Huddle Top Five: i cinque migliori uomini di linea del 2020

Forse è colpa del fantasy football o forse è il nostro modo di provare a capirci qualcosa di uno sport così difficile, ma i numeri sono inflazionati ed il caso della linea d’attacco ne è la più grande testimonianza poiché la produzione di un uomo di linea non è quantificabile attraverso le normali statistiche alle quali siamo abituati e solo negli ultimi anni le statistiche avanzante ci sono venute in soccorso offrendoci una sorta di scala con la quale misurare la grandezza di un offensive lineman: per comprenderne un po’ meglio l’importanza riguardatevi l’ultimo Super Bowl, o anche solo gli highlights su YouTube.

Non sarà la posizione più sexy, ne sono conscio, ma sottovalutare continuamente l’importanza di possedere una linea d’attacco perlomeno solida può portare Russell Wilson a richiedere una trade, perciò fossi in voi starei ben attento a dare per scontato il loro contributo.
Siccome non potevo fare una top five per ogni posizione lungo la linea d’attacco, in questo articolo tenterò di parlare dei migliori cinque offensive lineman indipendentemente dalla loro posizione conscio del fatto che – provare a – valutare un tackle ed una guardia nelle stesse righe sia un’impresa alquanto difficile.

5) Corey Linsley, C, Green Bay Packers

Probabilmente i tifosi dei Green Bay Packers mi odieranno, ma tant’è: Corey Linsley nel 2020 è stato – con ampio margine – il miglior centro della NFL al punto da diventarne il più pagato solamente una decina di giorni fa quando i Los Angeles Chargers hanno deciso di ricoprirlo d’oro per dimostrare al proprio giovane fenomeno Herbert quanto consci siano che tutelare la sua salute fosse la priorità dell’intera offseason.
Durante le 13 partite giocate in regular season Linsley ha concesso solamente 4 pressioni che hanno portato a due misere quarterback hit ed un sack, numeri che ci permettono di capire con un po’ più di chiarezza come mai Aaron Rodgers sia stato in grado di dominare per tutta la stagione, anche se non è solamente per la propria affidabilità in pass protection che il nuovo centro dei Los Angeles Chargers si è guadagnato un posto in questa top five: ciò in cui veramente ha manifestato la propria superiorità è stato infatti il run blocking, aspetto del gioco nel quale si è guadagnato uno stratosferico 87.8 di valutazione PFF, di gran lunga il miglior dato in NFL.
La completezza di Linsley, unita all’intelligenza messa in risalto dalle zero penalità fischiategli contro, lo hanno trasformato in uno dei free agent più appetibili delle ultime settimane ed a mio avviso i Los Angeles Chargers sono stati incredibilmente saggi ad investirci con cotanta convinzione: puntellare la linea d’attacco garantendosi il miglior centro della NFL è una mossa da franchigia intelligente.

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4) Quenton Nelson, OG, Indianapolis Colts

Salvo disgrazie – leggasi terribili infortuni – Quenton Nelson sarà un Hall of Famer: sono ben conscio che associare alla Hall of Fame un giocatore che ha appena terminato il proprio terzo anno fra i professionisti possa suonare blasfemo, ma dinanzi ad un tre volte First Team All-Pro le iperboli credo che siano concesse.
Nelson è un talento generazionale che ha completamente stravolto la narrativa attorno alla linea d’attacco dei Colts, il reparto la cui inettitudine costrinse di fatto Andrew Luck al ritiro: dal suo arrivo nel 2018 la linea dei Colts è costantemente stata una delle migliori della NFL sia in pass che in run blocking ed uno non può che contemplare cosa starebbe combinando Andrew Luck alle loro spalle.
Il dominio è stato il solito – terza miglior guardia nella graduatoria PFF, ma con molti più snap sia di Teller che di Martin – anche se parzialmente funestato da un numero un po’ troppo alto di penalità, nove, ma è facile comprendere il fatto che le difese avversarie passino settimane a confezionare i propri gameplan appositamente attorno a lui e ciò può metterlo a disagio e costringerlo ogni tanto a trattenere qualcuno: in ogni caso il dominio che sta esibendo anno dopo anno Nelson è quasi senza precedenti nella storia e ci conviene apprezzarlo indipendentemente dalle penalità.

https://twitter.com/PFF/status/1376700207216398339

3) Wyatt Teller, OG, Cleveland Browns

Giocare contro i Cleveland Browns non è più il sogno di ogni squadra che, ad un certo punto dell’ultimo decennio, vedevano il testa a testa con la franchigia dell’Ohio come un bye week aggiuntivo: uno dei motivi per cui trovarseli contro non è più divertente è la fisicità con cui i ragazzi di Stefanski giocano a football americano.
Nessuno, credo, porta più fisicità in ogni singolo snap di Wyatt Teller, vincitore del fittizio ma ciò nonostante apprezzabile premio di “run blocker of the year” assegnato da PFF: insieme al proprio compagno Jack Conklin Teller ha dato vita ad uno dei double team più efficaci della lega e ciò lo si è potuto evincere dall’efficacia con la quale i Cleveland Browns hanno mosso le catene via terra.
Quando i running back di Cleveland hanno corso in direzione right guard e right tackle hanno guadagnato rispettivamente 6.1 e 5.2 yard, numeri prodigiosi che ci dicono tutto quello che dobbiamo sapere sulla sua efficacia come run blocker: la sua esplosione dal nulla ha permesso ai Marroni di Cleveland di imporre la propria volontà su qualsiasi avversaria schierando, domenica dopo domenica, uno dei run game più efficaci e concreti che possiate vedere.
Qualora dovesse riuscire a raffinare la tecnica come pass blocker – 3 sack concessi – molto probabilmente potremo riferirci a lui come il miglior offensive lineman della NFL indipendentemente dal ruolo.

