Super Bowl LV: Tampa Bay Buccaneers

E’ inutile nasconderlo, quando i Buccaneers in offseason hanno portato in Florida prima Tom Brady e poi Rob Gronkowski tutti i riflettori degli osservatori si sono accesi sulla città di Tampa, dove i tifosi erano reduci da anni di delusioni; nonostante l’età Brady viene ritenuto il miglior QB di sempre (The GOAT) e a Tampa “l’esperimento” Winston (QB prima scelta assoluta nel draft 2015) ormai era fallito.

Le incognite per i Buccaneers erano molte, a partire dall’emergenza COVID, che ha creato non pochi problemi alla Lega, ritardando i primi meeting stagionali di squadra e annullando del tutto la preseason, ostacolando Brady a prendere confidenza con il nuovo team e i nuovi schemi del HC Bruce Arians; la squadra era cresciuta negli ultimi anni ma alcune lacune, come nella secondaria difensiva e nella linea d’attacco, facevano pensare che per Brady si prospettasse una stagione difficile e non necessariamente vincente.

Il draft 2020 è stato l’occasione per rinforzare ulteriormente il roster di Tampa con l’OT Tristan Wirfs (13esima scelta assoluta) e la safety Antoine Winfield Jr (45esima scelta assoluta) che andavano ad aggiungere quantità ma soprattutto qualità proprio ai due reparti più in difficoltà nelle stagioni precedenti.

Pubblicità

Per completare il quadro a settembre arrivava il RB Leonard Fournette (da Jackonsville) per rinforzare un reparto che vedeva come titolare Ronald Jones, in difficoltà nelle prime 2 stagioni nella NFL, e a stagione iniziata il forte ricevitore Antonio Brown, reduce da una sospensione della NFL per importanti problemi comportamentali al di fuori del campo.

STAGIONE REGOLARE

Con queste premesse inizia la stagione con forti aspettative, con obiettivo minimo l’approdo ai playoff (dopo un digiuno di 13 anni); la prima partita coincide anche con la prima sconfitta sul campo di storici avversari divisionali come i Saints, con i Buccaneers ancora in fase di rodaggio, mente New Orleans (dove nel frattempo è approdato Winston, anche se come backup) è una squadra collaudata e competitiva; le successive 7 partite (6 vittore e 1 sconfitta di 1 punto a Chicago!!) arrivano anche contro squadre competitive e con prospettive di playoff, come Packers e Raiders.

Con il mese di novembre arrivano 3 sconfitte nell’arco di 4 partite, contro Saints (in casa e per 38-3), Rams e Chiefs, tutte squadre che puntano alla post season, e proprio per questo Tampa non viene accreditata di grosse prospettive, capace di vincere contro team di media/bassa classifica, ma sempre in difficoltà con realtà di primo livello. La settimana di sosta, arriva al momento giusto (record 7-5), alla ripresa i Buccaneers sembrano più efficaci in attacco, anche se nelle prime 2 partite (Vikings e Falcons) devono rincorrere gli avversari nel punteggio, prima di averne ragione; Tampa riesce comunque a vincere tutte e 4 le sfide finali e con un record di 11-5 approda finalmente ai playoff, con il quinto piazzamento, subito dopo le 4 vincitrici delle division della NFC.

PLAYOFF

Nella wild card i Buccaneers affrontano Washington, vincitori della NFC East nonostante il recordo di 7-9; Tampa viene data da tutti favorita, ma la partita si rivela più difficile del previsto nonostante la squadra della capitale non possa contare sul QB titolare Alex Smith, dovendosi affidare al backup Taylor Heinicke che comunque dimostra tutto il suo valore, anche se al termine i Buccaneers vincono 31-23.

