Trubisky schiaccia Watson (Houston Texans vs Chicago Bears 7-36)
Il titolo di questo articolo è tutto ciò che la dirigenza Bears avrebbe voluto leggere dopo quello sciagurato draft 2017, quando Ryan Pace scelse lo sconosciuto Mitchell Trubisky snobbando letteralmente il campione dei Clemson Tigers, Deshaun Watson.
Peccato che ormai sia tardi e che questo episodio in cui Trubisky demolisce i Texans valga meno di niente. La “super” prestazione di Mitch (24/33, 267 yard, 3 TD pass, 0 Int) riscatta parzialmente la figuraccia della disfatta contro i Lions di settimana scorsa, ma in termini di sviluppo e di quotazioni future rimane qualcosa di impalpabile; il destino del QB n°10 pare sia già scritto da qualche parte, lontano da Chicago.
Una domenica in cui tutto quello che i tifosi Bears avrebbero voluto vedere durante la stagione è stato messo in mostra contemporaneamente: Montgomery che al primo pallone toccato trafora la difesa dei texani con l’aiuto (incredibile!!!) della linea offensiva esplodendo per una big play da 80 yard, percorse con una progressione fenomenale da lui mai sfoderata prima. Trubisky che lancia senza farsi intercettare e che, quando serve, si ricorda di poter fare affidamento sulle gambe per qualche corsa fuori dalla tasca. Khalil Mack che registra il suo primo sack dopo quattro partite di astinenza, giocata che gli vale la prima safety in carriera. Persino il reparto offensivo è riuscito a segnare 3 punti nel terzo periodo, cosa che nel 2020 non era ancora successa! Esatto, l’attacco dei Bears, in tredici settimane di football, nel terzo quarto non era mai riuscito a segnare un singolo punto. Solo un ritorno di Patterson contro i Vikings aveva permesso allo special team di realizzare 7 punti. Quelli e nulla di più…
C’è entusiasmo in sideline, Matt Nagy è carico a mille, scatenato negli atteggiamenti e nelle esultanze. Quasi penoso mi permetterei di aggiungere. Tutto quel cinema per aver sconfitto un team che, purtroppo, messo così com’è non ha senso di esistere e poi quando affronta Green Bay ne prende 40 e si nasconde dietro al playbook col viso imbronciato. Bello alzare la voce contro chi, tecnicamente, è indifeso come i poveri Texans. Che poi non sono nemmeno così poveri se vogliamo, perchè le scelte in fin dei conti le hanno fatte loro. Ma quando un capo allenatore (che ha palesemente fallito) si lascia andare in atteggiamenti così egocentrici mentre si trova al cospetto di una leggenda assoluta come Romeo Crennel (73 anni di football e 5 Super Bowl vinti) che lo osserva dall’altro lato del campo, beh signori, anche a livello di stile non ci siamo proprio.
Con quanto detto non si vuole buttare benzina sul fuoco, anche perchè nell’ambiente Bears chi doveva bruciarsi si è già bruciato, ma solo far notare dei dettagli. Nel football esiste un’etica, ed esistono dei codici (non scritti). Ma pur di salvare la poltrona, ce li si dimentica a costo di ridicolizzarsi.
Chicago ritrova la vittoria contro un avversario che non aveva davvero nulla da raccontare. Le lacrime di frustrazione di Watson dopo la sconfitta contro gli Indianapolis Colts mi avevano fatto provare del dispiacere, Deshaun non era entrato in NFL per perdere. Quantomeno, non per perdere in questo modo logorante. Watson si vede costretto ad abbandonare il campo in un drive che era giunto a pochi passi dalla meta, e dovrà limitarsi ad osservare la costruzione delle sue fatiche che crollano per via del sack difensivo che non consente a AJ McCarron di segnare.
La difesa di Houston non è più agguerrita come un tempo e persino J.J. Watt, il linebacker di marmo, è ormai irriconoscibile. Tanto da far sembrare quello dei Bears un attacco ben messo. Per il capitano dei texani una prestazione in ombra da 2 tackle. C’è chi intorno a lui si diletta con qualche incursione contro Trubisky, ad esempio la safety Eric Murrey incornicia la sua personale domenica con 11 tackle e 2 sack. Oppure Zach Cunningham e Keion Crossen, che entrambi fanno sentire la loro presenza sul campo. Ma l’attacco è inconcludente, Duke Johnson e Keke Coutee soffrono la pressione dei difensori di di Chuck Pagano e perdono un fumble a testa; così la difesa è troppo spesso chiamata in causa e non rifiata abbastanza per poter reggere agli attacchi degli orsi.
Verosimilmente, quella contro i Texans è una vittoria che permette ai Chicago Bears di non uscire dalla corsa alla post-season, anche se di questo argomento, qui nessuno ha voglia di parlarne.
Ora il rematch divisionale contro i Minnesota Vikings che avevano sorpreso i Bears al Soldier Field non più di qualche settimana fa. Una partita che con il giusto equilibrio si può vincere, ma che se sottovalutata come successo nel primo incontro con i giallo-viola non lascia molte speranze a Chicago. Due squadre ormai rassegnare si affronteranno in un derby tra delusi, e chissà che qualcuno possa uscirne rivitalizzato.