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2) Trent Williams, OT, San Francisco 49ers

Dopo un paio d’annate difficili a Washington trascorse a litigare con la nefanda dirigenza, Trent Williams è tornato a prodigarsi in quello che sa fare meglio, ossia dominare: il suo 2020 è stato semplicemente fantastico, un anno del riscatto che gli ha permesso di trasformarsi istantaneamente nell’uomo di linea più pagato nella storia della National Football League.
Normalmente contratti del genere – 138 milioni di dollari in sei anni – ad un trentaduenne non mi fanno impazzire, ma se in questi anni ho imparato qualcosa è proprio che un offensive lineman – se sano – può tranquillamente esprimere il proprio miglior football anche oltre i trent’anni d’età.
Allineato costantemente contro i migliori pass rusher della lega, Williams ha concesso solamente 19 pressioni in 14 partite, dando il proprio meglio in run blocking: grazie alla sua abilità nel creare crateri per i compagni Williams si è portato a casa il Bruce Matthews Award – premio assegnato al miglior uomo di linea – di PFF, un qualcosa di impressionante se si considera la lunga inattività.
Veder correre Williams in campo aperto per piallare un povero linebacker è un qualcosa che sembra uscito da un documentario, la sua disumana combinazione di stazza, potenza e velocità mi ricorda quella di un rinoceronte: i tanti Faithful italiani possono gioire, finché ci sarà Williams il lato sinistro sarà una corsia d’autostrada nella quale il buon Shanahan potrà far sfrecciare i propri sempre produttivi running back.

1) David Bakhtiari, OT, Green Bay Packers

È possibile isolare, fra migliaia di snap, quello più importante nella stagione dei Green Bay Packers?
Penso di sì, ma non servirà poiché il momento in assoluto più determinante della loro stagione non ha avuto luogo durante una partita, ma durante un banale allenamento, l’ultimo dell’anno: il 31 dicembre 2020, infatti, David Bakhtiari è collassato al suolo toccandosi il ginocchio per poi scoprire di aver rimediato la rottura del legamento crociato.
Un mese dopo, contro i Tampa Bay Buccaneers al Championship Game, a noi tutti è stata ribadita l’importanza di Bakhtiari nell’economia dei Packers e nella partita di Aaron Rodgers: dubito che con lui in campo i Buccaneers sarebbero riusciti a mettere a segno cinque sack ed a pressare costantemente l’MVP.
Durante l’anno Bakhtiari ha concesso solamente nove pressioni per un solo sack garantendo a Rodgers una protezione pressoché ineccepibile sul lato cieco e dandogli sempre e comunque tempo e modo di uscire dalla tasca ed elevare esponenzialmente la propria pericolosità: non che sia stato da meno in run blocking, poiché le corse in direzione left tackle hanno permesso ai running back di guadagnare in media 8.1 yard a portata, numero semplicemente surreale.
La salute di Bakhtiari sarà una delle storie da seguire con più attenzione dell’offseason, in quanto un Bakhtiari al 100% è con ogni probabilità il miglior tackle della NFL ed è oggi più che mai fondamentale poter contare su un tackle del genere.

Fuori dalla top five, ma di poco:

  • Garett Bolles, OT (Denver Broncos): l’uomo penalità nel 2020 si è trasformato in uno dei migliori offensive lineman della lega diventando tutto ciò che i Broncos sognavano quando per assicurarselo spesero una scelta al primo round al draft del 2017;
  • J.C. Tretter, C (Cleveland Browns): il centro di quella che a mio avviso è stata la miglior linea d’attacco della lega;
  • Zack Martin, OG (Dallas Cowboys): Martin mi ricorda Yanda, una guardia così dominante e costante che ad un certo punto diventa difficile tesserne le lodi per la paura di risultare noiosi;
  • Brandon Scherff, OG (Washington Football Team): solidissimo e senza fronzoli, Scherff è fondamentale per Washington e pure il front office sembra esserne al corrente;
  • D.J. Humphries, OT (Arizona Cardinals): un’altra rivelazione di questa folle stagione;
  • Michael Onwenu OG/OT (New England Patriots): il prodigioso rookie ha giocato ovunque lungo la linea d’attacco obbligandomi ad usare l’hashtag #notarookie.
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Mattia Righetti

Mattia, 27 anni. Voglio scrivere per vivere ma non so vivere. Quando mi cresce la barba credo di essere Julian Edelman. Se non mi seguite su Twitter (@matiofubol) ci rimango malissimo.

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