Le sideline più appetibili

Alla fine del classico lunedì nero successivo alla fine della regular season sono 6 le sideline rimaste vuote alla voce head coach. Ai Falcons, Texans e Lions di cui eravamo già a conoscenza, si sono aggiunte, tutt’altro che a sorpresa, i Chargers, i Jaguars ed i Jets.
Da questo momento in poi vi sarà un susseguirsi di voci, di colloqui e quant’altro riguardo tutte queste sideline e gli incontri saranno oltremodo complicati per via delle possibilità di riunioni solo utilizzando videocall. Prepariamoci dunque a settimane di passione prima che l’intero quadro vada a completarsi.

Prima dell’analisi franchigia per franchigia, approfittiamo per fare un approfondimento su come si svolgono le interviste.

REGOLE PER LE INTERVISTE

E’ doveroso constatare fin dall’inizio che un team non può negare ad un proprio allenatore sotto contratto di trattare con un’altra franchigia qualora questa gli offra una posizione di livello superiore a quello che attualmente occupa. Discorso diverso per offerte di pari livello, ad un Coordinator venga proposto lo stesso ruolo in un altro team per esempio, per le quali la franchigia può negare il permesso. Un coach può tuttavia, di sua iniziativa, rifiutare a priori l’intervista perché non interessato.

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Vi sono regole ben precise per poter effettuare un colloquio con un candidato:

Assistant coach non qualificati ai playoff: le squadre possono intervistare qualunque coach di squadra non coinvolta ai playoff;

Assistant coach con bye al primo turno dei playoff: gli assistenti che hanno il bye al primo turno dei playoff possono essere intervistati esclusivamente nella settimana “di riposo”. I candidati possono tuttavia richiedere che il colloquio venga posticipato al termine della stagione;

Assistant coach che hanno partecipato alla wild card: se il candidato ha perso la wild card diventa intervistabile in qualsiasi momento, mentre in caso di vittoria per un eventuale colloquio serve il parere favorevole della squadra.

Interviste dopo il Divisional Round: non possono essere intervistati gli assistant coach che hanno vinto il Divisional. Diventano invece automaticamente disponibili i candidati che escono sconfitti.

Assistant coach qualificati per il Super Bowl: è possibile intervistare gli assistenti qualificatisi per il Super Bowl solo se si tratta di seconda intervista, sempre col parere favorevole della sua squadra e solo nella prima settimana di pausa.

Adesso andiamo a vedere quali sono le sideline più appetibili con i pro ed i contro.

Atlanta Falcons

E’ la squadra che manca da minor tempo dal Super Bowl ma che viene da alcune stagioni molto anonime dopo essere stati vicinissimi all’anello. Ci sono tanti giocatori in là con l’età con contratti importanti e si sono sprecati un paio di anni di Ryan e Jones, il che è da biro rossa. I Falcons con qualche correttivo ed un coaching staff serio potrebbero entrare subito in modalità win now ma c’è da tenere conto che nel giro di pochissimo bisognerà essere in grado di ricostruire il roster. Con queste premesse non sembra un cattivo posto dove andare ad allenare, tuttavia i Falcons avranno una spada di Damocle di circa $24 milioni da recuperare nel cap del 2021 il che vorrebbe dire che più che puntellare il team bisognerà lasciar andare qualcuno per rientrare nei parametri. Le scelte nel draft sono nella norma. Aggiungo che Blank ha annunciato che GM e HC avranno carta bianca totale sul team, anche “cacciare” Ryan e Jones, non male come libertà.

Detroit Lions

La franchigia di Detroit visti gli ultimi anni non è proprio ambitissima. Come lato positivo c’è senza dubbio il fatto che sono una franchigia storica ed hanno una dirigenza solitamente molto permissiva e paziente, lato negativo è il poco spazio in salary cap in cui potersi muovere e la grana Stafford da dover risolvere non appena qualcuno sarà scelto come head coach. Prima di arrivare ad un nuovo allenatore dovrà essere assunto un nuovo general manager e quindi i tempi saranno piuttosto lunghi. Il team ha alcuni punti di forza grazie agli investimenti fatti per Patricia negli ultimi anni ma pecca clamorosamente in altri e le poche scelte al prossimo draft non sembrano aiutare.

