La Serra di Huddle: Washington riparte dalla difesa

Per la squadra di football di Washington non è stato un 2020 facile. I pessimi risultati sportivi, i problemi dietro la scrivania e ai piani alti della dirigenza (sì, Dan Snyder, stiamo parlando di te), e infine, poco prima dell’inizio della stagione, l’abbandono forzato al nick Redskins che accompagnava la franchigia dal 1933.

Anche la stagione 2020 sembrava destinata, come da pronostico, a seguire il trend delle ultime annate; dopo dieci partite, Washington aveva un record di 2 vinte e 7 perse. Tuttavia, il miracoloso rientro di Alex Smith aveva dato una linfa inaspettata all’attacco, mentre la difesa, dal canto proprio, sembrava insospettabilmente solida per una squadra con quel record.

Ora, dopo una striscia di quattro vittorie consecutive interrotta dalla sconfitta di domenica scorsa contro Seattle, nonostante i problemi fisici di Smith, Washington sa di poter contare su una difesa con sufficienti playmaker in grado di tenere a galla la squadra, in cerca di una qualificazione ai playoff tanto insperata quanto verosimile.

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UNA COLLEZIONE DI PRIME SCELTE

I pessimi numeri collezionati dagli ex-Redskins nelle ultime stagioni, e il conseguente utilizzo di scelte alte per d-linemen, ha portato la squadra di Ron Rivera a poter mettere in campo un front four già molto temibile, nonostante la ridotta esperienza di molti dei suoi componenti; dal 2017 ad oggi sono arrivati Jonathan Allen (2017), Da’Ron Payne (2018), Montez Sweat (2019) e Chase Young (2020), tutti scelti al primo giro.

I Football Team sono quarti in DVOA difensivo, quarti per yards per play concesse (5) e ottavi per percentuale di terzi down convertiti dagli avversari (37.4%).

Numeri alla mano, Payne ed Allen, i due interior d-linemen, sono tra i migliori nel loro ruolo per quanto riguarda la difesa contro le corse, che rappresenta il loro compito primario. Tra i pari ruolo con almeno 500 snap in stagione, Allen è terzo per tackling efficiency, una statistica che misura la percentuale di tackle portati a termine sul totale dei tackle effettuati, con il 45%, mentre Payne è settimo.

In aggiunta alla difesa contro le corse, Allen è anche un signor giocatore quando c’è da portare pressione ai QB avversari: tra i pari ruolo con almeno 300 pass rush portate, Allen è dodicesimo per pass rushing productivity, una statistica avanzata elaborata da Pro Football Focus che permette di quantificare l’impatto di un difensore in pass rush.

Allen, allineato nel B gap (lo spazio tra il centro e la guardia), vince l’uno contro uno prima con la tecnica – una sorta di rip move con cui passa sotto il diretto marcatore aiutandosi col braccio – e poi con la forza bruta di una bull rush.

Se Washington è quinta in NFL per sack percentage (7.8%), però, molto lo deve anche ai due defensive end arrivati negli ultimi due draft: Montez Sweat e Chase Young.

Cosa non è stato ancora detto dell’ex Ohio State? Un talento generazionale che ha già contribuito a trasformare la difesa dei burgundy and gold. Contro San Francisco, ha giocato una partita storica; nel solo primo tempo ha messo a segno un sack, un fumble forzato (e ricoperto da Payne) e un touchdown nato da un fumble ricoperto e forzato in precedenza da Payne: è stato il primo giocatore nella storia della franchigia a riuscirci e solo l’ottavo rookie in NFL dal 1982.

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Un paio di highlight dal tape di Young. Nella prima clip è in posizione di wide-9 pronto per attaccare Mullens. Quando parte lo snap, però, il difensore si allontana come per difendere la shallow contro i passaggi; a quel punto, quando il left tackle crede di non doversi più occupare di lui, ecco che Young si getta sul QB senza trovare ostacoli, e lo sacka. Nella seconda clip, invece, lo vediamo in 6-tech (cioè allineato nel C gap, lo spazio tra il tackle e il tight end) insinuarsi nella outside zone dei Bengals per fermare Gio Bernard senza che l’avversario guadagni una yard.

Il giocatore che però, più di tutti, sembra spuntare guardando il reparto guidato da Jack Del Rio è Montez Sweat. L’ex giocatore di Mississippi State sta avendo un grande impatto soprattutto contro le corse, sia direttamente con un tackle che portando pressione ai passatori avversari.

