Tigre, divampante furore (Pittsburgh Steelers vs Cincinnati Bengals 17-27)
Nel MNF di week 15 va in scena la seconda sfida stagionale divisionale tra i Pittsburgh Steelers in trasferta a Cincinnati in casa Bengals. Dopo le due sconfitte consecutive rimediate contro Washington e Buffalo, Pittsburgh si appresta a ritornare alla vittoria per blindare quantomeno la testa della AFC-North minacciata dalla rimonta Browns. D’altra parte la squadra di casa, orfana della prima scelta Joe Burrow, gioca per l’onore in una partita che sa pur sempre di rivalità.
Nonostante Pittsburgh sia largamente favorita ed entrambe le compagini patiscono assenze importanti, la partita si rivela a senso unico, con i beniamini di casa a fare da padroni per tre quarti dell’incontro. La partita si apre con un primo-quarto di gioco caratterizzato da difese arcigne e attacchi non in ritmo. I Bengals riescono a chiudere con tre punti di vantaggio. Già dall’avvio del secondo-quarto invece i padroni di casa prendono le redini in mano, schiantando la formazione ospite su entrambi i lati del campo. Cincinnati rifila due touchdown ad una difesa che non sa come fermare il RB Bernard autore di 97 yard complessive per 2 TD. In più la difesa, guidata da una secondaria fisica e attenta, tiene per tutta la prima metà di gioco BigBen&Co. a zero punti realizzati. Il terzo-quarto di gioco è l’occasione di riscatto per Pittsburgh. Grazie ad una difesa nuovamente in palla e un attacco che riesce a produrre dieci punti gli ospiti chiudono il terzo quarto di gioco accorciando lo svantaggio ad un possesso pieno. A nulla vale il decente riscatto per gli Steelers alla ripresa, nel quarto-quarto la rimonta non si concretizza e Finley piazza tre fughe, di cui una in end-zone, per chiudere definitivamente la partita e regalare una piccola soddisfazione natalizia ai proprio tifosi tigrati.
I Cincinnati Bengals conquistano la terza vittoria stagionale, che a nulla vale in termini di classifica, ma fondamentale per il morale della piazza, in quanto battere Pittsburgh è pur sempre una gioia di cui non ci si vuole privare. Nonostante le pesanti assenze e le quote dei bookmakers, i tigrotti non solo rifilano un bell’upset ai più favoriti cugini, ma dominano in gran parte la partita sotto tutti gli aspetti del gioco. Una differenza di organico da parte dei padroni di casa colmata con una voglia di vincere di gran lunga superiore rispetto gli ospiti. Una voglia esemplificata dalla aggressività e tenacia dell’intero reparto difensivo, un divampante furore di tigre, per citare il poeta William Blake. La difesa tigrata è protagonista indiscussa per 45 minuti di gioco. Nonostante un solo sack rifilato al QB avversario, la pass-rush fa comunque un egregio lavoro pressando in modo ottimale la OL nero-oro, mentre la secondaria capitanata da Alexander, supportato da tutti i compagni di reparto, annienta il reparto ricevitori. Alexander e compagni portano a casa una prova da 2 fumble recuperati, 1 intercetto, 1 sack e “solo” 19 ricezioni concesse ad un reparto ricevitori avversario abituato a ben altri numeri. A supportare le magie difensive tigrate c’è un attacco che non eccelle nelle statistiche, ma privo di errori e cinico nel sfruttare le golose occasioni per capitalizzare offerte gentilmente dalla difesa. Un Finley non eccelso, ma efficiente lancia e corre per i 2 TD che aprono e chiudono la partita, mentre un Giovani Bernard torna alla forma smagliante della stagione da rookie, sezionando con le sue corse la difesa Steelers.
Per Pittsburgh tutto ciò che non ha funzionato è ciò che potete trovare nei recap precedenti, non solo quelli perdenti, inutile quindi ripetersi. Un focus in più lo si può fare sulla situazione QB. Ben Roethlisberger in questa partita ha disputato statisticamente una delle sue peggiori prestazioni dal suo anno da rookie. Il veterano QB ha rischiato di lanciare più intercetti che completi, i suoi lanci sono stati caratterizzati da errori grossolani mancando di molto i propri ricevitori e forzando su coperture evidentissime, errori che ci si aspetta da un rookie, ma non da un giocatore della sua caratura ed esperienza. E’ pur vero che BigBen non è per nulla supportato da un intero reparto offensivo, da compagni al coaching-staff. La quick-offense degli Steelers ormai è carta conosciuta per qualsiasi DC avversario della lega. Il braccio di Roethlisberger non si spinge mai oltre le 7 yard, con interpreti offensivi che per caratteristiche dovrebbero giocare una dimensione ben diversa da un attacco simil-Patriots fine era-Brady. A tutto ciò si va a sommare una carenza di movimenti pre-snap che era stata colmata ad inizio stagione ed una mole di terzi-down giocati e non chiusi, con un attacco su corse che rasenta l’imbarazzo. Oltre agli aspetti tecnici-tattici emerge un atteggiamento passivo e negativo, oltre che di sufficienza, ben visibile nelle ultime uscite che portano Pittsburgh ben distante dall’essere una squadra competitiva ai playoff e probabilmente, ad essere, giustamente, una mera comparsa al primo turno. Per Pittsburgh, tuttavia, si allunga a 14 la striscia di partite con l’imbarazzante balletto sul logo avversario di JuJu Smith-Schuster, ricevitore stuprato sportivamente dalla difesa Bengals e surclassato dal talento e dalle prestazioni del compagno al primo anno Claypool per lunghi tratti della stagione.
Prossimi impegni sono i Texans per Cincinnati e i Colts per Pittsburgh.