It’s QB time, i migliori e peggiori quarterback di week 12

Patrick Mahomes ha ancora una volta dimostrato di appartenere ad un altro pianeta, mettendo in ginocchio la difesa dei Buccaneers e guadagnandosi il titolo di quarterback della settimana. Stellari anche le prestazioni Deshaun Watson ed Aaron Rodgers. Dopo le buone prove contro Tampa Bay e Kansas City, sono totalmente crollati Jared Goff e Derek Carr.

I MIGLIORI QUATTRO

Quarterback della settimana
Patrick Mahomes, Kansas City Chiefs
(37-49, 462 yds, 3 TD, 0 INT, 1 fumble, 91.1 QBR)

Il quarterback dei Chiefs nel corso della sua giovane carriera ha dimostrato più volte di essere un talento raro, un giocatore che come si usa dire negli Stati Uniti passa “once in a lifetime”. Il match contro i Tampa Bay Buccaneers è stata l’ennesima dimostrazione di dominio assoluto, con Patrick Mahomes e l’attacco coordinato da Andy Reid ed Eric Bienemy che hanno schiacciato una delle difese più preparate e solide della NFL. La strategia di gioco dei Chiefs si è avvicinata molto a quella messa in atto con successo settimana scorsa dai Los Angeles Rams, entrambe le franchigie, conoscendo quanto fosse difficile instaurare il running game contro la difesa dei Buccaneers, hanno attaccato in modo spietato Tampa Bay con un fitto e costante gioco aereo, costringendoli alla resa. Tyreek Hill è stato un incubo per la secondaria avversaria, concludendo la sua prova con 13 ricezioni, 269 yard su ricezione e tre touchdown, numeri mostruosi che evidenziano la perfetta chimica con Mahomes, i quali compongono probabilmente la coppia più inarrestabile dell’intera lega, grazie alla velocità fulminea e l’affidabilità delle mani del primo, da sommare al braccio potente e preciso del secondo. Nel passing game è stato ancora una volta fondamentale l’apporto di Travis Kelce, autore di 8 ricezioni e 82 yard, a sole 22 dal diventare il primo tight end nella storia capace di mettere a referto cinque stagioni consecutive con almeno 100 yard su ricezione. L’inarrestabile marcia di Patrick Mahomes e dei Kansas City Chiefs, giunti ad un bilancio di 10-1, farà tappa in week 13 all’Arrowhead Stadium per affrontare dei Broncos reduci da una sconfitta per 31-3, con annessa assenza di quarterback.

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Deshaun Watson, Houston Texans
(17-25, 318 yds, 4 TD, 0 INT, 89.8 QBR)

Nella partita che ha portato al licenziamento di Matt Patricia, Deshaun Watson ha dato spettacolo, mettendo a referto quattro touchdown nella sua prima presenza nel Giorno del Ringraziamento. La debole secondaria dei Detroit Lions è caduta vittima dell’intenso passing game dei Texans, coronato dalle ottime prestazioni di Will Fuller e Brandin Cooks. Fuller, che è riuscito per la sua prima stagione in carriera a stare lontano dagli infortuni, è però stato appena sospeso fino alla fine della stagione per aver violato il protocollo della NFL sull’uso di sostanze proibite. L’ex ricevitore di Notre Dame possedeva un’ottima connessione con Deshaun Watson, constatazione dimostrata ancora una volta dalle 171 yard e due touchdown realizzati contro Detroit. L’attacco dei Lions, orfano di D’Andre Swift e Kenny Golladay, ha faticato a stare al passo con la produzione di Watson e compagni, riuscendo ad entrare in ritmo solo nel finale di gara. I problemi vissuti da Houston in questa stagione nel front office hanno in parte oscurato l’altissimo livello al quale si sta esprimendo Deshaun Watson, quarterback che nelle sue ultime sei partite ha realizzato 16 touchdown a fronte di zero turnover. Il prodotto di Clemson rappresenta la definizione di franchise quarterback, un leader dentro e fuori dal campo che possiede un raro talento sia nel passing game che in uscita dalla tasca. Nonostante la stagione dei Texans abbia ormai poco da dire, l’obiettivo numero uno del nuovo front office dovrà essere quello di costruire un organico vincente attorno alla figura centrale di Watson. Nel frattempo in week 13 Houston ospiterà dei Colts alla disperata ricerca di una vittoria per rimanere in corsa per il titolo divisionale.

