Profondo Roster: Los Angeles Chargers

Dopo 14 anni di regno di Philip Rivers, conditi con sei apparizioni ai playoff ma nessuna al Super Bowl, i Los Angeles Chargers hanno deciso di cambiare decisamente rotta nel 2020, lasciando andare il regista ex North Carolina State e prendendo al primo giro del draft un nuovo quarterback da far maturare per un po’ alle spalle del veterano Tyrod Taylor. Il destino però ci ha messo lo zampino, e appena alla seconda giornata il coaching staff è stato costretto a buttare nella mischia il rookie Justin Herbert che, una volta ottenuto il posto da titolare, non l’ha più mollato. E in casa Chargers non c’è stata solo la novità del quarterback, visto che per la prima volta dal 2015 i Bolts, come sono anche soprannominati, non hanno più a roster il runner Melvin Gordon e sono finalmente entrati nel nuovo, fantascientifico SoFi Stadium, un gioiello che condivideranno con i Rams e che è costato la discreta sommetta di 5 miliardi di dollari   

OFFENSE

La dirigenza dei Chargers ha deciso di iniziare il nuovo corso sfruttando un draft decisamente interessante per i quarterback, e col sesto pick la scelta è caduta su Justin Herbert da Oregon. Vista la prima gara dalla panchina, Herbert è poi stato promosso titolare a poche ore dalla sfida con i Chiefs (si è poi scoperto che la  mattina della partita, un medico dello staff nell’effettuare una iniezione di antidolorifico ha incredibilmente bucato un polmone del povero Tyrod Taylor costringendolo ad andare in ospedale) e si è conquistato il posto da titolare a suon di ottime prestazioni a partire proprio dalla gara contro Kansas City persa dai Chargers solo in overtime.

Herbert è il secondo quarterback, insieme a un certo Patrick Mahomes, a superare le 3000 yard lanciate nelle prime 10 gare giocate da professionista, ha una media di poco meno di 300 yard lanciate a partita ed ha già messo a segno 23 td pass. A questo ritmo il prodotto da Oregon è in lizza per battere sia il record per yard lanciate nella stagione di esordio, appartenente ad Andrew Luck con 4374, che quello di passaggi da touchdown, sempre nell’annata da rookie, stabilito da Baker Mayfield arrivato nel 2018 a quota 27. Domenica scorsa i Patriots hanno inflitto ai Chargers la peggior sconfitta della loro storia, lasciando oltre a tutto l’attacco gialloblù a zero punti, ma prima della sfida, Bill Belichick, uno che non spreca certo le parole, aveva tessuto le lodi di Herbert: “E’ davvero notevole, ha un grande talento, è alto, vede bene l’intero campo ed è atletico per cui può sfuggire alla pass rush. Ed è un giocatore intelligente, già in grado di cambiare gli schemi sulla line of scrimmage”.

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Unico problema di Herbert fin qui è in effetti… il record del team visto che dopo 12 partite i Bolts sono a quota 3 vittorie (una delle quali ottenuta da Taylor) e 9 sconfitte, ma onestamente ben poco di questa stagione deludente è imputabile al buon Justin che guida un attacco che è addirittura il quarto per yard guadagnate su passaggio. Herbert comunque è arrivato in una situazione tutt’altro che malvagia per un quarterback perché ha a disposizione uno dei più forti receiver del campionato in Keenan Allen, un incubo per i defensive backs sul profondo come Mike Williams ed un ottimo tight end come Hunter Henry.

Allen è il leading receiver della lega parimerito con Diggs dei Bills, con 90 palle catturate e 7 mete, mentre Mike Williams è a quota 36 ricezioni ma a quasi 16 yard per catch. Henry, che tra l’altro è anche un ottimo bloccatore, è invece quarto fra i tight end con 49 palle catturate. In casa Chargers per altro non mancano i receiver dalla velocità abbagliante: Herbert ha infatti a disposizione anche Jalen Guyton (20 ricezioni, 369 yards, media 18,5) e Tyron Johnson che ha sì solo 6 ricezioni ma per 221 yard e una media di quasi 37 yard, cioè più di un terzo di un campo da football.

