Il riassunto della seconda settimana di Bowl 2020

Secondo (e penultimo) appuntamento con il recap della Bowl Season 2020, l’articolo che vi riassume tutte le prodezze (e non) della post season di college football.

Ripartiamo da dove ci eravamo lasciati, ovvero dalle gare del “Boxing Day”.

La prima è stata il LendingTree Bowl, giocato ancora nell’ormai quasi dismesso (lacrime) Ladd-Peebles Stadium di Mobile, Alabama – stadio che fino all’anno scorso ospitava il Senior Bowl, oltre alle gare interne dei Jaguars di South Alabama, ma che è stato rimpiazzato del nuovissimo Hancock Whitney Stadium. A sfidarsi sono stati i Panthers di Georgia State e gli Hilltoppers di Western Kentucky e portare a casa il trofeo sono stati i primi, grazie ai 4 TD in serie infilati a cavallo tra il primo e il secondo quarto. Buona la prova del QB Cornelius “Quad” Brown e del suo RB Destin Coates, autore di 117 yard e un TD. Georgia State, con il record di 6-4, chiude così la seconda stagione di fila con un record positivo, per la prima volta nella breve storia (11 anni) del programma. Western Kentucky era invece una delle squadre arrivate in post season per grazia ricevuta, visto il non irresistibile record di 5-6, peggiorato ulteriormente dal bowl.

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Più tardi è stata la volta del First Responder Bowl, vinto da Louisiana su UTSA per 31-24. Billy Napier è riuscito così a portare per il secondo anno di fila i suoi Cajuns ad una stagione da 10 vittorie e, declinando (per il momento) le offerte giuntegli, intende portare ancor più in alto questo programma. Non sarà facile restare a lungo “la miglior squadra della Lousiana”, ma il solo fatto che UL e LSU possano essere messe a confronto è una vittoria immensa ed insperata per l’ateneo di Lafayette (e, dall’altro lato, un’indecorosa sconfitta per gli ancor-per-poco-campioni-in-carica).

La nottata ha poi consegnato un match “ai posteri”: il Cure Bowl vinto da Liberty su Coastal Carolina per 37-34 all’OT. Partita godibile, con il solito football prepotente dei Chanticleers contrapposto all’evoluto sistema di Hugh Freeze e dei suoi Flames. La gara è stata subito in salita per i mullets, costretti quasi sempre ad inseguire e a snaturare un po’ il loro attacco mangia-cronometro, facendo uscire così il QB Grayson McCall dalla sua zona di comfort. Aggiungendo a questo una prova non élite della difesa, ed ecco che il cronometro è stato lasciato in mano all’attacco gestito ottimamente da Malik Willis (tra l’altro autore del record di TD in una stagione nella storia di Liberty).

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Il finale, poi, è stato tragicomico. Una scena vista e rivista in questa stagione (sia al college che al piano di sopra), con una squadra (Liberty) che vuole mangiare tempo e l’altra (Coastal) che vorrebbe farla segnare per riavere subito il pallone e provare una replica. Il risultato è stato quanto di meglio si potesse augurarsi: tra i fischi dei pochi presenti, sfavorevoli alla strategia coservativa e “anti sportiva” di Hugh Freeze, il RB dei Flames ha pensato bene di fare l’unica cosa che non doveva fare: fumble. Sembrava il perfetto regalo di Natale per i mullets, sempre più “squadra del destino”, che però non sono riusciti a scartarlo del tutto. Nell’OT, infatti, i Flames hanno avuto la meglio, e gli Chants hanno fatto il processo al kicker Massimo Biscardi, reo di aver fallito la chance di prolungare ancora la gara. (Per questa freddura meriterei una flag, esattamente come la meritava il CB di Liberty sul terzo down che ha preceduto l’infausto field goal).

Facendo un salto di tre giorni, siamo dunque passati al Cheez-It Bowl di Orlando, conclusosi con Mike Gundy ricoperto da una pioggia di crackers, sponsor della gara.

Oklahoma State ha battuto 37-34 (stesso punteggio della partita sopra) Miami, grazie ad un avvio shock per la difesa dei Canes, completamente in balia dell’attacco di Gundy. L’highlight della serata, ahinoi, è stato l’infortunio al legamento del ginocchio destro del QB D’Eriq King, avvenuto a metà del secondo quarto. Un in bocca al lupo al ragazzo, ma, soprattuto, ai tifosi Hurricanes, che sembravano, anche grazie al loro QB, potersi scrollare di dosso quasi due decenni di fallimenti.

