Difesa superlativa (Arizona Cardinals vs Los Angeles Rams 7-18)

Con un po’ di fatica, con qualche patema di troppo, i Los Angeles Rams riescono a conquistarsi un posto ai playoff vincendo la partita forse più difficile della stagione dal punto di vista psicologico ed emotivo, condannando gli Arizona Cardinals all’estromissione dai playoff.

Lo scontro divisionale era infatti l’ultima spiaggia per entrambe le compagini, con i Rams con il piccolo vantaggio di poter proseguire la corsa anche in caso di sconfitta, nel caso i Bears avessero fatto il colpaccio contro i Packers. Così non è stato, ed i Rams hanno comunque controllato il proprio destino andando a vincere una partita non semplice grazie ad una difesa superlativa e a degli special team che sono finalmente risultati decisivi dopo una stagione in cui sono stati una pallidissima ombra di quelli della gestione Fassell.

Senza Goff ed Henderson, infortunati, e con Kupp e Brocker fuori per COVID, i Rams si presentavano all’appuntamento più importante della stagione regolare con John Wolford in cabina di regia, alla prima partita in NFL, ed un Cam Akers in campo a forza anche se non del tutto recuperato dall’infortunio alla caviglia rimediato con Seattle. I Cardinals rispondevano con qualche assenza di peso pure loro (Fitzgerald su tutti, ma anche Kirk e Banjo) e Kyler Murray e Budda Baker in campo ugualmente nonostante i timori della vigilia per problemi rispettivamente a caviglia e collo.

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Il primo drive offensivo dei Cardinals veniva fermato a metà campo da un sack su Murray al terzo down ma, cosa più importante, nell’azione Murray si infortunava alla caviglia e doveva lasciare il campo. Wolford pagava dazio immediato lanciando un brutto intercetto al suo primo lancio in NFL, permettendo ai Cardinals di segnare il 7-0 da ottima posizione di campo grazie al passaggio di Streveler, che aveva rilevato Murray, su Ward che accendeva speranze ed entusiasmo per Arizona. L’attacco dei Rams non riusciva ad ingranare, con le corse bloccate dalla difesa dei Cardinals e Wolford non totalmente a proprio agio, che sparava qualche lancio di troppo fuori misura. I Rams imbastivano un bel drive lungo che sconfinava nel secondo quarto, ma a causa di qualche penalità di troppo una posizione favorevole sulla una yard avversaria fruttava solamente un field goal di Gay.

La difesa di Los Angeles continuava il martellamento di Streveler forzando un altro three-and-out, ed i Rams marciavano nuovamente fino alla una yard avversaria, dove però Akers commetteva un fumble che veniva recuperato da Arizona al limite della safety. I due punti per i Rams arrivavano un paio di azioni dopo, quando Pugh commetteva un holding in end zone regalando la safety (e la palla) ai Rams. Il primo tempo si apprestava a terminare sull’insolito punteggio di 7-5, ma Troy Hill andava ad arpionare un pallone lanciato da Streveler per Sherfield e lo riportava in end zone dopo una cavalcata di 84 yard, portando i Rams avanti nel punteggio poco prima dell’intervallo.

Nel secondo tempo la musica non cambiava, con i Cardinals incapaci di muovere la palla in attacco grazie anche ad una difesa dei Rams che chiudeva ogni varco sulle corse e metteva sempre sotto pressione Streveler ed un rientrante Murray nel quarto periodo impedendo un gioco aereo produttivo. Come al solito, poi, c’era la partita nella partita tra Jalen Ramsey e DeAndre Hopkins, vinta a mani basse dal cornerback dei Rams che non permetteva alcuna ricezione al ricevitore di punta di Arizona, quando marcato direttamente. I Rams piazzavano così un field goal per quarto, portando lo score sul 18-7 finale, ed andavano anche a bloccare un field goal ai Cardinals, che rappresentava l’unico sussulto di Arizona nel secondo tempo. Un po’ troppo poco per cercare di conquistare quel posto ai playoff che svaniva minuto dopo minuto.

