Huddle Mailbag, risposte alle vostre domande #7

Vi diamo il benvenuto a questo nuovo appuntamento con Huddle Mailbag, la rubrica bisettimanale in cui rispondiamo alle vostre domande di qualsiasi natura legate al mondo dello sferoide prolato. Ringraziando i nostri lettori per le domande pervenute, come nell’appuntamento precedente in coda all’articolo troverete i metodi per contattarci e porgerci le vostre domande!

Luca ci chiede:

I Broncos hanno tra le maglie ritirate anche la 18 indossata da Frank Tripucka all’inizio degli anni 60. Ma se era un numero ritirato come mai fu permesso a Manning di indossarlo nella sua esperienza a Denver ?

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Dalla redazione risponde Giorgio

Solitamente una maglia ritirata rimane tale per sempre, a volte però capitano delle eccezioni come in questo caso. Tripucka è stato il primo quarterback della storia della franchigia e per tanto i Broncos hanno deciso di onorarlo con il ritiro del suo numero 18. Per oltre 50 anni questo numero non è stato più utilizzato fino all’arrivo in orange di Peyton Manning. Non è stato tuttavia una scelta operata volutamente dal management di Denver, o almeno cosi pare, ma fu proprio Tripucka, non appena il saputo del possibile arrivo di Peyton a Denver, ad annunciare che avrebbe permesso ai Broncos di riutilizzare il suo numero qualora l’accordo si fosse concretizzato. Difficile pensare che, nel caso in cui questo non fosse avvenuto, la trattativa non sarebbe andata a buon fine: Manning voleva tornare e dimostrare di essere il giocatore che era sempre stato, i Broncos erano la franchigia migliore tra quelle interessante. Inoltre Manning all’università di Tennessee indossò la numero 16, maglia tutt’ora ritirata dai Volunteers in suo onore.

Enrico ci chiede:

Il punteggio della partita di ieri (Saints-Vikings, ndr) e quella in corso adesso (Buccaneers-Lions, ndr) mi induce a chiedervi se le ultime 3 o 4 partite del campionato sono quelle che normalmente hanno la somma più alta di punti.

Dalla redazione risponde Mauro

Normalmente non c’è una correlazione fra punteggi alti e giornata di campionato. Per fare un esempio a caso, nella prima giornata di quest’anno abbiamo avuto il 43-34 fra Packers e Vikings e il 34-30 fra Raiders e Panthers, nella seconda il 40-39 fra Cowboys e Falcons e il 35-30 fra Browns e Bengals. Forse (ma è un gran forse) possiamo avanzare l’ipotesi che inizio e fine stagione siano i momenti in cui le difese sono meno “attente”, vuoi perché si è appena iniziato a fare sul serio vuoi perché a certe squadre a fine stagione possono mancare stimoli o gli infortuni possono pesare. Ma, andando a fare un’analisi approfondita sui dati storici, è molto probabile che una correlazione del genere alla fine non esista e che, come per molte cose, sia solo un’altra delle varie forme del caso che, spesso, si manifesta nel nostro amatissimo sport.

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Diego ci chiede:

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Buongiorno,

Volevo chiedervi un parere su Baker Mayfield: il fatto che le sue statistiche crollino quando viene messo sotto pressione può essere dovuto anche alla sua statura, dato che se la tasca non regge per lui è più difficile vedere il campo? Altrimenti, quale potrebbe essere il vero motivo di questo crollo delle prestazioni?
Vi ringrazio per la risposta e per tutto il materiale che riuscite a produrre per farci apprezzare al meglio questo bellissimo sport.

