Uno sguardo al 2020: New Orleans Saints

Era lecito attendersi una stagione d’addio con maggiori soddisfazioni per Brees, ma i Saints, dopo l’ennesima regular season da urlo, si sono fermati al cospetto di Brady.

COME DOVEVA ANDARE…

Le avventure dei Saints ai playoff tra il 2017 e il 2019 si sono sempre concluse nel modo più clamoroso: dalla ricezione di Stefon Diggs a tempo scaduto alla mancata pass interference chiamata contro i Rams fino all’inaspettata sconfitta in overtime ancora contro i Vikings firmata da Kyle Rudolph. L’obiettivo per la stagione 2020 era quindi chiarissimo a tutti a New Orleans: ripetere l’ennesima regular season con un record altisonante e poi evitare psicodrammi incredibili in postseason. Possibilmente puntando dritti all’obiettivo rincorso senza successo dal 2009 a questa parte: tornare al Super Bowl.

…E COM’È ANDATA

Una vittoria in meno rispetto alle due stagioni precedenti è comunque bastata ai Saints per vincere il quarto titolo di NFC South consecutivo, portando a 49 il totale dei successi in regular season dal 2017 a oggi. Si tratta del maggior numero di vittorie, spalmate su quattro annate, per una squadra che non ha poi raggiunto il Super Bowl neanche una volta. Così è andata: dopo aver vinto in scioltezza contro i Bears – privi di un attacco all’altezza – Drew Brees e compagni si sono arresi nel Divisional Round contro i Buccaneers di Tom Brady, sconfitti due volte in stagione, compreso un roboante 38-3 il 9 novembre precedente.

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COSA HA FUNZIONATO…

Come anticipato, è necessario suddividere il rendimento dei Saints, in particolare analizzando i singoli giocatori, tra regular season e playoff. In particolare, Brees ha collezionato l’ennesima stagione regolare con numeri da fenomeno: 2.942 passing yard con il 70.5% al lancio, 24 touchdown pass e appena 6 intercetti nelle dodici partite giocate da titolare. Taysom Hill ha convinto… a metà: funambolico come al solito tra corse – 457 rushing yard e 8 touchdown – ricezioni – 98 yard e 1 touchdown – e quant’altro quando viene chiamato in causa a partita in corso, ha però dimostrato di non poter sostituire Brees a tempo pieno da quarterback titolare. Ben poco da dire, invece, sul rendimento di un mostruoso Alvin Kamara: è stato leader di squadra tanto con le 932 yard su corsa, condite da 16 touchdown e da una prestazione da leggenda contro i Vikings (155 yard e 6 rushing TD), quanto con le 756 in 83 ricezioni, con l’aggiunta di altri cinque viaggi in end zone. Ottimo anche il rendimento da backup di Latavius Murray, che ha collezionato 656 yard in 146 portate (4.5 di media) e quattro touchdown. Il fatto che nessun ricevitore abbia fatto meglio di Kamara dimostra, invece, quanto New Orleans abbia sofferto l’assenza di Michael Thomas, a causa di un infortunio alla caviglia che lo ha limitato a 438 yard in 40 ricezioni senza alcun touchdown, in sette spezzoni di partita giocati. Per il resto, il merito va soltanto al tight-end Jared Cook, per le 13.6 yard di media in 37 ricezioni (504 in totale) e per i 7 touchdown. L’offensive line nel complesso ha convinto, soprattutto grazie alle straordinarie prestazioni dei tackle Terron Armstead e Ryan Ramczyk.

Spostando l’attenzione sulla difesa, ci sono molti lati positivi da sottolineare. Quello dei Saints è stato tra i migliori reparti contro i quarterback avversari, limitati a 3.472 passing yard, con 18 intercetti e 45 sack in tutto. Un incredibile dato su tutti: tra regular season e playoff, nessun quarterback ha collezionato 300 yard in una partita contro New Orleans. Il reparto si è difeso benissimo, però, anche contro le corse, ridotte a 1.502 rushing yard – 3.9 di media in 390 portate – e 11 touchdown subiti, quasi quanti sono stati i fumble forzati (7). Nel totale complessivo, la difesa è stata la seconda migliore in NFL con 297.2 yard subite a partita. Non bastasse, c’è anche il secondo numero totale di tackle nella Lega (1.141), alle spalle dei soli Chargers (1.211). Passando ai singoli, tante sono state le prestazioni degne di nota. La linea difensiva ha raccolto un pazzesco totale di 27.5 sack e 38.5 tackle for loss suddivisi tra Trey Hendrickson (13.5 e 13.5), Cameron Jordan (7.5 e 13) e David Onyemata (6.5 e 12). A completare il front seven un fantastico Demario Davis, tuttofare da 119 tackle, 4 sack, 11 tackle for loss, 5 pass deflected. In secondaria, infine, le performance migliori sono state quelle delle safety Malcom Jenkins, autore di 91 tackle, 2.5 sack, 8 tackle for loss, 10 pass deflected e 3 intercetti, e Marcus Williams, 7 pass deflected e 3 intercetti.