Aaron Rodgers, Green Bay Packers
(21-29, 211 yds, 4 TD, 0 INT, 96.8 QBR)

La rivalità con i Chicago Bears è da sempre terreno fertile per Aaron Rodgers. Il quarterback dei Packers si è reso protagonista di una prova magistrale contro i rivali divisionali, concludendo la sua prestazione con quattro touchdown all’attivo e zero turnover. Green Bay ha approfittato dei tre turnover di Mitchell Trubisky per instaurare un running game credibile (4.7 yard per portata su 39 corse), strategia che ha permesso ai Packers di logorare la difesa dei Bears grazie all’efficienza della coppia Aaron Jones-Jamaal Williams. Ciò che riesce a produrre Rodgers con uno dei pacchetti ricevitori più modesti della NFL è entusiasmante, anche questa volta il quarterback californiano ha indirizzato touchdown a quattro ricevitori diversi, con Robert Tonyan, Davante Adams, Allen Lazard e Marcedes Lewis che sono tutti andati a segno. Il leader dei Packers sta mantenendo un ritmo da MVP, grazie ad un gioco preciso e pulito che lo proietta ancora una volta tra i quarterback che commettono meno turnover. Alla fine del match l’head coach Matt LaFleur ha riassunto la prestazione della sua stella nel miglior modo possibile, affermando: “Non vorrei nessun altro quarterback a guidare la squadra che non sia Aaron Rodgers”. In week 13 i Packers cercheranno di raggiungere la nona vittoria stagionale in un confronto casalingo con i Philadelphia Eagles, franchigia tra le più in difficoltà di questa stagione.

Kirk Cousins, Minnesota Vikings
(34-45, 307 yds, 3 TD, 0 INT, 1 fumble, 78.2 QBR)

L’assenza di Adam Thielen sembrava potesse risultare troppo limitante per la buon riuscita del meccanismo offensivo di Minnesota, e dopo i due fumble persi dai Vikings e trasformati in touchdown da Jeremy Chinn la situazione sembrava ormai irrecuperabile. L’infortunio di Dalvin Cook, successivamente in grado di poter tornare in campo, ha rallentato il solitamente distruttivo running game di Minnesota, ma con la squadra in svantaggio ed in grande difficoltà, Kirk Cousins si è caricato l’attacco sulle spalle ed ha trascinato la franchigia alla vittoria. Il quarterback ha stabilito sin dal primo quarto un grande connessione con Justin Jefferson, rookie che sta mettendo a segno una delle migliori stagioni di sempre per un ricevitore al primo anno e che ha rappresentato spesso prima scelta di Cousins. La capacità di Jefferson di creare separazione dal cornerback grazie a delle doti eccelse di route running hanno portato il quarterback ad indirizzargli 13 target, numeri che si sono tradotti in 7 ricezioni, 70 yard e 2 touchdown. Con il punteggio in bilico, Cousins ha dimostrato di avere il sangue freddo, conducendo egregiamente l’ultimo drive per poi spedire il lancio del pareggio in direzione Chad Beebe, prima che l’extra point decisivo di Dan Bailey regalasse ai Vikings la loro quinta vittoria in stagione. Kirk Cousins è stato silenziosamente efficiente nelle ultime cinque partite con 12 touchdown realizzati e soli 3 turnover commessi. La sfida di week 13 contro Jacksonville è tutt’altro che proibitiva, con la franchigia della Florida affidata al quarterback Mike Glennon e sempre più vicina alla seconda scelta assoluta al prossimo Draft.

