Bills lanciati verso i playoff (Miami Dolphins vs Buffalo Bills 26-56)

In un Orchard Park deserto per l’ultima volta in questa stagione, visto che ai playoff sarà permesso l’ingresso di 6’772 tifosi con test negativo, mascherina e distanziamento, oltre che tracciamento post-partita, come stabilito in accordo con il Governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo, si affrontano i Bills certi della corona di campioni della AFC South, che con una vittoria o sconfitta degli Steelers otterrebbero la seconda posizione nella AFC, e i Dolphins che anch’essi con una vittoria sarebbero sicuri di partecipare al torneo della postseason, o in caso di sconfitta dovrebbero augurarsi che avvenga altrettanto per Baltimore, Cleveland o Indianapolis.

Cronaca

La difesa di Miami parte forte con un sack di Van Ginkel che porta a una perdita di 11 yds e all’azione seguente un intercetto di Byron Jones, che in poche yard e pochi centesimi di secondo, tocca il pallone, ne assicura la presa e trascina entrambi i piedi in campo.

Miami mette a referto i primi punti con un field goal dell’affidabile Sanders da 49 yds, ma dopo quattro punt consecutivi l’attacco guidato da Josh Allen segna il primo di diversi touchdown, Isaiah McKenzie batte su una out route Needham e riceve in end zone. 3-7

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Buffalo allunga su una free play, visto che un defensive linemen è andato offside poco prima dello snap, la linea offensiva tiene intonso Allen a lungo nel pocket, il quale indirizza con un cenno della mano sinistra McKenzie, che ancora una volta si libera di Needham e riceve in end zone. 3-14

McKenzie, elevato nei ranghi per le assenze di Cole Beasley e Andre Roberts, proprio per l’assenza di quest’ultimo si occupa dei ritorni, e prende sul serio l’incarico, perché all’ennesimo punt di Haack, grazie anche al lavoro dei suoi compagni, taglia al centro lo special team dei Dolphins, evita agilmente il punter e segna il terzo touchdown personale e di squadra. 3-21

Dopo il secondo field goal di Jason Sanders, ci si attenderebbe un’uscita di scena di Allen, come già è stato fatto per vari starter prima e durante la partita, ma il quarterback rimane in campo, per lanciare il terzo touchdown in metà partita; John Brown, ritornato dopo tre settimane in IR e una in reserve/Covid list, brucia Byron Jones sulla sideline destra e Allen con un movimento del polso lancia una parabola di 32 yds per il lato della end zone. 6-28

Al ritorno dall’intervallo, quella che Miami si trova a scalare è una montagna parecchio alta e impervia, soprattutto per quello che ha fatto vedere offensivamente nel primo tempo; tuttavia l’inizio è incoraggiante, con tre completi consecutivi, validi per altrettanti primi down, in direzione di Davante Parker, marcato da Norman. Lo stesso Norman su 4th & Goal sembra fare una giocata notevole con un “pass breakup” sempre ai danni di Parker su una traccia interna, il cornerback viene chiamato per pass interference così che i Dolphins hanno un nuovo set di down dalla 1, su primo down è il sorprendente rookie Gaskin a portare lo sferoide in end zone, grazie anche al lead block dell’occasionale fullback, defensive tackle a tempo pieno, Christian Wilkins. 13-28

Le velleità di rimonta dei Dolphins vengono subito spente, al primo passaggio di Tua dalle 11, Parker scivola nel cambio di direzione lungo la traccia e la palla finisce comodamente nelle mani di Norman che ha vita facile nel riportarla nella end zone avversaria. Dopo questa segnatura il coaching staff dei Bills sostituisce quanti più possibili titolari e giocatori chiave, compatibilmente con il numero limitato di giocatori convocati. 13-35

Barkley, backup quarterback dei Bills, lancia un brutto passaggio per Gabriel Davis in un’area trafficata da una safety e Xavien Howard, che ottiene il decimo intercetto stagionale e cementa la sua candidatura a giocatore difensivo dell’anno. Miami non capitalizza questo turnover, e anzi ne subisce un altro, il passaggio di Tagovailoa per Bowden è alto e arretrato, il ricevitore lo tocca, ma facendo ciò alza la traiettoria del pallone per un intercetto agevole di Marlowe.

Dopo un eccellente lancio di Barkley per il rookie Gabriel Davis sulla sideline da 51 yds, il runningback Williams sfrutta i blocchi sulla sinistra per andare 18 yds fino alla end zone. 13-42

Ancora al primo lancio del possesso Tua lancia un intercetto, il più brutto della partita, perché il lancio è completamente fuori misura rispetto alla posizione di Gesicki, suppongo per una incomprensione sulla traccia che il tight end avrebbe percorso, venendo intercettato da Dean Marlowe, che sta sfruttando al meglio l’occasione di giocare in sostituzione dei titolari. Antonio Williams, leggendo ancora bene, questa volta dalle 2, i blocchi dei suoi bodyguard, trova la sua seconda segnatura, anche lui sfruttando al massimo l’opportunità datagli. 13-49

I Dolphins accorciano con un touchdown di Ahmed su uno schema di “draw”, quando l’handoff del quarterback al runningback arriva in ritardo, che porta 16 yds e un touchdown. 19-49

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Comprensibilmente i giocatori di Miami non sono più a Buffalo con la testa, sanno che il loro destino non è nelle loro mani, Mack Hollins subisce un fumble recuperato dal defensive tackle Harrison Phillips e alla prima giocata offensiva Barkley connette di nuovo con il rookie Davis, su una post route per 56 yds e la seconda segnatura sia del backup quarterback che del ricevitore. 19-56

I Dolphins trovano un altro touchdown della bandiera con lancio di Tua per Malcolm Perry, ex quarterback di Navy, all’angolo basso destro della end zone. 26-56

Considerazioni

Partiamo dagli sconfitti.