Tra i defensive end con almeno 200 corse difese, Sweat è sesto in tackling efficiency; come pass rusher, invece, è tra i migliori nel proprio ruolo in efficienza.

Qui vediamo alcune clip di Sweat in azione contro le corse, in tutti e tre i casi contro il lato destro della linea d’attacco. Troppo veloce anche per essere contenuto da un ricevitore (in situazione di outside zone) e troppo forte anche per un raddoppio (quello della guardia e del tackle, ai quali passa in mezzo) e per essere marcato da un tight end (ça va sans dire).

Queste due azioni non finiscono sul suo tabellino personale, ma il suo ruolo è stato fondamentale. In entrambi i casi, la pressione di Sweat contro il rispettivo marcatore nelle situazioni di corsa, agevola il lavoro di un compagno. Nel caso della partita contro Seattle, Carson è costretto ad allargarsi, perdendo terreno e venendo fermato dall’ottimo tackle nello spazio di Moreland. Nel secondo caso, Juszczyk non fa in tempo a bloccare Sweat che entra nel backfield, rallenta Mostert che viene raggiunto da Chase Young: il rookie provoca un fumble e Washington lo ricopre.

 Dominare in trincea è una delle regole fondamentali per costruire una squadra vincente. Washington ancora non lo è, ma le basi solide ci sono, ed è tutto merito di quei quattro.

UNSUNG HEROES 

Detto che definire gli altri difensori dei Football Team “eroi” è esagerato e che mi sono servito del termine solo per creare un titoletto ad hoc, va detto che Washington si sta creando in casa buoni difensori che ancora non si sono fatti un nome.

Il reparto meno ricco di talento è sicuramente quello di tight end, dove coesistono svariati buoni tackler ma senza nessun vero playmaker. Non aiutano gli infortuni che, contro Seattle, hanno privato la squadra di alcuni titolari (Holcombe, Pierre-Louis, Hamilton, uscito per infortunio, e la safety Everett, che avrebbe potuto ricoprire il ruolo in situazioni di nickel defense). Rivera si è dunque trovato a dover dare più snap a giocatori di rotazione come il rookie Khaleke Hudson, che lo ha ripagato con una prestazione da 8 tackle – inclusi tre come special teamer – e il veterano Thomas Davis.

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La secondaria ha un paio di cornerback piuttosto esperti in Ronald Darby e il veterano Kendall Fuller, tornato a D.C. dopo essere passato da Kansas City a vincere un anello. Nessuno dei due sta avendo una stagione dominante nel ruolo; Darby ha concesso finora un passer rating di 94, mentre Fuller un molto più solido 78: proprio al campione NFL in carica coi Chiefs si deve una delle peggiori performance stagionali di DK Metcalf, tenuto a sole 43 yard su ricezione.

Un nome da tenere d’occhio è quello del rookie Kamren Curl, uno dei migliori placcatori della squadra. La qualità migliore del rookie da Arkansas è senza dubbio la versatilità; nella sua prima stagione in NFL ha giocato prevalentemente da strong safety nella box (278 snap), ma anche 168 snap da slot corner e 114 come free safety: da qui il suo tabellino stagionale, che lo ha visto raccogliere oltre 70 tackle, 2 sack e una pick six.

La stagione di Washington, sorprendentemente positiva, è dovuta non solo al materiale umano in campo e sulla sideline (Ron Rivera e la sua storia personale nell’ultimo anno), ma anche alla fortuna; prima della stagione la squadra aveva il quinto calendario più facile della Lega, e anche le vittorie delle ultime settimane sono arrivate contro avversarie in netta difficoltà (Cincinnati senza Burrow, Dallas senza difesa, i Niners senza mezza squadra). Accelerare il processo di ricostruzione vuol dire avvicinarsi più velocemente alla rispettabilità. Se per quella extra-campo sembra si debba ancora aspettare, dentro il rettangolo verde siamo già a buon punto.

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Un Commento

  1. Analisi impeccabile. Mi permetto di ricordare che la giovane e talentuosa D-line di Washington può contare anche sulle “riserve” Ryan Kerrigan, ex Pro Bowler e detentore del record di sack della franchigia, e l’infortunato Matt Ioannidis, altro ottimo interior lineman e pass-rusher.

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