Finale con alti e bassi (Atlanta Falcons vs Tampa Bay Buccaneers 27-44)

All’ultima partita della stagione regolare Falcons e Buccaneers arrivavano con stati d’animo ben diversi; i primi ormai tagliati fuori da tempo dalla corsa ai playoff con il pensiero già alla offseason, mentre Tampa, dopo aver guadagnato un posto ai playoff grazie alla dominante vittoria a Detroit, teneva a concludere degnamente la stagione prima di pensare alla postseason. Atlanta ancora “orfana” di Julio Jones, mentre i Bucs, causa COVID, devono fare a meno di 2 elementi fondamentali in difesa come i LB White e Barrett.

Pronti via e Tampa coinvolge le varie armi a disposizione di Arians (Evans, Gronkowski, Fournette) fino alla ricezione in endzone di Godwin, dopo lancio di 30 yard di Brady. Anche i Falcons macinano terreno abbastanza agevolmente, almeno fino alla red zone, dove devono accontentarsi del FG di Koo. Tampa imita gli avversari, portandosi agevolmente fino alle 10 yard, dove 3 incompleti consecutivi portano Succop a centrare i pali per il provvisorio 10-3; da segnalare che in questo drive si infortuna il WR Evans, subito dopo aver centrato il record ineguagliato per un ricevitore delle prime 7 stagioni con almeno 1000 yard; l’infortunio costringerà il forte ricevitore ad abbandonare la partita, anche se Arians si augura di averlo a disposizione per il primo turno di playoff.

Il secondo quarto inizia con il “3 and out” di Atlanta che restituisce il pallone a Brady & Co., che ripartono da metà campo e le corse del rientrante Ronald Jones portano i Bucs sulle 25 yard, da dove Antonio Brown viene puntalmente trovato in endzone. Il successivo drive dei Falcons è caratterizzato da un fumble di Ryan, che viene riportato in endzone da Winfield Jr (degno del titolo di Defensive Rookie of the Year), ma il suo stupendo gesto viene annullato dagli arbitri, che danno il fumble ma non il touchdown; seppur in favorevole posizione i Bucs devono accontentarsi di un altro FG (20-3) Il lungo drive di Atlanta, con alternanza di corse e lanci, si conclude con la QB sneak di Ryan in endzone, che avvicina i suoi ai Buccaneers.
Con meno di 2 minuti all’intervallo, Brady architetta ancora una volta un drive che porta la squadra della Florida ai limiti dell’end zone avversaria, ma ancora una volta si deve affidare al piede di Succop per incrementare il vantaggio (23-10).

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A inizio di terzo quarto i Falcons sembrano più decisi e fiduciosi in una possibile rimonta, con Ryan che pesca i suoi ricevitori (ancora una volta la difesa dei Bucs non è impeccabile sui lanci medi e corti, e le assenze di Barrett e White aggravano la situazione) fino al lancio a Gage jr per il touchdown che porta la franchigia della Georgia a distanza di una sola segnatura (23-17) I Buccaneers, oltre ad Atlanta, devono combattere anche contro la sfortuna quando Miller, nel tentativo di ricevere il lancio di Brady, perde il controllo della palla che viene intercettata da Allen, che rida il possesso ai suoi Falcons; Ryan guida magistralmente i suoi in un altro lungo drive, anche se la difesa di Tampa è brava a “limitare” i danni, subendo il FG di Koo.

Il quarto quarto inizia quindi con le squadre divise da soli 3 punti, ma Antonio Brown recita la parte del protagonista ritrovato, dopo un inizio di stagione con più ombre che luci, 3 sue ricezioni avvicinano i Bucs all’end zone, che viene violata da Ronald Jones, ma i Falcons non si demoralizzano e, complice una corsa di Hill per 62 yard, si rifanno sotto con la ricezione in touchdown del TE Hurst, di nuovo soli 3 punti di distacco (30-27). A questo punto sale in cattedra Tom Brady che guida i suoi; anche qui c’è un big play, la ricezione di Godwin per 47 yard con un terzo tentativo e 12 yard da guadagnare; sempre il N. 14 di Tampa realizza un altro touchdown che fa respirare un po i suoi.