Ai tifosi Dolphins sicuramente rimarrà l’amaro in bocca per essere giunti così vicini ai playoff, e credo anche per il modo in cui è arrivata questa sconfitta, così bruciante e portatrice di dubbi. Non dobbiamo dimenticare, però, che questo roster è al secondo anno di una ricostruzione e al primo della effettiva costruzione, visto che nella passata offseason sono arrivati diversi giocatori in free agency e al draft, scelti contestualmente al nuovo percorso tecnico targato Chris Grier e Brian Flores; dunque, la mancata entrata nel torneo della postseason, per quanto scottante, è comprensibile e in un certo senso giusta viste le squadre che sono entrate nella posizione di wildcard, più complete e mature di Miami.

Il terzo pick assoluto posseduto dai Dolphins via Houston, nella trade che ha portato Tunsil ai Texans, unitamente alle prestazioni mai del tutto convincenti di Tua (ieri 35/58 per 361 yds, 1 TD e 3 INT) hanno fatto già parlare di un cambio alla posizione di quarterback dopo solo un anno (Arizona Cardinals docet); personalmente la ritengo un ipotesi alquanto improbabile e ingiusta nei confronti di Tagovailoa, ieri è stata solo la sua decima partita da titolare, senza contare le due volte in cui è stato “panchinato” per Ryan Fitzpatrick (ieri assente perché in lista Covid, o l’epilogo potrebbe essere stato lo stesso), dunque Tua non ha ancora giocato una stagione intera da rookie, inoltre il play-calling non è sembrato, compresa la partita di ieri, totalmente fiducioso delle sue capacità, con lanci medio-corti, sicuri, run-pass-option, che se da un lato hanno portato Tua a lanciare solo 2 intercetti entrando nel match di ieri, dall’altro lo hanno trattenuto a “solo” 10 touchdown su passaggio.

La squadra di Miami è stata trascinata dalla sua difesa e dagli special team, reparto calato nelle ultime settimane (aveva già concesso un punt return ai Chiefs), ma come insegna la NFL negli ultimi anni, e anche gli avversari Bills, per vincere consistentemente devi poter fare un punto in più degli avversari, non subirne uno meno. Ieri sono apparse evidenti le mancanze nel reparto ricevitori, su cui mi aspetto che il front office intervenga pesantemente in offseason, via trade, free agency o sfruttando uno dei due first round pick nel prossimo draft. Anche i pass-rusher potrebbero essere potenziati, nonostante dispongano di due dei migliori cornerback nella NFL, Byron Jones e Xavien Howard, giungere al quarterback anche lasciando un uomo in più in copertura sarebbe un lusso pure per lo stile di difesa aggressivo e che prevede investimenti soprattutto tra i defensive back come quello di Flores, importato da New England.

Lato vincitori, i Bills arrivano lanciati nella postseason, con sei vittorie consecutive dopo la bye week, avrebbero potuto tranquillamente concludere la regular season con record di 14-2 (sconfitte con Titans e Chiefs nella prima parte di stagione) se non fosse stato per l’”Hail Murray” di Arizona.

L’attacco di Brian Daboll si classifica, al termine della regular season: secondo per punti fatti, quinto per yard guadagnate, terzo per passing yard, primo in conversione di terzi down e secondo in conversioni di quarti down, i due down più importanti nel football, che determinano la capacità dell’attacco di prolungare e sostenere i drive.

Protagonista di questo attacco è stato Josh Allen, che ha chiuso la stagione regolare con 37 TD, 10 INT, 4’544 yds e una percentuale di passaggi completati del 69,2 %, immagine del miglioramento nella precisione dei passaggi, incognita che lo rincorreva dal college e dopo le prime due stagioni in NFL, soprattutto sul medio-corto. Il quarterback ex Wisconsin è entrato nella storia dei Buffalo Bills, battendo il record di Jim Kelly per touchdown lanciati in una stagione, fissato nel 1991 con 33, e quello di Drew Bledsoe per yard lanciate, corrispondente a 4’359, registrate nella stagione 2002. Il lavoro personalizzato fatto in offseason ha pagato e sicuramente ha contribuito l’acquisizione di Stefon Diggs, mossa perfetta da parte del General Manager Brandon Beane, il ricevitore è sembrato inserirsi perfettamente nella squadra come pezzo del puzzle mancante, portando a buoni risultati di collettivo e personali, difatti il ricevitore ex Maryland ha concluso una stagione da 127 ricezioni per 1’535 yds (leader nella NFL) e 8 TD.

La coesione ed entusiasmo che circolano nello spogliatoio si sono visti soprattutto quando in campo sono entrate le seconde linee, affamate e vogliose di fare giocate, e nella felicità dei titolari sulla sideline per loro.

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Tutto questo per dire che Buffalo ha tutti gli ingredienti per fare un bel cammino nella postseason e vincere il Lombardi Trophy, al momento li considererei sullo stesso livello dei Chiefs, ma con un momentum e un’inerzia migliori, che nella postseason possono fare la differenza.

Mettiamoci comodi e godiamoci i playoff!

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