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Houston Texans

Nonostante sia una delle franchigie più giovani e con pochissimo pedigree a livello di vittorie, è una piazza ambita. Il fatto che la società si trovi a Houston, in Texas, non può che incentivare parecchio dal punto di vista organizzativo e per bacino d’utenza. I texani tuttavia devono fare i conti con gli strascichi della gestione Bill O’Brien che al prossimo draft porterà la franchigia a scegliere un solo prospetto tra i primi cento e per di più al terzo giro. Come se non bastasse, il team è in rosso a livello di salary cap e per tanto il nuovo allenatore dovrà essere bravo a liberarsi di contratti pesanti o inutili prima di poter intervenire in free agency. Il lato positivo è ovviamente uno: Deshaun Watson. Non abbiamo detto poco perché poter arrivare in una franchigia e trovarsi un QB del genere disponibile e per lo più giovane, il che vuol dire che giocherà probabilmente ancora per molto tempo, fa gola a molti.

Jacksonville Jaguars

Tanti tanti pro, ma i pochi contro si fanno sentire. La prima scelta assoluta al prossimo draft che dovrebbe significare Trevor Lawrence è un biglietto da visita notevole per una franchigia che cerca un nuovo head coach. Tutti si sognerebbero di allenare un talento del genere. Va contato tuttavia che oltre al QB sarà da costruirci intorno un team che tuttavia, come i Dolphins lo scorso anno, non è sembrato così malvagio come si pensava all’inizio. Lo spazio in salary cap è tantissimo, attualmente hanno il maggior spazio disponibile di tutta la NFL, ed anche le scelte al draft di cui 2 al primo e 2 al secondo fanno gola. Il contro tuttavia è importante: parliamo di Jacksonville città. E’ un mercato molto piccolo, che non ha l’attenzione che hanno pressoché tutte le franchigie NFL e non è un caso che Khan tutti gli anni porti i suoi Jaguars a giocare a Londra dove ottiene più attenzioni ed introiti.

Los Angeles Chargers

A mio onesto parere è la possibilità migliore delle sei. Hanno 8 scelte al prossimo draft ed uno spazio in salary cap notevole per intervenire a chiudere i pochi buchi che hanno a roster. Il record finale della franchigia non rispecchia le potenzialità del team e stiamo parlando comunque di un record finale di 7-9, il che vuol dire che è un team che può già puntare ai playoff con qualche aggiustamento. Possiamo tranquillamente dire che se non fosse stato per delle gestioni sbagliate di Lynn ci sarebbero potuti andare anche vicini. Il tesoretto si chiama Herbert che per i prossimi tre/quattro anni non peserà più di tanto sulla salary cap del team e questo è un valore aggiunto. Va detto che cambiando stile di gioco non è sicuro che l’ex Oregon possa mantenere lo stesso rendimento, ma le basi per far bene ci sono assolutamente e vista anche la platea di LA direi che questa sideline fa decisamente gola.

New York Jets

Concludiamo la carrellata con i reietti della stagione, la greengang di New York. Partiamo dal primo aspetto, forse più importante: parliamo di New York. La grande mela, per quanto i Jets vengano da anni di anonimato, è un bacino di utenza mostruoso a dire poco. Lawrence avrebbe probabilmente preferito finire a NY piuttosto che a Jacksonville perché l’attenzione mediatica porta una marea di soldi. I Jets a loro volta avranno un paio di scelte al primo round ed una al secondo. Alla fine saranno ben 10, un bel tesoretto. Lo spazio in salary cap è altrettanto notevole, vengono subito dopo i Jaguars al momento, e dunque lo spazio di manovra sarà ampissimo. La sensazione è che a differenza di Jacksonville, i Jets avranno meno beghe e buchi da dover risolvere dato che il team più che essere scarso ha dovuto far fronte ad un pessimo coaching staff ed ad una notevole sfortuna con gli infortuni. Il dubbio primario che il nuovo head coach dovrà risolvere sarà senza dubbio il caso Darnold: puntare ancora su di lui o draftare un QB?

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Eugenio Casadei

Appassionato di calcio (Bologna) e trekking, segue il football assiduamente dal momento in cui vide giocare Peyton Manning con la maglia orange di Denver, divenire tifoso Broncos una naturale conseguenza. Scrive la rubrica settimanale "Indiscrezioni di mercato NFL" in offseason e la "Top Ten" in regular season con grande divertimento e passione.

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