Nella notte è stata poi la volta di Texas, che ha spazzato via dal campo Colorado segnando 55 punti e subendone solo 23. Ehlinger gioca un tempo, poi lascia spazio al sophomore Casey Thompson che ben impressiona. Favolosa la prova del RB Bijan Robinson, che con le sue 183 yard ha superato il record di Texas di yard per portata in una stagione degli ultimi 25 anni. La domanda è, semmai, perché Tom Hermann ci abbia messo così tanto ad inserire il suo freshman nelle rotazioni. Comunque, per i Longhorns, siamo alle solite: una buona stagione, con qualche sconfitta, che porta ad un nulla di fatto (Alamo Bowl), ma che si chiude con una grandissima vittoria che alimenterà l’hype dei tifosi Longhorn per le prossima stagione. Hype che puntualmente verrà abbattuto da Lincoln Riley in week 6. Ma tant’è. God Bless the Longhorns.

Il mercoledì si è aperto con il bowl che potrebbe scavalcare il “Potato Bowl” nei nostri cuori, ossia il nuovissimo Duke’s Mayo Bowl, che prevdeva una sfida imperdibile: una Wisconsin con un record di 3-3 affrontava una agguerritissima Wake Forest, con record di 4-4. L’attesa spasmodica di vedere Paul Chryst imbrattato di maionese al termine della gara è stata tradita dagli organizzatori, che avevano predisposto il secchio della maionese – tra l’altro pubblicizzandolo via social – ma lo avevano riempito d’acqua, lasciandoci così una delle delusioni più cocenti di questo 2020.

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Wisconsin, comunque, ha vinto alla sua maniera: personali pesanti, chili, centimetri, e forza bruta, rimontando l’iniziale deficit di 14 punti, ed è riuscita così a portarsi a casa il trofeo. O quello che ne resta, insomma…

A chiudere la serata del 30, si è giocato il primo dei New Year’s Six, ovvero il Cotton Bowl Classic, tra Oklahoma e Florida. Le dichiarazioni del LB dei Gators James Houston IV, che aveva detto, in sostanza, che non è possibile paragonare una squadra di BigXII ad una di SEC, beh, sono state confermate. Infatti le due squadre in campo non sono state minimamente paragonabili l’una all’altra, visto il 55-20 con il quale si è chiusa la sfida. Che Florida non ci tenesse poi così tanto a questo bowl lo si era capito dai numerosi opt out (Kyle Pitts e Kadarious Toney su tutti), però da questo ad una completa non-competitiva, onestamente, credevo ci passasse il mare. Male Kyle Trask, intercettato 3 volte nel primo quarto e sostituito nella ripresa per far spazio ad Emory Jones. Dall’altra parte bene un po’ tutti, in primis Lincoln Riley, che ha vinto la sfida tra le due menti offensive più floride della nazione, e in secondo luogo, ovviamente, Spencer Rattler, che, con tutta probabilità, continuerà a far divertire i tifosi Sooners ancora per un bel po’.

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L’ultimo del’anno si sono giocate tre gare, la prima delle quali è stata l’Armed Forces Bowl, vinto da Mississippi State su Tulsa 28-26. La prima stagione di Mike Leach si chiude così con la vittoria ad un Bowl, a cui, per dirla tutta, non avrebbero probabilmente meritato di partecipare (3-7 era il record). Ai Golden Hurricanes non riesce l’ennesima rimonta della stagione, vanificata da una 2-pt conversion andata male. Prodezza della serata? Il “tiro della tigre” del punter dei Bulldogs, fuori di dubbio.

Per chiudere il 2020 in bellezza, comunque, le due squadre hanno pensato bene di inscenare una guerriglia sulla sideline, regalandoci immagini che avremmo anche preferito evitare (come il calcio volante à la Khabib Nurmagomedov del LB dei Bulldogs Malik Heath), ma che indubbiamente porteranno questa gara ad essere ricordata.

In prima serata è stata la volta dell’ Arizona Bowl. La partita si è di fatto risolta nel primo quarto, chiuso da Ball State avanti 27-0. San José State ha poi provato a rientrare, ma per Nick Starkel non è proprio sembrata la giornata dei sogni. Il finale dice 34-13 per i Cardinals, che mettono così fine alla stupenda favola degli Spartans, ma che rendono la propria stagione ancor più meritevole di apprezzamenti: vittoria di conference e vittoria di un bowl. Poteva andare sicuramente peggio.

Il 2020 è stato chiuso dalla sfida tra West Virginia e Army, valida per il Liberty Bowl. Army ha combattuto – d’altronde, se non lo fanno loro, chi? – ma sono stati i Mountaineers ad avere la meglio grazie ad un TD del redivivo Austin Kendall a 5 minuti dal gong. I Cadets hanno dimostrato di meritare un posto in post season – che li vedeva tagliati fuori fino al forfait di Tennesse (che era inspiegabilmente “dentro” al posto loro, dopo un’inguardabile stagione chiusa 3-7) – anche se alla fine è andata male. La wishbone nei caldi climi meridionali sembra completamente fuoriluogo, e proprio per questo è stupendo vederla all’opera in questo contesto.

Ci sentiamo tra qualche giorno con l’ultimo recap. Non mancate!

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