Nel turno successivo Tampa affronta per la terza volta in stagione i New Orleans Saints, con i 2 precedenti completamente appannaggio del team della Louisiana, sotto tutti i punti di vista. Questa volta i Buccaneers sono più convinti dei loro mezzi, e devono fronteggiare un Drew Brees penalizzato dai guai fisici; il match, dopo che il primo tempo si chiude in parità, scivola sempre di più verso la squadra di Arians, con la difesa capace di forzare 4 turnover (3 intercetti e 1 fumble) e Brady non commette gli errori dei 2 incontri precedenti, portando Tampa alla finale della NFC.

Il teatro del Championship NFC è il Lambeau Field di Green Bay alias “Frozen Tundra” dove a gennaio il clima è quasi artico; nonostante questo, la squadra dell’assolata Florida dimostra di poter stare al livello dei Packers, anzi è sempre avanti nel punteggio, anche se nel terzo quarto subisce una pericolosa rimonta guidato da Rodgers (altro QB destinato alla Hall of Fame); con qualche preoccupazione di troppo (prestazione in chiaro scuro di Brady, autore di 3 passaggi da TD nel primo tempo, ma anche di 3 intercetti nel secondo) i Buccaneers si aggiudicano la partita 31-26 e per la seconda volta nella loro storia vanno a giocarsi il Super Bowl che, combinazione, si giocherà a Tampa.

SUPER BOWL PREVIEW

Tom Brady ha dimostrato di essere ancora in grado, a 43 anni, di guidare una squadra al “ballo finale” e le sue statistiche (4633 yard, 40 TD e 12 intercetti) parlano da sole; la linea d’attacco, nonostante la perdita per infortunio di Alex Cappa nei playoff, è cresciuta durante la stagione, il LT Smith ha ben figurato nella seconda parte della stagione, anche contro pass rusher di primo livello ed è stato ben coadiuvato dal RT Tristan Wirfs, rookie ma con prestazione e personalità degne di un veterano; il centro Jensen è tra i migliori della lega, affiancato dall’ottimo Ali Marpet, e tutta l’unità ha dato una buona prestazione a Brady nei giochi di lancio, anche se forse è stata meno decisiva nelle corse; in questo reparto si sono distinti Jones e Fournette (in coppia più di 1300 yard e 13 TD) entrambi fondamentali per variare il gioco e non mettere troppo pressione sulle prestazioni di Brady; il reparto ricevitori è stato di assoluto valore e si sono distinti Mike Evans (1006 yard con 13 TD) e Chris Godwin (840 yard e 7 TD); anche Antonio Brown ha dato il suo contributo (483 yard e 4 TD) con sole 8 presenze; Gronkowski è stato prezioso sia come elemento aggiuntivo nella linea offensiva in fase di bloccaggio, che come terminale d’attacco (623 yard e 7 TD), in un reparto che ha dovuto patire l’assenza per infortunio di OJ Howard.

Un grosso aiuto è arrivato dalla prestazione del kicker Succop (28/31 nei FG) che ha arricchito il punteggio anche nelle occasioni in cui l’attacco ha fatto fatica a concludere in touchdown.

La difesa ha continuato a dimostrare la sua forza contro le corse, anche se in alcune occasioni ha lasciato a desirare, soprattutto contro squadre di primo livello, il corpo LB (Pierre-Paul e Barrett all’esterno e White e David all’interno) hanno dominato gli avversari, mentre la solita nota dolente arriva dal backfield difensivo che ha concesso davvero troppo agli avversari, soprattutto nei lanci medio/corti e nelle tracce a tagliare il campo.

Pubblicità

I Tampa Bay Buccaneers arrivano alla finale con una “striscia” di 7 vittorie (4 di stagione regolare e 3 di playoff) che ne dimostrano lo stato di forma. Sono l’unica squadra, fino ad ora, che riuscirà a giocare il Super Bowl nello stadio di casa, il Raymond James Stadium, anche se penalizzati dal ridotto afflusso di pubblico dovuto all’emergenza COVID.

I Buccaneers dovranno fare i conti con le condizioni di salute di alcuni giocatori chiave, a partire da Antonio Brown, già assente nella finale della NFC per guai al ginocchio, anche se c’è ottimismo per un suo recupero, che aggiungerebbe un’arma in più al già efficiente reparto aereo di Tampa.

