“The lion sleep tonight” (Tampa Bay Buccaneers vs Detroit Lions 47-7)

Per i Buccaneers la partita contro i Lions era più che abbordabile, ma con le ultime 2 uscite (contro i Vikings e contro i Falcons) che si sono rivelate complicate e sono state vinte in rimonta, nulla era scontato, anche se la differenza tecnica tra i 2 team era abbastanza evidente, gap che si è ampliato con l’indisponibilità di gran parte del coaching staff di Detroit, dovuta al COVID-19, visto che il ruolo di HC nell’occasione era tenuto da Robert Prince (assistente dei ricevitori) Per Tampa ancora assente il RB Ronald Jones, fermo a 900 yard in stagione, e a questo punto molto difficilmente potrà raggiungere il traguardo delle 1000 guadagnate; al suo posto lo starter era Leonard Fournette.

La partita si mette subito bene per la franchigia della Florida che va subito a segno sull’asse Brady-Gronkowski (ricezione di 33 yard) senza che la difesa dei Lions metta in difficoltà l’attacco dei Bucs. Detroit non morde in attacco e Tampa in 4 azioni è di nuovo in end zone, stavolta con Evans; sembra tutto troppo facile, ma i Lions continuano a fare molta fatica a guadagnare yard, anche perché in cabina di regia ora c’è Chase Daniel, con Stafford fermo con una caviglia mal messa. Anche i Buccaneers nel successivo drive fanno fatica e devono liberarsi della palla, di fatto portando al termine il primo quarto; Detroit ha un altro 3 and out, ma stavolta Brady guida i suoi fino in red zone, da dove Fournette entra in touchdown praticamente intoccato.

I Lions continuano a essere sterili in attacco e i Bucs vanno ancora a segno con Godwin, grazie alle corse di Ke’shawn Vaughn, RB rookie fino ad ora molto in ombra. Dopo l’ennesimo drive infruttuoso di Detroit, Brady continua a completare sui vari Vaughn, Evans, Godwin, Brate e Brown, che fa segnare anche il suo nome nel tabellino delle segnature, con una ricezione spettacolare. Si va all’intervallo sul 34-0 per Tampa, le statistiche sono impietose: 410 yard totali contro 87, 21 primi down contro 5, Brady quasi perfetto con 22 completati su 27 tentativi, 348 yard e 4 passaggi da TD.

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Il terzo quarto inizia, se possibile, in modo ancora peggio di come sia finito il primo tempo: prima azione con fumble di Swift (forse il migliore dei suoi), subito dopo Gronkowski ancora in TD su lancio di Blaine Gabbert, subentrato a Brady (saggia decisione di Arians che non vuole rischiare il GOAT). Con le seconde linee di Tampa in campo, anche i Bucs devono calciare un punt, e i Lions convertono il calcio in uno spettacolare ritorno di 74 yard, ad opera di Agnew, siamo sul punteggio di 40 a 7. Ma anche Gabbert vuole ritagliarsi il suo pomeriggio di gloria e trova ancora Evans per un’altra ricezione in touchdown.

Il quarto quarto si trascina senza segnature, con i Buccaneers ormai sazi e i Lions semplicemente non in grado di offendere; gli unici episodi degni di nota sono l’ingresso del terzo QB di Detroit (Blough), un FG fallito da Succop, K dei Bucs fino ad ora infallibile cecchino (per lui 1 FG e 2 extra point falliti in giornata) e un intercetto del CB Miller di Tampa che chiude di fatto il match

Per i Bucs la vittoria significa approdo ai playoffs, dopo un lungo digiuno (2003) con ancora da disputare la partita contro i Falcons (stavolta nella baia della Florida) e possibilità di migliorare la posizione nella griglia dei playoff. Brady ha ancora una volta smentito tutte le voci che lo davano sul viale del tramonto e stavolta il cast stellare intorno a lui (Evans, Godwin, Brown, Gronkowski, Fournette) lo ha egregiamente supportato. Mike Evans con la prestazione di sabato (181 yard e 2 TD) è a sole 40 yard dal traguardo delle 1000 yard, che farebbe raggiungere al forte ricevitore un record (prime 7 stagioni con almeno 1000 yard) detenuto dal solo Randy Moss (!!!) Nonostante l’assenza di Jones, Fournette ma soprattutto Vaughn hanno svolto bene il loro ruolo; il rookie da Vandebilt si è rivelato una buona alternativa sulle corse, finalmente all’altezza della scelta (terzo giro) nell’ultimo draft.

Anche la difesa, con i vari White, David, Barrett e Pierre-Paul ha ben figurato, rispetto alle ultime uscite (contro i Vikings peggior prestazione contro le corse in stagione), anche se la secondaria, storico punto debole della D di Tampa non è stata testata a dovere dall’attacco di Detroit.

Per la franchigia del Michigan la prestazione contro i Buccaneers ha messo impietosamente in luce tutte le difficoltà della stagione e dei punti deboli della squadra, senza veri playmaker, sia in attacco che in difesa. L’attuale record (5-10) mette Detroit in buona posizione per il prossimo Draft, dove dovrà puntare a rinforzare un roster per poter recitare un ruolo all’altezza in una division (NFC North) in cui figurano i Packers, i Bears ancora a caccia di un posto nei playoff, e i Vikings che lo sono stati fino a poco tempo fa.

Nella prossima (e ultima in regular season) giornata Detroit riceverà Minnesota, con la possibilità di non finire da sola all’ultimo posto nella propria Division e con la testa già alla prossima off season, mentre i Buccaneers riceveranno Atlanta, che non più tardi di una settimana fa li ha messi seriamente in difficoltà , costringendoli a una continua rincorsa. Brady e Co. dovranno gestire al meglio il match, soprattutto in vista dei playoff, che nella città della baia sono assenti da troppo tempo, e in cui Tampa non vuole sfigurare.

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Roberto Abelli

Tifoso Bucs dal 1984 Ex giocatore ed ora coach Appassionato di football NFL e NCAA

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