
Uno sguardo al 2020: Arizona Cardinals
Nel 2020 gli Arizona Cardinals hanno proseguito sulla strada della redenzione chiudendo con un record in parità (8-8) e sfiorando i playoff persi all’ultima giornata. Ora però li attende il passo più difficile: l’ingresso nella post season provenendo da una delle division più agguerrite della NFL.
COME DOVEVA ANDARE…
Dopo aver lasciato a Cincinnati lo scomodo scettro del peggior team della NFL nel 2019, Arizona si presentava ai nastri di partenza del 2020 con l’obiettivo di crescere ulteriormente e, perchè no, fare anche un pensierino ai playoff dopo una “campagna acquisti” che aveva portato alla corte di coach Kingsbury tre linebacker nuovi di zecca e, soprattutto, il formidabile receiver DeAndre Hopkins.
Il quarterback Kyler Murray era atteso ad un ulteriore salto di qualità dopo un primo anno da rookie promettente e molti occhi erano puntati su una difesa che era stata fra le peggiori nel 2019, e che doveva necessariamente dare importanti segni di risveglio al secondo anno sotto il confermato coordinator Vance Joseph.
Il problema era naturalmente rappresentato da un division durissima, che aveva prodotto le ultime due rappresentanti della NFC al Superbowl, più Seattle, team ormai abbonato alla offseason.
…E COME È ANDATA
I Cardinals sono partiti alla grande andando a vincere in casa dei 49ers ancora al completo. Poi, dopo aver battuto anche Washington, sono incappati in due gravi sconfitte contro Lions e Panthers. A queste sono seguite cinque gare in cui l’attacco non è mai sceso sotto i trenta punti, con Murray e compagni che a metà novembre si sono ritrovati con un interessantissimo record di 6-3.
Poi però è iniziata la parabola discendente con tre ko consecutivi contro Seattle e Rams, avversari di division, e contro i Patriots edizione 2020, cioè la copia sbiadita dello squadrone che ha dominato la NFL per un ventennio. Le buone vittorie contro Giants e Eagles hanno rimesso Arizona in buona posizione per l’accesso ai playoff, ma a quel punto la squadra ha definitivamente terminato la benzina e i k.o. finali contro 49ers e ancora Rams hanno fatto sfumare il sogno di tornare ad una post season che manca dalla stagione 2015.
COSA HA FUNZIONATO…
L’attacco dei Cardinals è risultato il tredicesimo per punti segnati e il sesto per yard guadagnate soprattutto grazie alle 2237 yard arrivate via terra. Murray è stato un folletto spesso imprendibile dalle difese avversarie e il neoacquisto Hopkins è risultato il secondo nella Lega per numero di ricezioni con 115 ed il terzo per yard con 1407.
Il runner Drake non ha ripetuto la mostruosa seconda metà di stagione 2019, ma non è andato lontano dalle 1000 yard con una gara saltata ed ha segnato la bellezza di 10 touchdown. L’altro runner Edmonds ha offerto un interessante contributo in entrambe le fasi del gioco con 97 corse per 448 yards, alla ragguardevole media di 4,6 yard per portata, cui vanno aggiunte le 53 ricezioni per 402 yard e 4 mete.
In linea offensiva c’è stata l’ottima annata del tackle sinistro Humphries, ma anche l’altro tackle Beachum, arrivato dai Jets, non ha assolutamente demeritato.
La difesa dei Cardinals ha perso dopo appena 5 gare il temibilissimo edge rusher Chandler Jones, ma un Haason Reddick che in offseason aveva addirittura corso il rischio di essere tagliato, ha fatto il possibile per non farlo rimpiangere ed ha portato a casa ben 13 sack e 35 hurries. La safety Budda Baker non vale forse la montagna di soldi che la dirigenza gli ha assicurato, ma ha disputato un’altra grande stagione.
La difesa sul passaggio è risultata essere la decima della NFL per yard concesse con il cornerback Byron Murphy che pur fra qualche alto e basso, ha fatto un bel salto rispetto ad una annata da rookie problematica. Fra le sorprese della stagione va inserito anche l’edge rusher Dennis Gardeck che pur avendo giocato appena 94 snap ha totalizzato 7 sack, 3 hit e 8 hurries.
