Uno sguardo al 2020: Cleveland Browns
Stagione 2020 piena di soddisfazioni per i Cleveland Browns che dopo diciotto anni di attesa sono tornati ai playoff.
COME DOVEVA ANDARE…
Doveva essere l’anno della rinascita, dopo anni bui e la season precedente, quella del 2019 piena di aspettative e buttata al vento con un mediocre 6-10 finale. Si attendevano miglioramenti in offense, dove il sorvegliato speciale era senza dubbio Baker Mayfield, atteso dalla critica che poco lo elogia e chiedeva a gran voce la sua consacrazione in cabina di regia. Coach Stefanski, al suo esordio da capo allenatore, doveva sistemare parecchi problemi dentro e fuori dal campo. Nonostante un roster di prim’ordine, il futuro non era certo roseo per lui.
…E COME E’ ANDATA
Magnificamente bene nonostante l’esordio disastroso a Baltimore perso per 6-38. Week dopo week Mayfield ha preso saldamente in mano l’attacco, finendo in un crescendo che lo ha portato a lanciare per 3560 yard con 26 touchdown, 27 se contiamo il td rush contro i Ravens in week 14 e soli 8 intercetti.
Orfani per gran parte della stagione di OBJ, i vari Landry, Higgins e Peoples-Jones, hanno reso al massimo delle aspettative facendo pensare ai più, ad una possibile trade di Odell Beckham Jr. per un buon linebacker nell’attuale postseason.
Capitolo a parte l’attacco terrestre dei Browns. Forse il best duo runningback della lega. Nick Chubb e Kareem Hunt hanno combinato qualcosa come 18 td rush e 5 td pass, questi ultimi tutti per mano di Hunt. Due veri carri armati in grado di macinare 148 yard a partita, facendo arrivare i Browns terzi nella speciale classifica di yards corse.
La division week è stato il giusto premio per una franchigia che ha avuto contro molti indisponibili per via della Covid 19, trovandosi più settimane con la facility di Berea chiuso in via precauzionale. Nonostante ciò, è riuscita ad ottenere dopo 13 infiniti anni, il record positivo di 11-5 a fine regular season.
COSA HA FUNZIONATO…
Per primo ha funzionato il front office e lo staff in sideline. Andrew Berry e Kevin Stefanski si sono dimostrati attenti professionisti.
Nonostante i tanti cambiamenti e la poca esperienza, i due sopra citati sono riusciti a far fare ai Browns il salto di qualità a livello manageriale che mancava ormai da troppe stagioni. Dirigenza attenta e coaching staff che ha gestito in maniera egregia il roster, ricco ormai di stelle di prima grandezza.
Secondariamente, i giocatori che vittoria dopo vittoria si sono resi conto di poter andare ovunque e ottenere vittorie prestigiose, vedi Dallas e Nashville e le vittorie interne contro Indianapolis e Pittsburgh.
Da non tralasciare la perfetta sintonia nelle chiamate offensive tra Stefanski e Mayfield, argomento delicato in casa Browns, dopo i pessimi risultati dell’annata precedente sotto la guida maldestra di coach Kitchens.
…E COSA NON HA FUNZIONATO
In una stagione quasi perfetta è come cercare il pelo nell’uovo. A causa dei tanti infortuni, il reparto più penalizzato e che di conseguenza ha creato più grattacapi, è stata la linea secondaria della difesa. Priva di Delpit e Williams, che mai hanno visto il campo in questa stagione, la linea arretrata Browns ha dovuto fare a meno anche di “no fly zone” Denzel Ward per diverse settimane. Quando la Covid 19 ha fermato anche Jurassic Garrett, è stato chiaro dove Andrew Berry dovrà rivolgere le sue attenzioni in offseason.
Senza citare nomi in una stagione altamente positiva, alcuni membri della difesa hanno giocato sottotono, creando spesso dissapori tra gli addetti ai lavori e ai fans, i quali trattenevano il respiro ad ogni lancio in profondità del quarterback avversario.
E ADESSO?
Adesso le parole d’ordine devono essere continuità e maturità.
Gran prova di concretezza nella gestione del salary cap (30 milioni di dollari) è arrivata da parte della dirigenza nel non accaparrarsi le prestazioni di JJ Watt, il quale pretendeva cifre molto elevate per atterrare nella Land. Ponderare le scelte e aspettare qualche giorno, non sperperando il cap è segno di maturità per chi scrive.
Non si sa cosa potrà portare il Draft visto che dopo anni Cleveland (che ospiterà appunto l’edizione 2021) avrà una scelta alta al primo round, la 26°.
Lo staff in sideline deve fare tesoro degli errori della passata stagione, figli della poca esperienza, vedi i challenge sprecati e una gestione poco oculata dei timeout.
Continuità nella crescita del roster che, sistemata qualche lacuna in difesa, può puntare a far parte delle contenders della AFC per un posto ai playoff e magari… puntare al primo Super Bowl della storia dei Cleveland Browns.