Honorable mention: Baker Mayfield, Cleveland Browns (19-29, 258 yds, 2 TD, 0 INT, 88.7 QBR)

I PEGGIORI CINQUE

Il peggiore della settimana
Derek Carr, Las Vegas Raiders
(22-34, 215 yds, 0 TD, 1 INT, 3 fumble, 14.3 QBR)

La difesa di Atlanta ha fatto un salto di qualità notevole nel corso dell’ultimo mese, miglioramento che è passato decisamente inosservato. Derek Carr, dopo una buona prova messa a segno contro i Chiefs in week 11, si è completamente sciolto nel confronto con il reparto difensivo dei Falcons, concludendo con zero touchdown e ben tre fumble persi. I turnover di Carr si sono trasformati in 13 punti prodotti da Atlanta, tra cui una pick-six messa a segno dal linebacker Deion Jones. Il 43-6 finale in favore dei Falcons è un punteggio che indica alla perfezione quello che è stato l’andamento della gara, con i Raiders che sorprendentemente sono stati sterili in attacco, specialmente il running game, che ha anche dovuto fare in conti con un infortunio alla caviglia di Josh Jacobs. Il pesante blowout subito da Las Vegas è stato decisamente inaspettato, in quanto la franchigia di Jon Gruden è stata una delle più solide in questa stagione, capace di tener testa ben due volte ai Chiefs in una corsa che potrebbe concludersi con un posto ai playoff. Derek Carr, quarterback che fino ad ora aveva svolto un ottimo lavoro nell’evitare i turnover, non è mai entrato in ritmo ed è stato incapace di lavorare in modo fluido tra le sue progression. In week 13 ai Raiders non si poteva prospettare un match migliore, vista la trasferta in casa dei New York Jets, franchigia che settimana dopo settimana si avvicina sempre di più a quella che sarebbe una storica stagione da 0-16.

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Jared Goff, Los Angeles Rams
(19-31, 198 yds, 0 TD, 2 INT, 1 fumble, 10.1 QBR)

La solidissima prestazione realizzata nella vittoria contro i Buccaneers aveva fatto ben sperare i Rams, sempre più lanciati verso un posto ai playoff, ma nella sfida divisionale contro i 49ers Jared Goff è stato irriconoscibile. Il quarterback californiano è stato messo in difficoltà dall’insidiosa front seven di San Francisco, capace di far registrare sei QB hit, ma Goff ha avuto numerosi problemi in quanto a precisione e lettura della difesa. Il prodotto di Berkeley ha subito il primo intercetto indirizzando il pallone precisamente tra le mani di Richard Sherman e ben lontano da Robert Woods e Tyler Higbee che cercavano di smarcarsi nelle sue vicinanze. Il secondo intercetto invece è risultato in una pick-six: messo sotto pressione da un difensore, Goff ha comunque cercato di pescare Cooper Kupp, ma il lancio decisamente fuori misura è finito tra le grinfie del rookie Javon Kinlaw, che è stato in grado di trasformarlo in un touchdown. I Los Angeles Rams, che posseggono una delle migliori difese della NFL, dovranno fare di tutto per limitare Kyler Murray e l’attacco dei Cardinals in week 13, in quello che si prospetta uno dei match più interessanti della settimana. Goff dovrà cercare di ritrovare il ritmo nel passing game contro un reparto difensivo altalenante ma a tratti molto solido.