Dalla redazione risponde Luca

Nonostante il rendimento di Mayfield sia incrementato nel corso della stagione, i suoi dati sotto pressione continuano a non essere incoraggianti. Tuttavia più che alla sua statura, penso che le sue difficoltà under pressure siano dovute alla sua staticità. Quarterback come Kyler Murray e Russell Wilson riescono ad avere meno difficoltà sotto pressione perché la loro dinamicità li aiuta a scalare la tasca o ad evadere da essa con efficacia quando collassa. Nonostante questo, l’head coach Kevin Stefanski sta svolgendo un ottimo lavoro nel valorizzare al meglio le caratteristiche di Mayfield ed il percorso di miglioramento intrapreso dall’ex quarterback degli Oklahoma Sooners sta dando i suoi frutti. Stefanski infatti, esattamente come fece ai Vikings con Kirk Cousins, ha inserito Mayfield in un sistema offensivo caratterizzato da molte corse ed utilizzo del play action, nel tentativo di proteggere il più possibile il proprio quarterback dalle pressioni e valorizzarlo. Nel caso tu voglia approfondire ulteriormente l’argomento, nel libro “The Playbook” trovi un paragrafo interamente dedicato agli aspetti tattici fondamentali di Baker Mayfield e dell’attacco dei Browns.

Alberto ci chiede:

In ottica draft, per Trevor Lawrence meglio la OL dei Jaguars o quella dei Jets

Dalla redazione risponde Eugenio

Partiamo innanzitutto dal presupposto che da qui al draft del 2021 ne passerà di acqua sotto i ponti. Addirittura dopo l’ultima partita di Lawrence molti stanno pensando che Fields potrebbe scalzarlo dalla pick nr. 1, francamente a parer mio un’eresia ma bisognerà pur sempre parlare di qualcosa in off season no?
Sono entrambe due pessime OL al cui interno vi sono comunque degli ottimi elementi: vedi Taylor nei Jaguars o Becton e McGovern nei Jets. Detto questo ovviamente vi sarà da lavorarci. Dire ora quale delle due OL sarà migliore è impossibile perché non ci è possibile sapere cosa passerà nella testa dei general manager dei due team, ancora di più ora che presumibilmente entrambe andranno a cambiare il proprio head coach al termine di week 17.
Possiamo altresì ragionare su altri fondamentali come le scelte disponibili, entrambe ne avranno due al primo giro del prossimo draft, e lo spazio in salary cap con cui potranno muoversi, ed anche qui sono entrambe ai primi posti con ancora i Jaguars al vertice.
Rimane il discorso fatto anche lo scorso anno con i Bengals: se prendi un tesoretto come Burrow, in questo caso Lawrence, lo deve proteggere. Se non lo fai, ti meriti di perdere il tuo investimento.
Si vedrà. C’è tempo.
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Quiz bisettimanale in aggiunta all’articolo di Huddle Mailbag. La risposta migliore sarà pubblicata nella prossima uscita. Non abbiamo ricevuto risposta alla domanda della scorsa uscita quindi la riproponiamo!

“Il 22 Agosto del 1941 nasceva ad Englewood nel New Jersey Duane Charles Parcells. Il cognome vi farà sicuramente ricordare qualcosa mentre il nome passerà ovviamente nell’anonimato. Con il soprannome di “Big Tune”, affibbiatogli ai tempi dei Patriots ed una carriera leggendaria, che gli valse la Hall of Fame, avendo servito come head coach Giants, Patriots, Jets e Cowboys stiamo ovviamente parlando del mitico Bill Parcells. Tuttavia perché si faceva chiamare Bill visto che era nato Duane Charles?”
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Per contattarci e porci le vostre domande potete contattarci all’e-mail apposita mailbag@huddle.org e per i membri del gruppo telegram tramite #mailbag

Le migliori domande riceveranno risposta approfondita e ricercata nella nostra prossima uscita!

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Eugenio Casadei

Appassionato di calcio (Bologna) e trekking, segue il football assiduamente dal momento in cui vide giocare Peyton Manning con la maglia orange di Denver, divenire tifoso Broncos una naturale conseguenza. Scrive la rubrica settimanale "Indiscrezioni di mercato NFL" in offseason e la "Top Ten" in regular season con grande divertimento e passione.

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