La Serra di Huddle: cosa portano ai Chargers i nuovi rookie

Per i Chargers, questo era un draft piuttosto importante. L’ossatura della squadra c’è ed è buona. La free agency è servita per portare altri titolari di qualità in zone chiave del campo ma, come sempre, per completare l’opera di costruzione di un roster, il draft è fondamentale, e i Chargers dovevano tassativamente alcune lacune. Sulla carta la classe draft del 2021 di Los Angeles ha risolto alcuni problemi, benchè non manchino alcuni punti interrogativi che potranno essere allontanati soltanto con il verdetto del campo. Nel frattempo, visto e considerato che alla stagione 2021 mancano ancora un po’ di mesi, andiamo a vedere come i rookie potranno aiutare la squadra di Staley nella stagione che viene. 

ONE-TWO PUNCH

Con le prime due scelte, i Chargers hanno colmato i due need più grossi che il roster presentava, ovvero il left tackle e uno dei due cornerback titolari. Telesco è stato paziente e non ha forzato la mano con una trade per arrivare a Penei Sewell, così da essere premiato con Rashawn Slater, sceso alla numero 13.
L’ex giocatore di Northwestern è assolutamente il secondo miglior offensive lineman di questa classe, pur senza aver messo piede in campo nell’ultima stagione (aveva fatto opt out causa Covid). Slater ha tutto quello che si potrebbe desiderare da un tackle, compresa la versatilità (può giocare all’occorrenza anche da guardia); ha un footwork eccellente ma ha anche forza ed equilibrio, che gli permettono di mantenere la posizione anche quando l’edge rusher sembra avere la meglio. É anche dotato di ottima tecnica, come si vede nel piazzamento e nell’uso delle mani per rispondere ai colpi del marcatore. Come se non bastasse è un giocatore sopra la media anche nel run blocking: grazie al suo atletismo arriva agilmente al secondo livello. 

Nella stagione 2019 ebbe una super prestazione contro Chase Young, non uno qualunque.

Slater sarebbe potuto tranquillamente uscire prima della tredicesima scelta – ad esempio andando a Carolina con la numero 8, se i Panthers non avessero optato per un cornerback – ma la pazienza di Telesco è stata premiata.
Un regalo ulteriore è arrivato nel secondo giro, quando Asante Samuel Jr è sceso fino alla numero 47. Il figlio dell’ex cornerback degli Eagles non ha una stazza imponente (178 cm per 82 kg), ma è uno di quei giocatori che “gioca più grande di quello che è”. É dotato di ottime letture, velocità di chiusura ed è un buonissimo tackle, soprattutto downhill (cioè quando si butta verso la linea di scrimmage provenendo dal backfield difensivo).

[clear]

Definizione di “ballhawk”: sono più i passaggi difesi (33) che le partite di college disputate (32).

