è iscritto alla NX Level di Brad Arnett, un ex allievo dell’ateneo che allena molti giocatori della NFL tra cui i fratelli Watt, nativi proprio del Wisconsin. Qui Arnett lo aiuta a migliorare la sua postura, cosa diverrà fondamentale perché gli permetterà di avere una elasticità importante anche in posizioni particolari.
In estate poi la scelta di recarsi in Texas ad allenarsi con l’allenatore della linea offensiva Duke Manywehater dove impara a giocare in tutti e tre i ruoli della linea e non solo come guardia. Meinerz racconta di come per abituarsi al ruolo di centro snappasse la palla per poi finire a placcare un albero quasi strangolandolo a mani nude. Manyweather lo convince che vendersi è metà dell’opera. Meinerz aveva vissuto la sua “non selezione” da atenei più quotati come un fallimento perché il suo pensiero era quello che se meritavi di essere chiamato lo saresti stato, per tanto non c’era bisogno di sponsorizzarsi sui social. Questa volta non doveva accedere e quindi inizia a mandare una serie di tape un po’ a tutti gli scout abbinati all’universo del Senior Bowl. Si, il Senior Bowl perché Quinn è convinto che quello potrebbe essere il suo lascia passare per la NFL.

Un giorno, durante una estenuante sessione di allenamento alla Exos, il telefono di Meinerz suona ma lui non può rispondere. Si sta allenando. Sullo schermo compaiono due chiamate perse dell’Arizona ma lui non richiama. Il suo agente tuttavia, contattandolo, gli dice di richiamare. Dall’altra parte c’è Jim Nagy, direttore esecutivo del Senior Bowl, che lo invita a rimettere il casco dei Warhawks per un’altra volta, l’ultima. E’ l’invito ufficiale al Senior Bowl. Quinn Meinerz, omaccione da 1,91 e 145 kg finisce in lacrime in un angolino della struttura. La bellezza e l’emozione del football.
A rendere le cose più complicate, o almeno lo sarebbero state per tutti ma non per lui, la scelta di selezionarlo come centro, ruolo per cui lui si stava allenando da tempo ma in cui non aveva mai assolutamente giocato.
Arrivato al Senior Bowl, davanti a lui si paravano giocatori con caschi di Georgia, USC, Texas ed altri. Lui con il casco di un ateneo di Division III. Alla pari con giocatori molto più quotati di lui. La sua figura è balzata praticamente subito agli occhi per via di quella sua attitude che tiene dei tempi del college della maglia bloccata sotto le protezioni e le pancia di fuori. Ora era davvero sulla bocca di tutti.

Sfortunatamente nelle prove finali Quinn Meinerz si è rotto la mano. Poteva bastare li. Le sue quotazioni erano salite vertiginosamente e non c’era bisogno di mettersi ancora in mostra, ma lui è un meticoloso e le sue carte vuole giocarsele fino in fondo finendo per convincere l’head coach dei Miami Dolphins Brian Flores a lasciarlo giocare lo stesso il Senior Bowl.
Dopo questa prestazione, fu richiesto di effettuare un Pro Day nello stadio di Wisconsin-Whitewater esclusivamente per lui. Per capirci Central Arkansas, North Dakota State e South Dakota State sono stati gli unici team della Football Championship Subdivision ad ospitare un Pro Day. Wisconsin-Whitewater gioca due livelli inferiori rispetto a queste tre università.
Qui, un Quinn Meinerz a torso nudo con i suoi 145 kg ha messo in mostra 30 pollici di salto in verticale, correndo le 40 yard in 4,86 secondi e segnando 7,33 secondi nel three-cone drill. A fare da contorno a questo “evento” la neve ai bordi del campo in una giornata piuttosto fredda. Ben 37 scout erano presenti a questa sessione.

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quinn meinerz pro day

Il General Manager George Paton, nella conferenza dopo il day 2 del draft, ha annunciato che Quinn Meinerz sarà in competizione per il ruolo di centro con Lloyd Cushenberry. Una scelta particolare perché l’ex LSU è stato selezionato appena un anno fa sempre al terzo giro e per quanto non perfetto ha mostrato ottimi margini di miglioramenti. Tuttavia un ruolo per questo ragazzone da Hartford verrà trovato o comunque lui forzerà la mano, perché è abituato cosi. A lavorare forte ed arrivare sopra ad altri con più mezzi ma con meno etica del lavoro. I Denver Broncos potrebbero aver fatto una vera e propria steal. Intanto, per Quinn Meinerz si è avverato il suo “sogno americano” del salto dalla Division III alla NFL venendo selezionato al terzo giro. Sogno avverato grazie alla sua perseveranza ed al suo impegno nel migliorarsi giorno dopo giorno per raggiungere un obiettivo ormai fissato da tempo  nella sua testa.

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Eugenio Casadei

Appassionato di calcio (Bologna) e trekking, segue il football assiduamente dal momento in cui vide giocare Peyton Manning con la maglia orange di Denver, divenire tifoso Broncos una naturale conseguenza. Scrive la rubrica settimanale "Indiscrezioni di mercato NFL" in offseason e la "Top Ten" in regular season con grande divertimento e passione.

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