LOS ANGELES RAMS

Una difesa da urlo – Con nessuno o pochissimo credito, zitta zitta la difesa dei Rams ha terminato la stagione al primo posto sia per punti subiti che per yard concesse, un risultato che non sorprende chi, come noi, ha seguito tutte le partite della stagione di Los Angeles. Il reparto difensivo è senza dubbio il cuore pulsante di questa squadra e quello che ha permesso ai Rams di conquistarsi, a fatica, un posto nei playoff, nonostante da tre settimane bastasse una sola vittoria per avere la matematica certezza.
Non sappiamo se basterà per il seguito della stagione, ma solitamente una buona difesa è un ottimo punto di partenza in post season e, da questo punto di vista, i Rams ci sono, eccome!

Goff o Wolford? – Con grande soddisfazione di molti (soprattutto tifosi Rams) Goff ha dovuto lasciare il passo a Wolford, questa settimana. La prestazione di Wolford è stata tutto sommato positiva, considerando che non aveva mai calcato un campo NFL prima di ieri sera. La sua mobilità gli ha permesso di chiudere alcuni down anche a sorpresa, soprattutto perché i Cardinals non sapevano bene cosa aspettarsi da lui e chiaramente non avevano un piano preciso per contenerlo. Nel gioco aereo, però, Wolford ha peccato molto di precisione e, in definitiva, l’attacco non ha prodotto un granchè, soprattutto perché il gioco di corsa non ha concesso grossi guadagni. Con una prestazione del genere viene difficile pensare come si possa fare molta strada nei playoff, e la partita con Arizona è stata l’esatta dimostrazione che il problema dell’attacco di Los Angeles non è Jared Goff, nonostante a molti piaccia pensarlo.

Special Team: Finalmente! – Da quando Fassell ha lasciato i Rams, gli special team hanno subito una involuzione davvero incredibile. In più, non è stata tentata una singola finta di punt in tutta la stagione, sebbene ci sia stata più di un’occasione in cui ci sarebbe stata più che bene. Contro i Cardinals, però, c’è stata un0inversione di tendenza, e gli special team sono risultati anche determinanti, con il blocco del field goal da parte di Robinson. Hekker ha costantemente piazzato i suoi punt abbastanza profondi da costringere i Cardinals a partire da posizioni di campo non proprio favorevoli ed anche le coperture su punt e kickoff sono state più efficaci del solito. È il momento giusto per fare questo salto di qualità: nei playoff qualsiasi gioco può rivelarsi decisivo, e degli special team effettivi non possono che aiutare.

ARIZONA CARDINALS

Occasione sprecata – Se c’era una partita da vincere, per Arizona, era proprio questa. Senza il QB titolare ed il migliore ricevitore, con un attacco in grossa crisi, i Rams erano un avversario abbordabilissimo, ma la scarsa fantasia in attacco (unita all’infortunio a Murray, per carità!) hanno tarpato le ali e spento qualsiasi velleità i Cardinals potessero avere. Klingsbury, però, dovrà cercare di spiegarsi come mai contro i Rams i suoi Cardinals riescono sempre a squagliarsi come la neve al sole, subendo in maniera eccessiva una difesa che è sì forte, ma che l’head coach di Arizona dimostra di non aver ancora capito come battere. I playoff sono stati tecnicamente persi ieri sera ma, in realtà, l’esclusione ha radici più lontane, in un attacco che nemmeno con l’innesto di un DeAndre Hopkins ed un quarterback tra i più difficili da contenere, riesce ad essere dominante. Che il problema sia la tattica offensiva?

Murray dipendenti – Non che con Murray in campo le cose stessero andando tanto meglio (il finale di partita è chiaramente condizionato dalle sue condizioni fisiche non perfette), ma una volta entrato Streveler al suo posto, l’attacco di Arizona è letteralmente sparito dai radar. Gioco di corsa inesistente, gioco aereo non pervenuto vuoi per la pressione portata sul quarterback, vuoi per l’incredibile sequenza di lanci fuori bersaglio. È chiaro che l’attacco di Arizona, oggi come oggi, non può fare a meno di Kyler Murray, ma per la prossima stagione qualche correttivo dovrà essere sicuramente apportato, sia in linea che nel reparto running back, senza contare che, con un possibile (probabile) ritiro di Larry Fitzgerald, qualche arma in più nel gioco aereo è auspicabile, per non diventare, oltre che Murray dipendenti, anche Hopkins dipendenti, il che significa essere prevedibili e relativamente semplici da fermare. E, come detto nel paragrafo precedente, magari una bella rinfrescata al playbook non farebbe male.

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Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

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