Ma quando si affronta il gioco aereo dei Chargers bisogna fare attenzione anche ai runner, visto che Ekeler, Kelly, Ballage e Jackson sono tutti giocatori temibili con le loro ricezioni fuori dal backfield. Il più forte del gruppo è Austin Ekeler che sulla carta in questo 2020 doveva ricevere l’eredità di Melvin Gordon come runner n°1 nella depth chart, ma dopo 4 giornate è andato ko per un problema muscolare ed è rientrato solo a fine novembre nella gara contro Buffalo. Ekeler in realtà era partito davvero bene, correndo a oltre 5 yard di media nelle prime tre gare. Poi, contro Tampa Bay, si è infortunato dopo due sole corse e da lì i Chargers hanno faticato a trovare un sostituto: il più utilizzato, in assenza di Ekeler, è stato il rookie Joshua Kelly che però non ha convinto, e così sono stati provati Justin Jackson, che dopo una partenza difficile non aveva demeritato contro New Orleans e Denver ma ora è in IR anche lui per un problema al ginocchio e Kalen Ballage. Quest’ultimo, prelevato dai Jets, ha fatto molto bene contro Las Vegas e New England mentre è stato impalpabile contro Miami e contro la sua ex squadra.

Come molte altre squadre in questo 2020, anche i Chargers hanno accusato notevoli problemi di infortunio in linea di attacco, a partire addirittura dalla preseason, che ha portato la pessima notizia del forfait per tutta la stagione del centro quattro volte pro bowler Mike Pouncey, che aveva già saltato 11 gare nel 2019, per un problema all’anca che ha richiesto una operazione chirurgica.

Finora solo il centro Dan Feeney e la guardia Forrest Lamp sono riusciti a giocare tutti gli snap e onestamente tutti e due hanno faticato non poco: Lamp in realtà non ha bloccato male sul passaggio nei primi due mesi poi il suo rendimento è calato anche in questo fondamentale. Altro atleta che aveva avuto una certa continuità di presenze, ma un discreto rendimento, è stato il tackle di sinistra Sam Tevi, assente invece nel match di domenica contro i Patriots poiché poche ore prima era diventato papà. Il posto di Tevi è stato preso dal giovane Storm Norton, al suo esordio come titolare in NFL (prima di domenica aveva giocato solo 5 snap contro i Saints) preferito al più esperto ma deludente Pipkins. E Norton ha ripagato il coaching staff con una prestazione solida, soprattutto nel running game.

Senza Pouncey, il lineman di maggior talento è l’esperto tackle Bryan Bulaga, arrivato in estate da Green Bay, e in effetti del gruppo di coach James Campen, l’ex Packer è l’atleta che ha avuto il miglior rendimento anche se, pure lui, ha dovuto saltare quattro partite per un problema alla schiena. Nel ruolo di guardia destra si sono avvicendati fin qui addirittura quattro giocatori (in realtà sarebbero cinque ma Quessenberry ha giocato davvero pochi snap), dopo che il titolare designato, Trai Turner, acquisito da Carolina, è andato ko per un problema all’inguine. Al suo posto hanno giocato prima Tyree St.Louis, poi Ryan Groy, fermato però da un guaio alla spalla e poi dal Covid. Quindi, nell’ottava settimana, è subentrato Cole Toner che non ha demeritato soprattutto nel passing game per tre partite poi è stato disastroso contro i Jets, e alla fine per fortuna è rientrato Turner che onestamente in questo 2020 non ha fatto grandi cose ma nel complesso è il più solido del gruppo.    