…E COSA NON HA FUNZIONATO
Non lasciatevi trarre in inganno dalle statistiche, l’attacco dei Cardinals edizione 2020 ha vissuto fondamentalmente su due elementi: le ricezioni di Hopkins e le corse di Murray, più un aiuto sporadico dal running game. Il principale punto debole dell’attacco di Arizona è evidente: Murray è estremamente pericoloso quando corre o quando può lanciare in movimento, ma nella tasca, complice anche una statura non certo da watusso, è un regista appena discreto e nulla più e se Kingsbury non troverà il modo di limitare questa pecca, l’offense in rosso faticherà anche nel 2021.
Inoltre nessun receiver è stato in grado di costituire una valida alternativa a Hopkins, con Kirk che dopo un 2019 promettente è tornato sui livelli pedestri della sua stagione da rookie. E qui onestamente va messo sotto accusa anche un coaching staff che non è stato in grado di far sbocciare nessuno dei numerosi ricevitori scelti recentemente, da Kirk a Isabella a KeeSean Johnson.
Infine ha lasciato parecchi dubbi anche l’utilizzo di Fitzgerald la cui stagione 2020 è stata la peggiore in carriera sia in fatto di yards che di ricezioni. Vero, le 37 primavere pesano, ma in un panorama ricevitori tutt’altro che esaltante è inspiegabile l’impiego di Fitzgerald in versione “fantasma”, spesso come bloccatore e sempre per ricezioni cortissime.
La difesa dei Cardinals è migliorata rispetto al 2019 (e non che ci volesse molto), ma è stata ancora troppo incostante, in una altalena di prestazioni super e giornate da dimenticare. Il rookie Isaiah Simmons ha patito l’impatto con la Lega dei grandi per le prime giornate poi, nella seconda metà di stagione ha fatto meglio, mentre alcuni giocatori esperti che dovevano costituire dei punti fermi, dai linebacker Hicks e Campbell al cornerback Kirkpatrick hanno deluso. Un discorso a parte merita il cornerback Patrick Peterson: vero, nelle ultime due annate non sono mancate le disavventure fra acciacchi e squalifiche, ma l’impressione è che pur rimanendo un buon giocatore non sia decisamente più nell’elite della NFL.
E ADESSO?
Dopo decenni in cui i Cardinals sparivano dai radar durante la free agency, con l’arrivo del nuovo “capo” Michael Bidwill nel 2019, Arizona ha iniziato ad avere un approccio decisamente più aggressivo, e dopo aver sorpreso il mondo della NFL con l’acquisto del fortissimo receiver Hopkins nel 2020, il team del deserto ha fatto il bis nel 2021 mettendo sotto contratto un altro fenomeno (anche se un po’ più stagionato e acciaccato): il defensive end J.J. Watt.
Ma le operazioni non sono terminate qui, visto che sono pure arrivati l’ottimo centro Hudson dai Raiders ed il receiver A.J. Green da Cincinnati. Quest’ultimo è stato un ottimo ricevitore fra il 2012 ed il 2017, poi sono iniziati i problemi fisici che hanno portato l’ex Georgia a perdere quasi metà della stagione 2018 e a saltare l’intera annata 2019. Lo scorso anno Green ha poi vissuto la sua stagione peggiore e a questo punto, a 32 anni, il dubbio di quale possa essere l’effettivo apporto è sicuramente legittimo per un reparto che oltre a tutto non sa ancora se potrà contare o meno su Fitzgerald.
Arizona ha invece perso con un rischio calcolato Patrick Peterson, finito a Minnesota, mentre più grave è stato il non aver prolungato il contratto a Haason Reddick anche se la conferma di Markus Golden mitigherà la perdita dell’ex prima scelta, altro addio pesante è quello del solido runner Kenyan Drake che ha fatto il percorso inverso rispetto a Hudson. Quest’ultimo dovrebbe dare stabilità alla linea offensiva ma a questo punto ad Arizona in attacco mancano un runner di riferimento e un receiver, a meno che Kirk faccia finalmente il tanto atteso salto di qualità.
In difesa l’arrivo di Watt ed il ritorno di Chandler Jones sono un aiuto importante, ma mancano comunque un buon run stopper in linea, un linebacker e il reparto cornerback è un notevole punto interrogativo. Insomma la dirigenza in rosso ha messo a segno alcune mosse importanti ma i punti interrogativi non mancano e in caso di fallimento difficilmente il GM Keim e l’head coach Kingsbury avranno un’altra chance nel deserto.