Uno sguardo al 2020: Las Vegas Raiders

Vi proponiamo la review della stagione 2020 delle trentadue squadre NFL, aspettative, risultati, futuro. Oggi è il turno dei Las Vegas Raiders.

COME DOVEVA ANDARE…

L’anno due del Gruden bis si era concluso con un crollo nell’ultima parte di stagione. Dopo una partenza 6-4, ricca di prestazioni poco convincenti ma allo stesso tempo condita da piacevoli sorprese, la squadra nero-argento aveva perso cinque delle ultime sei partite, chiudendo con un deludente 7-9 privando i tifosi di un degno finale nella stagione dell’addio ad Oakland. Il 2020, il primo a Las Vegas, doveva essere l’anno del salto di qualità e del ritorno ai playoff. Tre scelte nel primo round nel 2019 e due nel 2020 dovevano fornire quell’infusione di talento necessaria per tornare a competere ad alti livelli. La coppia Gruden-Mayock aveva poi investito molto in Free Agency, puntando su diversi pezzi pregiati come i LB Cory Littleton e Nick Kwiatkoski e offrendo contratti di tutto rispetto ai defensive linemen Maliek Collins e Carl Nassib.

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…E COME E’ ANDATA

Il 2020 è stato segnato dalla pandemia di COVID-19, che ha privato le squadre della possibilità di organizzare sessioni di allenamento dal vivo durante l’offseason ed ha fatto saltare completamente la preseason. Non è una scusa, ovviamente, visto che tutti i team hanno dovuto affrontare le stesse difficoltà, ma i Raiders hanno dimostrato che puntare su tanti giovani in ruoli chiave e tanti giocatori nuovi è stato controproducente in un anno dove gli automatismi erano essenziali. I Silver & Black sono partiti nuovamente forte, nonostante un calendario difficile, ma dopo il 6-3 iniziale sono crollati come l’anno precedente. Alternando brutte partite a prestazioni imbarazzanti, gli uomini di Gruden hanno perso cinque delle ultime sette partite chiudendo con un deludente 8-8 l’ennesima stagione fuori dai playoff.

COSA HA FUNZIONATO…

L’attacco nero-argento si è dimostrato a tratti esplosivo. Il WR free agent Nelson Agholor, ritenuto inaffidabile a Philadelphia, è risorto in Nevada. Ha trovato da subito l’affiatamento con Derek Carr ed ha regalato 48 ricezioni per 896 yard e ben 8 TD, dimostrandosi un’ottima arma per colpire sul profondo. Il TE Darren Waller è definitivamente entrato nel ristretto gruppo dell’elite del ruolo, guadagnandosi la convocazione al Pro Bowl virtuale con la sua costanza che gli ha permesso di accumulare 107 ricezioni per 1196 yard e 9 TD. Derek Carr ha dimostrato di avere pieno controllo del playbook di Gruden, ed è tornato a giocare a buoni livelli dopo anni di tentennamenti. Le statistiche sono molto positive, ma ancora più positivo è il fatto che il QB numero 4 abbia ripreso a guardare anche lungo.

…E COSA NON HA FUNZIONATO

Troppo facile dire che la difesa è stata la zavorra che ha portato a fondo la squadra. Tra infortuni, assenze per COVID e prestazioni decisamente sotto tono il reparto difensivo ha regalato 52 TD agli avversari (3 sono stati regalati dall’attacco a seguito di turnover). Tra placcaggi mancati, blackout mentali e confusione dettata dall’apparentemente troppo complicato playbook del defensive coordinator Paul Guenther, licenziato a stagione in corso e a danno ormai irraparabile, la difesa dei Raiders ha dimostrato di avere ancora tanta strada da fare per potersi dire presentabile.

Messo da parte l’ovvio, anche in attacco ci sono state tante cose che non hanno funzionato. La linea offensiva ha perso il LG Richie Incognito praticamente subito ed ha dovuto fare a meno del costoso RT Trent Brown per quasi tutta la stagione. Dopo un inizio promettente, il gioco di corse che dovrebbe essere la base della strategia offensiva di Gruden si è inceppato, diventando prevedibile. La scelta dei Raiders di selezionare dodicesimo assoluto il WR Henry Ruggs III nonostante ci fossero disponibili altri WR considerati più puliti al momento non ha pagato. Ruggs ha faticato ad entrare in sintonia con Carr e Gruden a fine stagione ha confessato che l’ex Alabama deve lavorare molto per diventare più esplosivo allo snap.

E ADESSO?

E adesso arriva il periodo dell’anno in cui i Raiders vengono accostati a qualunque QB si mormori sia sul mercato, da Deshaun Watson a Russell Wilson. Derek Carr è ormai abituato ad osservare la Raider Nation fantasticare su un più aggressivo playmaker. Carr esce però da una delle sue stagioni migliori e, propensione al fumble a parte, è sembrato aver ritrovato il coraggio di lanciare lungo e di prendersi qualche rischio in più.

In attesa di sapere quanto e come la squadra si muoverà in Free Agency, sarà importante fornire al nuovo defensive coordinator Gus Bradley i pezzi per costruire la sua difesa. Bradley dovrà essere bravo a resuscitare Littleton, a dare struttura all’esuberante S Johnathan Abram e a trovare il giusto compromesso tra giovinezza e esperienza nel backfield. La squadra ha investito scelte alte nella secondaria e, oltre ad Abram, sarà importante capire che giocatore sia il CB Damon Arnette, scelto diciannovesimo assoluto nel 2020 da Ohio State. Mayock, Gruden e Bradley dovranno poi ricostruire la linea difensiva e i tifosi si augurano che venga finalmente trovato il pass rusher dominante che manca dai tempi di Khalil Mack. In attacco, Gruden dovrà essere bravo a prendere il positivo dal 2020 e correggere le storture. La squadra dovrà essere meno prevedibile e il play caller dovrà in alcuni casi essere meno conservativo.

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Mako Mameli

Appassionato di football americano fin dall'infanzia, gioisce e soprattutto soffre con i suoi Raiders e aspetta pazientemente che la squadra torni a regalargli qualche soddisfazione, convinto che sarà ancora in vita quando Mark Davis solleverà il quarto Lombardi Trophy. Nel tempo libero gioca a flag football e mette in pratica gli insegnamenti di Al Davis lanciando lungo ad ogni down... peccato che abbia una percentuale di completi peggiore di quella di JaMarcus Russell.

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