chargers bengals

DEFENSE

Anche la difesa ha il suo Herbert, anche se finora le sue prestazioni non hanno avuto lo stesso rendimento di quelle del quarterback: si tratta del linebacker prima scelta Kenneth Murray che dopo aver faticato nelle prime 5 gare sta ora trovando una sua dimensione e nella brutta gara giocata dai Chargers domenica è stato fra i più positivi. Il punto debole più evidente finora per Murray è sulle coperture nel passing game ma se in futuro il suo ruolo dovesse essere quello di middle linebacker potrebbe non essere un peccato capitale. Del gruppo di linebacker finora utilizzati, il più positivo in entrambe le fasi del gioco è stato Denzel Perryman che sta probabilmente disputando la miglior annata della sua carriera. Perryman ha però saltato l’ultima gara per un problema alla schiena e i Bolts si augurano che il guaio fisico non sia troppo grave per un giocatore che in sei anni di carriera non ha mai disputato più di 14 gare in un anno.

Il nuovo arrivo Nick Vigil, che sta ricoprendo il ruolo di linebacker centrale nella maggioranza degli snap, è invece partito in modo disastroso contro il suo ex team, i Cincinnati Bengals poi, dopo aver saltato un paio di gare pure lui per un problema all’inguine, ha giocato discretamente anche se, come Murray, è in difficoltà quando si trova a coprire gli avversari nel passing game. Stagione sulle montagne russe è stata invece finora quella vissuta dall’altro outside linebacker Kyzir White, che dopo due gare decisamente negative contro Tampa Bay e New Orleans era andato via via migliorando ma è stato poi bloccato dal Covid anche se ci sono buone chance che possa tornare in campo domenica contro Atlanta.

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La linea a quattro dei Chargers presenta in mezzo la copia di tackle Joseph e Justin Jones mentre gli end titolari sono Joey Bosa e Uchenna Nwosu. Il veterano Joseph, arrivato in California dopo una lunga carriera prima in casacca Giants poi con quella dei Vikings, è stato chiamato per rinforzare il centro della linea sulla corsa e finora si è rivelato un acquisto valido. Al suo fianco si sono alternati Justin Jones e Jerry Tillery. Quest’ultimo, dopo una stagione di esordio onestamente difficile, sta vivendo un 2020 dai due volti: molto positivo nella pass rush, con 3 sack, 9 hit e 15 hurries, decisamente in difficoltà invece nel rushing game per una difesa che in generale sta faticando nel contenere le corse, essendo la ventitreesima della NFL. Il migliore degli interior linemen è, fin qui, Justin Jones, terza scelta dei Chargers nel 2018, che magari non fornirà un grande contributo nella pass rush ma è decisamente efficace contro la corsa e raramente sbaglia un placcaggio. A completare il quartetto c’è l’altro veterano Damion Square che pure sta vivendo una buona stagione pur se con un utilizzo limitato.

Sulla carta la coppia di end Bosa-Ingram avrebbe dovuto creare non pochi problemi agli attacchi avversari ma mentre Bosa sta confermando ancora una volta di essere nell’elite dei defensive end, un Ingram per altro bersagliato dagli infortuni ha decisamente deluso, e contro i Jets ha subito un infortunio al ginocchio che ha messo fine ad una stagione che si chiude senza sack all’attivo e senza placcaggi per perdita di terreno. Così, opposti ad un Bosa già arrivato a 8 sack e 19 hit, stanno giocando un po’ Tillery e un po’ Uchenna Nwosu che ha già contributo con 4 sack e 6 hit in una stagione che potrebbe essere importante per lui poichè, vista anche l’onerosità del contratto, è difficile che i Chargers confermino Ingram anche per il 2021. Con l’assenza di Ingram è aumentato anche l’utilizzo dell’altro end Isaac Rochell che dopo una annata 2018 decisamente positiva, ha vissuto un 2019 deludente, mentre in questo 2020 non ha brillato come pass rush ma ha giocato nel complesso in maniera solida.