Nel successivo possesso di Atlanta il WR Ridley, dopo aver ricevuto, perde il pallone che viene prontamente ricoperto dal CB Sean Murphy-Bunting che restituisce la palla ai Buccaneers nella metà campo avversaria. Il duo di “vecchietti” terribili Brady-Brown si rende ancora protagonista, con la ricezione del ricevitore n. 81 su lancio del QB n.12, in un mix di tecnica e voglia con Brown che riceve sulle 20 yard e ci mette del suo per arrivare in touchdown. Con meno di 3 minuti sul cronometro Ryan cerca di riavvicinare i suoi, ma i tentativi dei Falcons si infrangono su un quarto tentativo fallito. Ai Bucs basta guadagnare un alto primo down (sempre sull’asse Brady-Brown) per far scorrere l’orologio fino allo zero.

A livello statistico da segnalare le ottime prestazioni dei 2 QB (Ryan 29/44, 265 yard e 2 TD e Brady 26/41, 399 yard, 4 TD e 1 Int). In assenza di Evans, Godwin e Brown hanno guadagnato più di 100 yard e 2 TD ciascuno, anche se le statistiche di squadra sono leggermente a favore di Tampa. In stagione Brady ha raggiunto il traguardo dei 40 TD lanciati mentre Jones ha mancato, anche se di poco (978), quello delle 100 yard di corsa.

Per i Falcons si conclude una stagione deludente, con un record finale di 4-12, iniziato e terminato con strisce di 5 sconfitte, mentre a metà stagione Atlanta sembrava aver trovato un suo equilibrio. Sicuramente l’assenza per infortunio della stella Julio Jones non ha favorito un finale di stagione povero di soddisfazioni per la squadra della Georgia. La dirigenza dovrò sfruttare la offseason per arricchire il roster di giocatori, in entrambi i reparti, se la volontà è quella di contrastare le attuali squadre che primeggiano nella NFC South, New Orleans Saints e Tampa Bay Buccaneers.

Per quest’ultimi invece termina il digiuno di presenza ai playoff, datato 2007 In questa stagione i Bucs hanno dimostrato di poter competere con chiunque, anche con squadre più attrezzate e rodate, come i Green Bay Packers, battuti 38 a 10 ma hanno anche fatto molta fatica con squadre molto più abbordabili (Giants, Vikings e gli stessi Falcons di un paio di settimane fa) Cosa più significativa, e più grave, hanno perso nettamente con team che puntano decisamente al Championship, come i Saints (2 sconfitte) i Chiefs e i Rams. Pur avendo un attacco farcito di fuoriclasse (si pensi a Brady, Gronkowski, Brown, Evans, Godwin, Fournette) molto spesso questo reparto ha faticato a entrare in partita, concedendo molto alle squadre avversarie soprattutto nelle prime frazioni di partita.

La difesa ha palesato le solite debolezze “croniche” delle ultime stagioni nel backfield difensivo, soprattutto nei lanci corti e medi, dove Tampa ha subito a tratti in modo imbarazzante. Il front seven è solido, ma la partita contro Atlanta ha dimostrato che in assenza di pedine importanti come Barrett e White i rincalzi non sono all’altezza. Inutile nascondere che la squadra è stata costruita per vincere, e vincere subito, visto la non più verde età dei principali nuovi acquisti in attacco.

Sabato, ad attendere i Bucanieri della Florida, ci saranno i Washington Football Team, sicuramente non irresistibili (hanno vinto la NFC East con un record di 7-9) ma con un’ottima difesa, dove si distingue la linea e in cabina di regia c’è un certo Alex Smith, sicuramente il primo candidato a Comeback Player dell’anno, e a guidare la squadra una vecchia volpe come Ron Rivera. Un tassello importante per la partita è il pieno recupero di Mike Evans, per fare in modo che Brady abbia l’intero arsenale offensivo disponibile, con la difesa che dovrà dimostrare, oltre l’accertata forza contro le corse, un deciso miglioramento nella copertura contro i passaggi, soprattutto nel breve e medio raggio.

Tutto quello per cui Tampa ha lavorato (con in testa il GM Licht e l’HC Arians) in primavera e in estate avrà il suo inizio sabato sera al FedExField a Landover, Maryland.

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Roberto Abelli

Tifoso Bucs dal 1984 Ex giocatore ed ora coach Appassionato di football NFL e NCAA

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