Le incertezze dovute agli infortuni potrebbero pesare maggiormente in difesa e in special modo nel reparto safety, dove Winfield (già assente contro i Packers) e Whitehead (infortunatosi nello stesso match) non sono certi di essere della partita, fattore che indebolirebbe ancora di più un reparto già critico, soprattutto contro i Chiefs che hanno già dimostrato in stagione regolare di poter “vivisezionare” in modo spietato la secondaria dei Buccaneers.

Ancora una volta, come nelle ultime 2 partite dei playoff sarà decisivo il confronto tra la difesa di Tampa e l’attacco di Kansas City, che può contare su Mahomes, da tutti già considerato l’erede proprio di Brady, e su un reparto ricevitori forte di elementi come Tyrek Hill (autore di una prestazione stratosferica nell’incontro in stagione) Sammy Watkins e Travis Kelce, tight end con numeri da ricevitore di primo piano (per lui 1416 yard e 11 TD); un confronto interessante potrebbe essere il front seven dei Buccaneers (autore di una quarantina di sack) contro la linea d’attacco della squadra del Missouri, con alcuni giocatori chiave assenti per infortunio.  D’altra parte anche le statistiche parlano chiaro, la squadra di Reid è prima come yard guadagnate a partita (415,8) mentre i Buccaneers (con 327,1 yard) sono tra le prime difese della lega.

L’attacco di Tampa dovrà “girare” subito al massimo contro la difesa dei Chiefs, con grandi individualità (Clark e Jones in linea, Tyrann Mathieu nella secondaria) ma che fa della compattezza del reparto la sua forza, il gioco sulle corse dovrà essere efficace per non rendere monodimensionale l’attacco della franchigia della Florida, mentre Evans, Godwin e Brown dovranno sfoderare le loro migliori prestazioni; anche Gronkowski sarà un elemento fondamentale per fare la differenza contro il reparto difensivo di Kansas City, visto che da sempre è difficilmente contenibile dai LB in quanto troppo veloce e difficile da difendere da parte dei DB in quanto fisicamente superiore.

Naturalmente un duello decisivo sarà quello “a distanza” tra i due QB, Brady e Mahomes e inevitabilmente le prestazioni dei due “registi” influenzeranno pesantemente il risultato e le prestazioni dei rispettivi team; Mahomes ha già dimostrato l’anno scorso e anche questa in questa stagione di cosa è capace, nonostante la verde età, mentre Brady sarà al suo decimo Super Bowl (con 6 vittore) ma dovrà evitare prestazioni come quella del secondo tempo contro i Packers (3 intercetti) che potrebbero mettere in seria difficoltà i Buccaneers; un grosso aiuto dovrà essere dato dalla sua linea d’attacco, il cui compito sarà quello di mantenerlo al sicuro e tranquillo mentalmente.

Un dettaglio curioso è che la città di Tampa ha portato 3 squadre di 3 diversi sport (football, baseball e hockey su ghiaccio) alle finali nell’ultima stagione, con un bilancio, fino ad ora, di 1 vittoria (Lightning nell’hockey) e 1 sconfitta (Rays nel baseball); toccherà ai Buccaneers far pendere il bilancio in positivo, dopo anni di delusioni, scelte societarie sbagliate a partire dai coach per arrivare ai giocatori nei ruoli chiave.

La baia della Florida è pronta per ospitare il Super Bowl, augurandosi di poter festeggiare la squadra di casa, rinverdendo i fasti dell’epoca di Dungy e Gruden come coach, ma soprattutto come giocatori come Alstott, Sapp, Brooks, Lynch, Barber & Co.

GO BUCCANEERS!!!!

Pubblicità
Merchandising Merchandising

Roberto Abelli

Tifoso Bucs dal 1984 Ex giocatore ed ora coach Appassionato di football NFL e NCAA

Articoli collegati

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.