Il gruppo cornerback, che doveva trarre vantaggio dall’arrivo dell’ex Bronco Chris Harris, ha vissuto invece una stagione un po’ tumultuosa. Harris ha infatti disputato tre partite poi si è infortunato e così i californiani hanno giocato a lungo con Casey Heyward e Michael Davis titolari e Desmond King come slot corner, con quest’ultimo che però è stato ceduto ai Titans all’inizio di novembre. Harris è poi finalmente rientrato due settimane fa nella sfida con Buffalo ma finora ha giocato decisamente al di sotto delle aspettative.

Discorso simile anche per Heyward, convocato due volte al Pro Bowl in carriera, il quale sta vivendo una stagione inferiore ai suoi, ottimi, standard, soprattutto per i tanti guadagni medio lunghi concessi. Michael Davis, acquisito come free agent nel 2017, non è certo un fuoriclasse, ma sta confermando di essere a suo agio in una difesa che sta utilizzando in modo decisamente più massiccio rispetto al passato le coperture a uomo. Con la cessione di King sta trovando spazio anche Tevaughn Campbell che però finora a parte un paio di buone gare contro Las Vegas e i Jets sta vivendo una stagione difficile.

In questo 2020 i Chargers speravano di avere finalmente di nuovo a disposizione la fortissima safety Derwin James che aveva già saltato 11 gare nel 2019, ma un problema al ginocchio ha fatto terminare la sua stagione prima ancora di aver giocato un solo snap. Le due safety titolari sono così diventate Rayshawn Jenkins e Nasir Adderley che hanno consentito qualche ricezione di troppo ma anche concesso pochi big play. 

Guardando in modo superficiale un paio di statistiche una domanda sorge spontanea: come è possibile che un team che, in fatto di yard, ha il settimo attacco e la nona difesa, abbia vinto solo tre gare su dodici? Una prima risposta arriva dal computo dei punti, con i Bolts che infatti sono ventiduesimi per punti segnati e ventisettesimi per punti subiti. Poi c’è un grande problema mentale: i ragazzi di coach Lynn sono riusciti a vanificare un vantaggio di 21 punti contro Denver e sono il primo team della storia della NFL ad aver dilapidato un vantaggio di 16 punti in quattro gare consecutive. Alla fine, in una di queste partite, quella con i Jaguars, Los Angeles è riuscita a portare a casa il successo, ma il problema rimane. Così come è da sottolineare il fatto che i Chargers abbiano perso due gare in overtime e che sette sconfitte su nove siano venute con uno scarto di otto punti o meno.

Infine c’è la questione degli special teams: tre settimane fa l’head coach Anthony Lynn, che ben difficilmente ritroveremo sulla panchina Chargers anche il prossimo anno, ha sollevato dal suo incarico il coordinatore delle squadre speciali George Stewart ma la cosa non sembra aver sortito effetti. Domenica infatti il kicker Badgley ha prima sbagliato il sesto field goal della stagione, poi i Patriots hanno bloccato un altro calcio da tre punti riportando quindi l’ovale in meta, e in tre punt di New England i Bolts erano in campo o solo con 10 uomini o addirittura con 12, il che ha portato all’ennesimo fallo di un reparto che è il più penalizzato della NFL.

LA SORPRESA

Che avesse del talento lo si sapeva, ma che nella sua stagione di esordio potesse essere in corsa per strappare il record di yard passate e di td segnati da un rookie, pochi avrebbero potuto prevederlo. Unite questo al gran sangue freddo nella tasca e alla maturità con cui sta guidando l’attacco ed avete il perché Justin Herbert sia la sorpresa di questo 2020.

LA DELUSIONE

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Sette partite giocate, 0 sack, 6 hit e appena 5 tackle. A trentuno anni Ingram ha fatto davvero poco sia per convincere i Chargers a confermarlo (ma ad un salario decisamente inferiore) che per invogliare qualche altro team a dargli una nuova chance.

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