DAY 2 IN CHIAROSCURO

Se la scelta di ASJ ha raccolto approvazione da tutto il mondo degli opinionisti, lo stesso non si può dire delle altre due scelte messe a segno nel day 2, precisamente Josh Palmer e Tre’ McKitty, arrivati entrambi con le scelte del terzo giro.
Si tratta di due pass catcher che hanno caratteristiche indubbiamente utili alla causa, ma di cui stupisce la scelta così presto nel processo del draft. Con alcuni talenti nella o-line ancora presenti, si pensava potesse essere questa la direzione di Telesco, che invece ha preferito aspettare – ne parleremo tra poco – e assicurarsi un potenziale erede di Mike Williams, qualora non venisse confermato dopo la stagione 2021. Palmer ha sicuramente caratteristiche molto interessanti; ha stazza (188 cm per 95 kg), un catch radius notevole e due ottime mani che, assieme alla struttura fisica e ad una buona awareness (banalmente, la capacità di tracciare il pallone mentre è in aria) gli consentono di effettuare ricezioni contestate. É tuttavia un route runner piuttosto limitato, e di lui colpisce – in negativo – la produzione statistica collegiale, non esattamente eccelsa (non ha mai raggiunto le 500 yard su ricezione): sicuramente, la situazione nella posizione di QB di Tennessee non lo ha aiutato. É comunque dotato di un’adeguata, anche se non clamorosa, velocità sul profondo: grazie a questo, alla capacità di vincere nelle situazioni 50/50 e un quarterback che ha tutti i mezzi del caso per lanciare sul profondo, Palmer potrebbe contribuire fin da subito.
Per quanto riguarda invece McKitty, il rookie da Florida State completa un reparto tight end che non manca certamente di atletismo, e in cui il giocatore avrà, almeno per ora, il ruolo di bloccante. 
McKitty ha fisico imponente (196 cm per 111 kg), ma allo stesso tempo è un atleta dai movimenti molto fluidi ed è sufficientemente fisico dopo aver ricevuto il pallone per guadagnare yard aggiuntive. Anche qui come per Palmer, gli aspetti negativi sono legati alla corsa delle tracce e alla produzione offensiva davvero scarna, sia in termini di yard che di touchdown segnati. 
Come detto, per ora verrà utilizzato quasi esclusivamente come bloccante; tuttavia, è un giocatore piuttosto grezzo che, con un po’ di lavoro, potrebbe trasformarsi in un’interessante arma sul profondo. L’anno scorso i Chargers sono stati una delle squadre che meno ha usato il doppio tight end (solo il 3% degli snap offensivi sono arrivati in 22 personale, cioè lo schieramento con due running back e due tight end): mi aspetto sicuramente una percentuale più alta nella prossima stagione. 

BEST OF THE REST

Da quando Telesco è GM dei Chargers, il terzo giorno di draft non è mai stato foriero di grosse soddisfazione, per usare un eufemismo:

Ciò detto, nell’ultimo giorno di draft i Chargers sono riusciti ad aggiungere altri tasselli che potrebbero rivelarsi interessanti, perlomeno come giocatori di rotazione. 
Al quarto giro è arrivato Chris Rumph II, defensive end da Duke. Al college ha giocato prevalentemente da defensive end in una 3-4 (lo schema prediletto da Staley ai Rams), ma anche come linebacker in 2 point stance cioè, semplicemente, in posizione eretta. É piuttosto leggero (191 cm per 102 kg) per poter essere continuativamente un fattore contro i tackle NFL; tuttavia è molto elusivo, quasi scivoloso, ed è dotato di un ottimo primo passo. Nella peggiore delle ipotesi, Rumph, che comunque dovrebbe avere più di un’opportunità fin da subito, può candidarsi al ruolo di blitzer in situazioni di sub package (cioè quando la difesa ha cinque o sei defensive back in campo contemporaneamente)

[clear]

Con le altre scelte, i Chargers hanno avuto modo di prendere giocatori a loro modo interessanti: su tutti Brenden Jaimes (OT), Nick Niemann (LB), Mark Webb (S). Jaimes ha giocato a Nebraska da left tackle, viene descritto come un prospetto tutt’altro che spettacolare ma davvero solido: visti i continui problemi di infortuni e la generale mancanza di talento che ha afflitto la linea offensiva dei Chargers negli scorsi anni, un po’ di profondità aggiuntiva era necessaria. 
Nick Niemann, invece, nella peggiore delle ipotesi avrà molti snap come special teamer: anche qui, l’influsso di talento era necessario. Il giocatore più intrigante di questo gruppo, però, potrebbe essere Mark Webb da Georgia, non fosse altro per il suo talento grezzo: ha iniziato a giocare come defensive back solo nel 2017, dopo una tanti anni passati come wide receiver. 
Webb ha la forza fisica della safety ma anche sufficiente mobilità per giocare come slot corner: toccherà al coaching staff difensivo dei Chargers aiutarlo a sbloccare il proprio potenziale. 
Completa il terzo giorno di draft Larry Rountree, running back da Missouri, che dovrà lottare con gli altri tre pari ruolo per un posto a roster. 

Merchandising Merchandising

Articoli collegati

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.