…E COSA NON HA FUNZIONATO

La peggior notizia per qualsiasi tifoso dei Saints, a prescindere da come siano andate le cose ai playoff, è senza dubbio il ritiro di Brees. Un peccato che il quarterback abbia salutato il football con la peggior partita in carriera nei playoff (19/34 per 134 yard con 1 TD pass e 3 INT), ma il suo posto nella Hall of Fame di questo sport resta intoccabile. Il Divisional Round contro i Buccaneers, se non altro, è stato utile per ammirare il primo touchdown pass di Jameis Winston a New Orleans. Con tutta probabilità sarà proprio l’ex Tampa Bay a prendere il posto di Brees da starter nel 2021, dopo che Hill non ha convinto a pieno nelle quattro partite da titolare giocate in regular season contro Broncos, Eagles e due volte contro i Falcons. Sarà certamente questo il nodo centrale nella prossima stagione dei Saints, ma non l’unico. L’assenza di Thomas, l’incostanza di Cook e un deludente Emmanuel Sanders hanno contribuito a numeri da incubo rispetto al 2019: i numeri dell’attacco sono crollati di ben 84 ricezioni, 1.183 receiving yard e 8 touchdown nel giro di una stagione. I due touchdown nel Divisional potrebbero rilanciare Tre’Quan Smith nelle gerarchie di New Orleans, ma anche per lui i numeri sono stati ingiuriosi in regular season: 448 yard in 34 ricezioni con 4 touchdown.

Meno immediato è trovare punti deboli nella difesa dei Saints, eccellente per tutta la stagione e nei playoff. L’ottimo contributo delle safety non è stato pareggiato dai cornerback Marshon Lattimore e Chauncey Gardner-Johnson: i due hanno concesso ben 101 ricezioni in tutto su 167 target e raccolto soltanto 3 intercetti. Alle spalle dell’ottima linea, poi, qualcosa è mancato tra i linebacker, a eccezione dello scatenato Davis. Alex Anzalone e Zach Baun non sono stati all’altezza del compagno di reparto, sia come rendimento che nei numeri: 56 tackle in tutto, dei quali appena 12 per Baun, 5 tackle for loss e nessuna big play da ricordare nel novero. Sono state proprio le “grandi giocate”, ma degli avversari, a complicare l’avvio di stagione di New Orleans, che, però, è poi riuscita a (ri)trovare solidità in difesa.

E ADESSO?

Dopo una offseason con ben poche soddisfazioni, apertasi con il saluto alla leggenda Brees e proseguita con tanti addii eccellenti, da Sanders a Cook in attacco da Anzalone a Janoris Jenkins in difesa, il Draft sarà a dir poco decisivo per il futuro dei Saints. La bagarre tra Winston e Hill resta aperta per un posto da starting quarterback in vista della regular season e non è detto che un nuovo giovane talento non si possa inserire nella contesa: da una trade-up per Mac Jones alla scelta di Kyle Trask con la numero 28, le voci non sono di certo mancate. Se dovesse resistere l’attuale competizione interna, invece, New Orleans potrebbe comunque dirigersi verso un rinforzo in attacco, viste le posizioni lasciate scoperte tra i wide receiver, con i soli Thomas e Smith all’altezza del ruolo, e tra i tight-end, a fianco del giovane Adam Trautman. In alternativa, come anticipato, sarebbe utile rinforzare la difesa tra i linebacker, che con il giusto talento potrebbero tornare a fare il salto di qualità.

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Alessio Salerio

Scopre il football nella notte dell'upset di Phoenix del 2008, se ne innamora quattro anni dopo grazie ai medesimi protagonisti. Ideatore della rubrica "Colori, episodi, emozioni", negli anni cambiata di nome, non nella sostanza.

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