Kyler Murray, Arizona Cardinals
(23-34, 170 yds, 0 TD, 1 INT, 54.7 QBR)

Per la prima volta in stagione Kyler Murray ha concluso una partita senza realizzare almeno un touchdown. L’eccellente striscia positiva della stella dei Cardinals si è schiantata contro il muro difensivo dei Patriots, reparto che nonostante le numerose assenze è riuscito a mantenere molto alto il livello di gioco. L’infortunio alla spalla rimediato nella partita di settimana scorsa contro i Seahawks potrebbe aver limitato Murray nel passing game, aspetto nel quale l’ex giocatore di Oklahoma ha faticato più del previsto, con DeAndre Hopkins costantemente marcato da Stephon Gilmore e Larry Fitzgerald assente causa Covid. Il quarterback di Arizona è stato inconsistente nel muovere le catene, una completa novità vista la sua stellare efficienza nel corso della stagione. Il running game in compenso ha visto segnali di vita, con Kenyan Drake che è finalmente riuscito ad imporsi con due touchdown (nonostante le mediocri 3.5 yard per portata) dopo una stagione molto discontinua. La partita è sfuggita dalle mani dei Cardinals a causa di una penalità di Isaiah Simmons che ha tenuto in vita l’ultimo drive dei Patriots, successivamente concluso con il field goal decisivo. All’orizzonte per Murray ed i Cardinals c’è un difficile matchup casalingo contro i Los Angeles Rams, decisivo per emergere in una NFC West che si sta rivelando sempre di più una delle division più competitive. Se l’infortunio alla spalla non dovesse ulteriormente limitare Kyler Murray, Arizona avrà certamente più possibilità di uscire dalla sfida con esito positivo, ma il reparto difensivo dei Rams resta uno dei più temibili.

Cam Newton, New England Patriots
(9-18, 84 yds, 0 TD, 2 INT, 6.6 QBR)

Nonostante la vittoria, Cam Newton si è reso protagonista di una delle prove più negative dell’anno, conclusa con un QBR di soli 6.6 punti. Il passing game dei Patriots è stato sostanzialmente inesistente visti i soli nove completi su 18 tentativi e i due intercetti. Dopo un avvio di stagione sorprendente, Cam Newton si è spento lentamente, mostrando enormi limiti nel gioco aereo. L’ex quarterback dei Panthers ha mostrato ancora una volta gravi errori di precisione, ma certamente lo scarno pacchetto ricevitori, spesso incapace di trovare separazione dai propri marcatori, rende il meccanismo ancora più difficile. New England è stata tenuta a galla da una prova difensiva superlativa e dall’efficienza di James White nella red zone, con il running back capace di trovare il touchdown per ben due volte. I problemi offensivi sono stati una costante per la franchigia guidata da Bill Belichick, soprattutto dal ritorno dalla Covid-list di Cam Newton, ma spesso le ottime prestazioni della difesa sono comunque riuscite a far sopravvivere la squadra nonostante la sterilità offensiva. In week 13 i Patriots voleranno in direzione SoFi Stadium per affrontare i Los Angeles Chargers, squadra decisamente vulnerabile in difesa e limitata dal mediocre play calling in attacco.

Mitchell Trubisky, Chicago Bears
(26-46, 242 yds, 3 TD, 2 INT, 1 fumble, 50.2 QBR)

Il ritorno da titolare di Mitchell Trubisky è stato tutt’altro che positivo. Il quarterback dei Bears è stato travolto dall’esuberante difesa dei Packers ed i tre turnover commessi sono stati ben sfruttati dagli avversari, che hanno prontamente messo in cassaforte un largo vantaggio. Presa la distanza, sul 41-10, Green Bay ha notevolmente abbassato l’aggressività difensiva, permettendo a Trubisky di concludere con una linea statistica più rispettabile. Il prodotto di North Carolina ha mostrato ancora una volta tutti i limiti che gli sono costati il posto da titolare in favore di Nick Foles, come la totale imprecisione sui lanci e le enormi difficoltà a leggere le difese. L’avventura di Trubisky ai Bears si concluderà con ogni probabilità alla fine della stagione, con qualche franchigia che molto probabilmente investirà di lui per fargli occupare il ruolo di backup. Nel frattempo con Foles ancora ai box, Trubisky dovrebbe ancora partire a titolare, questa volta contro una difesa molto più vulnerabile, quella dei Detroit Lions.

*Abbiamo deciso di utilizzare il QBR di ESPN al posto del rating NFL perchè più aderente al gioco attuale.

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